Dredd – Il giudice dell’apocalisse

Interessante film – tratto dal celebre, pessimistico fumetto underground britannico – che riunisce più generi: il crime, il film d’azione e ovviamente la fantascienza distopica. L’uso contestuale di alcune riprese al rallentatore ne aumenta il fascino. Insomma, non aspettatevi un’americanata blockbuster in stile Stallone. Il film è più somigliante a un fumetto indipendente.

Il giudice Dredd vive in un futuristico mondo iperviolento dove i poliziotti sono anche giudici, ovvero combinano la pena all’istante, se è il caso. A Dredd viene affiancata, in prova, una nuova recluta, una certa Anderson. Si tratta di una donna che ha superato a malapena le selezioni per ricoprire quel ruolo. Però possiede in sé un gran potenziale. Anche perché è dotata di un potere non da poco: una specie di telepatia che, facendola entrare nelle menti di chi le è attorno, le fa capire le vere intenzioni della gente. Una facoltà che potrebbe aiutarla parecchio, sopratutto in casi intricati o ferali, laddove si debba scegliere immediatamente a chi credere oppure no.

Dredd e la recluta si trovano intrappolati in una cittadella dove regna una potente criminale padrona assoluta di una nuova droga sintetica. Riusciranno a cavarsela senza perder la vita?

😉

“Hey, stai parlando con me?!”

Sigle: Arrivano i superboys! :D

Questa sono certo che ve la ricorderete, anche se il cartone non lo vedevate, perché era molto particolare e rimaneva impressa… 😉

Ben prima di Holly e Benji, ci fu questo cartone sul calcio, in cui questo sport veniva preso estremamente seriamente. In cui cominciarono a fioccare impossibili tiri iperbolici contro le leggi della Fisica…

😀

Depressione: essere morte da vive — Al di là del Buco

C’è stato un momento in cui ho smesso di respirare. Vedevo me stessa in quella stessa posizione, per giorni, poi furono anni. Sul divano, con il computer acceso per vedere serie tv che mi scivolavano addosso, senza capire a volte di che parlassero. Solo per sentire un rumore che silenziasse i miei pensieri. C’era un […]

Depressione: essere morte da vive — Al di là del Buco

Le maledette mascherine ffp2

Ho una ridotta capacità polmonare. Vado in affanno anche solo se parlo in maniera concitata. Ho un cuore ballerino che normalmente è più sotto sforzo di quanto dovrebbe. Sono un soggetto asmatico. Infine i miei fori nasali per respirare sono molto piccoli…

Tutto questo fa in maniera che sia del tutto impossibilitato a indossare una mascherina ffp2. Se lo faccio, avverto subito un forte problema di respirazione. Mi manca l’aria. Mi viene da vomitare. E sento il battito cardiaco che aumenta, come stesse per scoppiarmi il cuore.

Ho fatto delle prove. Dopo pochi minuti la devo togliere sennò ho come la sensazione che mi prenderà un colpo.

Con le mascherine ffp2 non si scherza. Avvolgono tutte le vie respiratorie, senza scampo. Mi fanno soffocare. Non riesco proprio a capire come faccia la gente a tenerle su per ore. Ma è ovvio che la gente comune non ha tutte le problematiche fisiche che ho io.

Ho chiesto al mio medico di base un’esenzione dal doverle indossare. Mi ha detto che l’esenzione non esiste. Eppure io so di soggetti portatori di handicap che l’hanno avuta, l’esenzione.

Ho chiesto all’allergologa se per via dell’asma mi spettasse un’esenzione. Mi ha detto che purtroppo per legge non mi spetta. Come se l’asma non c’entrasse nulla con i problemi respiratori che provoca la mascherina…

Mi chiedo come faccia tutta quella gente (per lo più anziana) che non la può indossare.

La verità è che non fa. Non compie quelle azioni che necessitano di indossarla. Se può, le delega a parenti o amici. Se non può, si attacca.

Questa è l’Italia. Un paese dove non si tiene minimamente conto delle “minoranze”. Dove la teoria è molto lontano dalla realtà.

Ma ricordatevi che un giorno, prima o poi, tutti sono destinati a diventar minoranza. Un giorno toccherà a voi tutti, pur non avendo fatto nulla di male, giostravi con problematiche irrisolvibili e aver contro la legge, come pure torme di sudditi fedeli tanto ardimentosi di farla rispettare. Pronti a puntarti il dito contro se non vuoi o non puoi seguire la legge di merda che delle merde hanno prima pensato e poi cagato.

Depressione, violenza di genere e fantascienza — Al di là del Buco

Non so per gli altri ma a me la fantascienza ha salvato la vita in molti modi. Quando mio padre mi picchiava io immaginavo di poter migrare su un altro pianeta. Quando il mio ex marito mi lasciava fuori la notte, incinta, al gelo, immaginavo distopie post apocalittiche e ricorrevo alla fantasia per resistere a […]

Depressione, violenza di genere e fantascienza — Al di là del Buco

Stanlio & Ollio (film)

I famosi attori comici – probabilmente l’accoppiata più divertente della storia del cinema –, per rilanciare la loro carriera, decidono di intraprendere una tournée teatrale nel Regno Unito. Ciò dovrebbe esser loro d’ausilio anche per raccogliere dei fondi per un (ultimo?) film che vogliono fare, una parodia di Robin Hood.

Tuttavia tra loro c’è come un’ombra che li divide. Infatti, circa quindici anni prima, Ollio accettò di fare un film senza Stanlio, e quello rappresentò la fine del loro connubio. Durante la tournée il loro antico diverbio rinascerà più forte che mai, tanto da compromettere ogni loro progetto futuro. Sennonché poi subentrerà un altro fatto che invece li farà riavvicinare parecchio: la grave malattia di Ollio.

Su Stanlio e Ollio ci sarebbe potuto dire tutto un mondo. Gli autori invece hanno fatto un film quasi ridotto all’osso, che si concentra unicamente su quell’unico periodo del loro sodalizio artistico e sentimentale. Così il film avrebbe potuto esser fin troppo rarefatto se non avesse avuto quell’accelerazione coincidente con l’affezione di Ollio. A visione ultimata rimane la grande, commuovente amicizia instauratasi tra quei due.

:’)

PS: non so se poi nella realtà lo fecero per davvero quel film su Robin Hood. A me però sembra di ricordarmelo… 😉

Paul Auster: Leviatano

La vita piuttosto incasinata di uno scrittore che passa dalle stalle alle stelle e viceversa. Nasce tranquillo, single, pacato e sicuro di sé; muore rivoluzionario, turbolento, passionale e problematico. Tutta questa esposizione è un costante “ero certo fosse così, ma invece andò in quest’altro modo”. Non so se questo stile narrativo abbia un nome vero e proprio. So solo che Auster in questa opera non fa che ripetere questo giochetto, alla continua ricerca dello spiazzamento del lettore, fino allo sfinimento.

Così devo dire che pur essendo un libro senz’altro decente mi è sembrato talmente contraffatto da risultarmi quasi antipatico.

Un romanzo con anarchici e bombe…

25 Aprile 2022 – Festa della Liberazione — 2010: Fuga da Polis

I partiti Progressisti sono lieti di invitarvi alla Festa della Liberazione, che si terrà lunedì 25 Aprile 2022 presso i giardini di Villa Balestra, nel quartiere popolare dei Parioli, in Roma Per motivi logistici, il settore per le classi subalterne, che votano il M5S, è stato collocato nel Giardino Comunale di Torre del Greco, in […]

25 Aprile 2022 – Festa della Liberazione — 2010: Fuga da Polis

Questa è satira, bellezza… 😉

Alla ridda camuffata dell’impostura (Parte II)

Fin dall’inizio Nemesis si sentì a disagio. Rifletté: a quale di quei vomitevoli circoli poter aderire per passare quei pochi momenti di teorica gioia? Ma a quei tempi, per un motivo o per l’altro, aveva già tagliato i ponti un po’ con tutti. Il Papero e la Merla si erano licenziati da un pezzo e forse erano stati, in ultima istanza, più lungimiranti di lui; per non parlare di Vlad, che aveva trovato un’occupazione assai più remunerativa che ne limitava di molto le apparizioni in loco. Tolti essi… rimaneva forse qualcun altro da poter considerare amico?

Nemesis intravide Betty Sapone. Per l’occasione aveva indossato tacchi altissimi che la facevano sembrare più slanciata e sbilanciata del solito. Con un bicchiere in mano, pareva già brilla; ma ciò era impossibile poiché gli spumanti ancora non erano stati stappati. Ci stava provando con uno spilungone più giovane di lei di oltre venti anni, risoluta a festeggiare a ogni costo portandosi a letto qualche nuovo ospite di sangue fresco.

Nemesis si spinse più avanti. Osservò il Fascio Ariano con la sua perenne espressione tesa in volto. Affondava le grandi ganasce in una fettona di panettone che divorò con tre sole morsicate.

Poi finalmente avvistò gente passabile: l’Effimera sorrideva amabilmente accanto alla Tettona Occhialuta. Ma se c’era questa, allora ci doveva essere anche… E infatti, immancabilmente, comparve Faccia Ferma, con il suo cipiglio da morta. No. A Nemesis non andava di conversare con quella zombi con l’acido al posto delle vene. Così girò a largo e si portò in un’altra stanza.

Strabic Boy e il Pelato si scambiavano sorrisi fasulli discorrendo di corbellerie. Poco più in là Susy Posacenere si era decisa ad azzannare un torrone al cioccolato, seppure ciò avrebbe potuto aggravare la sua già compromessa situazione epidermica.

Faccia di Luna appariva raggiante. Forse, per via della sua giovane età, credeva davvero all’aria di festa e a ciò che essa poteva simboleggiare. Era attorniata dalle solite persone adoranti le quali la ossequiavano a iosa da quando avevano capito che non fosse una team leader come gli altri, ma avesse un filo diretto con il temuto capo.

Faccia di Luna era una di coloro che si davano più da fare per distribuire le vettovaglie: difatti tagliava le fette di dolciumi e assegnava le porzioni. Appena intravide Nemesis, lo riconobbe e gli fu particolarmente propizia.

«Prendine una fetta, dai!», disse con entusiasmo.

Nemesis era intenzionato ad assaggiare ogni prelibatezza fosse stata resa disponibile, principalmente per due motivi: il primo era confermarsi che l’impasto di tutte quelle cibarie fosse decisamente grossolano; il secondo invece era che… sarebbe stato davvero difficile per lui trattenersi a una tale soirée, che non prometteva di fargli fare molte chiacchiere, senza neppure mangiare qualcosa per passare il tempo – come era ridotto male il povero Nemesis! Tuttavia, per un motivo che neppure lui comprese, fece il ritroso con Faccia di Luna.

«Non ho molta fame, a dir la verità…», le disse.

Probabilmente in quel momento, Nemesis, capricciosamente, cercava qualcuno che si occupasse di lui, o gli fosse accomodante. E, ottenuto il risultato che si attendeva, ovvero che Faccia di Luna insistesse, accettò il dono di una fetta di panettone con canditi e uvetta annessi, offertogli dalle giovani mani di quella ragazza così ambita e importante in azienda.

Quando i due furono particolarmente vicini, e le loro dita si sfiorarono, e Nemesis percepì che finalmente le loro rispettive curiosità potessero essere esaudite – perché era vero che Faccia di Luna fosse attratta dall’innegabile diversità di Nemesis, come pure lui dalle esuberanti carni di lei –, una tipa mai vista prima, più larga che alta, si avvicinò al tavolino dispensatore interrompendo il loro attuabile idillio.

«Faccia di Luna, scusa se te lo dico adesso, ma mi devi spostare. Io non posso fare quel turno a cui mi hai assegnato per il week end. Si è ammalata mia zia e la devo andare a trovare all’ospedale una volta al giorno, per darle il mio sangue, altrimenti morirà di pertosse convulsa e io perderò anche i soldi dell’eredità…»

L’azione dell’intrusa, tanto risoluta da risultare violenta, lasciò esterrefatta Faccia di Luna, la quale quasi sbiancò (ma per la rabbia, per quella che pareva tanto una colossale panzana riferita solo per ottenere una sospensione speciale in tempi di vacanza natalizie). Le disse: «Va bene. Ne parliamo dopo…», tentando di rimandare la questione. Ma l’altra non le diede tregua.

«No. Adesso devo andare per la trasfusione. Dopo non ci sono…»

Così Faccia di Luna dovette dirle:

«Okay! Ti sposto, allora. Fai gli auguri a tua zia da parte mia!»

«Non mancherò…», se ne andò felice quella.

Nel frattempo quel siparietto aveva reso non partecipe Nemesis, che quindi si era dovuto allontanare. Quando l’intrusa sparì, Faccia di Luna tornò splendente. Il suo ruolo di incensatrice eccelsa riprese a regime. Tuttavia Nemesis capì che il momento propizio era passato e quel prelibato bocconcino non si sarebbe più fermata a parlare con lui.

Faccia di Luna sembrava assai disponibile

Sessualità: da oggetto a soggetto del desiderio — Al di là del Buco

Sono stata stuprata quando avevo quindici anni. Ero andata a trovare una amica che mi disse Rimani! e io restai in un lettone che ospitava me, lei e il suo ragazzo. Lui scavalcò e mi stuprò. Il giorno dopo capii che la mia amica gli procurava le adolescenti per il suo sollazzo. Lei sapeva. Non […]

Sessualità: da oggetto a soggetto del desiderio — Al di là del Buco