Un giro su Feis-Buuk

 

Non sono un gran frequentatore di Feis-Buuk. Però si dà il caso che ultimamente ho avuto modo di rinfrescare un po’ il mio profilo.

Così ne ho approfittato per fare un giro alla ricerca di gente che conoscevo.

La prima persona che ho cercato ovviamente non poteva che essere lei. Colei che più di tutte mi ha trapanato il cuore. Ma di lei, come sospettavo, non vi è la minima traccia. E il motivo è presto detto. Lei non vuole essere rintracciata, anzi. Ha fin troppa gente che ancora la tormenta. Lei è una che cambia numero di telefono almeno una volta l’anno, con tutti i guai che si procura e procura ai maschi…

Poi ho cercato Rovinosa. E anche qui non ho sorprese. Il suo profilo non è troppo fitto, però si vede che la tipa si è impegnata per trovare con pazienza le immagini e le cose giuste da aggiungere. Nessuna foto di lei, bensì l’avatar con il controverso personaggio di un cartone animato che va per la maggiore. Me lo aspettavo. Nonostante sia carina, lei non è mai stata fotogenica e preferirebbe darsi fuoco piuttosto che pubblicare un’immagine che la ritragga mentre (non) sorride o ha quell’aria da “svuotata”, senza anima. A ogni modo dalla sua pagina ricavo una sensazione di quiete: come se la sua vita si fosse cristallizzata a quando era ancora una ragazzetta molto prudente (ma granitica nella sua impossibilità a lasciarsi andare)…

Talita la rintraccio solo perché alla fine, facendo un grosso sforzo di memoria, ho reminiscenza del suo cognome. Eccone un’altra che non mette la sua faccia! Strana circostanza, eh?, che tutte quelle che cerco non vogliano offrire al mondo quella parte di loro… Ha messo la foto del cane. Si capisce che il suo profilo è stato realizzato giusto per esserci, perché nella vita può sempre servire un profilo su Feis-Buuk. Ma anche lei deve essersi sia super-sistemata che resa refrattaria a riallacciare contatti con il suo passato. Infatti anche lei ne ha avute di storiacce che ha presto voluto lasciarsi alle spalle…

Poi tocca a Malizia. Ecco una che invece è fotogenica e che ci tiene a sembrare lieta e bella (come in verità non è). Ha pubblicato un mucchio di foto, anche foto che avrebbe dovuto mostrarmi quando ero ancora in contatto con lei, ma che invece non mi ha mai nemmeno ventilato che esistessero.

La sua faccia sta appassendo. Molto più di quanto ricordassi… Mi sorprende l’immagine con un suo dito tozzo. Sono tentato di scriverle che non dovrebbe pubblicare foto così brutte, ma poi mi calmo. L’ultima cosa che voglio è darle un altro ennesimo motivo di litigio, a lei che è una delle persone più permalose del mondo! No, no, no! Non ci ricadrò. Adios, Malizia!

Poi cerco quella certa tipa che mi rendo conto che non dovrei proprio cercare. Il motivo è che la disprezzo. Che cosa vorrei ottenere rintracciandola? Non lo so. Ma lei non c’è. Un po’ perché è un po’ impedita con queste cose. Un po’ perché immagino la sua vita così circostanziata e definita che non abbia alcun interesse a modificarla con nuove presenze, o presenze che tornano dal suo passato. Meglio non aver trovato questa bagascia…

Fin qui tutte donne, vero? Beh, è chiaro che mi attirano (in senso lato) più le femmine, e non solo per questioni sessuali.

Ma ora è il turno di qualche maschio. Quelli che potrebbero interessarmi non sono molti. Chissà come mai dal mio passato remoto riaffiora la sua faccia. Il suo nome ce l’ho scolpito nella mente, dunque lo cerco… Eccolo, è lui! Come è cambiato… La sua testa è diventata più quadrata, ma credo di essere abbastanza certo che, nonostante i decenni trascorsi, sia lui. Sorride come ebbro, contornato dai suoi bambini. Ci avrei scommesso che uno come lui avesse figliato! Uno che a dieci anni era già in grado eiaculare se ne sarà fatte di scopate in vita sua!… Da bambino era molto più fragile di quanto potesse sembrare. Poteva essere un numero uno, ma era come se la pressione circostante lo schiacciasse. Sospetto che non sia molto cambiato da allora e che dietro quei sorrisi…

Ecco un altro nome che mi viene in mente. Questo tipo mi era molto simpatico. Eccolo! Trovato. Ce n’è solo uno. Ma il suo profilo è assolutamente spoglio: c’è solo il nome e il cognome. Forse ha nascosto tutto il resto, ma considero come se non l’abbia fatto e ne traggo la sensazione che non se la passi troppo bene… E mi dispiace assai…

Altro nome… Quel mio vecchio grande amico. Lui non lo troverò, penso. E infatti non c’è. D’altronde lui ha sempre voluto conservare solo le amicizie recenti: è quindi normale che persista a obliarsi dal suo passato (non sono così anche io?). Addio, amico mio, ovunque tu sia…

Poi il tempo finisce. Devo andare via, fare altro. Non mi posso più gingillare in queste sciocchezze. Solo allora mi rammento che avrei dovuto cercare altre persone (ed è un fiume di nomi)… Ma per oggi ho chiuso con le frivolezze.

IL PD È RIPUGNANTE

 

Quando Enrico Letta diceva: “Mai con B.”

cari elettori del PD, e adesso che cosa direte? che cosa direte dopo che il PD ha appoggiato col PDL un governo di ultra destra (cioè il governo monti) e la legislatura successiva si è nuovamente appaiato col PDL stesso?! così la legge sul conflitto d’interessi non si farà neppure questa volta… sono vent’anni che non trovano il tempo di farla! c’è sempre crisi! per questo non la fanno!… e voi, elettori del PD, ancora lì a bevervi le loro balle! vergognatevi voi per primi!…

Psicologia politica: il governo Letta è il sintomo di una nevrosi

Letta, Grillo, Berlusconi e le dieci bugie oggi di moda

Il Pd si è suicidato ma il 25 aprile è più vivo che mai!

Perugia, giornalisti per 3 euro a pezzo

Fatto Tv, ‘Media e potere’: lo speciale con Travaglio, Gomez, Sarzanini e Abbate

George W. Bush vive (e tortura) insieme noi

Atene, Alba dorata ‘occupa’ un ospedale
“Raccolta sangue solo per cittadini greci”

i fascisti non hanno diritto di esistere…

Gente a dieta

 

«Ultimamente sto mangiando meno perché voglio buttare giù qualche chiletto… C’ho una pancia!… Allora sto cercando di eliminare pane e pasta. Come dice il dottore… Quando vai dal dottore e gli dici che vuoi dimagrire ti dice sempre di diminuire pane e pasta. E di preferire il riso. Il riso fa dimagrire. Infatti oggi ho fatto riso per pranzo. E adesso ho fame. Cioè lì per lì mi aveva saziato. Mi ero fatta un piattone!… Ma ora mi è venuto un languorino… Beh, adesso ti lascio che siamo da amici per festeggiare un compleanno. Abbiamo portato un sacco di cose da mangiare, così posso fare merenda. Per questo a pranzo avevo mangiato poco… In previsione di fare una scorpacciata qui…»

Sogno #49: Il bambino satiro

 


Sono venuto qui che era già presente, sbattuto poco più là, dietro le grosse radici dell’albero secolare, coperto di sole, che pareva un sacco vuoto abbandonato. Quasi subito l’ho udito mormorare. Che cosa diceva? In principio non capivo… Mi sembrava piagnucolasse piano piano per non farsi ascoltare da me. Per venire a capo di quell’enigma fui tentato di alzare gli occhi su di lui. Ma non volevo. Non volevo dargli alcuna prominenza. E qualcosa dentro di me mi suggeriva che, qualora l’avessi fatto, poi mi sarei dovuto sobbarcare tutti gli oneri di quella situazione spinosa: stargli dietro fino in fondo, redimere quella questione la quale poteva rivelarsi essere anche molto, molto complicata.

Per questo tentai di ignorarlo. Fui un vile? Qualcuno potrebbe pensarlo. Ma in seguito mi sarei convinto io stesso che avevo fatto la cosa più saggia e che il mio intuito (come sempre) non aveva fallito, indirizzandomi sulla strada per me più vantaggiosa.

Ero lì che leggevo il libro e la voce del bambino si fece sempre più insinuante. Altroché… Quel bambino voleva proprio suscitare la mia attenzione. Mi aveva visto entrare e gli ero subito parso uno stupendo oggetto del desiderio

Lo guardai meglio senza farmene accorgere. Era un bambino di forse dieci anni (forse meno). Capelli corti, ben paffuto, anzi già obeso. Si cullava: si trastullava inebriandosi lui per primo dei suoni che emetteva con quell’efebica voce incorrotta. Ma che cosa stava facendo, sbattuto a terra a quel modo? Solo allora me lo domandai. E mi risposi che in qualche maniera eseguiva un suo gioco di fantasia, una specie di bel sogno muliebre a occhi aperti. Eh, sì perché il bambino aveva tutta l’aria di baloccarsi come avrebbe fatto un bimbo che avesse già manifestato appieno tutte le sue inclinazioni effeminate…

Tornai immediatamente alla mia lettura sdegnato, sdegnato perché aveva tentato di impietosirmi, irretendomi con quel suo tono mieloso e lamentoso assieme.

Nonostante l’ignorassi, quello però continuava, continuava e ancora continuava sempre di più. Non la finiva, e all’opposto ormai sfoggiava la sua voce da usignolo senza alcuna premura. Emetteva quel suono che all’inizio era atroce supplizio romantico, e poi finiva per essere fine squittio da satiro lascivo.

A un certo punto udii la sua voce muovermisi sempre più vicina. Il bambino paffuto si era alzato in piedi e ora sfilava davanti a me per mettersi ancora in maggior risalto. E io, chino con gli occhi affondati nel libro, non gli volevo dare alcuna soddisfazione, altrimenti già sapevo che non me lo sarei più tolto di torno e che presto si sarebbe attaccato alla mia gamba non volendola più lasciare.

Udivo il suono di quella sua voce insopportabilmente affascinante (voce che il bambino doveva aver imparato fosse l’unica cosa in grado di cagionare emozioni allettanti nelle altre persone) e qualche volta invero cadevo in errore e davvero pensavo che stesse piangendo. Ma mi era sufficiente attendere qualche altro secondo e la voce, come per magia, come era stato in ogni sua propagazione, passava dalla scala della tragedia a quella del sublime, terminando con quella risata femminea da prima ancella di un matrimonio di fate…

Ecco che ricominciava, ecco che voleva urtare i miei nervi… Ma io, ancora severo, non gli avrei ceduto.

Si era spostato alla mia sinistra senza che me ne fossi accorto. Mi dissi che se le cose non fossero mutate presto avrei potuto prendere in seria considerazione l’idea di andarmene altrove (seppur non avessi voluto dargliela vinta).

Sarebbe stato così facile guardarlo, facendo in modo che mi si avvicinasse ancora… Potevo immaginare come lui non attendesse altro. E allora mi avrebbe fatto un sorriso e con una scusa si sarebbe spinto a pochi centimetri da me. E dunque mi avrebbe fatto capire che mi si sarebbe volentieri concesso… E io avrei potuto prenderlo così facilmente… perché in ultima istanza non ero certo io a farlo cadere nel mio tranello, quanto invece lui a voler stramazzare nelle mie mani (le quali sarebbero però diventate irrimediabilmente sordide qualora avessi accettato quel gioco indecente)…

Ma ormai la mia battaglia era vinta. Infatti, quantunque ancora continuasse con quella sua nenia, adesso essa gli si era fatta più stanca, come se anche lui non vi credesse poi più molto. Inoltre ormai l’alternava all’odioso schiocco di un pallone fatto con una gomma da masticare, che strideva assai con quel suo proponimento precipuo.

Di lì a poco il paffuto bambino si inerpicò per la salita boschiva e mi lasciò in pace. Se ne andò dove il suo canto avrebbe saputo solleticare appetiti ben più affamati e debosciati dei miei, appetiti i quali, in quel senso, in me propriamente non albergavano…


La teoria del complotto I


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Un permanente 25 aprile…

 

25 aprile, “Non esiste fascismo buono”

25 aprile, Donne e Resistenza. Un contributo chiave per liberare l’Italia

25 aprile, cari bambini vi racconto di una donna che ha fatto la Resistenza

25 Aprile 2013

Un fiore al partigiano

Per chi Fischia il vento

Saviano: “La storia ci chiederà conto”

Travaglio: “Giorgio Lincoln Johnson”

Travaglio vs Fassina: “Inciucio permanente Pd-Pdl da 20 anni”

Governo, anche se ci crediamo assolti siamo lo stesso coinvolti

Deputati trombati ritrovano posto tra le braccia del Secolo d’Italia

Chi inquina non paga: inciuci europei e lobby del carbone

Viterbo, sos arsenico nell’acqua: “Abbiamo paura per i nostri figli”

Bersani: «Noi siamo una storia di successo». Come dissero i Jalisse dopo la vittoria a Sanremo con “Fiumi di parole”

Opus senzasosta#3

 

un turlupinante abboccamento per abborracciare l’abbordabile diversabile defalcandogli lo scomputo di quell’abbecedario per poi abboffarsi a quattro palmenti in un ambrato abbrivio di turpitudine a iosa senza centellinare o abbonacciare il subisso e anzi riboccare in oversize condensando nell’abiezione tutto l’abdicatario decoro della dirittura ormai aberrato nell’abbreviamento dell’abbrancare pensavan essi mentre l’imperito abburattava il loro aire setacciando i praticoni armeggioni sbozzandoli di quel canovaccio e ripetendo quella minuta che essi indoravano compendiando ancora e ancora abducendo e adducendo mentre il loro amplesso atto ad abbozzolarlo nello scorcio lo abbruciacchiava nell’abiettezza abbrunandolo nonostante albeggiasse

[pinocchio]

Ascanio Celestini, spettacoli, tv e b

 

Ascanio Celestini: Scemo di guerra

Torna il 25 aprile e pure io sono tornato a vedere questo egregio spettacolo teatrale di Ascanio Celestini, forse il primo che fece, attualizzato per l’occasione con qualche ritocchino, sicuramente comunque il primo che me lo fece conoscere.

Ascanio ci parla delle memorie del padre circa i tempi della Seconda Guerra Mondiale e di quel particolare momento molto caotico in cui gli americani sbarcarono in Italia… Così alterna vicende realmente narrategli dal genitore morto (di cui alla fine dello spettacolo si udirà anche la voce) a storie fantastiche frutto delle sua inventiva, in uno stile narrativo molto simile ai libri che riprendono storie che riportano altre storie, oppure a quelli che ripetendo alcuni fatti aggiungono ogni volta qualche particolare inedito…

Ribadisco tutta la mia stima per questo artista e per questo uomo.

Ho in mente di iscrivermi all’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani.

*

Appuntamento al buio

Esecrabile trasmissione per guardoni allineati al Grande Fratello Fininvest. Becerume a iosa. Delle persone, intorno massimo ai trenta anni o anche meno, si dimostrano pronti a tutto pur di apparire in televisione. A costo pure di comparire mezzo svestiti, o farsi vedere esattamente per le nullità che sono.

Finché esisteranno trasmissioni e persone che le popolano come queste, esisterà sempre la contrapposizione loro-noi.

*

L’insostenibile leggerezza del prezzo

Seppur probabilmente creata con l’intento di stupire o al massimo di farci apprezzare di più quello che abbiamo, è indubbio come, vedendo questa trasmissione televisiva, si possano facilmente comprendere le implicite, atroci conseguenze del Capitalismo, almeno se uno non si vuole coprire gli occhi…

*

Il dottor Oz è vulcaniano?

Il dottor Oz è sempre molto sicuro di sé…

Il dottor Oz si sente un mago…

…Ma le donne americane sono tutte così ignoranti, obese, stereotipate, appiattite alla mediocrità come sembrerebbe a giudicare dalla sua trasmissione?

Il dottor Oz sforna una nuova dieta a settimana, e ogni volta garantisce che sia davvero quella giusta per perdere peso…

Il dottor Oz fa il crossover con Ofra e allora le loro ributtanti sinergie vengono pure raddoppiate, perché i due si avallano a vicenda…

Che mondo disgustoso deve essere quello del dottor Oz, così ricolmo di adipe, flaccidume, vacuità, allarmismi, miracoli (della scienza) e pomiciate con donne grasse con il quoziente intellettivo inferiore alla media della popolazione mondiale…

*

La donna giusta per berluscopi

…Appariscente, formosa, giovanile, con tanta voglia di ballare e muoversi, sorride sempre, si trucca molto, indossa scarpe con il tacco alto… Ecco il ritratto della donna ideale per berluscopi!

Devi trombarti questa, b! Non le bambine! Questa è fatta appositamente per te!


DA “MANI PULITE” IN POI SIAMO ANDATI PEGGIORANDO…

 

letta sarebbe meglio di bersani?! letta dovrebbe riuscire dove bersani ha fallito?! e perché mai dovrebbe riuscirci?! secondo la logica non potrebbe mai farcela. se poi ci riuscirà vorrà solo dire che prima non si era voluti giungere a questo punto di accordo, mentre ora sì… mi sembra tanto che cerchino di allungare i tempi il più possibile, facendo finta di fare ma che poi non faranno un bel niente e ci diranno: però ci abbiamo provato…

letta… toglietegli gli occhiali e vi accorgerete che perderà ogni minima parvenza di persona seria e preparata di cui prima probabilmente l’avevate accreditato…

CONSULTAZIONI, BERLUSCONI PER L’INCIUCIO “DURATURO”


Serracchiani: “Perché no a Rodotà e sì a Berlusconi?”

“TUTTO CAMBIA PERCHE’ NULLA CAMBI”

Inciucio. Diciamo no e non saremo soli

Pisa, contestazione ad Amato e Profumo

Grilli, “conti offshore e contanti per ristrutturare la casa a Roma”

Autogrill, reintegrati “in posti impossibili da raggiungere”

Sì a matrimoni e adozioni gay. La Francia dà il via libera alla legge

Siamo ripiombati nel 1992?

Niente colpo di spugna: Imu rimarrà
Bankitalia: “Fisco pesa sugli onesti”

Evasione fiscale, Italia maglia nera in Ue
“Persi 180 miliardi di euro all’anno”

‘Ndrangheta al Nord, processo conferma 110 condanne

Comune di Alassio: “No a Fischia il Vento alla Festa del 25 aprile”. Insorge l’Anpi

razza di ignoranti! il 25 aprile si festeggia la liberazione dal nazifascismo! perché l’italia è antifascista per definizione! lo è la sua costituzione, dunque lo è tutto il paese! non possono essere sopportate queste mistificazioni volutamente sconclusionate e revisioniste!

Earth Day: il bosco di Milano sparito in una notte

Il compleanno di Occhi di Serpente

 

Nei giorni precedenti avevo notato un certo fervore nell’aria. Ma roba di poco conto perché, questi tipi, da anni abituati a intrigare con i loro segreti e melliflui imbrogli, erano assai avvezzi a dedicarsi a quelle sordide pratiche le quali ormai padroneggiano con accuratezza, non rendendomene partecipe.

Avevo captato, ieri l’altro, mentre il Ciambellano Ermafrodita (con l’aria imbronciata di chi se ne sarebbe volentieri astenuto) aveva aperto il portafoglio per cavarne una banconota da cinque, la quale aveva posto silente nella pronta mano dell’Elfa Kitty, che da par suo l’aveva intascata come le fosse dovuta.

Ciò avrebbe dovuto incanalarmi verso la corretta interpretazione della verità (ormai queste mendaci e facete reticenze avrei dovuto conoscerle a menadito). Tuttavia non avevo saputo prevederlo. Ma quando la Corva Corvina era entrata nel magazinetto con delle buste della spesa che sapevano tanto di festicciola, finalmente avevo capito. Era il compleanno di qualcuno. E allora mi ricordai di quello sconclusionato dialogo intercorso tra l’Elfa Kitty e la Gigantessa…

«Che le facciamo stavolta, Elfa Kitty? Ormai ha una certa età! Avrà già tutto!», le aveva detto con enfasi quella alta.

«Ho pensato a una maglietta celeste che si accordi perfettamente con il colore dei suoi occhi, amore mio. La scorsa domenica passavo proprio in quel mercatino rionale di cui altre volte ti ho detto e…»

«…Ma sei deficiente?!», le aveva urlato come al solito per prenderla in contropiede e metterla in imbarazzo, «Kitty, Occhi di Serpente ha gli occhi verdi! Verdi, capito?! Non azzurri! Scema! Eppure la dovresti conoscere bene tu, quella serpe!»

«Lo so, amore della mia vita», aveva replicato quasi sussurrando in un misto di pacatezza e scuse l’Elfa Kitty, «Ma il celeste si accorda benissimo anche al verde. Non lo sai?»

Al che era seguita un’occhiata incredula della Gigantessa verso la sua piccola amica, segno che non sapesse fino a che punto essa fosse in grado di sostenerlo davvero.

«Certo che è così. Il verde e l’azzurro sono colori fratelli. Basta aggiungere il giallo a uno dei due (non ricordo quale, forse entrambi) per ottenere l’altro. Non mi credi? Vuoi vedere che lo sa anche Nemesis?», mi aveva tirato in ballo. E guardando nella mia direzione… «Nemesis, hai sentito? Tu che ne dici?»

«Certo. Hai ragione tu», le confermai.

«Vedi che lo sa anche Nemesis?», le aveva allora detto l’Elfa, in verità non volendomi schernire ma solo tentando di farmi apparire come un altro balocco nel loro eterno rapporto favoleggiante.

«See! Nemesis! Buono quello! Da quando in qua ciò che dice Nemesis è vangelo?!», mi aveva canzonato con una vena cattiva la Gigantessa.

E sarebbero andate avanti nel loro imperituro teatrino se non fosse poi giunta l’Untuosa Intellighenzia, con la sua faccia sempre seria che non comprendeva l’umorismo, la quale invero era molto temuta dalla Gigantessa, ma non parimenti dall’Elfa Kitty, dato che per una questione contrattuale quest’ultima era di grado sufficientemente elevato per non subire le malversazioni della dirigente…

Dunque adesso connettevo tutti i particolari del quadro e ne avevo una visione complessiva. Ma ciò che avevo scoperto non mi piaceva affatto perché sapevo già che, nell’eventualità di una festa, mi sarei trovato ancora più indifferibilmente a disagio, poiché quegli ipocriti mi avrebbero obbligato a nuotare nel loro oceano di maleodorante impostura.

All’ora di pranzo fu la Nana Timida a darmi ufficialmente l’annuncio davanti agli altri. E io non potei oppormi, non avendo una scusa valida capace di sottrarmi a quel supplizio.

«Nemesis, dopo vieni nella sala grande. Se non lo sai, festeggiamo il compleanno di Occhi di Serpente. E ci sarà molto da mangiare…», mi aveva detto, mentre io non avevo saputo inventarmi nulla di decente per sfuggirne.

Quando venne l’ora e l’Elfa Kitty espose un pacchetto infiocchettato con dentro quello che doveva essere il regalo di Occhi di Serpente, non resistetti all’occasione per parlarle.

«Immagino che abbiate fatto una colletta per quello… Perché non mi avete detto nulla? Anche io avrei voluto partecipare. Tanto più che sarò alla festa…»

E lei mi rispose senza troppi orpelli.

«Ma Nemesis… tu non sei uno di noi, della famiglia… Cioè noi siamo qui da anni, mentre tu sei nuovo. Non era giusto che partecipassi.»

Capivo la sua ottica. Ma in definitiva, quello, era l’ennesimo sotterfugio che mettevano in atto per escludermi, anche se magari stavolta senza malizia.

Per fortuna avevo provvisto almeno ad acquistare delle vettovaglie che integrarono non poco le loro scorte. Quando le disposi ordinatamente sul tavolo assieme alle altre, ormai era tropo tardi per dirmi che non dovevo. Così tollerarono il mio tentativo di intromissione (senza il quale sono certo si sarebbe detto che ero un taccagno spilorcio parassita che si approfittava della generosità altrui) e non ci misero bocca.

Ovviamente Occhi di Serpente tardava. D’altronde, essendo essa uno dei membri più importanti della setta, aveva la facoltà di non attenersi a orari di lavoro fissi, favorita anche dalla complicità dell’Elfa Kitty la quale inspiegabilmente la copriva spesso (e io mai capii perché, una come lei, avrebbe dovuto infangarsi di una tale correità con quella che sicuramente era la peggiore persona avessi mai conosciuto in vita mia).

Dunque ci poteva anche essere il caso che Occhi di Serpente non tornasse dalla sue commissioni improvvisate. Tale interpellanza venne sollevata proprio dal Ciambellano Ermafrodita, che si vedeva come fosse in quel periodo il più spazientito di tutti.

«Ma non è che questa non viene, eh? Sarebbe proprio una bella festa a sorpresa! Riuscitissima! Ce l’avrebbe fatta lei la sorpresa! Ah-ah-ah!», artefece una risata per sdrammatizzare la sua critica agli organizzatori.

Ma l’Elfa Kitty era troppo precisa per incorrere in un fallo del genere.

«Tranquilli. L’ho chiamata prima. Le ho detto di presentarsi puntuale per pranzo. Verrà. Credo che abbia capito il motivo della convocazione. D’altronde festeggiamo sempre i nostri compleanni e si sarà abituata ormai…», disse.

Così sparì anche l’esigua speranza che almeno quel giorno avessi potuto astenermi dal vedere quei suoi occhi torbidi da fattucchiera (quale sublime dolcezza sarebbe stato il non vederli!).

Dopo dieci minuti nei quali, per suo riguardo, non toccammo cibo (e dunque non ebbi neppure nulla da fare e dovetti dividere con loro quello stesso asfittico spazio vitale non potendo fare altrimenti), Occhi di Serpente si degnò di fare il suo ingresso (fingendo sorpresa) in compagnia della spostata Corva Corvina la quale, per accelerare le pratiche festose (dato che dopo aveva un impegno), era andata a pescarla da chissà dove .

«Ah, ma allora è per questo che mi hai fatto venire, elfetta cara…», simulò commozione la bagascia, «Me lo dovevo immaginare». E l’Elfa Kitty si riempì di una sorta di gioia genuina. Era cioè forse la sola, lì dentro, che credeva parzialmente nel significato di quel ricevimento.

Si cominciò subito a mangiare. Eravamo quasi al completo, con mio sommo dispiacere. L’Erotomane con le labbra carnose dichiarò di avere una tal fame che si sarebbe ingozzato di una mucca intera. Tutti risero, tranne me.

Il cibo era di scarsissima qualità. Si vedeva perfettamente che erano state comprate le derrate più scadenti e poveramente nutrienti (quelle più economiche in assoluto). E per fortuna che c’erano le mie che arricchirono non poco il magro pasto! Tuttavia (incredibilmente!) ci fu chi ebbe la faccia tosta di lamentarsene. E fu la stessa persona che si era prodigata nell’acquisto delle altre che, riconoscendo le intruse, cercò di screditarle.

«E queste che sarebbero?!», disse la Corva Corvina con quella sua voce insopportabilmente stridula, naturalmente fastidiosa.

Rispose l’Efla Kitty, forse per proteggermi da quello che la Corva avrebbe potuto dire non sapendo che i suoi insulti sarebbero stati rivolti a me (ma davvero non lo sapeva?).

«Le ha comperate Nemesis. Voleva partecipare anche lui alla spesa…», disse come se non fossi presente. Al che seguì solo silenzio e l’impressione che se ne ebbe fu che la Corva Corvina si tenesse per non eruttare in una delle sue sparate idrofobe.

La persona che si palesava più contenta di tutte era l’Erotomane. Forse perché era sempre molto contento quando gli si offriva il pasto. Forse perché così lavorava meno. A ogni modo era il più allegro della brigata e dunque spesso diffondeva quella sua risata adulterata da scimmia araba (con un non so che di gutturale). Tutti gli offrivano sponde. E lui rispondeva a ognuno, spingendosi gradualmente sempre più in là… laddove sarebbe potuto giungere un ubriaco ardimentoso ormai prossimo a battute osé, nonostante le numerose donne presenti.

Ciò avvenne regolarmente. Ma quando le battute vennero, tutte le donne ne risero con compiacimento e indulgenza (nonostante esso pronunciò frasi che avrebbero fatto arrossire un pellerossa).

Dunque anche quello contribuì a esasperare il mio già marcato imbarazzo. Infatti, avendo presto terminato di ruminare le poche cose mangiabili all’orizzonte (le mie), mi trovavo ormai come il solitario che, partecipe di una festa in cui tutti si divertono, non conosce nessuno e non potrebbe mai avere con essi alcuna lontana, ammissibile affinità.

Dover udire i loro discorsi insensati, rigurgitanti ignoranza e qualunquismo, fu per me un tormento infernale. In più ero lì, fisicamente incastrato tra l’Erotomane e il Ciambellano, e non potevo muovermi, almeno finché il primo di loro e tutti gli altri a seguire non se ne fossero andati. E più passava il tempo e peggio stavo, e più nuove persone si sommavano alla ribalta.

Fece il suo ingresso l’Uomo Nero, accompagnato nientemeno che da sua moglie e un’antica conoscenza dell’empia comunità. La stanza divenne ancora più ristretta e ciò acuì la mia claustrofobia alla loro compagnia. Sudavo copiosamente.

Il mio silenzio faceva purtroppo assai rumore. Inoltre mi era davvero difficile non incrociare gli occhi di qualcuno non rivelando così il mio impaccio estremo. E chiaramente fu Occhi di Serpente che per prima mi si slanciò addosso nella classica maniera inelegante nella quale i prevaricatori sempre sovrastano gli individui più riservati.

«Solo Nemesis non dice nulla… Chissà a cosa starà pensando…», e strizzò l’occhio alla Corva Corvina lasciando intendere qualche scostumatezza indecifrata. La quale Corva prese la palla al balzo e volle sfottermi con ancora maggiore energia.

«Penserà all’innamorata. Secondo me Nemesis ha un’innamorata segreta che magari è molto… larga! Wha! Wha! Wha!», gracchiò.

E tutti gli occhi si posarono su di me mentre ella adduceva come al solito falsità della peggiore delle risme. L’indicazione era vaga il giusto per sollecitare l’inventiva di tutti; ma allo stesso modo concreta affinché si potesse sospettare che fossi attratto dalla Donna Cannone, la quale fino ad allora era stata molto fuori dalle discussioni principali, trovandosi in forte impedimento dato che tutti le erano praticamente di grado e influenza superiori. Fino ad allora diciamo che si era limitata a farsi accettare deflagrando in quelle sue sciocche risate isteriche intrattenibili, tipiche di lei. Ma in quel mentre, capendo che la si metteva in mezzo, si contrasse e perse la poca serenità che le restava.

Come d’altronde feci io che, sentendomi colpito sul un mio nervo scoperto (proprio quel giorno avevo infatti scritto nel mio diario segreto che stavo vagheggiando circa un modo per torturare la cicciona, e dunque prendevo in considerazioni anche le molestie sessuali), avvampai di rossore. E quando l’Elfa Kitty e la Gigantessa lo notarono ne rimasero così esterrefatte che, prima ancora di manifestarmi la loro avversione per la mia eventuale pessima scelta, si lanciarono il medesimo sguardo sbigottito e interrogativo, come a dirsi “Ma tu non ne sapevi niente di questa storia di Nemesis con la Donna Cannone?”.

A quel punto tutti colsero la mia difficoltà. E poi avvenne l’umiliazione peggiore. Perché, vedendomi indifeso, che non ribattevo nulla, sia per incapacità, sia per quasi una forma di autismo, che pure per quell’incommensurabile differenza con loro… scelsero, da quel momento in poi, di ignorarmi, avendo pena per il mio misero stato già battuto.

La fine della festa segnò il passo con la stracca usanza della torta e la consegna del regalo (al quale tutti avevano partecipato, tranne me). In conclusione avvenne l’ultima prova e l’ultima mia umiliazione. Occhi di Serpente cominciò a baciare ogni componente della combriccola ringraziandolo. Così si accinse a fare per tutti. E io pensai con costernazione “Sta a vedere che toccherà pure a me di essere baciato dalla donna più repellente del mondo… Sarebbe l’ultima beffa!”.

Ma quando rimanemmo da baciare solo io e l’Uomo Nero, resasi conto dell’importuna circostanza, decise inopinatamente di cambiare quella strategia seguita con scrupolo fino a un secondo fa.

«Beh, non occorre che ci baciamo, Uomo Nero. Tanto ci vedremo domani, come facciamo tutti i giorni…», divenne quasi malinconica.

Al che si percepì che lui non vedeva l’ora di sbottare con qualcosa del tipo: “Ma come? Adesso lo dici? Adesso che manchiamo solo io e Nemesis?! Dopo che te li sei sbaciucchiati tutti?!”. Ma lei lo fulminò con un mesmerico messaggio con gli occhi il quale gli lasciò intendere a meraviglia che non doveva azzardarsi a introdurre quell’argomento che l’avrebbe messa assai in impasse.

Non vi era alcun dubbio. Non mi voleva baciare. Come se io (e non lei!) avessi la lebbra. Come fossi l’ultimo degli ultimi in moralità. Nemesis: il signore dei reietti!

Così schivai invero il disgustoso bacio con Occhi di Serpente quando già mi sentivo la sua viscida saliva sulla guancia. Lei se ne andò credendosi molto furba e accorta, come sempre: credendo di avermi giocato senza che me ne fossi accorto, poiché io per lei ero solo un gonzo, tanto stupido quanto inappropriato a vivere.

Ma io avevo capito benissimo il suo gioco e non ero per nulla deluso di quella tralasciata adiacenza. Anzi, ne ero ringalluzzito. Però certo non potei dimenticare di quell’umiliazione che così facendo ella mi aveva ripartito. Cioè che, una come lei, avesse osato ricusare uno come me, al quale invero lei non avrebbe mai potuto appressarsi neppure semmai un giorno si fosse pentita di tutta la sua esistenza invereconda, facendo mea culpa e arrivando a sostenere un lungo percorso di autentica e devota espiazione…

La teoria del complotto I

Sulla realtà delle cose e l’inoppugnabilità dei fatti

 

Primo fatto.

Un uomo vuol prendere la metropolitana. Arrivato sulla banchina, si accorge che in terra vi è accasciato un altro uomo coperto da un lenzuolo, uomo di cui può solo vedere sporger i piedi.

Secondo fatto.

È chiaro che l’uomo accasciato è morto a causa di un malore e che si sia in attesa delle persone preposte a decretarne la morte.

Terzo fatto.

Quella scena procura molta tristezza nell’uomo vivo che la osserva.

Quarto fatto.

Giungono due donne le quali immediatamente anche loro si accorgono di ciò che è avvenuto. Le donne si siedono accanto al primo uomo.

Quinto fatto.

L’uomo apre il giornale e prova a leggere qualcosa…

Sesto fatto.

Le donne cominciano a dire cose del tipo: «Certo che l’indifferenza di certe persone di fronte alla morte altrui è incredibile al giorno d’oggi…». Vanno avanti così svariati minuti.

Settimo fatto.

Mentre parlano l’uomo col giornale si fa piccolo piccolo. Le donne si sono riferite proprio a lui criticandolo ferocemente.

Ottavo fatto.

Il treno passa e si porta via le due donne. L’uomo col giornale no. Lui rimane fermo sulla banchina.

Nono fatto.

L’uomo col giornale era entrato nella stazione della metropolitana che già non si sentiva troppo bene. Quando poi ha visto il tipo morto, gli è sembrato di venir meno… Ed era per questo che, cercando di sviare il pensiero della sua prossima morte, si era messo a leggere il giornale…

Decimo fatto.

L’uomo con il giornale, così come tanti altri nel mondo, non otterrà mai alcuna scusa da parte di persone simili a quelle donne, cioè persone le quali, più ignorano la reale essenza dei fatti, e più si sentono in dovere di emendare le loro sentenze sballate, costruite su presupposti del tutto inconsistenti.

Tali persone non hanno alcun diritto di giudicarne altre.