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Eraserhead – La mente che cancella (Eraserhead, USA 1977)
Primo film ufficiale di Lynch e… lui che ti fa? Crea una pellicola sperimentale, assurda, cruenta, con influenze surrealiste. La storia sarebbe inutile da riportare perché non è tanto la trama che conta, quanto le suggestioni visive…
L’ho gustata in lingua originale (versione sottotitolata). Non credo sia mai stata doppiata in italiano.
Mi ha ricordato un po’ il primo Buñuel…
The Elephant Man (USA 1980)
Secondo film e… TAAAC! Già un (mostruoso) capolavoro! Ditemi voi se Lynch non ha le palle! 😉
È la storia vera e crudelissima del cosiddetto uomo elefante che visse davvero a Londra sul finire del 1800, un uomo nato con un aspetto deforme, deformità che lo inficiò parecchio sia nei movimenti che nella salute (oltre che ovviamente nei rapporti sociali), un uomo trattato come bestia e fenomeno da baraccone per gran parte della sua tristissima vita, un uomo dotato di animo sensibilissimo che spesso pregava il Signore…
Conosco persone che (giustamente) affermano che, per la troppa pena, non sono mai riuscite a vedere il film per intero. Dunque non lo consiglio agli animi che si impressionano facilmente. Io stesso provai infinita afflizione quando lo vidi la prima volta da piccolo e ne rimasi quasi shockato. Il film si impresse talmente tanto nella mia immaginazione che, pur se girato in bianco e nero, è come se l’avessi visto a colori… perché io me lo ricordo con i colori!
Dune (USA 1984)
Non so come Lynch passò da The Elephant Man (che ebbe pure un buon successo) a Dune, film di fantascienza agli antipodi del precedente. Forse voleva cominciare a esser considerato un regista normale, o forse ricevette una bieca offerta remunerativa davvero irrinunciabile…
Fattostà che Lynch appose il suo marchio anche sul genere fantascientifico e lo fece realizzando un signor prodotto che ancora oggi è considerato dagli appassionati come una chicca.
Tutti i film di Star Trek e della sopravvalutatissima saga di Guerre Stellari a Dune gli fanno una pippa! ;-P
Velluto blu (Blue Velvet, USA 1986)
…Ma se prima Lynch era solo attratto dal truculento e dal torbido, pur avendo timore di abbracciarlo completamente, è con Velluto Blu che salta decisamente la staccionata e sforna una pellicola oscena (non tanto per le immagini ma per ciò che si lascia intendere) e disturbante che da allora lo caratterizzerà per sempre come “quello che ha avuto il coraggio di girare Velluto blu”…
Un giorno un tipo (Kyle MacLachlan, l’agente speciale di Twin Peaks e già protagonista di Dune) trova un orecchio mozzato in un prato. Da lì si inoltrerà gradualmente in un turbine di sesso, deviazioni, psicopatia, disturbi mentali e violenza che rischierà di ucciderlo…
Indimenticabile recitazione dell’audace Isabella Rosselini che si presta a cantare una celebre canzone e si mostrerà anche completamente nuda…
Per un periodo, dato che mi faceva molta paura, non riuscii a guardare questo film (ma all’epoca ero piccolo e ingenuo)… 😉
Cuore selvaggio (Wild at Heart, USA 1990)
Considerato da alcuni un film di culto, personalmente l’ho trovato un evidente passo indietro rispetto ai precedenti. La storia per certi versi è una specie di Natural Born Killers (che uscirà solo quattro anni dopo) però con il tocco Lynchiano delle perversioni e della depravazione. Un film che promette molto (ma che poi si perde per strada) che sul finale mi è sembrato quasi che abbia cercato di virare sull’ironia (in tal caso la cosa non gli sarebbe venuta poi così bene).
E poi c’è Nicolas Cage, cioè un attore che ho imparato a detestare perché è una sicurezza empirica (da par mio) che a ogni film a cui partecipi, quel film sarà al massimo riuscito a metà, come in questo caso.
Fuoco cammina con me (Twin Peaks: Fire Walk With Me, USA 1992)
…Ma David Lynch è anche il creatore-ideatore di Twin Peaks! E nel ’92, non contento di come fosse terminata e di cosa si fosse detto su tale serie, realizzò un film tornando sull’argomento, con l’intento di colmare quei vuoti circa la morte di Laura Palmer a cui la serie non era stata capace di arrivare…
A me è piaciuto ma non è certo un film totalmente riuscito; infatti sembra un film-tv. Può risultare interessante sia per i fan di Twin Peaks che per quelli delle metafore e del paranormale…
Si racconta che il grande scrittore di fumetti (e non solo) Alan Moore, attratto da questo film, lo abbia riveduto infinite volte (cercandoci chissà quali sobillazioni dentro)…
Strade perdute (Lost Highway, USA 1996)
Da questo film comincia l’ultima fondamentale svolta artistica di Lynch. Infatti da qui in poi deciderà (salvo sparute parentesi) di abbandonarsi completamente a realtà oniriche e interconnesioni tra universi…
Questo film è pieno di potenzialità. Tuttavia lo giudico non pienamente riuscito. Ma gli servirà. Perché in Mulholland Drive sarà capace di mettere maggiormente a fuoco quel che gli interessava e allora la sua esposizione ne trarrà molto giovamento…
Una storia vera (The Straight Story, USA-Fr. 1999)
David Lynch è un grandissimo regista anche perché attraversando generi diversi è sempre stato capace di creare bei film. E questo, nel suo genere, è un altro indubbio gioiello (forse addirittura il suo film migliore in assoluto)…
È lentissimo, quasi soporifero… ma se si riesce ad andare avanti ecco che Lynch riesce a portarci proprio dove voleva condurci…
Un vecchio vorrebbe andare a trovare il fratello malato con il quale non parla da moltissimi anni (e pure lui non è che se la passi più tanto bene perché non può camminare con facilità). Il problema è che non ha un mezzo decente per raggiungerlo. Inoltre la casa del fratello si trova in un luogo piuttosto isolato, non raggiungibile tramite autobus… Così decide di fare il viaggio adattando un tosaerba a mezzo di deambulazione…
Mulholland Drive (Fr.-USA 2001)
…Ma è questo il film di Lynch che prediligo e tramite il quale ho cominciato a pensare a Lynch come a uno dei miei cineasti preferiti.
La prima volta che l’ho visto, rimanendone turbato, mi sono chiesto come avrei dovuto interpretarlo. Non avendolo ben compreso non ero in grado neppure di stabilire se mi fosse piaciuto o meno. Così l’ho visto una seconda volta ma… sorpresa! Mi sono accorto che seppure qualche dubbio si era dissipato, molti altri erano subentrati! Nel frattempo però avevo capito che mi era piaciuto…
La terza volta l’ho veduto prendendo degli appunti… Ma quando sono andato a rileggerli mi sono accorto che molte cose comunque non si spiegavano e non riuscivo a collegarle (non si potevano collegare!)…
Poi l’ho visto una quarta e una quinta volta. Sicuramente anche una sesta.
È un film onirico in cui non si deve concedere troppa considerazione alla coerenza (proprio come quando si sogna). Le cose che avvengono hanno importanza per quel che rappresentano e per i sentimenti che sprigionano, non tanto per altro…
Comunque sono tutti concordi a ritenere che il film si possa dividere in due tronconi: la prima ora e mezza e la seconda parte, di un’ora circa. La maggior parte delle persone che volessero accordare al film un qualche senso logico tenderanno ad affermare che la prima parte (la mia preferita) rappresenti solo un sogno, mentre la seconda sia la realtà…
Io però non sono dalla parte della maggioranza neppure stavolta e la mia decodificazione è che il film parli di realtà alternative (forse fittizie) accessibili tramite una misteriosa scatola nera…
Le persone alle quali ho prestato questo dvd per farmi dare una loro opinione circa la vera essenza della storia, frequente hanno detto di non averla capita o che comunque non gli è piaciuta. Una persona si è rifiutata di vedere per intero il film perché questi gli ispirava idee malevoli e cose potenzialmente troppo brutte a cui pensare…
Ultima cosa di una certa importanza a cui finora non avevo accennato, in questo film, come pure in altri precedenti, sono molto importanti gli apporti musicali di Angelo Badalamenti, il quale con le sue musiche di atmosfera contribuisce assai a rendere i film ancora più affascinanti. Angelo Badalamenti con il quale Lynch sembra abbia intrapreso un connubio indissolubile.
FINE (per ora…)
“Le spie fanno una brutta fine…”, scrisse Nemesis nel suo diario ben sapendo che ciò sarebbe stato letto dalle spie in questione…
PER I GIUDICI FU “L’UOMO CERNIERA” TRA COSA NOSTRA E BERLUSCONI
IL PG: “RAFFORZO’ COSA NOSTRA AGGANCIANDO BERLUSCONI”
STORIA DI UN IMPRESENTABILE, DA MANGANO AL BOSS DELLA ‘NDRANGHETA
SE MARCELLO DELL’UTRI È MAFIOSO, ALLORA LO È PURE SILVIO BERLUSCONI. LA LOGICA NON È UN OPTIONAL.
“BERLUSCONI, STROZZATURA DELLA DEMOCRAZIA”
Tutti i guai degli uomini di Alemanno.
alemanno che, non contento, si ricandita a sindaco di roma…
Travaglio: “Dizionarietto della crisi di governo”
Fanghi tossici sepolti nelle campagne, maxisequestro a Brindisi
Scrissi questa email in occasione del matrimonio di un mio amico. Non fu mai spedita perché l’interessato, oltraggiato dalla mia sinossi dei fatti, mi proibì di inoltrarla a chicchessia… Ma ora è giunto il momento di renderla pubblica! ;-P
La botte e la moglie
La notizia è finalmente ufficiale!
Apritevi finestre! Suonate campane!
Lo scapolone ha ceduto! Il James Dean dell’ufficio è crollato! L’eroe dei 2 mondi ([omissis] & [omissis]) ha trovato la sua Anita! Qualcuno ha catturato il sole di Apollo!
[omissis] “sciupafemmine” [omissis] si sposa!
Si, lo so: la notizia vi ha shockato, come pure a me (e pensare che credevo fosse gay) ma la dovete accettare. [omissis] convolerà a eque nozze con la sua dolce fidanzata!
…E lo so che qua qualche ragazza piangerà, o verrà presa da una crisi isterica… Mi dispiace per voi ma il cuore di [omissis] è già stato preso e chi ce l’ha non lo mollerà, mettetevi l’anima in pace.
Ormai è fatta. Solo la giustizia umana (…) potrebbe separare ciò che Dio (qualunque sia) ha unito.
[omissis] sa che ormai non può più tornare indietro, pena un altro caso Bobbit…
Pure le fedi sono pronte (“un anello per trovarli, un anello per incatenarli e per sempre injumbettarli”)…
Ma il difficile verrà dopo. Molte celebri coppie non ce l’hanno fatta… Kidman-Cruise, Frizzi-Dalla Chiesa, Moric-Corona, Arbore-Venier, i Blues Brother… Ciononostante, per fortuna, molte altre ce l’hanno fatta e noi non ce le scordiamo… Topolino e Minnie, Tom & Jerry, Dolce e Gabbana… (e molte altre che ora mi sfuggono).
Adesso normali parole di uso comune per lui cambieranno di significato. Parole come… libertà, pannolini, 69, mal di testa, cornetto, noia, torno da mia madre…
Per quanto riguarda la data di nozze, è fissata… nella sua memoria ma non ancora nella mia. Vi posso solo dire che sarà a settembre inoltrato.
Qualora vogliate fargli un regalino, vi informo che la lista di nozze attualmente non esiste e non so se la farà. Se volete, mi posso prendere l’onere/onore di raccogliere le vostre offerte (trattenendo per me solamente il 10%), che sarebbe pure meglio perché, se i soldi glieli date a lui, se li potrebbe spendere tutti per l’addio al celibato assieme ad [omissis] [omissis].
Comunque tenete presenti le seguenti cose: i bambini di [omissis] ancora devono nascere e già hanno molta fame; conoscete tutti gli stipendi che passa l’azienda; l’inflazione galoppa; tutte le banche sono ladre…
Se fosse per me direi “Basta poco! Che ce vo’?”, oppure “Pochi, maledetti e subito!” ma fate un po’ voi…
Auguri!
Giordano (int. 271, cc svizzero 13665666664-656565445-54545/2bis)
PS: qualche volta penso che tra la botte piena e la moglie ubriaca sia meglio una bottarella alla moglie… 😉
“La vera via passa su una corda, che non è tesa in alto, ma rasoterra. Sembra fatta più per far inciampare che per essere percorsa.”
«Mi sa indicare dove devo andare per la Torre con l’Orologio?», chiese un tale per la strada a Nemesis. E Nemesis allora fece mente locale, si accigliò per un secondo e gli rispose.
«Torre con l’Orologio… Sì… Deve andare… vede quell’incrocio?»
«Sì. Quale? Quello lì?»
«Sì. Quello», indicò con maggior convinzione.
«Aspetti… Intende quello? Mi faccia capire…»
«Ma sì. Quello, quello!», allungò il dito al massimo della sua estensione, quasi a tracciare un figurato percorso incanalante. “Ma quale difficoltà può mai avere a capirmi?”, si chiese Nemesis infastidito, “C’è solo un incrocio!”, pensò nella sua testa.
«Okay», disse il tale non pienamente persuaso.
«Ecco, poi… deve girare a destra. E poi salire lungo una salitella… Conosce il Brown Palace?»
«No. Non sono della zona. Per questo le ho chiesto l’informazione…»
«Va bene. A un certo punto arriverà al Brown Palace. Giunti a quel punto deve girare a sinistra. C’è un’altra salita…»
«E sono arrivato?»
«No! Poi deve fare un altro pezzetto a piedi, ma sarà ormai vicinissimo…»
«E dove devo andare?»
«Mmm… È complicato da spiegare qui su due piedi. Perché da lì iniziano una serie di vicoletti… e sarebbe inutile dirle di svoltare a destra o a sinistra…»
«Capisco…», si dispiacque come se Nemesis non avesse voluto accordargli un pieno favore, ma solo una parte non cospicua di esso.
«Ci si deve trovare…»
«Okay… E allora che faccio dopo?»
«Dopo chiede a qualcun’altro.»
«Ma quanto c’è da camminare? È vicino?»
«Sì. Saranno cinque… dieci minuti al massimo. Inoltre c’è anche una scuola elementare. Non si può sbagliare.»
«Dove?»
«Dopo il Brown Palace…»
«Va bene. Grazie…»
Il signore si avviò, lievemente incerto ma si avviò.
Più tardi Nemesis continuò a ripetersi ossessivamente quel discorso…
«Deve arrivare all’incrocio. Lo vede l’incrocio? Cristo santo, c’è solo un incrocio nella direzione nella quale punta il mio dito! No, quella prima è una piazza, non è un incrocio… Dunque lei arriva all’incrocio… dopo… dopo… Non so se le converrebbe tagliare subito… Ma no! Che sennò finisce per perdersi e fa pure un giro più lungo… Allora, come le dicevo, segue la strada fino ad arrivare al Brown Palace… Una volta lì, gira a sinistra e si inerpica per la salita… Poi arriva alla scuola elementare… Ecco, è quasi arrivato. A quel punto se si trova in difficoltà le basterà chiedere a qualche passante. Le persone che transitano per quei viottoli non possono non sapere dove si trova la Torre con l’Orologio… Se non glielo dicono, vuol dire che non hanno voluto dirglielo… A ogni modo, qualora volesse arrischiarsi a procedere ugualmente solo con le mie indicazioni, poi dovrà seguire la via ancora sulla salita. Fino a giungere alla sommità della collinetta. Lì dovrà ridiscendere… Poi al primo incrocio dovrà girare a sinistra e poi la Torre con l’Orologio le apparirà sul lato sinistro della strada… Più difficile a dirsi che a farsi… Vedrà che poi converrà con me che non era affatto così complicato come sembrava…», diceva Nemesis a casa, parlando ad alta voce, da solo, come avesse un interlocutore di rimpetto, e non potendo più smettere di rispondere ossessivamente a quella domanda, innumerevoli e innumerevoli volte, fino a quando si sarebbe convinto che quel tipo una buona volta dovesse esserci arrivato alla Torre con l’Orologio…
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Non molti ricordano che Daria Bignardi fu una delle voci che parteciparono a Sanremo nel variegato gruppetto denominato “la riserva indiana”, insieme a Curzi, Vendola (!) e Ricci, in supporto di Riondino e Sabina Guzzanti…
La canzone rappresentava una specie di gioco semiserio, lasciando intendere che i veri comunisti (o comunque le persone che si sentivano davvero di Sinistra), non si sarebbero fatti mettere da parte e avrebbero continuato nella loro battaglia ideologica… Questo, anche a detta dello stesso Curzi…
Se non erro all’epoca la Bignardi veniva da un programma sui libri condotto insieme a Riondino… Dunque sembrava una serissima e preparatissima giornalista…
Poi però, un bel giorno, le fu offerto di condurre quell’obbrobrio televisivo che corrisponde al nome de “il Grande Fratello”, e lei colse subito al volo l’occasione! Grande Fratello che continuerà a condurre per svariate edizioni, fino a quando sarà sostituita da conduttrici più cool!…
In seguito, la Bignardi dichiarerà più volte di non essersi mai pentita di quella discutibile conduzione. E anzi ribadirà che le sarebbe piaciuto proseguire e che, qualora fosse richiamata, ci riandrebbe di corsa!
Secondo lei non vi è nessuna palese contraddizione etica a dichiararsi di Sinistra e a condurre il Grande Fratello!!! Alla faccia della faccia di bronzo!
…Daria Bignardi, che se ti intervista magari ti fa una di quelle sue imprescindibili domande da “pistola alla tempia”… Come: “preferiresti andare a cena con Sharon Stone o con Monica Bellucci?”…
…Daria Bignardi, che se non esistesse non avvertirei l’assenza del suo enorme peso culturale nella nostra società…
Daria Bignardi mi ricorda Tiziana Maiolo, che un anno si candidò per Rifondazione Comunista e la volta dopo passò a Forza Italia come se niente fosse e sostenendo ogni volta di aver fatto una scelta consapevole e corretta (poi credo abbia continuato a girare all’infinito)…
Nacque e visse ad Alessandria d’Egitto.
Fu molto bella e avvenente.
Suo padre, Teone, era un matematico il quale la erudì nella propria materia. Di natura più nobile del genitore, Ipazia non si accontentò di quel solo sapere a cui era stata introdotta e si dedicò quindi anche alle altre scienze. E presto superò suo padre e fu sia matematica, che astronoma, che filosofa. Invero superò di molto tutti i filosofi del suo tempo.
Circa la teoria tolemaica, che prevedeva la terra al centro dell’universo e il sole e gli altri pianeti che le giravano attorno, si può dire che se non arrivò a confutarla completamente almeno si interrogò sulla sua reale giustezza.
Un giorno un suo allievo, innamoratosi di lei, le presentò come la propria passione gli avesse ottenebrato la ragione. Allora Ipazia, in risposta, gli mostrò un fazzoletto sporco di sangue mestruale dicendogli: «Questo ami, o giovane? Nulla di bello».
Si narra che essa, indossando il mantello e uscendo nelle vie della città, spiegasse pubblicamente a chiunque volesse ascoltarla Platone, Aristotele o le opere di un qualsiasi altro filosofo.
Era talmente stimata che le era consentito stare anche al cospetto dei capi della città i quali, ogni volta che dovevano prendersi carico delle questioni pubbliche, erano soliti recarsi prima da lei. Per via della sua saggezza e accortezza, tutti la rispettavano profondamente e provavano verso di lei una deferente trepidazione. Mentre lei non provava vergogna a esser unica donna circondata da uomini.
In quei tempi Alessandria era un crogiolo di civiltà e religioni molto diverse le une dalle altre e non era infrequente che la tensione tra le varie fazioni rivali potesse salire a elevati livelli di belligeranza.
Una maldicenza su di lei venne un giorno messa in giro ad arte: e cioè che fosse per causa sua che il prefetto di Alessandria Oreste non si riconciliasse con il vescovo Cirillo.
Il vescovo, vedendo quanto essa fosse riverita, si rose a tal punto nell’anima che tramò la sua uccisione, in modo che avvenisse il più presto possibile; un’uccisione che fu tra tutte la più empia…
E un giorno una massa enorme di uomini brutali, veramente malvagi, uccise la filosofa… Fu un gruppo di cristiani capeggiati da un lettore di nome Pietro. Si appostarono per sorprenderla mentre rincasava. La tirarono giù a forza dal carro. La trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario. Le strapparono le vesti e la uccisero usando dei cocci. Mentre ancora respirava, le cavarono gli occhi. La fecero a pezzi e trasportarono i brandelli del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, dove li bruciarono.
Ipazia perì quando il suo corpo non era più giovane e aveva cominciato a ingrigire.
Della sua morte fu sicuramente corresponsabile la corte imperiale la quale, malgrado le sollecitazioni del prefetto Oreste, non intervenne ponendo fine ai disordini precedenti il suo brutale omicidio.
Essa è considerata una delle tante vittime dell’assurdo fanatismo religioso: una martire laica del pensiero scientifico.