b. come AL CAPONE!



Dopo amnistie, prescrizioni, archiviazioni, stralciamenti, e tempestivi cambi di leggeSilvio Berlusconi è stato condannato a:

  1. quattro (4) anni di reclusione per frode fiscale,

  2. all’interdizione dai pubblici uffici per cinque (5) anni,

  3. e a tre (3) dagli uffici direttivi delle imprese,

  4. a un versamento a titolo provvisionale di 10 milioni di euro (da dividere con altri tre imputati) all’Agenzia delle Entrate

Quarta condanna in primo grado.

«…Ruolo di direzione e di ideatore fin dai primordi del gruppo di un’attività delittuosa tesa a una scientifica e sistematica evasione di portata eccezionale…»

«…Particolare capacità a delinquere dimostrata nell’esecuzione del disegno, consistito nell’architettare un complesso meccanismo fraudolento ramificato in infiniti paradisi fiscali, con miriadi di società satelliti e conti correnti costituiti esclusivamente in funzione del disegno delittuoso…»

«…In danno non solo dello Stato, ma anche di Mediaset e, in termini di concorrenza sleale, delle altre società del settore…»

«…Non è sostenibile che la società abbia subito truffe per oltre vent’anni senza mai accorgersene…»

«…Pacifica e diretta riferibilità della ideazione, creazione e sviluppo del sistema che consentiva la disponibilità di denaro separato da Fininvest…»

«…Dominus indiscusso…»

«…Evasione fiscale notevolissima…»

Anche Al Capone fu fregato dal Fisco. Prima di allora non si poteva dire che non fosse un cittadino rispettoso della legge. Eppure era palese il contrario…

 

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Niccolò Ammaniti: Ti prendo e ti porto via (che cagata che è!)


Solleticato dall’ultimo film di Bertolucci, tratto da un romanzo di Ammaniti, mi sono recato nella mia biblioteca di fiducia per prendermi in prestito il romanzo in questione. Ma già altri dovevano aver avuto la mia stessa idea (in questo, lo ammetto, posso essere assimilabile gli altri). Così, le due copie esistenti, erano già state razzolate…

Mi sono dunque accontentato di un altro libro dello stesso autore, e ho preso Ti prendo e ti porto via.

Invero era da un po’ che mi chiedevo come mai non mi fosse mai venuta l’idea di leggere un libro di Ammaniti. Ma leggendo Ti prendo e ti porto via, me ne sono ricordato. In realtà avevo già provato a leggere questo autore: solo che mi aveva così schifato che, non solo per un pezzo me ne ero tenuto alla larga ma, avendomi così sfavorevolmente impressionato, avevo totalmente rimosso il fatto che ci avessi provato!

Quindi, dopo pochissime pagine (di solito giungo almeno fino a metà libro prima di demordere, perché non si sa mai, mi dico…) ho deciso che avrei solo scialacquato il mio preziosissimo tempo se fossi andato oltre…

A giudicare da questo romanzo, Ammaniti sembra uno scrittore americano, di quelli che realizzano tomi di centinaia di pagine, che pare raccontino chissà quali grandi storie… quando poi in fondo ci parlano solo di gente assai modesta e mediocre fino al midollo. Come pure mediocre fino al midollo è lo stile utilizzato: quasi sempre rigorosissime frasi brevi (sennò il lettore medio potrebbe spaventarsi troppo e non finire il libro!). Il linguaggio è fastidiosamente popolare (sempre per favorire l’immedesimazione dell’uomo medio, che per l’appunto è molta poca cosa e assai scialbo). Ogni tanto si usa qualche termine sovraccarico per tenere desta l’attenzione. Ma, il tutto, si riduce a una mera storietta che, qualora avessi terminato sul serio, mi avrebbe più infastidito che divertito o commosso.

Qualche volta ho scherzato su questo blog dicendo che io corrispondo col lettore medio, ma ovviamente ciò non è vero. E me ne accorgo ogni volta che leggo un libro pompato dalla televisione che puntualmente ottiene un grandissimo successo…

Forse esagero. Forse la mia critica è troppo cattiva visto che neppure sono arrivato a metà. Però ci scommetto i testicoli che non mi rimangerò il mio responso…

Che poi, Ammaniti, neppure mi è antipatico, lo confesso. Mi sta pure simpatico, poverino. La mia brutale critica non va intesa tanto a lui personalmente, quanto invece all’editoria, che crea questi mostri dal nulla. E sopratutto alla gente mediocre come la maggioranza di voi, che subito si precipita in libreria a comprare un nuovo libro se l’autore passato in tv le è sembrato piacevole… È colpa vostra, maggioranza limitata, se presumibilmente Ammaniti ha venduto di più di Elsa Morante e Italo Calvino messi assieme. È sempre colpa vostra… Anche se il mondo non è come dovrebbe essere. Io lo so bene. Per questo vi disprezzo.

Condono edilizio, il Pdl ci riprova

Travaglio: “Anticorruzione? Non vai in galera neanche se insisti”

“L’assessore si è cagato sotto completo”
Lombardia, ascolta le telefonate dei boss

Il video del blitz fascista al Giulio Cesare, i liceali: “Violenti che cercano visibilità”

La strana storia delle biciclette elettriche del comune di Roma

Campania, danno erariale da 43 milioni
A giudizio Antonio Bassolino e Bordon

Morti dell’Aquila, uccisi dalla burocrazia

*

Caso Sallusti: puntualizziamo

Sallusti deve farsi la galera perché, non solo ha fatto scrivere sul suo giornale un tipo (di discutibilissima levatura morale) il quale era stato già espulso dall’ordine dei giornalisti, ma anche perché, quel pezzo, era creato ad arte per infangare qualcun’altro, riportando fatti non veri. E Sallusti vorrebbe forse farci credere che non sapeva neppure quello?

Sallusti, devi ringraziare Dio! Che se era per me, io ti davo l’ergastolo!

Chiarito questo, veniamo però anche al fatto che la giustizia deve essere giusta ed equa, ma lo deve essere per tutti… Così, se Sallusti va giustamente in galera per quello che ha fatto, allo stesso modo ci deve andare anche un politico che dal pulpito della televisione afferma una marea di boiate e palesi menzogne! Perché mai questi $£%0#§oni dovrebbero farla franca?! Il loro reato è del tutto equiparabile a quello compiuto da Sallusti…

Questo è chiaro?

Urgenza cornetti


Ogni mattina, intorno alle 10 e 30, passava sempre un’ambulanza a sirena spiegata e faceva un gran baccano in zona. Dopo un po’ cominciai a notare questa strana circostanza, e dunque mi interrogai sul fenomeno. La mia mente razionale e magnanima immaginò allora che ogni giorno un’ambulanza dovesse passare per quelle vie poiché magari doveva andar a prendere un malato grave al quale doveva forse essere fatta un’indispensabile trasfusione di sangue, senza la quale sarebbe morto.

Poi però un giorno una mia amica mi disse che aveva visto degli infermieri scendere dal mezzo ancora a sirena spiegata e recarsi di gran fretta… al bar per fare colazione.

Perciò, la loro, era un’emergenza cornetti, dopotutto. E, quando capitava, non si poteva certo dire che non la attuassero solertemente. Loro non tardavano mai di fare colazione… Loro, sì, erano puntualissimi nel loro lavoro… Non come tanti altri…

Maria Cassi: Crepapelle


 

Ho scoperto questa bravissima attrice comica che sembra la versione femminile di Dario Fo (dunque le sto facendo un grande complimento) e ne sono entusiasta!

Il suo spettacolo, Crepapelle, è cucito su misura per lei, per le sue facce di gomma, per le sue smorfie stacanoviste, per il fatto che è pure intonata (e difatti canta), e per la sua destrezza nel creare atmosfere che dal comico passano al languido…

Trama: la protagonista dichiara di essere innamorata della Francia e dei suoi costumi: da lì comincia un continuo rimando tra i modi di fare francesi e quelli italiani, o meglio fiorentini… Risate a crepapelle!

Italo Calvino: Il sentiero dei nidi di ragno


Primo romanzo di Calvino, dedicato alla Guerra e alla Resistenza. La storia è quasi tutta focalizzata su di un ragazzino, Pin, il quale si trova a doversi confrontare col mondo della guerra così come col mondo dei grandi, mondi che entrambi non capisce appieno.

Anche l’esposizione sembra derivata da un bambino, per quanto è diretta e scarna (ma anche molto efficace).

Calvino scelse di riferire della Seconda Guerra Mondiale in questi termini, indagando sopratutto nelle file della Resistenza e cercando di rendere tutti i personaggi, più che degli eroi, come invece della gente assai delusa e resa dura dalla guerra.

Per questo ricevette molte critiche, in particolare da coloro che dissero che così facendo aveva dipinto i partigiani come gente cattiva e biasimevole quasi quanto i fascisti; ma Calvino rispose abbondantemente loro con la forza del suo pensiero e non c’è bisogno che mi dilunghi anche io su questo argomento per prendere le sue difese…

Quando Calvino lesse “Il partigiano Johnny” di Fenoglio (che a me non è piaciuto), disse poi che quello era il romanzo che avrebbe voluto scrivere sulla Resistenza, lui come pure tutti gli altri scrittori che si cimentarono nell’impresa di cercare di rendere accuratamente le atmosfere della guerra. Romanzo, quello di Fenoglio, che considerava come “definitivo”, cioè oltre il quale non si poteva andare per raffigurare al meglio quei tempi bui…

‘Non denunciò voto di scambio per paura’
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review ha prodotto solo licenziamenti”

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ma premeditazione aggravata da futilità”

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per la legalità e contro i clan

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Una vergogna Capitale

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Il Pdl ricandida gli stessi uomini
!!!!!

Ponzellini e i favori di Bpm alla moglie di Ignazio La Russa

Corte d’appello alla Fiat: “Deve assumere 145 iscritti alla Fiom”

Sallusti: “Ho ricevuto l’ordine di carcerazione, vado in galera”

Olè!

Occupy n’drangheta: imprenditori di legalità in Calabria.

Regioni, indagati 10 governatori su 20
Spese e rimborsi folli: non è solo il Lazio

“Corruzione aumenta ma calano le denunce”

Grecia, soldi all’estero: ci sono premier e molti ministri

Finmeccanica, arrestato Pozzessere

La generazione Fornero cattiva maestra per i miei allievi

AUDIO – QUANDO BERTOLASO DISSE: “FACCIAMO UN’OPERAZIONE MEDIATICA”

Spese private con soldi pubblici
Corte dei Conti accusa Durnwalder

Ilva: “Aumentano tumori e mortalità”

Fondiaria, buonuscita da 3,6 milioni
al figlio del ministro
Cancellieri

La crescita economica e la scienza delle decisioni assurde

Santoro: “E’ in atto una nuova tangentopoli”

Milano, blitz dei centri sociali in comune
‘Dall’Aler case alle cosche e non ai poveri’

Cancri dei militari e vaccini

Terremoto de L’Aquila: condanne e evidenza scientifica

Diritti: Amore, disabilità, indignazione

A Bruxelles Pd, Spd e Parti Socialiste
offrono l’ennesima stampella alle banche

Articolo 21 denuncia: “Sito hackerato”
dopo l’appello contro ddl ‘anti Gabanelli’

Giù le mani dalla Gabanelli: la rete collassa per la libertà

Convegno neofascista a Perugia per celebrare la marcia su Roma

L’Aquila, perché Galileo non c’entra niente

Indagata per truffa la segretaria Bersani

Finmeccanica, il governo tace sull’intreccio di interessi politici

‘Scajola voleva la più grande tangente della storia’

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Travaglio: “Maroni è una nullità. La Lega si ridurrà a un partito regionale”

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Ruby, l’affare immobiliare di Apicella il testimone di B.

Cassazione: da Sallusti spiccata capacità a delinquere

Ladra al supermarket


Tempo fa, mentre facevo la fila alla cassa di un supermercato, mi accorsi che l’anziana che mi precedeva non aveva vuotato completamente il suo carrello, che sul suo fondo rimaneva ancora uno strato di prodotti che non sarebbero dunque stati pagati.

Mi chiesi come agire. Avrei dovuto forse denunciarla? Forse un tempo l’avrei fatto. Ma non in quel periodo in cui avevo già maturato alcune mie imprescindibili conoscenze scevre degli usuali luoghi comuni conformisti (e populisti).

Così decisi di non intromettermi. Ma non per lassismo o paura di qualcosa. Bensì perché mi dissi che io, di quella vecchia, non sapevo proprio nulla. Non sapevo se e quanto fosse indigente. Non sapevo che vita avesse fatto fino a quel momento. Non sapevo se fosse realmente una poco di buono o meno (infatti, il solo fatto di rubare, non faceva di lei una persona meschina, da mettere alla pubblica gogna).

E pure del supermercato non sapevo molto. Non sapevo a chi apparteneva. Non sapevo se la politica aziendale che veniva seguita era appropriata o, più probabilmente, carente in qualcosa (perché è quasi sempre così). Però sapevo che solitamente coloro che fanno i soldi, e che poi magari si permettono di aprire un supermercato, non sono proprio persone encomiabili e probe…

Fu per questo che non intervenni. Perché non era affatto detto che il mio intervento avrebbe reso il mondo un tantino più onesto. Anzi. Forse sarebbe stato peggio, perché me la sarei presa con il ladro più piccolo e mentecatto e avrei fatto un favore al ladro più grande e spregiudicato.

Non bisogna curarsi della pagliuzza nell’occhio, se nell’ano è incastrata una trave…

E se vi dovesse capitare di frequentare supermercati nei quali vengono affisse all’ingresso le foto di qualche ladruncolo sorpreso a rubare quisquilie (e puntualmente finito in galera), chiedetevi come mai quel supermercato non ha affisso le foto di qualche personaggio (magari politico) ben più corrotto…

PS: forse ho già trattato questa storia. Però ripetere non fa male… 😉