ITDIDEU: Donne seviziate 8/8

L’intervista è quasi ultimata. Praticamente Aisha mi ha detto tutto quello che volevo: mi ha fatto comprendere perché aderisce a quella associazione che difende i diritti delle persone sfigurate; e io ho materiale sufficiente per l’articolo.

Prima di salutarci nota che il mio thè è ancora lì. Durante la chiacchierata l’ho solamente assaggiato, ogni tanto, sia poiché troppo bollente e sia perché ci sono stati dei tratti della sua storia che mi hanno tenuto con il fiato sospeso. Prima di andare, Aisha mi invita a consumarlo; le dispiacerebbe se non accettassi il suo dono.

Quando le sto per dire che non volevo essere scortese, che mi ero quasi dimenticato del thè e che adesso mi sembra abbastanza intiepidito per berlo, immagino, per incentivarmi maggiormente a compiere quell’azione, Aisha si versa una tazza anche lei e dice che, se voglio, prenderà il thè con me. So cosa significhi: si toglierà i veli rivelandomi la sua faccia deturpata. Ciò rappresenterebbe un gesto coraggioso, che denoterebbe un gran desiderio di amicizia da parte sua.

Così Aisha si toglie il copricapo. Mentre ci fissiamo negli occhi, beviamo il thè vuotando il bicchiere nello stesso momento. Poi mi chiede come le sembra. Si riferisce ovviamente al suo volto. Io non so che dirle. Preferirei non proferire una stupida bugia rassicurante. Non riesco a trovare le parole… Ma per fortuna la sua era una sorta di domanda retorica. Infatti è lei stessa che mi esprime il proprio giudizio su quello scempio irriguardoso. Mi confida che lei per prima non riesce ad abituarvisi; che i dottori le dicono che un giorno non proverà più repulsa, ma lei non ne è troppo convinta. Forse lei stessa ostacola quella accettazione poiché per gran parte della giornata si mantiene coperta. Ma cosa può fare, si sfoga, se non si riconosce più in quell’essere deforme che vede nello specchio?

Il suo è davvero un dilemma sul quale non posso sindacare. Così non trovo niente di meglio da fare che rimanere in silenzio. Lei mi sorride comprensiva. Non mi vuole mettere in difficoltà.

Si sta per riapplicare il burka quando le viene un’idea. Mi chiede se vogliamo farle una fotografia. Ci autorizza. Io e il fotografo con me ci scambiamo un segno di assenso. Il collega, quindi, la immortala una volta. Una sola basterà, pensiamo tutti.

Le stringiamo la mano e la ringraziamo garantendole che pubblicizzeremo la sua sacrosanta causa e soprattutto tenteremo di far riflettere la gente che leggerà questo articolo circa cosa voglia dire seviziare un essere vivente, in tutte le forme nelle quali lo si possa intendere.

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Il pezzo di Nemesis fece scalpore ma ebbe un ritorno assai positivo e ricevette molti eloqui. Per questo fu preventivato una specie di seguito, in cui stavolta si sarebbe intervistata una donna che, per via di una guerra etnica, era stata violentata e aveva subito l’asportazione coatta di naso e orecchie.

Ma quando Nemesis fu sollecitato, stavolta disse ai superiori che gli bastava l’esperienza con Aisha e che per quel pezzo avrebbero dovuto scomodare un altro, magari Pitone. Perciò infine fu scelto questi. Il quale anche lui fece un egregio lavoro.

Al di là dei sogni (film)

Ancora una volta devo ringraziare Raffa per aver consigliato questo film che all’epoca non andò particolarmente bene, probabilmente per due motivi precisi. Il primo, perché da Robin Williams ci si aspettava ben altro. E poi, sopratutto, perché il film è molto malinconico, parla esclusivamente di lutti: un argomento non certo dei più allegri o nel quale si è felici di immedesimarsi.

Anche a me a suo tempo non fece una grande impressione ma sono felice che rivedendolo oggi abbia potuto attribuirgli il suo giusto valore. Tanto che lo metto tra i film migliori di questo attore che tutti quanti noi non possiamo che amare a più non posso.

È la storia di una grande storia d’amore tra un uomo e una donna; i quali metton su una famiglia, abbastanza felice, nella quale però sono presenti delle tensioni non completamente emerse (più avanti si comprenderà la loro natura). Un giorno i due figli muoiono in un incidente stradale. La madre fatica a riprendersi. Ma, grazie anche al coniuge, riesce in qualche modo a venire fuori dalla depressione. Finché un giorno non muore anche lui…

Il quale però scopriamo che continua in qualche maniera ad esistere. Capiamo che la morte non è la fine di tutto, solo un diverso modo di “vivere” (o quasi). Ma quando ancora sta cercando di capire come funzionino le cose nel posto in cui si trova, apprende che la moglie, non reggendo a quel nuovo lutto, si è suicidata. La cosa lo addolora, ma perlomeno pensa di poterla riabbracciare in quella nuova realtà… Sennonché gli viene riferito che i suicidi non finisco lì ma vanno in un altro luogo. Allora lui comincia un tortuoso percorso per cercare di strapparla all’inferno a cui sarebbe destinata, un po’ come un moderno Orfeo con la sua Euridice…

Un film molto toccante e visivamente molto bello.

Forse l’unico difetto che ho trovato è che si dà poco spazio agli altri personaggi. Williams è straordinario nell’interpretare il suo ruolo ma gli altri, sopratutto la moglie, rimangono un po’ in ombra. Di lei sappiamo solo che è una donna fragile che non ha retto agli urti della vita. Un po’ pochino.

Film di Ridley Scott che sicuramente vale la pena di vedere

Considero Ridley Scott ormai completamente bollito come regista. Tuttavia un tempo non lo doveva essere affatto. Perché non può essere un caso se ha realizzato diversi film che sono entrati nella storia del cinema.

Ecco una breve selezione di suoi film imperdibili che vale la pena di vedere. Almeno tre di questi sono sicuro li conosciate già…

1 I duellanti. Ecco, questo è quello meno famoso. Segna anche il suo esordio assoluto come regista. È la storia di due uomini che, per questioni di onore, si sfidano a duello. Tuttavia, tale duello, per un motivo o per l’altro, non arriva mai a compimento. Per cui è ripreso svariate volte anche a distanza di anni…

2 Alien. Non credo ci sia molto da dire. Il secondo film in ordine cronologico di R. S. è un cult di fantascienza-horror capace di generare un intero filone da esso. Se lo vedo oggi non mi fa più molto effetto e noto dei difetti, ma forse ciò accade perché l’ho visionato troppe volte e conosco bene la storia. Credo che alla prima visione possa piacere a tutti e impressionare.

3 Blade runner. Terzo film di questo regista e terzo centro. E che centro! Ancora un film di fantascienza capace di definire un intero sottogenere! Personalmente è uno dei miei film preferiti in assoluto. Vi do solo un suggerimento: non vedete la prima versione che uscì, nella quale erano state tagliate delle scene piuttosto importanti (tra l’altro, nonostante ciò, il film era comunque grandioso). La cosa più bella di questo film sono sicuramente le atmosfere, la storia e le scenografie.

4 Thelma & Louise. Facciamo un salto in avanti di svariati anni, dopo che il cinema di Scott ha già cominciato a perder colpi… E arriviamo a questo stupendo film che ci ha fatto commuovere tutti, che ogni volta ancora ci fa scappare una lacrimuccia. Un film che parla delle donne e della loro condizione nel mondo, sicuramente svantaggiata rispetto a quella maschile.

Per il resto credo che i film imperdibili finiscano qui. Sì, ne avrà fatti altri due o tre discreti, ma niente di paragonabile ai suddetti quattro. E, purtroppo, su ventotto suoi film, alcuni sono proprio inguardabili, brutti, totalmente vuoti.

Per questo dico che è bollito! 😉

Comunque… difficile trovare un altro regista capace di piazzare nei primi tre film roba di questo calibro. Mi sa che non esiste…

Manuele Fior: Celestia (Libro 1 & 2)

Continua a stupirmi la versatilità di questo autore completo capace di realizzare storie così diverse tra loro. Stavolta è la volta della fantascienza distopica.

Il nostro mondo ha subìto una qualche invasione aliena che l’ha molto scosso. Celestia è un’isola piuttosto appartata – somiglia molto a Venezia – in cui vivono per lo più giovani un po’ pericolosi. Tuttavia esiste un’elite di ragazzi, capeggiati da un vecchio, dotata di poteri psionici, forse in grado di cambiare le sorti e il destino del pianeta. Il protagonista però (che farebbe parte di tale elite ma se ne discosta poiché non la vede di buon occhio), figlio del vecchio, se la fila con un’altra di loro, di cui poi si innamorerà…

Una storia di viaggio, di fuga, di crescita e di violenza. Il finale, preannuncio, è aperto e non risolve molto – seppur alcune cose siano cambiate. È talmente aperto che presta il fianco a un possibile seguito…

Dal punto di vista estetico, Fior si accanisce particolarmente sui nasi dei personaggi, allungandoglieli e storcendoglieli a più non posso. Il motivo non lo so! 😀 Per il resto, si diverte molto a colorare paesaggi che già di per sé rappresentano metà fumetto.

Chi è senza peccato – The dry

Si percepisce sia tratto da un libro. Perché questo film si basa sopratutto sull’empatia provata per il protagonista. Gli altri personaggi appaiono quasi tutti così sfocati che non si può capire chi abbia ammazzato chi e perché. Dunque lo spettatore può arrivarci per intuito a trovare i veri colpevoli – tra l’altro segnalo che io ho indovinato il vero motivo per cui era morta la ragazza, mentre la mia compagna ha indovinato il killer della famiglia – ma non ha nessuna possibilità di scoprirlo seguendo una strada logica, in questo film in cui chiunque avrebbe potuto essere l’assassino, perfino il protagonista.

In soldoni, si tratta di un film solo parzialmente riuscito, che sicuramente comunica emozioni, ma lascia a desiderare nel comparto investigativo (la vicenda si risolve da un momento all’altro per via di una singola prova indiziaria). Anche se è scontato asserire che l’autrice del libro volesse ottenere proprio quello, soffermandosi su altri aspetti che le premevano molto di più.

Trama: un uomo, agente federale, torna nel paese in cui è nato – dal quale era quasi fuggito da adolescente perché giravano voci che c’entrasse qualcosa col suicidio di una ragazza – per indagare privatamente su di un fatto di cronaca assai cruento: un suo vecchio amico d’infanzia avrebbe sterminato la famiglia e poi si sarebbe tolto la vita… Ci sarà un legame tra quei due fatti di cronaca?

Mmm… Qui gatta ci cova…

ITDIDEU: Donne seviziate 7/8

Poi, in pochi secondi, la vicenda si concluse. Passò casualmente di lì un pullman che si recava fuori città. Qualcuno la vide o sentì le sue urla. Così l’autista decise di cambiare itinerario: che fosse più urgente salvare la vita a quella ragazza rispetto all’imminenza del proprio lavoro.

Venne fatta una corsa all’ospedale, dove fu sedata. Quando si risvegliò, tutta fasciata, si trovò intorno un pool di medici e psicologi che la misero al corrente della situazione. Da allora la seguono passo passo per ogni terapia e qualsiasi operazione fronteggi per tentare di migliorare i danni prodotti dall’acido caustico.

La storia è finita. Aisha pare ora respirare affannosamente. Mi permetto di porgerle quella che, mi rendo conto, sarebbe la prima domanda farebbe un qualsiasi altro ascoltatore estraneo alla vicenda: che cosa ne è stato di Yusef? Mi risponde sbrigativamente. Dichiara qualcosa che mi colpisce molto: Yusef è stato catturato quella sera stessa mentre cercava di fuggire all’estero. Attualmente sta scontando una condanna di qualche anno per lesioni gravissime. Ma ci tiene a specificarmi che la legge si è manifestata assai ingiusta nei suoi riguardi. Infatti, mentre lui dovrà espiare una pena irrisoria di pochi anni, lei porterà per sempre i segni, nel fisico e nell’anima, di quella dissennata, ottusa, violenza prevaricatrice, con la quale dovrà forzatamente convivere per il resto dei suoi giorni. E, in ultima analisi, questo è anche uno dei motivi che l’hanno spinta ad accettare l’intervista: per sollecitare l’opinione pubblica circa le tante, troppe storie simili alla sua che ogni anno avvengono nel mondo. E anche per far cambiare la vigente legge, per ottenere una pena molto più severa, che si avvicini il più possibile a un ergastolo. Ragionamento sul quale personalmente sarei pure d’accordo ma che credo, così come per tanti altri odiosi reati inerenti la violenza, non arriverà mai al suo equo compimento.

The Master (film di P. T. Anderson)

Freddie è un reduce della guerra che sviluppa una sindrome post traumatica.

Tornando dal fronte, prova a vivere pacificamente in società, come fotografo; ma non ci riesce: ha scatti di violenza immotivati.

Finisce tra le grinfie di un santone paraculone che vorrebbe dire a tutti come vivere – tal personaggio è ispirato al fondatore di Scientology. Di certo il tipo ha charme da vendere e usa svariate tecniche psicologiche per assoggettare le menti. Così, tra questi due personaggi molto diversi tra loro, si sviluppa bene o male un forte legame. Tuttavia, anche se Freddie trae qualche modesto beneficio da tale rapporto (perché, in definitiva, qualcuno sembra interessarsi di lui), in realtà non è che compia veri passi avanti per risolvere realmente la propria condizione di disagio mentale…

Un bel film su di un argomento interessante e niente affatto banale, che personalmente trovo anche un po’ disturbante: ovvero il mondo delle sette e la manipolazione psichica.