Anna Maria Ortese: Il porto di Toledo

Bellissimo ma molto poco commerciale e, per me, gravoso romanzo, scritto in una forma antica che per me rappresenta il massimo di stile a cui tendere. Uno stile che sa di favola e incanto assieme, naturalmente poetico. Per questo mi affatica leggerlo, più di altri stili. Perché le poesie non si possono buttar giù come fossero acqua corrente. Occorre sempre soffermarvisi sopra centellinando il sapore che lasciano nell’anima. E tale operazione è per me faticosa e la posso compiere solo in moderate dosi giornaliere altrimenti non ha senso che la esegua.

È sufficiente spezzettare le frasi di questo libro su più righe, come fossero versi di una poesia, per rendersi conto che in pratica proprio di poesie si tratta!

Un libro bellissimo di cui potrei leggere una pagina al giorno per il resto dei giorni della mia vita. Ma che non riesco a leggere tutto assieme.

Potrei dirvi di che vicende si narra ma a dire il vero non è che queste contino molto perché il mondo della ragazza che parla appare come trasfigurato dalla sua emotività.

Giuseppe Palumbo: Diario di un pazzo

Palumbo adatta un noto racconto paranoico dello scrittore cinese Lu Xun ottenendo un’opera molto naif, breve e scarna, sia di testi che di disegni.

Mi viene in mente che probabilmente, vista appunto la natura esigua (a più livelli) della realizzazione, forse avrebbe avuto più senso presentarla in un formato più ridotto, così da mitigare almeno un po’ quei grandi “spazi d’avanzo”.

Comunque l’impressione è che l’autore non ci si sia impegnato al massimo delle sue possibilità.

A questo punto però sono rimasto incuriosito e leggerò anche il racconto letterario originale.

Run

Film che parte in quinta e non ti molla più fino alla fine. Una cavalcata nel terrore che, seppure si protrae solo per un’ora e venti minuti, sembra molto di più e lascia alla fine emotivamente provati.

Sarah Paulson, che ho imparato a conoscere e apprezzare attraverso alcune serie tv, qui anche regista (se non erro), si ritaglia un ruolo cucito su misura per sé, in una storia paranoica in cui assistiamo a questo forte legame tra una madre e la figlia in sedia a rotelle, afflitta da molte patologie invalidanti.

Questa giovane ha fatto domanda per esser presa in certi college prestigiosi e sta attendendo con impazienza le risposte per posta – già qui intuiamo che forse sotto sotto non veda l’ora di squagliarsela dalla casa materna, ma non ne conosciamo il motivo. Poi di lì a poco scopre una cosa che le instilla un terribile dubbio: quella madre così attenta a lei e totalmente focalizzata sulla sua vita… forse non le sta dando le medicine giuste? E se è così, come mai?

La storia di un amore folle, patologico e malato. Una storia terribile, ispirata a una vicenda vera.

Un ottimo prodotto, nel suo genere.

Lei, Lui: Il bastone del potere

Sono a letto, dopo aver avuto un appagante e proficuo congresso amoroso. Lei è girata ora su un fianco, guardando verso l’esterno del letto. Anche lui, dietro lei, è su un fianco girato nella stessa direzione, quasi a riprender fiato.

A un certo punto, senza malizia, un ginocchio di lui finisce in mezzo le natiche di lei. Lui praticamente non se n’è accorto. Ha semplicemente spostato la gamba. Tuttavia lei ha un’impressione del tutto diversa.

«Amore… ma oggi hai proprio tanta voglia…», manifesta stupore.

«Voglia? No, basta. Anzi, mi sto riposando…», risponde pacifico lui.

«Eppure non si direbbe, dalla durezza del tuo…»

«Che durezza? Scusa?»

«…Del tuo attrezzo, che mi hai appena appoggiato dietro…»

Lui finalmente capisce.

«Ma quello non è il mio attrezzo! È il mio ginocchio!», dice esterrefatto.

Scoppia un silenzio imbarazzato tra i due. Entrambi si chiedono come mai possa esser avvenuto quell’increscioso disguido.

Dopo un po’ lei si alza: quasi andando a nascondersi, si rifugia in bagno.

Una volta solo, a lui compare un bel sorriso sul volto.

Dunque ce l’ho così duro e grosso che lei lo ha confuso col mio ginocchio! Che uomo eccezionale sono! Neppure sapevo di esserlo!, pensa orgogliosamente.

Il giardino dei limoni

Un importante politico israeliano si trasferisce ad abitare in un territorio di confine. La sua vicina è una matura vedova che ormai vive solo per il suo bel giardino di limoni, tra l’altro sua unica fonte di sostentamento. Il politico però pensa che quel giardino possa rappresentare un problema per lui, dato che da li potrebbero giunger pericoli concreti di attentati alla propria persona. Così stabilisce arbitrariamente che il limoneto, per questioni di Stato (dunque superiori a ogni altra possibile ragione), vada distrutto e la donna risarcita economicamente per quella sua perdita. Ma la donna non vuol rinunciare a quella che per anni è stata la sua unica ragione di vita. Decide quindi di ricorrere a un tribunale per dipanare la disputa ed ottenere giustizia…

Ecco dunque un film sul mostro Golia-Stato contro il piccolo Davide-cittadino…

Massimo Varchetta + Antonella Tomaselli: 25 grammi di felicità

È la storia di un veterinario di bovini a cui un giorno si intenerisce il cuore trovando un piccolo riccio moribondo.

È la storia di tutto il suo percorso – i ricci sono animali molto particolari che necessitano di competenze speciali – che lo porterà poi ad aprire un suo rifugio per questi adorabili e timidi animaletti ormai a rischio estinzione, particolarmente fragili, di cui pochi si interessano.

Se avete un cuore, vi commuoverete. Se amate gli animali, questo libro lo adorerete.

Se per caso trovate un riccio da qualche parte, sappiate che il cibo per gatti è compatibile col loro e lasciandoglielo gli farete cosa gradita.

Il centro che ha aperto si trova su facebook. Basta cercare:

Centro Recupero Ricci La Ninna

25 grammi di felicità

Marco Tagliapietra: Orientalia

I disegni e l’arte di Tagliapietra al servizio di questa storia con tante storie dentro che riesuma antiche leggende inerenti Venezia e in particolare il rapporto che questa città mercantile ebbe nei secoli coi turchi/ottomani.

È sempre un piacere incontrare questo artista. Tuttavia la storia (di chiaro intento didascalico) forse poteva essere un poco più approfondita. Invece così, a lettura ultimata, non è che resti molto, a meno che siate proprio appassionati della storia di Venezia.

Insomma i bravi autori ci hanno provato. Ma come “fumetto di qualità” gli manca qualcosa.