La volta dopo però l’istruttore bagnino si ricordava perfettamente di lui, di quel bambino che gli stava dando problemi perché non voleva imparare a nuotare, a suo dire. Così, paventando che presto sarebbe stato ritirato dal corso senza aver pagato le altre rette, decise che doveva fargli imparare i vari stili di nuoto al più presto, con le buone o con le cattive, in maniera che la madre di Ninnini, che lo accompagnava sempre a lezione e con la quale il provolone si fermava a parlare alla fine del turno, fosse contenta. Le avrebbe fatto vedere i risultati concreti, e lei avrebbe pagato anche tutte la altre rette, magari tutte assieme, per togliersi il pensiero.
Dunque l’istruttore bagnino morse subito le caviglie a Ninnini. Lo mise a fare il morto a galla, gli sgonfiò per metà la ciambella di salvataggio: gliela mise dietro il collo imponendogli di nuotare con le gambe, da un lato all’altro della piscina, per tutto il tempo della lezione.
Ninnini cercò di esaudirlo. Tuttavia rimase oltremodo scandalizzato appurando come, in piscina, al contrario del mare salato, se non ti muovevi …non stavi a galla! Allora è una gran fregatura!, esclamò Ninnini una volta compresa la magagna. Ma allora sarebbe stato molto meglio fare le lezioni direttamente in mare, quando avrebbe potuto! Ah, ad averlo saputo prima!, pensò Ninnini dolendosi del suo infausto destino che lo faceva faticare molto più di quanto sarebbe stato giusto.
Il solito crampetto giunse ad affastellarsi ai problemi che già di suo Ninnini collezionava. Ma Ninnini non si perse d’animo seppur, con terrore, si accorse che era rimasto intrappolato nella parte della piscina dove non si toccava con i piedi; dunque se il crampo non gli fosse passato …era finito!, perché sarebbe andato a fondo come un masso cascato dalla montagna nel mare.
Si sa che la necessità aguzza ingegno, così a Ninnini venne spontaneo stringersi la ciambella al collo accumulando così tutta l’aria disponibile in un punto solo, proprio dietro la testa, così poté contare su un ausilio ben più efficace di quello che aveva preposto per lui il maestro cattivo. Il quale, dopo una ventina di minuti, si accorse di essere stato giocato da un mero bambinetto con quel trucco arguto, e ci andò in puzza. Allora si avvicinò a Ninnini e gli tolse del tutto la ciambella. Adesso nuota come tutti gli altri, senza niente!, gli disse sdegnoso, convinto che così avrebbe spezzato il suo spessore morale. Al che Ninnini pensò: acciderbolina, qui le cose si fanno sempre più difficili, non so se ce la farò; e se morissi?
Tuttavia Ninnini non morì. Ma alla fine della lezione, negli spogliatoi, per la fatica, vomitò un’altra volta, mentre il bagnino provolone vantava le lodi del suo metodo empirico dicendo alla madre che con lui tutti i marmocchi imparavano sempre a nuotare, anche quelli lavativi e “non portati” come Ninnini.