Scooby doo e il mistero del rock’ n’ roll (cartone)

In questo cartone animato la nostra sgangherata brigata di detective del paranormale si troverà a indagare su una strega che sta mandando a monte il parco tematico nientepopodimeno dei Kiss (quando ancora erano mascherati!).

Di misterioso alla fine ci sarà ben poco però per tutta l’avventura verremo accompagnati dalle canzoni e dalle versioni animate dei componenti di questo noto gruppo musicale, che secondo questa storia in realtà altri non sarebbero che esponenti di una balzana civiltà aliena in cui tutti gli abitanti del pianeta hanno trucchi in faccia di colore bianco e nero! :-O

Una storia più di fantascienza che di mistero, quindi, imperdibile però per i fan dei Kiss, o i fan di Scooby Doo!

Tra l’altro mi sembra di aver capito che quel certo parco tematico (che altro non sarebbe che un Lunapark) nella realtà non esista, per quanto più volte si sia vagheggiato di realizzarlo…

Il fratello più furbo di Sherlock Holmes

In questo suo primo film il grande attore comico Gene Wilder sembra fare le prove per opere future che gli verranno decisamente meglio (La donna in rosso e Il più grande amatore del mondo). Tuttavia lo stile della sua comicità c’è già tutto seppur nella forma sia un po’ acerbo e non si concreti al meglio.

Sherlock Holmes decide di fare in maniera che il caso che ha appena accettato (probabilmente molto più pericoloso di quanto non si potesse intuire in un primo momento) finisca nella mani del misconosciuto fratello minore, il quale pensa di essere più intelligente e migliore di lui. Tale fratello (che non è Mycroft ma un altro!) così si imbatte nella misteriosa vicenda di questa ragazza bellissima che avrebbe un problema da risolvere… Solo che questa attraente ragazza non fa che mentirgli, dunque sarà più problematico del previsto dipanare la matassa…

Sicuramente un film minore, ma buono per farsi due risate.

Lei, Lui: Ronf!

Lui, in piedi in camera da letto, vestito a puntino, già sveglio da un pezzo. Lei, sul letto, morta di sonno…

ROOONF! ROONF!

«Ehm… Amore?», le sussurra delicatamente lui.

«…Eh?! Sì?!», si sveglia all’istante lei.

«Sono le otto. Mi avevi detto di svegliarti a quest’ora, che devi fare quella cosa…»

«Okay. Adesso mi alzo. Tra cinque minuti…»

Un secondo e ricomincia a russare.

ROOONF! ROONF!

«Ehm… Amore?»

«…Sì?!»

«Stai dormendo…»

«Non sto dormendo!»

«Ma stavi russando…»

«Non russavo! Respiravo profondamente! Smettila di scocciare! Se ti dico che sono sveglia sono sveglia! Fammi rilassare per questi pochi minuti di riposo che mi restano!»

Un secondo e ricomincia a “respirare profondamente”.

ROOONF! ROONF!…

Quattro ore dopo si alza incazzata.

«Ma perché non mi hai più svegliata?!»

Libri satirici di Altan

Trentatré

Raccolta di vignette umoristiche aventi come matrice comune genericamente il mondo della salute e della sanità. Vi è anche un capitolo sul covid e la pandemia, non so se aggiunto a vignette più storiche che esistevano già oppure no.

In genere, al solito, coglie nel segno. Anche se, come tanti, non ha capito tutto quel che c’era da capire sulla pandemia e sicuramente si è allineato su facili posizioni filo-governative. D’altronde (e non lo giustifico dicendo ciò) altrimenti sarebbe stato tacciato di fascismo o insurrezione esacerbati, destino toccato a ogni persona contraria ai vaccini e alle leggi liberticide.

Bestie umane

Stavolta il comun denominatore riguarda gli animali. Troviamo animali antropomorfi parlanti, oppure esseri umani che prendono in considerazione questioni bestiali.

La Luisa

Le donne che compaiono nelle vignette di codesto autore si configurano smaliziate, nettamente più intelligenti degli uomini. Alcune, nude, spesso son distese a leggere un libro…

Ma non la Luisa del titolo – uno dei tanti ritratti femminili forniti, che ritornano – la quale è, sì, smaliziata e più sagace dell’uomo che le è accanto, ma si caratterizza per essere una casalinga annoiata, sempre ai fornelli, o in cucina, o a lavare, o stirare…

Papi Mami Bebi

Meno ficcante di altre raccolte, questa, si concentra sul mondo dei piccoli, sia quando essi si rapportano fra loro che quando hanno a che fare con un adulto.

Gordo

Gordo è un grosso ominide arrogante, egocentrico e prepotente che non esita a prendere a calci, accoltellare, picchiare, strappare arti ai malcapitati (di solito piccoli omini) che gli capitano a tiro.

Gordo nasce probabilmente dal desiderio di dar sfogo alla parte violenta di Altan; o forse è semplicemente un modo in cui l’autore interpreta i tempi odierni – in cui davvero ci sono persone che possono fare quel che vogliono agli altri senza render conto a nessuno.

Trino

Il protagonista qui è Dio, impegnato in una perenne e sfiancante creazione del mondo. Altan lo vede come un vecchio servile che deve però costantemente confrontarsi con un altro più potente di lui – il quale si scoprirà che pure esso deve sottostare alla volontà di entità superiori.

Tra animali inutili che non creano profitti, ippopotami spioni che non fanno altro che cagare e ideazioni di sempre nuove strategie per tamponare questioni che emergono dopo creazioni di animali sbagliati…

Un Altan evidentemente molto ispirato realizza uno dei suoi libri più corposi, lunghi anche il doppio di altri.

Tunnel

Come forse intuirete, il tunnel del titolo è una specie di metafora, nel senso: il tunnel da cui dobbiamo uscire è molto lungo, tanto che non si vede ancora la luce fuori – ma è un tunnel senza uscita, in realtà…

Un insieme di vignette miste, che svariano un po’ in tutti i campi. Ovunque l’essere umano si palesa smarrito. O rassegnato.

Libro a colori.

Cico & Pippo

Questa invece è la storia beffarda di un padre cieco, Cico, e del suo discolo figliolo, Pippo, che gli fa da guida.

Qui ritroviamo un umorismo un po’ alla Amici miei, in cui la cattiveria di certe azioni si sposa col gusto amarognolo e malinconico di certo sarcasmo.

Donne nude

Le donne che Altan raffigura nude, in genere sono più sagaci e pratiche della media delle persone. Qui ne troviamo molte. Ma alcune sono anche vestite, eh!

Raccolta simile a “La Luisa”, di cui si è detto sopra.

Boris 3 – Un’altra televisione è possibile

In questa terza stagione un po’ di cose cambiano. Per primo, le puntate hanno un umorismo leggermente più cupo, quindi fanno anche meno ridere. Poi, emerge sempre più una tendenza invero già avviata da tempo sia nella stagione precedente che nel film di Boris: il protagonista è sempre più il regista René Ferretti, frustrato nel suo tentativo di realizzare un’opera di qualità che non sia la solita …merda. In queste puntate addirittura gli lanceranno una trappola, un po’ come era stato col progetto Machiavelli – ovvero una fiction che non avrebbe mai avuto realmente origine e dunque era destinata a stroncare la carriera del regista che vi si sarebbe dedicato.

Nel cofanetto di Boris, preso in prestito in biblioteca, c’era allegato anche un libretto. Da cui ho tratto informazioni interessanti. Come a esempio che questa, in teoria, sarebbe dovuta essere l’ultima stagione della serie, a detta degli autori – poi, per fortuna, sappiamo che ci hanno ripensato e recentemente ne è venuta fuori un’altra.

Poi ho scoperto che non è un caso se il personaggio dell’aiuto regista (incarnato da Caterina Guzzanti) spesso veste capi arancioni. Per gli autori il colore è un simbolo positivo e di speranza… Pensa un po’ – ma erano seri o era una battuta?!…

Attendo con ansia che la quarta stagione venga raccolta in dvd così che qualche biblioteca del circuito da cui ci riforniamo con la mia compagna la possa acquistare immediatamente… ;

Cassandra Calin: Prendersela comoda

Una fumettista d’origine rumena, che col tempo ha affinato il suo stile grafico rendendolo assai gradevole, in questo fumetto pubblica una serie di scenette comiche inerenti la sua vita di ragazza: dalla ricrescita dei peli sulle gambe, al rapporto col cibo, con le stagioni, con gli abiti e l’amore.

Molto gradevole (e poco impegnativo).

Lei, Lui: Codice morse?

A letto. Si stanno per coricare. Al solito lui è mezzo addormentato, lei invece è nettamente più vivace. E gli prende la mano e gliela stringe a intervalli apparentemente casuali.

Poi gli fa:

«…Allora?»

«Allora cosa?», risponde lui.

«…Hai capito?»

«No, che dovevo capire? C’entra forse la stretta alla mano che mi hai appena praticato?»

«…Sì.»

«Mbhe? Che significa?»

«…Sicuro che non hai capito? Dai, prova. Vediamo se indovini.»

«Ma che era… un codice morse? Lascia stare, se anche fosse stato, sono troppo stanco, e non ho mai imparato quel codice militare.»

«…Allora proprio non vuoi nemmeno tentare?»

«No.»

«Peccato. Volevo capire se si poteva indovinare… Sai cosa ho fatto?»

«No.»

«Ho appena battuto il tempo di una canzone: Black in the sunshine. Potevi arrivarci.»

«Mi sa proprio di no…»