I.
Si è bambini, buoni, bravi, tendenti alla felicità (salvo eventuali perturbazioni)…
II.
La giovinezza.
Ricercheremo il significato ascoso della nostra insicura, labile e contraddittoria esistenza nell’amore di un altro, sperando che questo ci salvi…
III.
Confrontarsi e vivere con gli altri è complicato. È la cosa più difficile che c’è. Per farlo bisogna esser onesti (con se stessi). Bisogna essere adulti. Bisogna essere consapevoli. Bisognerebbe cominciare a rinunciare un poco alla volta al nostro atavico egocentrismo, vero peccato originale dell’essere umano.
Per farlo, potrebbe venirci allora in aiuto l’ironia. Sì, ma questa basta? Sì, ma siamo davvero sicuri di essere in grado di essere delle persone ironiche o ci stiamo solo nascondendo dietro una maschera?
IV.
In qualche maniera, siamo cresciuti. Tra una delusione e l’altra. Tra una sofferenza e l’altra. Tra una sparuta gioia e l’altra.
Adesso conosciamo bene la noia. La malinconia. L’amore (davvero lo conosciamo bene o abbiamo solo cominciato a conoscerlo? O non siamo più in grado di conoscerlo?)
La morte.
Il tradimento.
Ci prendiamo un momento per noi. Chi siamo? Ne è valsa davvero la pena?
È il momento della riflessione. Dell’introspezione (dopo tutte le altre introspezioni, che ora ci appaiono fasulle, solo apparenti, colme di falsa retorica).
Ci guardiamo allo specchio. Facciamo schifo o in fondo non siamo poi così male?
(Un giorno rivediamo una persona che una volta è stata importante. Come va? Come stai? Mi ami ancora oppure non te ne frega più niente? Ti amo ancora oppure non me ne frega più niente? Perché è finita, te lo ricordi? Chi ha pagato per i nostri fallimenti? E stavolta chi pagherà? Pago io o paghi tu?)
Quel che ancora cerchiamo non è detto sia lì fuori.
(Sì, ma allora dov’è?)
V.
Siamo al capolinea. Ci ritroviamo stanchi.
Qualcuno è ormai incapace d’amare e comprendere gli altri.
Molti si dichiarano sconfitti dalla vita.
Qualcuno ha solo passato il tempo, in definitiva, non ha nemmeno vissuto.
Nei più prevale l’amarezza, il cinismo.
Noi. Gli altri…
Non dovrebbe esistere solo un “noi”?
Possono gli umani vivere davvero in armonia tra loro senza cagionarsi inutile sofferenze? Senza fottersi a sangue a vicenda? Senza farsi del male?
Là fuori, nel mondo reale, nella maggior parte dei casi la risposta è: no, non possono.
E allora che tutto si guasti e vada in malora.
L’essere umano è il fallimento supremo.
Sipario.