Personaggi perlopiù insignificanti dell’agenzia Voli di Gabbiano #3

Yellow Man era un ragazzo molto alto, fan sfegatato di una squadra di calcio. La cosa buffa era che il suo volto era un miscuglio di almeno due o tre giocatori di quella squadra.

Con lui si poteva sempre parlare di sport, e anche in altri ambiti Yellow Man era un tipo schietto e perbene.

Ma se Yellow Man sembrava che avesse fintamente modificato i suoi lineamenti per assomigliare ai suoi idoli, in quell’ambiente vi era un altro personaggio che invece Nemesis era convinto che davvero si fosse giovato di operazioni estetiche per migliorare la propria bellezza. Infatti Plastic Boy, pur essendo molto giovane, era un incrocio tra una troppo olezzante puttana di stamberga e un noto attore del cinema americano con le fossette.

Nemesis non poteva capacitarsi che potesse esistere un tipo con tutte quelle insolite fattezze riunite. Plastic Boy aveva i capelli tinti e imbrillantinati di una cromatura tra il giallo e il marrone, delle lentiggini sulle gote (che ancora non era riuscito a farsi togliere), dei tratti del viso indubbiamente impermeabilizzati. Quando sentiva caldo, solo alcune zone del suo viso assumevano delle colorazioni rossastre, mentre altre rimanevano inalterabili e spettralmente pallide.

Plastic Boy vestiva con stivali da cowboy. Si ispirava a un mondo del tutto immaginario che esisteva solamente nei puerili western americani, i quali divorava avidamente a notte fonda su quei canali satellitari che usavano tali pellicole per accalappiare i giovani più sprovveduti.

Una volta Nemesis lo vide mentre ci provò nondimeno che con… Pelle Liscia! A un tratto la guardò con la fermezza del latin lover e, quasi prendendo la rincorsa, le disse:

«Pelle Liscia… che fai stasera?»

Nacque allora in Nemesis la morbosa curiosità di conoscere come ella avrebbe reagito. Era sicuro che lo avrebbe rifiutato. Plastic Boy era troppo stupido per una come lei, che aveva già assaggiato tutti i sapori e le spezie della vita, e certo non poteva offrirle nulla di nuovo o allettante. Tuttavia non riusciva a immaginare il tono che avrebbe usato per allontanarlo.

Pelle Liscia per un attimo rise di Plastic Boy, ma senza offenderlo, anche se, secondo Nemesis, ne avrebbe avuto tutti i motivi. Si limitò a rispondergli benevolmente:

«Lascia stare…»

Plastic Boy la plastica non ce l’aveva solo in faccia e presumibilmente, soprattutto, doveva tenerla confinata pure nel cervello. La scusa d’essere molto giovane non poteva bastare per giustificare i suoi modi di fare imbecilli, cialtroneschi, ottusamente egocentrici e corrotti che praticava sempre…

Lontano lontano (film)

Gianni Di Gregorio è l’attore, sceneggiatore, regista di questo film che testimonia che il cinema italiano non è morto, tutto sommato.

L’autore si era messo già in luce con la sua prima, indimenticabile opera: Pranzo di ferragosto. Qui conferma le sue notevoli doti artistiche.

Lontano lontano è la storia di due pensionati un po’ insoddisfatti della loro vita di stenti, dignitosa ma sempre al limite della povertà, che un giorno si mettono in testa di partire verso uno di quei luoghi in cui si favoleggia sia possibile campare con poco. Là, con le loro pensioni, farebbero quasi i nababbi.

Per attuare questo progetto rincorrono la pista di un tale che avrebbe già percorso questa strada. Vengono così a contatto con un altro anziano, lui senza pensione, commerciante, il quale si fa sedurre dalla loro idea unendosi a loro. Il quale anziano li porta presso un altro anziano, che avendo studiato e conoscendo bene il mondo, potrà indirizzarli verso il luogo ideale in cui trasferirsi per poter poi vivere di rendita…

La cosa bella dei film di questo tipo è che uno magari pensa: che ce vo’ a fa’ un firm così? Ma poi le cose stanno in un’altra maniera, perché opere del genere si basano tutte su una certa delicatezza, i giusti tempi, un indugiare in certe cose e un sorvolare su altre, una musica non invasiva. Occorre una certa sensibilità, non comune, per produrre un’opera del genere.

🙂

PS: questo è anche l’ultimo film a cui ha partecipato Ennio Fantastichini prima di lasciarci.

https://www.raiplay.it/video/2020/06/Lontano-lontano-8e563b08-7d0a-4b1b-b4c6-c3d0f3eca785.html

Quel postribolante mercimonio del giornalismo #6

Serpenera è spuntata dal nulla qualche tempo fa.

Si impampinava sempre. Non potevo fare a meno di chiedermi come avesse ottenuto quel posto. Alla fine rimase solo una possibile opzione: quella.

Serpenera era magrissima, con lunghi capelli neri. Affrontava il lavoro come una perenne esule malferma in cerca di appoggi. Qualcuno doveva avercelo già avuto; altri li deve aver trovati lungo il cammino. Si guardava attorno desiderosa di dimostrare che valesse, sapendo che era invisa a tutti i colleghi che sapevano la verità, cioè da dove provenisse.

Col tempo Serpenera si è creata una sua frangia di fans. È anche stimata, pensa un po’ te.

Oggi Serpenera si è un po’ gonfiata, non usa più le purghe, non è più né scheletrica né giovanissima. Ed è intenzionata a difendere alla morte quel suo posto al sole ottenuto con tutti i meretrici del caso.

Ormai sgomita durante le dirette per ottenere il suo spazio vitale. Lei non ci sta a fare “la valletta”, perché secondo lei ha qualcosa da dire e da pensare; secondo lei quello che dice ha senso che venga detto e lo può dire solo lei, perché lo ha pensato lei.

E invece no. Sia lei che quello che dice non contano un cacchio. Non hanno motivo di esistere.

Lieto fine.

Le ultime cose (film)

Pregevole storia che narra di alcune misere/povere esistenze che si muovono tutte attorno a un banco dei pegni. C’è il titolare truffaldino. C’è il nuovo giovane perito (ancora) onesto. C’è una ragazza in bolletta, un tempo ragazzo. C’è una coppia di anziani che per aiutare la figlia col bambino piccolo finiscono in un giro illegale di compravendite…

https://www.raiplay.it/video/2019/03/FILM—LE-ULTIME-COSE-25746eba-47b9-419e-9216-76f47dafc6d2.html

[Omaggio agli X-Men] Mater

Nel giardino della Scuola per Giovani Dotati di Charles Xavier, Emma si diresse verso le Naiadi. Era da giorni che voleva parlar loro. Finora, tra una cosa e l’altra – il rapporto claudicante con Scott, le proprie insicurezze e l’arrivo di Sophie –, non ne aveva avuto il tempo, oltre che il coraggio. Perché era ovvio che ci sarebbe voluto molto, molto coraggio per riaffrontarle. Per questo doveva sentirsi perlomeno padrona di sé – dato che ora non poteva più giovarsi della propria autostima, ormai finita sotto i tacchi – se voleva avere anche solo una possibilità di farsi intendere davvero.

Le trovò sole. Loro la avvistarono subito. Anche prima di quanto si aspettasse. Evidentemente avevano percepito il suo picco emotivo schizzare a livelli tali da attirare la loro attenzione. Non era una novità per delle telepate del loro livello che, in quel momento, in quel campo, ormai la surclassavano di gran lunga, sia perché negli ultimi anni, sempre più aduse alle loro facoltà, le avevano ampliate ulteriormente, sia perché il grado dei suoi poteri si era spaventosamente involuto, tanto che si poteva solo sognare ora di leggere i pensieri altrui per trarne profitto; al massimo poteva assestare, ma solo se si sentiva in forma, qualche buon colpo psichico il quale sarebbe andato a segno solo se il destinatario non avesse disposto di discrete protezioni da attacchi mentali…

Emma eseguì l’ultimo esitante passo e si ritrovò innanzi loro. Le tre si disposero come al solito in fila. Era una specie di strategia spontanea, innata, come una bestia che arruffa il pelo per sembrare più imponente, perché da sempre quelle tre gemelle (che per qualcuno erano solo dei mostri) si sorreggevano a vicenda agevolando l’una le facoltà delle altre.

Celeste, Mindee e Phoebe, le tre Naiadi. Un tempo erano state quattro, ma quella di loro che aveva manifestato doti più personali e maggior desiderio di potere, aveva fatto una brutta fine alla quale tutti sembravano non pensare più, prime fra tutte le sue sorelle gemelle.

«Che ci fai…» «qui…» «…Regina Bianca?», dissero una dopo l’altra come fossero state la stessa persona differenziata in tre unità.

Partivano già col piede sbagliato. Odiava essere chiamata a quel modo, come quando era molto diversa da oggi, in “carriera” e affiliata alla parte sbagliata della barricata.

«Così non mi aiutate… ragazze…», disse Emma addolorata.

«Stavi per dire “figlie”…» «Perché non l’hai detto?» «Non ci consideri più tali?», cercarono la baruffa. Le avevano estratto la prima informazione dalla sua mente, e senza chiederle il permesso.

«Ma certo che vi considero tali! Solo temevo che, visto che è da tempo che non ci vediamo… pensavo che…»

«Non saremmo più state disposte…» «a berci…» «le tue nauseanti bugie!», dissero affilate.

«Appunto. Temevo proprio questo. Che mi accusaste di qualcosa del genere…»

«Certo…» «Che ti aspetti…» «madre?» «Che ritorni all’ovile…» «E noi ti riaccogliamo subito…» «come nella parabola del figliol prodigo?» «Non era la madre…» «che veniva perdonata da suo figlio…» «Era il figlio a esserlo…»

«Beh, il senso sarebbe lo stesso, figlie mie. Stavolta siete voi a sbagliare… Non ditemi che non avete mai afferrato il vero significato della parabola…»

Le Naiadi si guardarono per un attimo smarrite. La loro rabbia nei suoi confronti era talmente apicale che già si erano fatte mettere nel sacco, anche se solo verbalmente, dalla vecchia gallina che faceva ancora il brodo buono.

«Ma non sono qui per farvi notare i vostri piccoli errori, figlie mie. Semmai per chiedere scusa dei miei…»

«Non vogliamo sentire…» «Non c’è niente da dire…» «Non occorrono altre parole…»

«Prima però ascoltatemi, figlie mie…»

«E smettila di chiamarci figlie!» «Quando te lo abbiamo concesso…» «Eravamo ironiche!»

«Allora vi posso chiamare per nome, eh? Mi sembra anche più giusto per certi versi. Voi siete gemelle abituate a essere considerate come un unico corpo ma in fondo rimanete individui diversi, per quanto indubbiamente siate state sempre unite oltre ogni possibile forma immaginabile…»

Le Naiadi tacevano. Per il momento era riuscita ad arrestare la loro furia battagliera.

«Se davvero ti vuoi scusare…» «Allora scusati…» «Non vediamo l’ora di ascoltarti…», dissero sadicamente.

«Va bene, Celeste, Mindee e Phoebe, lo farò. So che nutrite, probabilmente a ragione, delle recriminazioni verso me…»

«PROBABILMENTE A RAGIONE!», dissero all’unisono. «Ci hai fatto di tutto!» «Ci hai abbandonato!» «Ci hai plagiato!» »Ci hai dato dei falsi valori in cui credere!» «Ci hai addestrato alla malvagità!» «E ti sorprendi se ora noi… » «TI RIPAGHIAMO CON LA STESSA MONETA?!»

«Avete ragioni da vendere. Ho fatto cose orribili in passato e non finirò mai di ammettermelo e di scusarmi presso le persone che ho loro malgrado coinvolto. Tuttavia immagino sappiate che sono la prima a biasimarmi e che non c’è bisogno che mi ricordiate i miei sbagli del passato. Figlie mie, quando avrete i miei anni, sono sicura che anche voi avrete commesso qualche errore in vita vostra, anche se spero proprio che quegli errori non saranno della portata dei miei…»

«Qualche errore, dice…» «Come se potesse capitare a chiunque…» «Tu sei la persona peggiore che abbiamo mai conosciuto!»

«Davvero pensate questo di me?!»

Una lacrima affiorò dal volto di Emma. Le dava del genuino dolore sapere quanto le sue ex allieve predilette fossero giunte a odiarla.

Questo nuovo atteggiamento di Emma – non l’avevano mai vista manifestare dei sentimenti così veraci e molli – stupì le Naidi le quali si fermarono a soppesare la corretta portata di quella manifestazione lacrimosa. Forse stavano esagerando con lei? Forse erano troppo feroci? Forse non sapevano perdonare perché nessuno aveva mai imparato loro a farlo? Anche Emma non aveva fatto a tempo a impartir loro quella lezione, perché quando lo aveva imparato lei loro non erano più sotto la sua egida.

«Ragazze, posso solo dirvi che se una persona non è in grado di vivere nel modo giusto… A maggior ragione quella persona non sarà in grado di essere una buona genitrice, o un buon tutore per figure più giovani che si affidano a essa… Purtroppo è una legge di natura. Ed è molto dura da accettare… Spero che un giorno potremo ritentare… parlare, azzerando tutto, perché ciò che accadde in precedenza è stato tutto sbagliato, tutto sbagliato…»

Emma si asciugò la lacrima e prese la via del complesso dell’istituto. Le Naiadi rimasero sole. Comunicarono telepaticamente tra loro…

Forse è sincera… Forse vuol davvero fare la pace ed essere una persona nuova, più umana… Forse dovremmo darle una chance… Sarebbe troppo facile, sorelle. Non dobbiamo farci incantare dalle sue lacrime di coccodrillo. Avete scordato che la Regina Bianca che conoscemmo noi era una persona in grado anche di fingere?… Sì, ma stavolta sembrava sincera… Sincera o non sincera questo non cambia nulla dei suoi peccati passati. Ha distrutto la nostra infanzia, e forse nostra sorella non sarebbe mai morta se non fosse stato per la sua deleteria influenza… Ragazze, penso che non possiamo far altro che stare a vedere come si comporterà. Effettivamente ammetto di non riconoscerla affatto per quella che era, la donna spietata che era. A ogni modo il nostro perdono, qualora ci sarà, dovrà meritarselo col sudore, nostra madre…

Elser – 13 minuti che non cambiarono la storia

Hitler, di attentati, ne ricevette diversi finché fu in vita. Ed ebbe sempre la gran fortuna di scamparvi, tante volte per un soffio. Come in questo caso.

Elser era un giovane, intelligente uomo che si dava da fare con vari lavori, sapeva suonare e amava le ragazze, con cui intrecciava relazioni disinvolte, con le quali solitamente non intendeva impegnarsi fino in fondo.

Poi però accaddero due cose a turbare la sua vita placida. Conobbe una donna già sposata con un ubriacone manesco, di cui si innamorò ricambiato. Ci fu l’ascesa del nazismo in Germania. Ed Elser intuì le conseguenze nefaste che ne sarebbero seguite. Così si sentì in dovere, lui, quasi pacifista, apolitico, mai iscritto ad alcun partito, e ritenne necessario… ammazzare Hitler. Dunque ideò, tutto da solo, un piano geniale nella sua semplicità, e anche un meccanismo di innesto per una potente bomba che avrebbe dovuto esplodere durante un comizio a Monaco di Baviera…

Bel film, che fa il paio con Operazione Valchiria, con Tom Cruise, in cui anche lì si parla di un celebre tentativo di attentato alla vita del gerarca nazista coi baffetti, problemi mentali, che se fosse diventato artista, come sognava di essere, non si sarebbe mai sognato di darsi alla politica…

https://www.raiplay.it/video/2017/01/Elser—13-minuti-che-non-cambiarono-la-storia-00d761e0-3a21-4e9b-ad33-fa279f7f64bd.html

Dietro i candelabri

Film (per la tv, ma per la qualità non si nota affatto) di Soderbergh sulla vita di un noto suonatore di piano americano, omosessuale (morto di AIDS) e del suo rapporto amoroso con uno dei suoi maggiori boyfriend, tra capricci, eccessi, tradimenti, sessualità, droghe, gioielli preziosi, interventi estetici, anche dell’amante, nel tentativo di renderlo più simile al suo mecenate.

Prove maiuscole recitative di Michael Douglas (quasi irriconoscibile, per quanto bravo e diverso dal solito) e Matt Damon (anche in versione cicciosa).

Non me ne sarebbe fregato nulla di questa vicenda sennonché sono rimasto affascinato a guardare come veniva presentata.

Belle prove da parte di tutti.

Nota: il regista ha dichiarato che il film è dovuto uscire per la tv perché non ha trovato nessuno disposto a farglielo uscire al cinema. Tutti gli dicevano che il film era “troppo gay”(!).

Questo è molto inquietante. Ed è successo pochi anni fa, non nell’altro secolo…

https://www.raiplay.it/video/2016/09/Dietro-i-candelabri-633501ed-36cb-419d-b6b8-9875ccb8d1b1.html

La commessa: Il suo amore

Eh, sì. Perché in realtà lei un amore ce l’ha eccome. Certo! Una come lei, era scontato che si vedesse ogni tanto con qualcuno: è troppo bella. Deve avere la fila. Se penso a tutti quelli che ci possono provare con cui viene a contatto semplicemente lavorando nel supermercato…

Insomma ero certo che avesse degli spasimanti, ma non sapevo avesse trovato qualcuno che le stesse bene. Eppure infine un citrullo se l’è rimediato.

Lei stessa ci ha tenuto a informarmene. Era lì che sistemava negli scaffali delle cose. Una volta che mi ha avvistato, è stata proprio lei ad aprire l’argomento, attaccando a parlare con una collega. Così ha raccontato a briglia sciolta dell’ultima uscita col suo “ammmoorrreee”. Che l’ha scarrozzata portandola dove le piaceva. Che a un certo punto lei aveva una fame da lupo – e chissà come mai le era venuta, EHHH?! – e allora gli ha detto di comprargli qualcosa di consistente da metter sotto i denti. Lui le ha offerto un cappuccino. Ma lei lo ha rifiutato sdegnata, perché non voleva bere!, voleva mangiare un cavallo! Voleva un kebab o un hamburger!

Così ho appreso che è anche carnivora – e chissà cosa penserà di me, che invece prendo sempre hamburger vegetali.

Comunque non mi ha dato dolore apprendere che ha il ragazzo e fa sul serio con lui. Ero preparato a questa notizia. Inoltre io non avrei mai potuto darle quel che sognava.

Allora in bocca al lupo per tutto, bella cassiera bionda.

Adesso la smetterai di farmi la guerra a giorni alterni, vero? Perché non ce n’è più motivo, giusto?

In evidenza

CONTRO LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

Io sono contro gli assassini e i torturatori.

Io sono contro la sperimentazione dei farmaci sugli animali.

Io sono contro le industrie farmaceutiche e il Capitalismo.

Io sono contro i nazisti vestiti da medici.

Di conseguenza io non faccio donazioni per la ricerca scientifica.

Io sono contro i governi del mondo che permettono tutto questo.

Un giorno gliela faremo pagare molto, molto cara.

Come meritano.