Dio esiste e vive a Bruxelles

Dio, un violento, stronzone, sadico, dall’apparente aspetto di un sessantenne, il cui unico divertimento sarebbe quello di tormentare la gente, come dice il titolo del film, esiste e vive a Bruxelles, con una figlia piccola che lo detesta e una madre “donna oggetto” completamente asservita ai suoi dispotismi. Un giorno però la figlia, con la complicità di suo fratello Gesù (che appena ha potuto se n’è andato da casa), spedisce tramite sms la propria data di morte ad ogni essere umano. Questo ingenera un gran caos. Poi scappa nel mondo col piano di farsi sei discepoli in maniera poi da poter scrivere un suo “Nuovo Nuovo Testamento” e cambiare la storia del creato. Dio quando lo scopre si incazza parecchio e, non essendo capace a sistemare le cose come prima, vorrebbe che lo facesse la figlia, la quale dunque insegue nel mondo…

Non avevo mai visto questo film per intero semplicemente perché il quadro che si dà di Dio nei primi minuti è talmente odioso che cambiavo sempre canale – ovvero mi dava fastidio da un punto di vista umano, non certo da un punto di vista filosofico o religioso…

Il film non è male, anche se presenta un paio di punti che io definirei grotteschi, per esempio quando una donna matura si mette assieme a un gorilla poiché i due si amano… Ecco, anche solo per questo un film del genere non avrebbe mai potuto esser realizzato in Italia, dove un regista che avesse osato tanto sarebbe subito stato tacciato di immoralità, perversione, anticlericarismo, eccetera. Però i francesi possono. 😀

Convivenza #18

Col caldo se ne va completamente nuda per casa, a parte un paio di slippini essenziali, che lei chiama “mutande normali”, anzi addirittura “culottes”, pensa te…

E tu, che in vita tua sei sempre stato con pochissime donne, e non sei per niente abituato a seni veri esibiti per ore, rimani lì come esterrefatto ogni volta che li avvisti.

Pure il sedere non puoi fare a meno di guardarglielo. Lo conosci a memoria, eppure ogni volta lo riconsideri. Ti potresti accorgere se mette su o perde anche un solo grammo di ciccia. Nonostante le bugie che lei ti rifila sul suo peso. ;-P

Ci?

POLITICI ASSASSINI

Quando affermo che i politici sono assassini la gente delle volte mi risponde: “ma sei scemo? Adesso non esagerare!”

Allora ditemi voi come chiamate chi lascia le persone in balia dei talebani, da un giorno all’altro? Non sarebbero forse assassini, questi?!

E vi potrei fare altri mille esempi!

Dai, continuate a far finta di niente. Dai, chinate la testa dall’altra parte. Struzzi!

David Bowie: Jump they say

Cartoni irrinunciabili: Judo boy!

Quando ero piccolo impazzivo per questo cartone. Sia per la storia, non banale, che per i disegni, che all’epoca trovavo innovativi e in qualche misura realistici – certo, a rivederlo oggi, mi rendo ben conto di quanto ormai risultino anacronistici entrambi gli aspetti…

C’è questo ragazzo a cui uccidono il padre in un qualche modo vigliacco. Allora lui, in sella alla sua moto, comincia a girare il mondo alla ricerca spasmodica del colpevole, che non conosce, ma ha un indizio principe che può portarlo a lui: all’assassino manca un occhio – infatti da lì in poi questi sarà sempre “l’uomo da un occhio solo”!

Ah, un altro particolare non da poco è che il padre aveva una palestra di judo, e anche il figlio è un esperto e valente judoka. Difatti ogni incontro con un possibile sospettato si concreta in una tenzone con urli e salti vari, dopo che il nostro eroe ha indossato il suo kimono rosso, rievocazione del defunto genitore, e dunque anche simbolo della propria vendetta.

Ricordo che alcune avventure erano forse un po’ cruente. Ricordo che Judo Boy si imbatteva in tanti cattivi, e talvolta questi potevano corrispondere col profilo che cercava. Non ricordo però se alla fine lo becca, quell’uomo da un occhio solo – ma certo raddrizza tanti torti comunque… Su wikipedia ho letto che il finale è totalmente aperto e non esiste la puntata in cui lo trova. Ciò sarebbe terribile! Perché… immaginate dei bambini che ogni volta si mettono davanti al televisore sperando che Judo Boy abbia la sua giusta vendetta, e ogni volta si devono dire “sarà per la prossima volta”, solo che la volta in cui il torto viene sanato… non arriva mai! Terribile.

PS: mi sono ricordato che è da lì che avevo copiato il gesto di toccarmi il naso che per anni mi ha contraddistinto! 😀

Buoni a nulla

Terzo film (dopo Pranzo di ferragosto e Lontano lontano) che vedo del simpatico Gianni Di Gregorio, questo meno brillante degli altri due ma sicuramente più che sufficiente.

Un anziano che lavora in un qualche ufficio pubblico sta per andare in pensione. Sennonché, da un giorno all’altro, non solo gli comunicano che con la nuova legge dovrà continuare a lavorare altri due anni ma anche che dal giorno seguente sarà trasferito in un’altra sede piuttosto fuori mano. Chiaramente Gianni, questo il nome dell’uomo, cerca di prender la notizia meglio possibile. Tuttavia si deve scontrare con una serie di ulteriori difficoltà. Dalla propria incapacità ad usare programmi al computer, alle nuove abitudini, al doversi confrontare con colleghi paraculi, eccetera. Questo rischierà di farlo cedere. Per sua fortuna però i consigli di un dentista (psicologo) che ora sta con la sua ex moglie lo aiuteranno a prendere la vita con minor stress.

Coprotagonista del film è Marco Marzocca, che nella seconda parte prende sempre più rilevanza. Interpreta un suo collega bravo e troppo generoso che finirà anche lui per soggiacere alla depressione per una vita vissuta con troppa condiscendenza nei confronti degli altri.

Proprio questo attore, ottimo caratterista, a mio parere oscura quasi il ruolo di Gianni Di Gregorio. Dunque non so se e quanto gli sia convenuto, da ultimo, utilizzarlo.

PS: ma questo regista i film li fa tutti d’estate? 😀

PPS: adesso mi manca di vedere solo Gianni e le donne… 😉

https://www.raiplay.it/programmi/buonianulla

Gente che cerca rogne

Mi alzo all’alba. Esco per andare a buttare la mondezza. Ho tre buste in mano. Sono consapevole che se uscissi tra una o due ore avrei meno probabilità di imbattermi in balordi. Tuttavia esco così presto anche perché comunque a quest’ora, in generale, c’è meno gente in giro…

Butto le buste ognuna nel suo corretto contenitore di smaltimento. Faccio per ritornare sul lato della strada che mi appartiene quando un taxi rischia quasi di investirmi. Lo guardo male seguendo il suo percorso. Alle mie spalle sento una voce infantile da uomo grasso che ce l’ha col mondo che fa:

«Evvai!», per poi subito aggiungere, altrimenti il suo commento non si sarebbe capito bene, «…Per il taxi!»

Che tradotto vuol dire: gioisco poiché il taxi ti stava quasi per metter sotto.

A questo punto si profilano due opzioni lungo il mio percorso periglioso: girarmi verso il tipo sardonico che cerca rogne, andare da lui e sfogare su di esso la rabbia che sta montando, mettendogli in conto sia la sua idiozia che la prepotenza del taxi; oppure alzare i tacchi e recarmi placido verso casa, non concedendo all’attaccabrighe neppure un appiglio per confermargli che è vivo e che sussista un qualche oscuro motivo che comprovi la sua esistenza.

Opto per la seconda. Ma mentre volto l’angolo sento che dietro di me il passo di quello si fa incalzante. Dato che non ho raccolto il suo guanto di sfida, adesso vuol venire lui a provocarmi ancor più direttamente?

Sennonché poi ci ripensa. Difatti ho tutto il tempo di aprire il portone di casa indisturbato. E mi accerto che nessuno si infili non invitato dentro lo stabile.

Vedi, amore, come sono maturo? Vedi cosa faccio per te, pur di non arrecarti preoccupazioni? Lascio perfino che della gente sprezzante che meriterebbe una bella lezione la passi liscia…

Psicotico che cerca rogne

1921 – Il mistero di Rookford

Ecco, con questo horror ci si avvicina a quello che più volte ho sostenuto in questo blog: che non è che se un film è un horror allora deve essere per forza qualcosa di bassa qualità, o abbracciare per intero solo questo genere…

Il film lo possiamo dividere in due parti abbastanza diverse tra loro. Nella prima facciamo la conoscenza di questa giovane ragazza che chissà come è finita per farsi un nome nel campo di coloro che indagando nei fenomeni paranormali e li sbugiardano. A un certo punto viene invitata a intervenire in un collegio maschile con piccoli ospiti, in cui sembra ci sia il fantasma di un misterioso bambino morto che disturbi il sereno e consueto procedere degli eventi.

La ragazza risolve il caso brillantemente. Applicando astute tecniche di indagine dimostra che si trattava di altri bambini che facevano finta ci fosse questo mostruoso bambino fantasma… Qui finisce la prima parte, che presenta del materiale che, se approfondito, ad altri sarebbe bastato per realizzarci un film intero.

Solo che non è questo il vero fulcro della narrazione. Infatti nella seconda parte le cose cambiano drasticamente, comincia la storia più bella e interessante. Emerge finalmente qualcosa che sino allora era stato solo latente. Il carattere della ragazza è in realtà assai malinconico e depresso. Non ci vorrà molto a capire che in qualche modo ogni personaggio rimasto in scena condivide almeno in parte con lei queste caratteristiche, chi per un motivo chi per l’altro: dal maestro zoppo, verso cui lei è attratta, reduce di guerra che si sente in colpa per esser sopravvissuto ai suoi commilitoni; alla governante che la idolatra (il vero motivo del perché lo scopriremo dopo); all’unico bambino rimasto nella struttura durante le vacanze estive (che sembra avere aspetti sia angelici che luciferini in lui); arrivando infine al giardiniere scontroso, che ha finto un’infermità per non andare in guerra e da allora si sente rifiutato e allontanato da tutti.

La ragazza, che presto diventa sovreccitata, si convince che in realtà il caso del bambino fantasma non sia ancora risolto, dunque le sue indagini devono proseguire ancora. Scoprirà verità inimmaginabili molto più complesse di quanto ci si sarebbe mai potuti aspettare.

Segnalo che il ritmo del film è abbastanza “alto”, nel senso che talvolta ci sono particolari che si ha la sensazione come di perdersi. Ciò aggiunge mistero e pathos alla storia che, una volta ultimata, potrebbe venir voglia di rivedere daccapo per gustarsi meglio alcuni indizi che prima non si erano colti in pieno.

Ringrazio la mia fidanzata per aver insistito nel dirmi che il film valeva la pena di essere visto. :*

Nick Hornby: Come diventare buoni

Avevo letto altri libri di Hornby. Mi erano piaciuti, avevo apprezzato il lato ironico, suo marchio di fabbrica, ma con questo l’autore mi ha sorpreso perché è stato capace di andar oltre. Mi ha colpito come, pur mantenendo la narrazione sempre piuttosto brillante, in alcune situazioni sia riuscito a farmi esclamare: è proprio così che vanno le cose! Dunque promosso in pieno per quanto riguarda verosimiglianza psicologica e conoscenza di certe dinamiche sociali che spesso sfociano nei conflitti di coppia.

È la storia di una famiglia in cui i coniugi non vanno più molto d’accordo. Rosi dal rancore reciproco, sono ormai incapaci di vivere serenamente la loro vita familiare. Sennonché un giorno lei pronuncia una frase spauracchio che nessuno dei due si sarebbe mai davvero aspettato potesse provenire dalla sua bocca: “voglio il divorzio”. Inoltre la donna avrebbe pure una relazione al di fuori del matrimonio, ma non è certo quello il motivo della sua richiesta di separazione, semmai quello è solo un sintomo.

Lui allora, che normalmente reagirebbe in maniera assai caustica e violenta, si prende un periodo di riflessione. Quando torna è totalmente cambiato, tanto da sembrare una persona irriconoscibile. Sembra la sua versione angelica. E ha tutta l’aria di voler salvare il loro matrimonio, rivoluzionando da capo sia la propria vita che quella, di conseguenza, della famiglia…

Bello. E fa riflettere in più punti.

Come?

Riesumazioni: CARDOTEK

Oggi, ho scoperto casualmente che il CARDOTEK, il NOTO FARMACO PER CANI, NON VA SOMMINISTRATO NECESSARIAMENTE OGNI MESE, MA SOLO IN CERTI PERIODI DELL’ANNO E SE SI VIVE IN CERTE ZONE CON CERTE ZANZARE.

Questa informazione non mi era mai stata fornita!

Al contrario, mi avevano sempre detto che il mio cane doveva prenderlo tutti i mesi!

Questo fa molto riflettere sull’industria farmaceutica e i loro servi medici, che non fanno il nostro bene, e neppure quello degli animali, ma solo il loro.

FATE DAVVERO SCHIFO! SIETE DELLE MERDE! UN GIORNO VI CANCELLEREMO DALLA FACCIA DEL PIANETA!