«Almeno ho vissuto.»

«Almeno ho vissuto.»
In questo periodo non si fa che parlare di Intelligenza Artificiale, che prenderebbe il posto di tanti lavoratori, bla bla bla…
Io ho trovato questo link dove provarla.
Certo, non sarà la massima espressione delle potenzialità di tali intelligenze, però credo che faccia capire come ragioni e quali siano i suoi punti deboli.
Nel sito di cui sopra avrete due modi per testarla: parlandoci in una chat, oppure facendole creare immagini non esistenti partendo da vostre direttive…
Nel caso della chat, ho già trovato le cose che non mi sconfinferano. Inoltre ho scoperto che qualcuno si è divertito a inserire informazioni sbagliate (per esempio nelle formazioni storiche della Lazio troverete anche calciatori romanisti che non hanno mai militato nella prima squadra della capitale).
Per quanto riguarda le immagini, vi accorgerete presto che… no, le donne nude si rifiuterà proprio di crearvele (sicuramente per veti da parte dei programmatori). Se scrivete il nome di un personaggio famoso… potrete avere delle sorprese… 😉
Potrei aggiungere molto altro ma lascio a chi lo desidera il divertimento di giocarci un po’.
PS: se sono queste le IA che dovrebbero soppiantare il lavoro degli umani potete star certi che in molti non perderanno il posto (ma sono davvero queste?).
«Teo Teocoli ha un bel fisico.»
Allora che fai?, sembra dirmi delle volte il mio destino, che mi aspetta dietro l’angolo.
Che ti prendi stavolta per tentare di tornare a star bene?
Cosa proverai questa volta?
Se sbagli, muori.
Se non fai niente, muori.
Post mortem
Lumezzanti
Alture tenui
Saremo
Vero impietosire
Finché un giorno Nemesis non stabilì fosse ormai giunto il momento di farle l’elemosina stabilendo un vero contatto con lei: in fondo doveva pur contribuire in qualche misura al benessere di quella povera ragazza sbandata. Finora, a parte dolersi per la sua misera condizione, non aveva praticamente mosso un dito…
Giunto nel solito luogo, la cercò con lo sguardo. Si rese conto però che lei non era più seduta mitemente a chieder oboli. Alzatasi in piedi, circondata da altri vagabondi, discuteva animatamente. Eran tutti – compresa lei – concordi nel prendersela non si sapeva bene con chi. Lanciavano parolacce rivolte a una ignota persona nascosta nella folla circostante. La sbandata aveva dunque ripreso il suo tono arrogante e attaccabrighe dei primordi.
In pochi istanti Nemesis comprese cosa dovesse esser avvenuto nella vita della ragazza negli ultimi tempi. Alla fine era stava avvicinata da una comunità di altri senzatetto, i quali le avevano chiesto se voleva unirsi a loro. E lei aveva senz’altro accettato, perché in tanti si poteva star più sicuri, potendo contare sull’aiuto del numero. Per questo le avevano assegnato una zona da battere per chiedere l’elemosina. Poi, a fine giornata, si sarebbero rivisti, avrebbero messo assieme i denari raggranellati dalle offerte, diviso i ricavi; e la sera ci sarebbero state grandi cene alcoliche per riscaldarsi dal freddo inverno e probabilmente anche orgasmi a buon mercato. Dunque lei aveva ora assunto usanze e atteggiamenti di quella comunità di reietti, a cui si uniformava in ogni aspetto…
In quel frangente alterato, e alla luce degli ultimi sviluppi nella vita della ragazza sbandata, Nemesis si sentì oramai impossibilitato a stabilire un seppur minimo contatto con lei. Aveva troppo timore del momento in cui lei avrebbe potuto presentargli quei tipacci equivoci. Quanto si sarebbe trovato in imbarazzo qualora ciò fosse avvenuto… Senza contare il fatto che era impensabile che lei non si fosse unita carnalmente con nessuno di loro. Nemesis, avvicinandola, avrebbe fatto la figura del benestante che per poche monete si voleva comprare una poveretta approfittando della sua indigenza… ma in definitiva viene menato per il naso da lei – perché quella ragazza di strada non si sarebbe mai fatta usare da lui, e semmai sarebbe stato il contrario. No, adesso non avrebbe più potuto offrirle per una notte il morbido letto di casa propria – senza che nessuno avesse malignato su di lui –, perché ormai lei faceva parte di quel brutto giro, e lui non si sarebbe più sentito di toccarla, in nessun senso. Lei era diventata troppo sporca. Non la poteva più avvicinare. Non più. Era tutto finito. Finito. E neppure era mai cominciato…
A Nemesis dispiaceva che si fosse dato tanto da fare con le fantasie su di lei e tanto avesse penato. Cercò così di scacciare quella esile figura dalla propria mente dicendosi: che spreco! Quante inutili energie ho profuso per questa tipa che ora è divenuta una inaccostabile, comune barbona come un’altra! Eh, no, un ragazzo perbene come me non può certo avvicinarla, adesso che è ufficialmente una senzatetto facente parte una comunità di senzatetto a tutti gli effetti…
Sono entrambi a letto.
PROOOOT! SBRUUUUM! PRAT! PRAT!
SBRUUM! PRAT! SBEEET!
«Amore?»
SBARABUMMM! PROT-PROTT-PRROOOOT!
«Sì?»
PRUM! PBRAM! SBRUUUUT!
«Per un po’ meglio se non fai più carciofi e fagioli…»
PROTTT! SBEET! SBARABUMMM!
«Va bene, amore…»
SBRUUUUM!
…
Pensavo che questo fumetto – assemblato su un mucchio di parole, con disegni molto naif e statici, e bianchi e neri sbiaditi – non mi sarebbe interessato. Invece va dato onore agli autori perché con le loro forze unite sono stati in grado di creare un’opera che, una volta cominciata, non si può smettere di leggere.
Per la serie: cose che fanno sempre molto incazzare. Per la serie: disgustose, lerce impunità della bella Italia… Ecco a voi questo fumetto sulla tragedia del Vajont. Che, per i pochi che non lo sapessero, è la storia di una diga che vollero per forza costruire (la quale fin da subito godette di appoggi importanti, al governo), il cui progetto partì quando ancora c’era Mussolini: “la guerra, ingegnere, è un grande acceleratore dell’economia”. Una diga costruita senza le autorizzazioni necessarie, su cui vollero fare un gigantesco investimento. Vollero costruire in un posto dove però non si poteva, poiché in quel punto la diga avrebbe finito per far franare la montagna. E si sapeva fin dal principio!, porcocazzo.
È la storia di una tragedia annunziata innumerevoli volte, che innumerevoli volte si sarebbe potuta, ma non si volle, fermare. È una storia italiana, perché poi al processo sembrò che di tutte quelle migliaia di persone morte fossero responsabili unicamente due persone! Delle quali una scontò meno di un anno di carcere! E l’altra meno di due! (ma questa parte, del processo, non viene narrata nel fumetto). È la storia della società costruttrice, artefice di questo scempio, che all’epoca si chiamava Sade – che nome beffardamente adatto, non trovate? Come a dire che i responsabili della tragedia furono molto sadici a cagionare quella carneficina. La Sade, che poi, attraverso varie fusioni… sapete oggi cosa è diventata? Enel.
Ah, rammentate quanto erano rispettati gli industriali in Italia prima che mani pulite li svelasse per i criminali che erano e sono? Ecco, la gente questo se l’è già dimenticato. La gente è una merda. Dimentica tutto.
E LO STATO È E RIMARRÀ SEMPRE IL CRIMINALE PIÙ COLOSSALE E IMPUNITO CHE ESISTA. NE AMMAZZA PIÙ DELLA MAFIA. ANCORA C’È QUALCUNO CHE HA DEI DUBBI?! ANCORA QUALCUNO CHE NON VUOLE AMMETTERLO?!
Lei fa per te cose che non farebbe mai per sé.
Tu, allo stesso modo, fai per lei cose che per te non faresti mai.
Dunque è anche questo l’amore, ti dici delle volte meravigliato di questo inimmaginabile prodigio.
Osservo alla televisione gli attori di film o fiction. Mi chiedo se e quanto sarei più bravo di loro a interpretare un ruolo.
Poi penso però quanto per me sarebbe difficile recitare non essendo capace, in certi periodi, neppure di stare in piedi. In certi periodi mi devo come rinchiudere in un bozzolo cercando di consumare meno energie possibili perché non ho la forza neppure di alzare un dito.
Allora infine, disincantato, penso: no, io non potrei mai farlo, l’attore.