Camusa

 

Avevo tredici anni e facevo la terza media. Lo ricordo chiaramente perché quell’ anno successero tante di quelle cose che non dimenticherò mai… Non tutte piacevoli, purtroppo… Ma oggi vi voglio parlare di una delle più insignificanti, se vogliamo, ma con una morale…

Ricordo che nella mia classe ci fosse una che mi piaceva. Anzi ce ne erano due, ed erano vicine di banco… A dir la verità ce n’ era anche un’ altra che mi attizzava parecchio, senza contare la più bella della classe (già perfettamente sviluppatasi) che era il sogno acclarato e conclamato di ognuno di noi, essendo riconosciuta universalmente come la più bella in assoluto (e anche le altri sezioni ce la invidiavano)… Beh, sì… Iniziavo ad essere pieno di ormoni e testosterone, ma ne sarebbe passato di tempo prima che potessi combinare qualcosa… Comunque, per arginare seppur parzialmente la fame insaziabile di ragazze che mi iniziava ad attanagliare, nel frattempo chiedevo furbescamente (con la scusa dei compiti) il numero di telefono di tutte quelle che mi capitassero a tiro (e loro me lo dovevano dare per forza! Arf! Arf!)…

E un bel giorno scorsi l’ agenda che avevo incorporata nel diario e mi feci un po’ di conti… Avevo proprio un notevole quantitativo di recapiti e, se comprendevo anche i maschi, contavo ben due terzi dei numeri di telefono dei miei compagni di classe (e avendo acquisito tutti quelli delle ragazze più carine)… Allora pensai che fossero troppi. Infatti, metti che mi fossi ammalato sul serio e che avessi dovuto fare una serie di chiamate per sapere che lezioni avessero svolto durante la mia assenza (eh, sì! Perché la scusa dei compiti era tale, ma fino ad un certo punto, ed affondava le sue radici nella mia coscienziosa realtà di studente assennato e quasi modello…) sarei riuscito ormai facilmente a contattare qualcheduno che avrebbe potuto dirmelo…

Insomma, in ultima istanza decisi di depennarne qualcuno (e già allora avevo la mania di liberarmi delle cose che sapevo mi sarebbero risultate inutili). Dovevo solo scegliere quali… Scorsi uno ad uno i numeri di tutti i maschi e mi resi conto che mi erano tutti necessari. Infatti con loro poteva sempre capitare di dover improvvisare una partita a pallone e lo sport, si sa, non guarda in faccia nessuno!…

Era deciso… Dovevo far fuori qualche ragazza… E secondo voi chi mai avrei potuto eliminare? Quella che mi piaceva? Mai (ci dovevo ancora provare!)!… La sua vicina di banco? Manco morto (e poi aveva delle supertette che me le sognavo la notte!)!… Quella che per un periodo era stata la più intrigante che pensai di aver conosciuto? Giammai (chissà che non si innamorasse di me)!… Quell’ altra che, pur essendo un po’ secca, si vedeva che era una tipa particolare e che sapeva anche disegnare bene? Meglio di no (perché io tendevo anche a conservare molto, se non ero sicuro al cento per cento che non sarebbe mai accaduto che una cosa non potesse più essermi utile)… La più bella della classe (e forse della scuola)? Mica ero scemo! Un giorno forse mi avrebbe notato, e io l’ avrei conquistata, e mi stavo già muovendo in quella direzione (e poi abitava molto vicino a casa mia e non avrei mai rinunciato a una tale comodità… Che bello sarebbe stato fidanzarmi con una che viveva a meno di duecento metri da me… Pensa che praticità)… Rimaneva la cicciona mezza muta che spesso mi guardava con grandi occhioni timidi… Ma sapevo di piacerle e… non si butta (mai) via niente in queste condizioni!… Poi c’ era stata la festa di S. nella quale mi era capitato di ballare molti lenti con lei, e le avevo messo le mani sui suoi fianchi grassi tastandone chiaramente la forma, e avevo avuto la sensazione che me la fossi già schioppettata per metà… No, era meglio tenere anche il suo (adiposo) riferimento…

E infine ne rimaneva solo uno che fosse di femmina e che potessi cancellare, ed apparteneva a Camusa. Lei era una ragazza da tutti considerata molto brutta (anche se in fondo non era vero, e non possedeva nulla di particolarmente orribile). Camusa era molto alta (addirittura più di me, quindi praticamene una gigantessa). Poi era anche secca e allampanata (più di me? forse così sembrava…), aveva una dentatura equina sporgente (ma dritta) e, ovviamente, era praticamente piatta e non nascondeva alcuna intrigante curvatura femminea in nessun posto. Inoltre aveva i capelli pettinati a spazzola (come quasi fosse un uomo!). E adesso che ci penso anche la sua voce non era per niente gradevole, ed era talmente sgraziata da sembrare quella di un violino rotto (ma forse era in un momento di transizione e le stava cambiando… Anche alle donne cambia la voce? Credo di sì, no?).

Insomma Camusa era la vittima predestinata perfetta per il depennamento. L’ unico problema era che, per ottenere il numero della sua vicina di banco, avevo dovuto fingere che desiderassi anche il suo (altrimenti si sarebbe visto che facevo delle differenze per motivi estetici). E in più lei (che così cortesemente me l’ aveva voluto concedere) me l’ aveva fornito anche da poco… Comunque tutto stava nel non farla accorgere che l’ avessi eliminato, perché delle possibili grane sarebbero venute esclusivamente in quel caso…

Ma purtroppo (per me) in quel periodo ci scambiavamo spesso i diari, perché a quell’ età era un bel passatempo dare un’ occhiata a quello di un altro e vederci cosa ci scriveva e chi erano i miti del proprietario… Nel mio non c’ erano molte scritte, però si potevano trovare molti adesivi e disegni (e si dà il caso che fossi parecchio apprezzato per questi)… Così, quando lei mi chiese di visionare il mio diario, io non le feci storie e glie lo passai lusingato, perché già sapevo che dopo mi avrebbe fatto i complimenti per la mia arte o per la mia immaginazione… Non potevo certo intuire che lei andasse a sbirciare proprio nell’ agendina e (presumibilmente) la scorresse tutta…

E furono grossi guai quando lei mi chiese, prima stupita e poi arrabbiata, perché avessi cassato proprio il suo numero (perché lei notò che quello era stato l’ unico a subire un tal trattamento!). E io, per la prima volta nella mia vita, mi sentii un vile, in colpa, e non in grado di rispondere a una sacrosanta domanda diretta che una femmina mi stava facendo…

Lei era lì e pretendeva una risposta, e io non ricordo se riuscii a farfugliargli una scusa. La risposta brutale sarebbe stata: “Perché sei troppo brutta!”; quella più tecnica: “Perché sapevo già che non mi sarebbe mai potuto capitare nel corso della mia intera esistenza di comporre il tuo numero per un qualsiasi motivo sensato, poiché semmai avrei chiamato uno qualunque degli altri numerosi compagni di classe di cui dispongo il riferimento”. Ma non le potevo dire la dura verità! Ci sarebbe rimasta troppo male (e già ora schiumava rabbia dalla bocca)… Forse alla fine (dopo criminali e lunghissime pause da parte mia, e mentre pure la sua amica mi guardava come un lussurioso manigoldo maniaco sessuale), riuscii a dirle qualcosa del tipo: “Perché ne avevo troppi…”, che corrispondeva alla verità in fondo, e che non era troppo disumano, ma era evidente che volesse significare che comunque fra tutti avevo scelto proprio il suo da disintegrare… Lei rimase offesa e non mi chiese mai più il diario…

Alcuni anni dopo, io e i miei amici eravamo cresciuti, e proprio con alcuni compagni di classe avevo ormai preso l’ abitudine di frequentare spesso dei campi da tennis all’ interno di un oratorio. Quel giorno eravamo sull’ autobus, che in pochi minuti ci avrebbe portato sul posto… Ad un tratto un mio amico venne salutato da una ragazza che si trovava sul veicolo (io ero defilato e nemmeno partecipai al dialogo che si tenne), e lui le chiese chi fosse. E lei gli disse che era… Camusa!… Era irriconoscibile! Non sembrava più una giraffa con il collo lungo, e normalmente saremmo stati tenuti a pensare che fosse per via di uno spontaneo o voluto rimpicciolimento (quando era evidente che semplicemente le sue ossa avevano smesso di crescere e si erano assestate su livelli di lunghezza medi per la sua età, mentre un tempo erano stati ipernormali); per gli stessi motivi non appariva magra e sembrava ben proporzionata. Le erano spuntate anche delle belle tette (e forse raggiungeva la terza) che intravedemmo dallo spacco che aveva sul petto; non aveva più i capelli a spazzola, ed aveva preso a portarli lungi dietro le orecchie, radunati in bellissimi ricci spontanei neri… Che dire poi della sua dentatura? O si era messa l’ apparecchio, oppure si era trattato sempre di una nostra ottusa esagerazione… E la sua carnosa bocca rosa appariva favolosa e attraente come quella delle ragazze più avvenenti… Ma… lei era bella! Era diventata bellissima, e come nella fiaba del brutto anatroccolo si era trasformata in un cigno che tutti gli altri uccelli prima avevano denigrato e che oggi ammiravano estasiati…

Il mio amico ebbe appena il modo di scambiare due chiacchiere con lei… Giusto per sapere che la sua inseparabile amica (quella che disegnava bene e che mi aveva guardato con disprezzo) si era trasferita all’ estero per fare la ballerina, e Camusa era rimasta sola (ma se ne era fatta ormai una ragione)… Camusa ci apparve felice (come non mai) e incantevole…

Per quanto mi riguarda, io rimasi immobile per tutto il viaggio, dapprima diventando rosso quando tale bella figliuola aveva attaccato bottone col mio amico (e nessuno l’ aveva riconosciuta), poi fui vergognoso perché lei (probabilmente) neppure mi riconobbe e se l’ avesse fatto chissà cosa avrebbe pensato di quello che una volta l’ aveva espunta dalla sua agenda perché “troppo brutta”, e che oggi si ritrovava solo come un cane e con ben poche esperienze positive alle spalle in fatto di ragazze… Chissà cosa mi avrebbe detto Camusa se si fosse accorta di me… Chissà se avrà mai pensato a me…

Alcuni mesi dopo mi sembrò di vederla ancora in un’ altra ultima occasione. Era la festa del primo maggio e stavano passando in televisione il tradizionale concerto-evento. E per pochi secondi mi parve di ravvisarla sulle spalle robuste di un uomo e gridare la sua folle gioia, quando la telecamera la inquadrò… Aveva una maglietta bianca attillata che le metteva in risalto il seno formoso (e i capezzoli), e la sua carnagione candida appariva come quella di un angelo… Vi confesso che tentai di videoregistrarla ma non ci riuscii. Allora mi rammaricai ancora con me stesso perché non ero più nella sua vita e non avevo saputo vedere la bellezza insita che lei nascondesse dentro… Inoltre considerai che Camusa era sempre stata anche una ragazza estremamente delicata, sensibile, e dolce… e il suo aspetto fisico mi aveva impedito di notarlo… Pensai infine: “Addio, Camusa. Ti meriti tutta la felicità che provi in questo momento, e sono sicuro che ti aspetti un futuro luminoso e pieno di soddisfazioni.”…

Morale della favola? Primo: se uno si vuole trombare una… deve avere l’ occhio lungo e deve saper prevedere gli sviluppi del destino. Secondo: mai giudicare dalle apparenze, e cercare di vedere le cose per quello che sono davvero…

Menzogne (di pace!) e ortiche

 

Era il giorno di Pasqua, e non volevo passare di lì, ma il mio cane invece premeva per fare quella strada. D’ altronde, visto da dove venivamo, sarebbe stato logico proseguire su quel percorso, piuttosto che tornare indietro e ripassare in una via che avevamo già battuto.

         Potevo vedere le sue finestre con la tenda tirata, in modo che la poca luce che divideva dalla sera potesse ancora entrare. Ma lei non c’ era. Di solito si appostava in finestra per ore a scrutare fuori il mondo che passava, il mondo che continuava a scorrere quando lei, da anni, aveva deciso di tirarsene fuori e, se si escludevano i pochi pranzi in occasione di feste, era da decenni che lei non si muoveva più di casa…

         Io non la vedevo da alcuni anni e sapevo che lei ce l’ aveva con me, ma pure io avevo le mie ragioni, che sarebbe lungo da spiegare in questa sede…

         Fattostà che decisi di passare davanti alla sua abitazione, davanti a quelle finestre sgombre perché lei era, con tutta probabilità, davanti alla televisione. Così non mi avrebbe visto e non avrebbe pensato a me, e io non sarei stato imbarazzato di rivederla dopo tutto questo tempo, non sapendole cosa dire.

         Io e il cane ci avvicinammo con marcia decisa. Lui sperava che io lo portassi dentro, mentre io speravo che aumentando il passo saremmo passati più velocemente e incolumi.

         Quando fui troppo vicino per fare retromarcia notai un fottio di persone radunate all’ entrata del portone (ma già esterne ad esso, quasi sulla strada). Mi parve di riconoscere le terga della figlia della donna che abitava lì. Se fosse stata lei sarebbe stato più che comprensibile, dato che spesso le faceva la spesa e le pulizie, e che, a maggior ragione, a pasqua non le avrebbe certo fatto mancare il proprio affetto.

         Era di spalle e non potevo esserne sicuro. Inoltre la sua voce non prorompeva forte (quasi fastidiosa) come ero abituato a ricordarla. Pensai che potesse anche non essere lei… In quel momento però il mio cane prese la via dell’ androne, immaginando che saremmo entrati (molto prima che potessi tirarlo a me), e finì per passare scodinzolante di fronte a quella persona che non poté non notarlo… E allora riconobbi la sua voce inconfondibile, e lei si girò verso di me e mi riconobbe salutandomi, ma tra le prime parole che ci tenne a specificare ci furono le seguenti, (che erano rivolte esplicitamente al mio cane me che volevano implicitamente raggiungere me).

         «Dove vai? Tanto non c’è nessuno a casa…»

         Le uscirono immediatamente praticamente appena mi vide. Quasi non ci pensò. Come esce l’ olio dalla bottiglia rigirata. Quante connessioni celebrali ci vogliono per eseguire un pensiero del tipo “Se dico questo allora lui penserà quest’ altro”? Nel suo caso molte poche, forse perché era piuttosto abituata a ragionare diagonalmente in quel modo da contropensiero

         Comunque le sue parole quasi mi tolsero un peso. Perché pensai di non dovermi più preoccupare di cosa dire a una persona che non si vede mai… Avvicinai il cane e, fosse stato per me, me ne sarei andato senza indugio a casa mia, però lui andò ad annusare nell’ erbetta che sempre scandagliava quando passava da quelle parti, proprio sotto le finestre di colei che risiedeva lì. Nel frattempo la figlia della donna si era fermata, quasi in attesa, e ci guardava nervosamente da lontano. Sembrava che attendesse febbrilmente che ce ne andassimo. E volle aggiungere un’altra menzogna a quello che mi aveva detto…

         «Non lo far stare lì, che è pieno di ortiche! Ne ho strappata un mazzo così fino a ieri!»

         Si riferiva ovviamente al posto dove il mio canuccio stava mettendo il naso. E io, ancora inconsapevole del risvolto fondamentale delle sue parole, le credetti, e fui quasi tentato di recuperare il cane con energia e imporgli di cambiare rotta. Ma si vede che una parte del mio cervello (quella disincantata per le troppe fregature prese) era ormai da tempo abituata a non dare eccessivo credito alle proposizioni ambigue (non richieste e apparentemente elargite con il cuore) di persone ambigue che fossero tutte da verificare, credendo giustamente, quindi, che in generale fosse molto meglio non fidarsi, piuttosto che concedere fiducia. E mi fu spontaneo riflettere che il mio cane non avesse mai manifestato alcun problema con quella rada erbetta… E poi non mi risultava che le ortiche crescessero spontaneamente di città. Forse in campagna, ma di certo non in città. Altrimenti ci sarebbe fin troppa gente che si lamenterebbe delle urticanti conseguenze di una semplice seduta su di un prato…

         Ortiche… Eppure la mia mente era stata toccata dalla potenza di quella parola… Perché le ortiche fanno molto male se le si toccano. E vanno assolutamente evitate… Era come se mi avesse detto che c’ era l’ acido solforico (anzi, già che c’ era perché la prossima volta non mi dice direttamente questo?! Che c’è l’ acido solforico!)…

         Ma subito dopo che mi diede in pasto la menzogna delle ortiche, alla quale io decisi istintivamente di non consegnarmi, successe quello che non mi sarei più aspettato a quel punto… La donna aprì le sue finestre, proprio sotto dove era il mio cagnolino, e mi vide. E la sua sorpresa fu pari alla mia. Nel frattempo anche la figlia pronunciò le ultime inutili frasi, simulando indifferenza, ma quando ebbi modo di girarmi dalla sua parte la vidi imbarazzatissima e, per la prima volta, divenire rossa. Confesso che in quei secondi ancora non avevo capito perché manifestasse tutto quell’ impaccio e fosse così tesa (ma lo avrei capito di lì a poco girando semplicemente l’ angolo), perché la mia persona è così buona e superiore alle altre che tende a non serbare rancore, nemmeno quando una bugia che mi è stata appena pronunziata è immediatamente così clamorosamente smentita…

         La figlia della donna dichiarò di andarsene e si avviò, non riuscendo più a reggere la situazione ingestibile (e se io, davanti alla madre, le avessi chiesto perché mi aveva comunicato che non c’ era?!… Che cosa sarebbe successo?!). Io la salutai ma non ottenni alcun saluto in risposta.

Rimanemmo io e la donna. Io le feci gli auguri. Lei non capì (essendo sorda). Mi disse di farmi vedere più spesso dalle sue parti. Io le chiesi come stava, ma lei non mi comprese (perché quel cazzo di apparecchio acustico che pure possiede non lo mette mai, pur pretendendo di avere un dialogo con le altre persone?!).

         Ad un certo punto capii che era inutile parlarle e allora smisi di provarci, e abbassai lo sguardo e mi dedicai a fissare il mio piccolo amico pelosetto. E anche lei doveva aver capito che era inutile farmi delle domande o dirmi una qualsiasi altra cosa, se poi non era in grado di cogliere la mia risposta. E quando la mia bestiola finalmente decise di andare ci scambiammo l’ ultimo ciao e io mi persi veloce dietro l’ estremità del palazzo, dileguandomi alla sua vista.

Poi passai i minuti successivi a riflettere su come si possa parlare con una persona che non sente e che delle volte si è permessa di introdursi nella mia vita e di farmi notare delle questioni sulle quali non aveva alcun dominio, e che erano totalmente sbilanciate verso percezioni totalmente fallaci, arroganti, falsate dai suoi ottusi interessi di parte.

         Ma se questa considerazione mi dava come un’ angoscia, perché sapevo che quella persona mi voleva bene a modo suo, invece l’ altra osservazione che mi si svelò mi diede rabbia, per quanto avessi potuto appurare personalmente la assolutamente volontaria e ricercata falsità della figlia… Infatti a lei era venuto immediato di dirmi che la madre non ci fosse. Ripeto, come se mi stesse dicendo “Ma che bella giornata!”. Quello fu subito il suo pensiero diretto per spingermi via più in fretta possibile… Ma non solo… Poi, visto che non me ne andavo all’ istante, non esitò a paventarmi bruciori al muso del mio cagnolino se non lo avessi subito portato altrove, figurandomi la presenza dell’ ortica (come le sarà venuta in mente questa idea?! Come poteva averla già disponibile nel taschino per potermela tirare subito addosso?! È normale una tale prontezza di riflessi nel sibilare inganni?!). È come se mi avesse detto: “Vattene immediatamente altrimenti quell’ esserino al quale tieni tanto si farà male e sarà stata tutta colpa tua, e solo tua… Perché io te l’ ho detto! E tu devi fare quello che ti dico io!”…

         Questa persona era disposta a mettere in mezzo anche false paure circa cosa potesse accadere ad un mio caro pur di spedirmi altrove! E senza il minimo ritegno! Ma non ce l’ ha certa gente una coscienza?!

         In ultimo mi manca solo da chiedermi quale fosse il vero motivo per il quale volesse allontanarmi da quel luogo con tanta urgenza (ed è quasi un sollazzo a figurarmelo, perché colgo la spaventosità delle eventualità che mi si dipanano davanti…). La cosa non è così scontata… Normalmente avrei potuto immaginare che lo facesse per una questione di amore (è chiaro che io non lo chiamerei mai così, ma questo è quello che lei vorrebbe far intendere a tutti, compresa a sé stessa); nel senso che lo abbia fatto per impedire di dare un dolore a sua madre, perché sapeva che il vedermi avrebbe riaperto vecchie ferite che il tempo stava comunque cauterizzando lentamente…

         Ma questa è una mera interpretazione romantica… Perché, seguendo le naturali conseguenze dei presupposti dai quali parte la mia analisi della persona in questione, sarebbe facile ipotizzare scenari ben più inquietanti… Infatti una persona del genere quali immani bugie può aver articolato in mia assenza a quella povera vecchia?! Le potrebbe aver detto qualsiasi cosa attenendosi ai suoi oscuri piani… Le potrebbe aver detto che ha saputo da fonte certa che io non la voglia più vedere… Le potrebbe aver detto che la odio… Le potrebbe aver detto che quel giorno non ero a Roma… Qualsiasi indegna falsità potrebbe aver sputato sul mio conto…

         E credo che per me sia meglio non sapere quale sia la verità acclarata e piena, perché in tal caso non potrei esimermi dal non fare finta di nulla e dal giudicare quella persona con l’ ortica nella testa.

Italia!… In culo!

 

Avete presente la pubblicità autoreferenziale di Italia1, quella in cui ci sono degli idioti che dicono “Italia…” e poi c’ è qualche altro idiota (o lo stesso) che dice “…uno!”… Ma sì!, dai, la conoscete… Ce ne sono così tante!… C’è quello che esce dall’ armadio, dalla bara, dal bagno… Oppure è pieno zeppo di bambini obbligati dai loro genitori a fare stronzate, agghindati in tutti i modi possibili, o si usano anche gli animali e anche per loro vale il medesimo discorso, o ci sono quelli che sparano con le pistole, e ci sono degli accenni più o meno palesi al voyeurismo implicito, a presunte o reali perversioni sessuali, ecc…

Beh, io trovo questi stacchetti delle perfette rappresentazioni di disgregazione dei valori positivi di una società a favore di quella che è la vera volgarità… Ci vorrebbero spingere a mandare anche i nostri filmati… Sì, dai, mandiamo anche noi il nostro film che poi andiamo in televisione e diventiamo famosi (metti che uno ti nota, chi lo sa poi cosa succede)… Ecco un semplice modo per regredire le coscienze umane a quelle di servi schiavi dei bisogni che i loro padroni gli impongono, e soprattutto per farli diventare sempre più ignoranti (che è poi il discorso principale di tutto, perché l’ ignoranza è la volgarità suprema!).

E poi ci mostrano sempre delle merde che sembrano così felici!… Oh, come siete felici a fare le vostre stronzate da ritardati appecorati mediatici! E ci vorreste far credere che il mondo è bello e che va tutto bene così… Che l’ Italia va bene e che non c’ è alcuna crisi (d’ altronde tutta quella gente che fa i vostri spottini è sempre così felice, così intenta a giocare e divertirsi, facendo cose così inutili!)…

Pensate invece se in quei cinque secondi di stoltezza non si dessero cinque secondi a qualcuno per dire una cosa che ritiene davvero importante… Non sarebbe un pochino meglio? Certo la mia è solo un’ idea fittizia, perché è chiaro che anche in tal modo loro selezionerebbero solo i più idioti tra gli idioti, e i più venduti tra i venduti, cioè quelli disposti a fare tutto per due lire (proprio come i partecipanti del grande fratello, o i partecipanti di forum)…

Fattostà che quando vedo quei detestabili stacchetti di Italia1… è più forte di me ribellarmi ad essi dicendo invece di “…uno!”, “…in culo!”. Come a figurarmi che all’ Italia lo stiano mettendo allegramente sempre più nel culo, nonostante molti facciano finta di niente…

 

Italia… in culo!

 

 

 

Tu sei seduto nel buio

Io lavoro nella luce

Non ho consigli da darti

La tua politica ha fatto scuola

Ciambellano del nulla

Avanzo di segreteria

Ma ti ricordi come eri

Quando cercavi una sistemazione

Professionista dell’ amicizia

E dalla comprensione

Sempre meglio di adesso

Dove vai girando con una sciantosa

E non sei niente ma fai di tutto

Per sembrare qualcosa

 

Dimmi come ti va

Come ti senti

E come ti addormenti

Dimmi come ti va

Se c’è qualcosa di cui ti penti

O se va bene tutto così

Così…

Tutto su Luttazzi

 

Mi sono un po’ rotto i coglioni di dover difendere uno le cui trasmissioni mi lasciavano anche un po’ freddino. Ma continuerò a farlo fino a quando ce ne sarà bisogno. Fino a quando quei benpensanti che si dicono a favore della libertà (e mi riferisco a quelli che si credono buoni, non quelli che sanno che sono delle merde, di loro non mi interessa nulla…) non capiranno che il loro ragionamento è illiberale (porco @azzo!).

Di Luttazzi si può dire che è eccessivo, pesante, anche volgare (a seconda dei gusti). Ma non si può dire che non debba avere una sua trasmissione in cui può dire quello che vuole. Innanzitutto per la regola dell’ equità (e già questo taglierebbe la testa al toro). Cioè se esistono persone come Vespa, Ferrara, Sgarbi, Minzolini, Fede, Sposini, Rita Dalla Chiesa, Maria De Filippi, Barbara D’ Urso… che possono fare le “trasmissioni” che fanno… a maggior ragione possono (e devono) esistere quelli come Luttazzi, che tra l’ altro, al contrario di alcuni di questi disprezzabili personaggi, non solo hanno dei pensieri autonomi, ma li dicono pure…

Inoltre Luttazzi si ispira semplicemente ad un modo di fare satira ampiamente riconosciuto e approvato oltreoceano (ma anche nel nostro continente, basterebbe andare in Francia, eh!). Cioè, alla figura del giornalista/opinionista/comico sufficientemente libero dagli intrallazzi dei potenti per metterli alla berlina e, se si sente, di umiliarli… A dei personaggi che sono politicamente scorretti per definizione. Mi viene in mente uno a caso come David Letterman (non sono sicuro che si scriva così ma capirete), che quando gli capita qualcuno sotto, se lo ritiene opportuno, lo prende di petto e lo demolisce, indipendentemente da quanti soldi abbia in banca l’ ospite in questione. E il succitato (che nemmeno è uno stinco di santo) ci va molto più pesante di quanto non abbia mai fatto Luttazzi. E nessuno oserebbe dire “Togliete Letterman perché mi da fastidio”!

E non si era sempre detto (per difendere programmi beceri) che contano solo gli ascolti e che le sorti di un programma le decide solo il pubblico?! Le regole devono valere per tutti (porco @azzo!). Invece per Luttazzi non è così… Se lui fosse americano sarebbe un apprezzato e stimato professionista, o forse sarebbe solo uno dei tanti (perché in quel paese ce ne sono molti come lui, e lui non risalterebbe come nel nostro amato paese retrogrado…).

Ma già so cosa potrà dire qualche benpensante su Luttazzi, perché si finisce sempre lì… E allora affrontiamo l’ argomento… Luttazzi è volgare

Volgare perché? Perché parla di berluscopi? Perché non censura le sue battute sul papa? Perché parla esplicitamente di sesso?

Su berluscopi… Diciamo subito che Luttazzi finì nella lista nera dello psiconano semplicemente per due motivi: aver osato ospitare in una sua trasmissione un giovane giornalista rampante (Marco Travaglio) che aveva il vizietto di voler scrivere nei libri quello che era appurato (come le avventure di uno stalliere mafioso ad Arcore, ecc..); aver fatto della normale satira su berluscopi… E poi si aspettò la scusa della volgarità per cancellargli inopinatamente la trasmissione in Rai (che non gli fu mai restituita)…

Sul papa… Si può dire, facendo satira, che il papa sia un pedofilo? Io penso di sì. Primo perché la satira permette di dire tutto, cioè non ci si deve preoccupare di dire verità assolute. Non è quello il compito della satira. E completamente diverso e molto più grave sarebbe il caso se, in altra sede, (come i telegiornali, ad esempio) si spacciassero per vere delle informazioni che non lo sono affatto (ma il tg di Minzolini non si riesce a chiuderlo, porco @azzo!). Secondo, si dà il caso che una rete inglese ci abbia fatto un intero documentario sull’ esistenza di un documento firmato da Ranzinger (o come si scrive) che invitava la chiesa a tacere circa i casi di pedofilia… E che cosa farebbero coloro che gli sono saltati al collo per aver osato fare delle battutacce sul papa se queste si rivelassero pure veritiere?! Io penso che come minimo dovrebbero andare a baciare il culetto di Luttazzi bene bene (comunque ho fatto solo un esempio circa la pedofilia, e non sono neppure certo che sia stato Luttazzi ad affrontare un argomento del genere)…

E veniamo alla volgarità, la summa delle sue accuse. Luttazzi sarebbe volgare… Perché? Perché parla di sesso esplicito? Innanzi tutto dovreste sapere che Luttazzi è un medico e che quelle che delle volte a voi (ignoranti) sembrano delle battute molto gratuite e totalmente inventate sull’ argomento sono in realtà la pura e semplice verità (e mi viene in mente il caso delle scorreggine vaginali…).

Perché cita troppo le pratiche di accoppiamento? Signore e signori dovete accettare di avere degli organi sessuali nel vostro corpo, che servono a fare… toh!… sesso! Perché vi da così fastidio che si parli di orgasmi, penetrazioni, ecc… Sono forse cose che non avvengono nella realtà di tutti i giorni, ripetutamente, e in ognuno che se lo può permettere?! Ve lo dico io perché vi dà così fastidio… Perché in Italia esiste un’ entità influente che ha molto peso sul vostro pensiero (volente o nolente). E questa entità fa in modo che l’ Italia sia ancorata su posizioni di almeno mezzo secolo fa (mentre la suddetta entità stessa naviga intorno al Medioevo). Questa entità si chiama chiesa cattolica, e nel nostro paese conta più di un presidente del consiglio mafioso (e sarebbe molto divertente se adesso io vi dicessi “Dovreste toccarvi di più” ma non lo farò)…

Perché una volta Luttazzi, rispondendo ad un giornalista che lo attaccava circa la sua volgarità e che gli chiedeva se prima o poi, per provocazione, non sarebbe finito a mangiare escrementi, si fece portare un gelato al cioccolato della forma di uno stronzo ed osò assaggiarne un cucchiaino? Per questo sarebbe volgare?! Ma andate a… cagare (e poi fateci quello che volete con la vostra merda)…

Perché una volta si è immaginato Giuliano Ferrara, immerso in una piscina riempita di piscio, farsi frustare dalla Santanchè e dalla Mussolini?! Vi confesso che in quel momento io l’ ho… amato! Perché l’ immagine che mi ha richiamato alla mente mi ha fatto così stare bene che il solo ravvivarla mi metteva di buonumore, e mi ha fatto riflettere che (nella mia testa) potrà sempre esistere un mondo dove le cose vanno come devono andare (tiè!)…

Signore e signori, vi do questa notizia: la volgarità è soggettiva. È assolutamente soggettiva. Così, se per voi Luttazzi e le bestemmie sono il massimo della volgarità, per me il massimo della volgarità sono le trasmissioni che ci spacciano per vere delle cose che non lo sono, o un mafioso dire che è contro la Mafia (porco @azzo!). Con la semplice differenza che Luttazzi vi basta non vederlo alla tv, cambiando canale (e non frequentando i suoi spettacoli teatrali), e non è in grado di pervertire i pensieri di nessuno visto che piace solo a chi lo condivide, mentre alcune scempiaggini che altri ci impongono purtroppo entrano comunque nella nostra vita quotidiana (passando di solito per il nostro culo, o instillando nella nostra mente delle ambiguità che potrebbero influenzare la nostra opinione generale).

E quando Luttazzi ha concluso il suo intervento a Raiperunanotte non a caso l’ ha fatto spiegando (ai molti che non lo sapevano e ancora non la vogliono capire) il significato della parola satira, rifacendosi ad antichi e saggi testi.

La satira deve essere libera e deve poter prendere per il culo chi vuole e come vuole. Altrimenti non è satira!

In finale può non piacevi Luttazzi. Ma non potrete mai dire che non gli spetta una trasmissione in televisione (per tutti i motivi di cui ho parlato sopra). E se non lo capite vi siete definiti perfettamente per quello che siete e dovreste riflettere di più circa i vostri concetti di libertà.

Parole abusate (parole fottute)

 

La prima parola che ci rubarono fu Democrazia. E così la Democrazia divenne una cosa beffarda e spregevole.

Poco dopo cambiarono il significato di Etica, che divenne una parola mediocre e priva di contenuto.

Poi si presero la parola Libertà. E fu molto colpevole il silenzio di coloro che non dissero nulla e che anzi si sedettero al tavolo con i mafiosi per cercare di prendersi una fetta della torta pure loro (e questi ultimi sono troppo simili a quelli per essere considerati diversi…).

Infine si vorrebbero sgraffignare anche la parola Amore, in modo che la loro opera sia completa, in modo che nulla abbia più senso, in modo che per dire una cosa si dica il contrario e che poi si dica il contrario del contrario, e poi si prosegua a dire il contrario; in modo che, nei loro piani, noi dovremmo impazzire per dare un senso ad una realtà che avrebbe un significato talmente evidente da essere irrisorio…

E così dobbiamo distinguere tra l’ Amore vero e quello che invece è Odio. E tra Odio vero e la rivolta che invece è giusta e sacrosanta.

Ritiriamo fuori la canzone dei Blu Vertigo, Iodio, e odiamo chi ci prende per il culo e vorrebbe annullarci. Ma attenzione!… Non permettiamo loro che il nostro odio ci faccia stare male e che ci consumi (perché è proprio questo che questi assassini vorrebbero!). Noi dobbiamo essere leggeri come una piuma e deridere il nemico con alto sarcasmo… e dando a Cesare quel che è di Cesare (come Luttazzi).

Le smerdate di X-Files

 

Da un po’ mi capita di rivedere con curiosità su cielo quello che all’ epoca fu un vero must per il periodo: X-Files.

Parliamoci chiaro, X-Files è stato credo il primo telefilm che pretendeva di avere un impronta molto realistica (anche se affogata di fantastico) ed ha rappresentato un apripista per la moderna serializzazione televisiva. Da lì in poi sono venuti, se la memoria non mi inganna, ER, poi Law & Order (per qualità nettamente superiore a tutti i prodotti di questa categoria), i vari CSI, Cold Case, Doctor House, e compagnia bella… Insomma è anche un po’ colpa di X-Files se adesso la nostra tv è intasata con tutto questo materiale…

Ma torniamo ai miei ricordi… La domenica lo aspettavo sempre con impazienza e, con mio grande rammarico, non sempre riuscii a vederlo (d’ altronde erano i tempi in cui in certi giorni della settimana in televisione facevano contemporaneamente un sacco di cose interessanti…). E mi rimase sempre la voglia di conoscere le puntate che mi ero perso (comunque non rimpiango di avergli spesso preferito Goal di notte di Michele Plastino)…

X-Files mi piaceva perché era una vera e propria finestra con sbocchi nel fantastico, che stuzzicavano la mia immaginazione già molto sviluppata in tale ambito… Però non tutte le puntate mi piacevano (magari!)! Giusto una metà le giudicavo all’ altezza della loro fama, mentre spesso le altre le valutavo un buco nell’ acqua, o talvolta spazzatura.

E oggi che sono passati tanti anni e che sono diventato un adulto (e non sono più un ragazzo facilmente impressionabile) devo dire che la mia impressione sul prodotto X-Files è molto più severa. Forse semplicemente sono cambiati i tempi, ma a me sembra che ogni puntata non sia altro che il costante annacquamento di una certa idea stravagante che si vuole portare avanti, e i telefilm di oggi mi sembrano molto migliori di quello che fu X-Files.

E poi parliamo dei protagonisti (in fondo è per loro che ho scritto questo post)… Mulder è un tipo che qualcuna potrebbe considerare carino, ma nulla di più. Uno di quelli che se lo guardi in faccia non gli daresti due lire in intelligenza; tra l’ altro uno di quelli che avranno sì e no solo due o tre espressioni facciali differenti, e che tende a prediligere quella di “sembrare che ci sta riflettendo accuratamente perché ha già fiutato qualcosa di losco, ma in realtà ha solo sonno perché la sera prima ha fatto tardi”. Poi Mulder è dotato di un collo bambinesco di quelli rattrappiti e che pure a settantanni e con la barba lunga lo faranno sempre rassomigliare ad un poppante…

Ma il vero scandalo è Scully! Già Mulder non è molto alto, ma in confronto a lei è un gigante (e infatti raramente vengono ripresi insieme, in modo che non risaltino quei venticinque centimetri di differenza che vi sono tra di loro)! Perché Scully, pur sembrando una strafica di altezza media (e secondo qualcuno pure una stanga, per via del suo faccione), è in realtà una mezza nana! Per di più molto esile nella parte superiore del corpo (vicino al rachitismo), con delle tettine invisibili, ossette fragili, ecc… Ma il meglio è concentrato nel suo volto. Infatti la suddetta Scully, oltre ad avere un faccione (nadiarinaldesco) ha un naso con una bella gobba in mezzo, una capigliatura che solo con certe inquadrature può celare la conformazione elefantesca della sua nuca, evidenti segni di maleocclusione alla bocca, la quale è afflitta da cavallinismo… In pratica le cose belle che ha sono la tintura dei capelli e la colorazione degli occhi verdi (e spero che non le abbiano messo delle lenti a contatto), seppure questi non siano affatto dritti, e anzi risultino nettamente storti!

…Insomma una ciofeca di donna! E pensare che per un anno è stata pure eletta la donna più sexy del mondo! E ricordo che un mio amico le sbavava dietro…

Gente! Imparate a farvi le pippe! Nemmeno quelle vi sapete fare!

Togo, Cristiano Ronaldo, berluscopi, il papa

 

Togo squalificato per aver ritirato la squadra dopo che dei terroristi hanno ammazzato alcuni suoi componenti.

Esempio di giustizia sportiva.

 

Il mio nome è Cristiano Ronaldo. E uso quello shampoo che sapete.

Certo, c’ hai la forfora.

 

Un parlamentare positivo alla cocaina.

Sono già state chieste le controanalisi. Impossibile che sia solo uno…

 

berluscopi: fuori dal partito chi commette reati.

Per la serie: Ho la faccia come il culo

 

Il papa: rubare e mentire non è umano.

Infatti. È diabolico.