Elizabeth: L’amore necessario

Continuò a sproloquiare da solo.

«Bikal, non hai neanche una cazzo di donna che ti ama… Non hai nessuno! Neppure un barlume di felicità come fingono di avere gli altri… Ma tu vuoi essere come gli altri, oppure vuoi essere Bikal?! Pensi che sia meglio così come sei?! Adesso venderesti l’anima al diavolo per aver messo al mondo un marmocchio, anche solo per egoismo, anche se sai che non potrai mai fare del bene a quel figlio perché sarebbe abbandonato a sé stesso, come fu per te… Cazzo! Ci deve essere un’uscita! Una via di fuga!… Bikal… tu non ami nessuno?! Come puoi non amare nessuno?! Non si può vivere senza amore… Tutti quanti hanno un amore che li salva… Tutti… Solo io non…»

Poi gli venne in mente Elizabeth. Se la immaginò chiusa e infelice in quel parallelepipedo sotto ghiaccio. E pensò che era sbagliato. Che avevano fregato anche lei. Forse lei era stata fregata anche più di lui, e chissà che le avevano fatto. Provò pena per lei. Si chiese se sarebbe stato capace di amare una donna del genere… Gli venne in mente il suo corpo favoloso. Quel corpo che in chissà quanti avevano calpestato e violato. E gli venne un’erezione…

 

Giochi d’adulti


La ragazzina avrà dodici anni. Esce di casa a mezzanotte. Per parlare al telefono. Non sai che giornata ho avuto!, si atteggia. E io penso: ma che giornata puoi aver avuto a dodici anni?! Educazione fisica più l’interrogazione a sorpresa di Storia?

Si allontana da casa. Non vuol farsi udire dagli altri componenti della sua famiglia, lei. In particolare dalla madre-padrona, che le sta sempre col fiato sul collo. È riuscita a ottenere quella concessione, di uscire a quell’ora tarda, solo perché si recherà al parco proprio sotto casa, dove la madre la fisserà dall’alto non lasciandosela sfuggire neppure un secondo, con la possibilità di intimarle di rientrare subito qualora le sembri di avvistare qualche sconosciuto potenzialmente pericoloso. È già successo. E la bambina ha pensato: oddio che rompi la mamma!

Copia la madre e le sorelle. Anche lei si sente una piccola donna e dunque è naturale che debba avere il fidanzatino. Immagino il ragazzino brufoloso dall’altro lato della cornetta che forse ha appena cominciato a farsi le pippe, o forse neppure quello. Quel modesto ragazzetto che si è voluto mettere con lei, le ha fatto la corte, anche se quella ragazzina è ancora piuttosto immatura fisicamente, tutta magra, senza curve, nodosa e impacciata. Chissà, forse ha visto la madre e le sorelle e deve averne giustamente dedotto che un giorno diverrà bellissima… Ma di solito i ragazzini non hanno mai l’occhio così lungo. Inoltre, quando lei sarà finalmente sbocciata, probabilmente lui sarà già morto e sepolto nel cuore di lei; o forse, ammesso che stiano miracolosamente ancora assieme, sono sicuro che quel bel neo cigno riceverebbe all’improvviso una tale spropositata quantità di sguardi e interessi provenienti dall’altro sesso che sicuramente un giorno le girerebbe la testa e si chiederebbe: ma per quale motivo una strafica come me dovrebbe tenersi al fianco uno sfigato del genere?

Che poi lui è esattamente lo sfigato che mi ero immaginato: mezzo secchione, con gli occhiali, un po’ obeso, con le ossa grandi. Ma figlio di famiglia ricca, quello sì. Ecco perché la madre non le ha come al solito tarpato le ali. Svelato il mistero.

Un giorno li ho incontrati di pomeriggio che uscivano dopo aver fatto i compiti. Lui, invasato dal brivido di accompagnarsi con lei, già per le scale le ha detto in maniera quasi scurrile: dai, dammi un bacio! E lo pretendeva! Lei lo ha guardato perplessa come pensasse: ma questo qui che s’è messo in testa? E il bacio non glielo ha voluto dare nella penombra delle scale; non si è fidata. Che magari quel bambino porcone avrebbe pure allungato le mani. No. Però il bacio, si è sentita obbligata di darglielo al parco. E dopo ha cercato subito di cambiare argomento che sennò quello si metteva in testa strane idee. E il beota non ha capito niente di quel che è successo…

 

Londra in nero (fumetto)


Raccolta di racconti brevi, a fumetti, con tema Londra, con un’accezione particolare verso la morbosità.

Ci sono storie belle e meno belle… Ma il bello di questo tipo di storie è da sempre che si rimarrebbe all’infinito a leggere prodotti del genere, a vedere come ogni artista interpreta il racconto che ci vuol narrare…

 

2 contro 1


Quando da ragazzino andavo a giocare a tennis, capitava sovente che uno del nostro quartetto quel giorno non potesse venire. Allora tutto a monte? Manco per sogno! Gli altri tre giocavano 2 contro 1, a rotazione. E in genere vinceva il singolo, perché i 2 non sfruttavano tutte le potenzialità del doppio e tendevano a distrarsi ed essere più fallosi.

Quando però i 2 non erano in cattiva forma e si mettevano in testa di fare il culo al singolo, non c’era speranza per il singolo. Per quanto si impegnasse non aveva possibilità di vincere…

X-Files – Voglio crederci (film)


Non malaccio questo film tratto dalla celebre serie di culto di fantascienza degli anni 90. Mi aspettavo peggio, e invece…

…Anche se poi, a ben vedere, più che un film, sembra semplicemente una puntata del telefilm di due ore, un po’ più patinata del consueto.

I personaggi li ritroviamo dove li avevamo lasciati [anzi, dove voi li avevate lasciati perché io li avevo abbandonati ben prima che quei due si sposassero e divorziassero… Che forzatura! Quei due sono incompatibili!] e si danno quindi un po’ per scontati. Cioè il film è una diretta propagazione della serie: per cui gli autori non hanno perso minimamente tempo ad approfondire quei ruoli che un fan della serie già deve conoscere a menadito…