Mese: giugno 2017
Frammenti: Irreperibile
DOT: Imprevedibilmente lei! 3
Tra una cosa e l’altra si son fatte le 11. Oggi ho scritto molto sulla tastiera del portatile e Hushy mi ha visto assai indaffarato. Invece lei si è concessa alla scrittura molto poco: lo ha fatto solo su quei suoi quadernini fitti fitti della sua cuneiforme scrittura da donna (ma più disordinata e geniale della media di esse); per il resto, mi sembra che si sia piuttosto imbambolata a guardare il suo monitor, o forse a interrogarsi su chi sono davvero. Mi rendo conto di averla assai trascurata e confusa. Spero che non se la prenda.
Qualche istante fa ho colto alcuni suoi segnali visivi che mi hanno lasciato intuire che non solo si stesse per alzare ma che quasi volesse invitarmi a fare una pausa con lei. Davvero arriverebbe a tanto? Che oggi, tutti i cerchi sospesi tra lei e me, sia stabilito si debbano chiudere? Scongelo le domande che avrei voluto farle già da un pezzo… Sei sposata? Hai dei bambini? Lavori e studi? In cosa ti stai impegnando ultimamente?… Sarebbe bello acquisire queste informazioni quando ormai non me lo sarei più aspettato. In un sol giorno colmare il gap di… quanto sarà trascorso dall’inizio della nostra conoscenza? Un mese? Macché, sarà di più… Però, seppure aveva avuto quel proposito, poi non fa seguire alcuna azione a ciò e rimane buona buona seduta e zitta e immobile davanti a me. Sta attendendo che la inviti io?
Beh, devo andare al gabinetto. Così è il mio turno di togliermi le cuffiette e manifestarle che mi sto per alzare per fare una pausa. In tal caso dovrei forse essere io a convocarla? Spero invece che abbia lei la faccia tosta di unirsi. Nondimeno afferro anche un paio di libri che avevo preso in prestito i quali restituirò cammin facendo. Così lei non può sapere se mi fermerò davvero per un break oppure mi limiterò a restituire quei due volumi. E credo che sia questo che, da ultimo, le dia il colpo di grazia affinché si freni. Io non la invito. Sono troppo depresso per accettare un suo rifiuto, troppo, troppo…
Restituisco i libri, vado in bagno, ne riesco e attendo pure qualche secondo per vedere se per caso lei si sia fatta venir voglia, guarda caso, di qualche dolcetto al distributore. Ma lei non mi ha seguito. Così torno al mio posto con la vescica amabilmente rilassata e la trovo ancora là che fissa un documento scritto con grandi caratteri. Non lo sbricio: primo, perché sarebbe scorretto; secondo, perché, anche volendo, non avrei il guizzo per il colpo d’occhio; terzo, perché mi devo fare i fatti miei; quarto, perché sono miope e non riuscirei a capire che legge, se non disponendomi accanto a lei.
Dopo qualche decina di minuti anche lei fa una pausa. E la nostra avventura odierna finisce praticamente qui.
Oggi ho prodotto un sacco di cose e ho risposto a un mucchio di post. Mi sono dilungato oltremodo e si sono fatte le 12 inoltrate. Raduno la mia roba con calma. Mi piacerebbe salutarla prima di andare… ma pazienza. Stavolta non commetterò nessuna grande o piccola avventatezza. Non le lascerò scritto nessun peregrino “ciao!” da nessuna parte, anche se, confesso, nonostante tutto, sarei tentato di farlo nuovamente…
Quando me ne sto per andare, lei riappare donandomi il regalo di fare a tempo a salutarla. Parrebbe quasi che si fosse appostata da qualche parte per tenermi d’occhio… Ma questo è impossibile, no? Il suo saluto è pacato ma sincero.
Fuori, un vento impetuoso soffia violento e si diverte a farmi finire negli occhi ogni sorta di pulviscolo. C’è molto polline in giro, eppure Hushy non ha quasi mai starnutito, oggi.
Rimozioni #25
Ecco che, come ogni anno, come avviene sempre più spesso, anche stavolta arriva il periodo della SICCITÀ. E tu avresti dovuto aspettartelo, eppure ogni volta ti stupisci. Perché hai la memoria del protagonista di “Memento”. Sei in grado di ricordare solo gli ultimi minuti. Poi ti dimentichi di tutto, giusto o sbagliato che sia.
Le cause del riscaldamento globale, anche se ogni volta compare sempre qualche pseudo scienziato pagato apposta per affermare il contrario, sono arcinote. E sono imputabili all’essere umano. In primis alle industrie, ovviamente. Eppure, anche quest’anno i media faranno passare quest’evento come qualcosa di unico e inevitabile, e si concentreranno tutti sul momento e non sulle cause. E tu continuerai a pensare, coglione come sei, che non è colpa di nessuno.
Non è colpa di nessuno. Non è colpa di nessuno. Dormi, dormi sereno pupetto. Poi un giorno ti sveglierai che forse non avrai più nemmeno l’aria per respirare. Forse un giorno a tuo figlio prenderà una brutta malattia. Ma tu non ti inquietare adesso, e continua a dormire il sonno beato dello stolto. Continua, continua…
Frammenti: Ordini
Pessima RaiNews24
RaiNews24 mi fa schifo, così come tante altre reti all-news che di fatto non informano affatto, fanno solo cronaca, al più.
È una rete volontariamente all’acqua di rose, nata per far finta di informare, senza pestare i piedi a nessuno, e seguendo a bacchetta i diktat più o meno espliciti della Politica.
Così ti spacciano per servizio pubblico fornire la diretta delle immagini di questi centenari delle Istituzioni che magari rilasciano una dichiarazione brevissima senza dire nulla che abbia senso, o magari non fanno neppure quello. Questi tipi di RaiNews24 li seguono con le telecamere come se i politici fossero rockstar all’ultimo grido…
Pensate a tutti gli approfondimenti veri che si potrebbero fare qualora davvero lo si volesse. Ma è evidente che neppure su una rete che sarebbe teoricamente nata per informare queste cose si possano fare. Almeno le repliche di “Report” dovrebbero essere presenti nel palinsesto in maniera fissa, in eterno!
A giudicare dai mezzibusti che si vedono, si direbbe che siano quasi tutti abbastanza giovani (dunque facilmente malleabili, che non si fanno domande). Tutta gente che non fa altro che preoccuparsi di scopiazzare il modo di fare degli altri giornalisti più vecchi. E visto che la maggior parte dei giornalisti sono solo dei servi, ecco che questi giovinastri, senza neppure accorgersene, si ritrovano a esser dei replicanti della peggiore genia giornalistica possibile.
E dire che il responsabile sarebbe un giornalista di lungo corso, anche bravo per certi versi, Antonio Di Bella. Ma, evidentemente, questo tipo è troppo invischiato nel Sistema per esservi manifestamente contro, come un bravo giornalista dovrebbe essere se è davvero tale…
Ciao
L’indovino
Siamo ormai giunti al punto che mi è facile prevedere, basandomi semplicemente sull’aria che c’è in giro, se alcune persone si sentiranno male…
Joseph Roth: La leggenda del santo bevitore
Racconto che fa parte degli ultimi scritti di Roth, da cui è stato tratto il celebre film.
Un clochard alcolizzato cronico riceve un giorno la generosa elargizione di duecento franchi da parte di un benefattore sconosciuto. Il barbone promette di restituire quella somma appena potrà. Ma visto che il suo mecenate si dichiara ricco e non necessitante di alcun rimborso, questi lo invita, se proprio si sentirà e avrà la possibilità di farlo, a offrire la somma alla piccola santa Teresa, in una chiesa della città.
Da allora il beone si imbatterà in dei colpi di fortuna che lo metteranno più volte in condizione di osservare il suo proposito. Sennonché, per un motivo o per l’altro, per sua debolezza spirituale, o eccessivo senso altruistico, o anche sconfinata ingenuità, mancherà più volte l’appuntamento con la restituzione. Finché infine…
Plastica nella catena alimentare
La plastica è entrata nella catena alimentare?!?
Grazia ar ca…! Ogni giorno le industrie ne producono di nuova mettendola in circolo.
È assurdo pensare che poi tutti i consumatori a cui viene rifilata (che non l’hanno mai richiesta!) la riciclino come si deve.
Bisogna intervenire alla fonte. Bisogna impedire che si produca.
La plastica non serve al mondo. Non serve al pianeta.
Serve solo alle industrie.