Montanelli, come me lo ricordo io


Conobbi Montanelli quando era già vecchio. Nel momento in cui in famiglia avanzai timidi entusiasmi per quel che diceva, mio padre mi silenziò dicendomi che Montanelli era un “fascistone”. Allora io guardai con occhi diversi quello che mi sembrava solo un simpatico vecchio e per lungo tempo meditai di approfondire meglio la sua conoscenza…

Ma a quei tempi internet era appena nato (e comunque non era inondato di filmati televisivi di tutte le epoche) e neppure esisteva la preziosa RaiStoria. Così, per farmi un’idea sul personaggio, non mi rimase che scandagliare con lungimiranza ogni frase che Montanelli avesse detto.

Per un bel po’ me lo studiai accuratamente per quanto ne ero in grado alla mia giovane età… Poi dovetti convenire che, se pure un tempo Montanelli era stato un gran “fascistone”, almeno su molte cose si palesava come un vecchio, se non proprio accorto, perlomeno assennato o di buonsenso. Infatti la pensavamo spesso allo stesso modo. E di certo non ero stato io a suggerirgli cosa dire… Certo io non mi sarei mai turato il naso per votare DC, però lo rispettavo lo stesso. E ben presto i punti di contatto tra me e lui si moltiplicarono nel momento in cui… vennero i tempi dell’invereconda discesa in politica di berlusconi!

Tutti si attendevano che Montanelli si mostrasse dalla parte del pregiudicato piduista, così come aveva fatto subito la Destra, tutta quella Destra giustizialista che a parole dichiarava un atteggiamento di massimale severità contro la corruzione e quant’altro (Craxi), ma che in pratica decideva bellamente di soprassedere su chi realmente fosse e rappresentasse Berlusconi (e qui potrei andare avanti per secoli e secoli solo parlando del famoso piduista che ebbe Mangano come stalliere, ma il sol pensiero mi nausea e comunque esula dall’argomento di questo post).

Se non erro, l’atteggiamento di Montanelli verso berlusconi fu dapprima molto cauto, molto più di quanto ci si aspettasse, per poi prendere sempre più le distanze da lui; e infine ammettere che in definitiva non aveva nulla in comune con quell’individuo (tanto che addirittura un giorno Berlusconi arrivò al capolavoro di dargli del comunista!, e sto ancora ridendo di questo, perché tutti quelli che non la pensavano come lui, lui li tacciava di sperticato comunismo!).

Il fatto era che Montanelli ebbe modo di conoscere bene Berlusconi, anzi benissimo. E lo inquadrò perfettamente. Per anni non si lamentò di averlo avuto come editore, perché si sentì libero di scrivere quel che voleva, che era quello che più gli premeva. Ma quando Berlusconi “scese in politica”, Montanelli, sapendo come andassero le cose in certi contesti, si mostrò prudente e avanzò come detto delle velate perplessità. Al punto, qualche tempo dopo, di arrivare a lasciare quel giornale che aveva fondato per realizzarne un altro più indipendente e con meno pressioni. Montanelli disse del piduista che era uno che imbrogliava pure quando faceva il solitario…

Insomma alla fine, ai miei occhi, Montanelli, quel Montanelli che conobbi io, non si dimostrò mai realmente fascista seppure più volte mi sforzai di vedercelo (magari uomo di destra sì, ma propriamente fascista no). E non perché andasse contro berlusconi. Non ero così superficiale da affermare che se uno andava contro berlusconi allora era comunista. Infatti Montanelli rimaneva un uomo di destra, a sua detta. Un po’ come fu poi per Travaglio, che se non erro “nacque” proprio sotto l’ala di Montanelli e anche lui di certo apparteneva ad ambienti conservatori. Se poi oggi Travaglio qualcuno lo vuol considerare di sinistra solo perché, al contrario di tanti altri, non ha peli sulla lingua e ama castigare a parole i corrotti e i bugiardi, fate pure, ma vi sbagliate di grosso perché Travaglio pensa ed è un uomo di destra, anche se uno dei pochi uomini di destra intellettualmente onesti e per questo stimabili che conosco.

Il Montanelli giovane lo conobbi solo molto tempo dopo essermi fatto la mia opinione favorevole su di lui. E invero devo ammettere che il Montanelli giovane mi parve tutt’altra persona rispetto al Montanelli vecchio. Nei suoi occhi c’era una luce diversa, che metteva quasi paura. Il Montanelli giovane era fascista, un fascista vero, uno che andò fino in fondo a tante faccende, compresa quella eclatante di prender come moglie una ragazzina africana, nell’ottica della scellerata idea dell’Italia colonialista che errava per il mondo a prendersi quel che le spettava…

Su quella vicenda più volte gliene venne chiesto conto e Montanelli dichiarò candidamente che, per prima cosa erano altri tempi, e poi che secondo la cultura di quei “selvaggi” era normale che una ragazzina potesse finire sposa a un uomo molto più maturo. Chiaramente quelle argomentazioni gridano ancor oggi vendetta, comunque non ho modo di sapere che tipo di “marito” fu Montanelli per quella ragazzina, né fin dove si spinse credendo ciecamente nelle stolte e distorte dottrine del tempo… Questo solo Montanelli stesso lo sa e solo la sua coscienza conosce a fondo la verità di quella storia… A ogni modo ho sentito dire che Montanelli a un certo punto si liberò di quella ragazza “donandola” a un altro italiano che aveva messo su un harem…

Il Montanelli giovane era quello dei maglioni alti a tutto collo che dopo la guerra si prestava a partecipare ai pubblici dibattiti, nei quali lui, anche se all’inizio partiva bene, ben presto emergeva sempre per il fascista che era, e la differenza tra lui e gli altri opinionisti era sempre marcata, molto marcata. Era come se Montanelli non resisteva a dipingersi come tutti lo vedevano. Ben presto gettava la maschera e diceva quello che la gente pensava che lui avrebbe detto (sia quelli di destra che quelli di sinistra).

Il Montanelli giovane (o comunque “non vecchio”) era indifendibilmente un fascista, come detto. Ma chiariamo un concetto: Montanelli aderì ferventemente al Fascismo dapprincipio. Per poi in seguito prenderne le distanze, tanto da essere incarcerato dal Regime per le sue opinioni e azioni. Dunque non appartenne mai totalmente a quella categoria di Fascisti indifferibilmente criminali dei quali penso che avrebbero dovuto essere interamente sterminati a guerra finita (altro che pacificazione!) dopo tutti i crimini ignominiosi che avevano commesso…

L’unico tratto comune che ebbi modo di riscontrare tra il Montanelli giovane e quello vecchio fu il pessimismo di fondo circa la corruzione in Italia e di conseguenza dell’italiano. In quello, il vecchio Montanelli si dimostrò ai miei occhi uguale a quello giovane.

Gli ultimi ricordi che ho di Montanelli sono di lui ancora più vecchio e stanco, ormai debilitato dalla vecchiaia, sempre più magro, sempre più con gli occhi infossati delle orbite gonfie, con quegli occhi sempre più grigi: un uomo che forse, in fin di vita, si riabilitò dell’uomo imperfetto che un tempo era stato.

Elizabeth: Non pensarla più


Certo, Bikal si rendeva conto che delle volte la sua mente tendeva a essere un poco schizofrenica e dare per scontato delle verità che erano solo il frutto di sue affrettate conclusioni psicotiche (anche lo psicologo glielo aveva detto). Però sapeva che doveva allontanarlesi prima che lei l’avesse preso troppo. Gli era già successo alcuni anni fa allorquando si era innamorato di Miriam… Non aveva più saputo resistere al pensiero dei suoi occhioni sgranati e delle sue manine delicate, e allora se l’era sognata per giorni, e aveva smesso di mangiare, poi di dormire, poi di essere sereno. Infine aveva capito che non avrebbe potuto vivere senza di lei… Peccato che lei non la pensasse così e gli si fosse rivelata, dopo innumerevoli tentativi di camuffamenti e patimenti, la puttanella che era…

 

Il mal di gola


Quell’uomo anziano andava al parco col cane e ci rimaneva almeno un’ora, tutto contento di respirare “l’aria buona”. Poi però si accorse che sovente, nell’aria che respirava al parco, c’era della puzza di bruciato, che alla lunga gli dava problemi causandogli un senso di malessere generalizzato che poi ci voleva del tempo affinché andasse via.

Lo stupido uomo, ci impiegò mesi interi prima di mettere in relazione la puzza di bruciato col malessere susseguente. Il giorno che riuscì a fare due più due gli dovette accadere di ritrovarsi proprio di fronte al rogo per fare quella scoperta. Il rogo era nella proprietà privata limitrofa al parco. Lì poté osservare un signore che faceva bruciare le foglie morte cadute sul suo terreno.

L’anziano fu preso dall’impeto e per una volta protestò veementemente contro quel signore. Il quale, rimanendo muto, spense subito il suo fuoco con dell’acqua.

Così l’anziano signore con il cane continuò a recarsi felicemente al parco con il cane. E non riuscì mai a capire che quel leggero mal di gola che gli veniva dopo che era stato al parco non era da attribuirsi alle correnti d’aria, bensì derivava dal fumo di quel signore il quale aveva spostato il falò di diversi metri dal parco e in più ne aveva mitigato di molto l’intensità rispetto a prima.

Così l’anziano signore continuò a essere avvelenato, anche se in maniera meno evidente di prima (più subdola), senza che se ne rendesse minimamente conto. E un giorno gli venne riscontrato un tumore. E i dottori dissero che era vecchio, per cui era normale.

 

ERRI DE LUCA è dalla parte della Ragione


Vi dimostro logicamente perché ERRI DE LUCA non è colpevole del reato che gli viene contestato (cioè incitamento al sabotaggio o simili).

Supponiamo che ERRI DE LUCA viva in un paese fascista in cui un dittatore umorale disponga della vita delle persone come desideri. Supponiamo che allora ERRI DE LUCA affermi: questo è un paese fascista, con un dittatore fascista come capo, per questo bisogna ribellarsi.

Che cosa accadrebbe? Che il dittatore fascista farebbe incriminare ERRI DE LUCA e lo spedirebbe in galera (come minimo). Quindi ERRI DE LUCA finirebbe in galera pur avendo affermato una verità e pur avendo incitato a qualcosa di legittimo (che ci mancherebbe che si debbano tollerare anche i dittatori fascisti), vero?

Quindi ERRI DE LUCA finirebbe in galere pur non meritando di finirci, giusto? Giusto.

Ora supponiamo che ERRI DE LUCA abbia davvero incitato a sabotare la TAV (e bisognerebbe vedere se e in che misura sia proprio così, comunque facciamo questa supposizione)… Come vi ho appena dimostrato con l’esempio precedente, affinché ERRI DE LUCA meriti davvero di finire in galera, non bisogna semplicemente stabilire se abbia davvero fatto quella affermazione e cosa essa comporti nel concreto, bensì è fondamentale stabilire se ERRI DE LUCA abbia ragione o meno a ribellarsi alla TAV e a ciò che essa rappresenta. È questo il punto nodale! Perché vi ho appena dimostrato che se uno dice qualcosa di vero non deve mai finire in galera. Se ci finisce, è stato compiuto un abuso verso lui. Inoltre, per certe cose, oltre che comprensibile, è lecito e doveroso ribellarsi! E si dà il caso che molta gente si ribelli giustamente a quello che la TAV sta facendo, vuol fare e rappresenti.

Signore e signori della giuria, per quale motivo la TAV in Italia costa il doppio o il triplo (se non di più) che negli altri paesi? Non è evidente che qualcuno ci mangi sopra?!? Secondo voi la mafia c’entra o non c’entra con questa cosa? Ma secondo voi, perché tutte quelle persone si oppongono con tutta quella ostinazione al proseguimento dei lavori della TAV? Per partito preso? Perché sono scemi? Per il gusto di prendersi le manganellate? Oppure hanno elementi concreti per aver deciso di ribellarsi, per dire che questa opera pubblica, oltre che prospettarsi come un palese scempio naturalistico, ha lo scopo principale di far affluire forti quantità di denari nelle tasche di certi mascalzoni (i soliti che non li mettono ancora dietro le sbarre)?

Perché mai, se tutto ciò è così evidente, si dovrebbe incriminare uno scrittore il quale, avendo una coscienza sociale, è come se si sia limitato a trarre delle conseguenze (cioè: se la TAV è ingiusta, allora ci si deve ribellare a essa) mentre si lasciano in libertà mascalzoni patentati che saranno sempre più mascalzoni di quanto ERRI DE LUCA potrà aspirare a essere seppure un giorno volesse passare dall’altra parte della barricata impegnandosi con tutto se stesso a diventare un corrotto al massimo delle sue possibilità?

ERRI DE LUCA non ha incitato a prendere i forconi contro gli immigrati, o a sparare su di essi con i fucili. Questo sarebbe criminale e gravissimo, se fosse avvenuto, non è vero? Ma ERRI DE LUCA non l’ha mai fatto. L’hanno invece fatto i leghisti, ripetutamente, senza patirne alcuna grave conseguenza. Come la mettiamo? Questo lo vogliamo dire? I leghisti dovrebbero finire in galera, perché loro non hanno ragione ad aver fatto quelle affermazioni. E poi vi ricordo che berlusconi, con tutto quel che ha combinato, non ha ancora scontato un solo giorno di carcere in questo paese civilissimo in cui viviamo. C’è altro da dire?

L’opinione va castigata solo quando è un’opinione sbagliata. Ed ERRI DE LUCA può essere condannato se e solo se il giudice afferma che la TAV è insindacabilmente giusta. Ma se un giudice lo fa, noi sappiamo che non è vero.

LA GIUSTIZIA È UGUALE PER TUTTI GLI ANIMALI.

MA I MAIALI SONO PIÙ UGULAI DEGLI ALTRI ANIMALI.

(citazione più o meno a memoria)

Insomma, è ridicolo che ERRI DE LUCA debba anche solo difendersi da questa accusa assurda. E dicendo questo sto esercitando il mio inalienabile diritto ad esprimere la mia opinione, anche se qualcuno potrebbe comunque incriminarmi per qualcosa, per intimidirmi, vero?

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Philip Roth: Indignazione


L’indignazione del titolo si vuole riferire, tra le altre cose, a quel momento della giovinezza in cui si è arrabbiati con gli adulti e ci si oppone loro.

Tutto nasce nel momento in cui il figlio di un macellaio si ritrova con un padre che di punto in bianco diventa ossessivamente preoccupato della sua salute. Tali asfissianti premure lo costringono ad andare a studiare nel posto più lontano possibile da casa che possa raggiungere.

Da qui incomincia una vita nuova, una vita in cui deve dividere una stanza con altri ragazzi non sempre propensi alla civiltà. Una vita in cui deve studiare sodo e lavorare per mantenersi. Una vita nella quale sopratutto viene a contatto con una ragazza molto particolare, di cui si innamora. Una ragazza che, anche se sembra forte e sicura di sé e più intelligente della media e molto intrigante, nasconde un passato (e un presente) di estrema fragilità… È questa la parte della storia che mi ha interessato di più.

Molto bella è anche la ragnatela sentimentale che l’autore tesse intorno al protagonista, in particolare con i suoi genitori…

Finale (c’è bisogno che ve lo dica, trattandosi di Roth?) con svariati morti.

L’unico appunto che posso fare a questo romanzo è quello che mi sarebbe piaciuto leggere molto di più di quella ragazza così speciale e fragile…