La Mafia ringrazia lo Stato, sempre!

La mafia dice sempre ai commessi dei loro negozi di non fare lo scontrino. Perché? Perché gli conviene molto più così! Infatti affinché venga ritirata una licenza si devono verificare condizioni talmente improbabili che è quasi impossibile che una licenza venga ritirata per questo motivo (e non parliamo di finire in galera!).
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“Nei casi di mancata emissione dello scontrino o della ricevuta sono previste delle sanzioni amministrative a carico dell’esercente e non più nei riguardi dei clienti.
In particolare, chi si rende responsabile di questa forma di evasione è soggetto ad una sanzione pecuniaria ed alla sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività – per un periodo da tre giorni ad un mese – qualora siano stati violati gli obblighi di emissione di ricevuta fiscale o scontrino per quattro volte in un quinquennio.”
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A questo punto questa cosa può essere spiegata solo in due modi.
O il legislatore si è “sbagliato”.
Oppure no, lo ha fatto apposta.
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Ipotesi 1: si è sbagliato.
C’è bisogno che glielo dica io al legislatore che si è “sbagliato”?! Ma che forse il legislatore è più stupido di me? E come mai il suo errore nessuno lo corregge?
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Ipotesi 2: lo ha fatto apposta.
Nessuno lo corregge perché in realtà il legislatore è molto intelligente, molto più di me. E non ha commesso nessun errore. No, lui lo ha fatto scientemente di favorire la mafia. Lui non vuole fare la lotta all’evasione. Lui fa solo finta di farla.
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In entrambi i casi voi capite che se fossimo in un paese mediamente normale, la gente andrebbe lì e manifesterebbe che è molto, molto incazzata e che non ci sta più…
Ma noi siamo in Italia, e la metà delle persone almeno sono evasori fiscali o hanno perlomeno qualche scheletro nell’armadio, nevvero bastardi?

Inammissibile Giuseppe Cruciani (devi soffrire tanto tanto)

Uno che ammette che su molti argomenti è ignorante… però è sempre lì a sputare sentenze sbandierando la sua pseudo logica, che non sta né in cielo né in terra.
Tra le tante cazzate (impossibile tenere una lista aggiornata di esse, nemmeno ci provo), afferma:
1 per lui è giusto che gli animali vengano uccisi per sport, e anche per divertimento (!!!!!)
2 però non si può dare un calcio a un cane perché la legge dice che non si può fare (non per altri motivi!)
Giuseppe Cruciani, dopo aver ripetutamente provocato i vegani e avendo subito le loro giuste rimostranze, per spregio, ha anche scritto un libro “I fasciovegani” (editore “La nave di Teseo” di Elisabetta Sgarbi) in pratica sostenendo, lui, che i vegani hanno modi di pensare fascisti! Capito? Lui che dice a loro che sono fascisti! Il colmo. Mi chiedo quando accadrà che avrà la faccia tosta di sostenere che i partigiani erano fascisti anche loro, perché ammazzavano le persone (non so, forse potrebbe averlo già detto)…
Giuseppe Cruciani è la perfetta estrinsecazione di una tautologia (Giuseppe Cruciani vatti a cercare cosa vuol dire “tautologia”, che sono certo che non lo sai) a cui tengo molto:
LA DEMOCRAZIA NON PUÒ VOLER DIRE FAR PARLARE TUTTI, COMPRESI GLI IDIOTI, I FASCISTI, GLI IPOCRITI, I MENZOGNERI: LA DEMOCRAZIA DEVE VOLER DIRE FAR EMERGERE LA VERITÀ. COSA CHE NON PUÒ ACCADERE SE A QUESTO PERSONAGGIO SI PERMETTE DI SPARLARE DI TUTTO QUELLO CHE GLI PASSA PER LA TESTA.
Però attenzione a non fare il suo gioco… Scanzi lo aveva inquadrato bene in questo articolo:
Alcune cose da fare ora:
1 NON ACQUISTARE NESSUN LIBRO DELL’EDITORE CHE HA VOLUTO PUBBLICARE IL SUO LIBRO (E PER GLI AUTORI CHE HANNO GIÀ PUBBLICATO PER QUESTO EDITORE, SE SONO SERI E HANNO UNA MINIMA COSCIENZA SOCIALE, SE NE VADANO A PUBBLICARE ALTROVE)
2 SE LO INCONTRATE, FATEGLI CAPIRE SENZA OMBRA DI DUBBIO CHE NON SIETE D’ACCORDO CON LUI (MA ATTENZIONE, LEGGETE BENE L’ARTICOLO DI SCANZI, NON FATE IL SUO GIOCO, PERCHÈ LUI NON VEDE L’ORA DI POTER PASSARE PER QUELLO CHE SI BATTE PER LA LIBERTÀ E SUBISCE AGGRESSIONI INGIUSTE)
3 POTETE AUGURARGLI LA MORTE E, SE AVETE L’USANZA DI PREGARE, PREGATE PER LA SUA MORTE TRA ATROCI SOFFERENZE, COME QUELLE DEGLI ANIMALI CHE, FOSSE PER LUI, SAREBBE GIUSTO AMMAZZARE PER SOLLAZZO.

Automobile con telecamera posteriore di 180 gradi (si può?!)

Oh, ma come funziona la storia della privacy in questo paese di merda? Se io, privato e ossequioso delle leggi cittadino, metto delle telecamere a casa mia, queste devono puntare verso il basso nei pressi della mia porta di casa e delle mie finestre, nevvero? Se però sono un commerciante, o addirittura lo Stato in persona, allora le telecamere me le metto come mi pare… Se poi mi compro l’automobile con la telecamera interculer allora posso invadere la privacy degli altri come se niente fosse…?
Qui c’è qualcosa che non torna.
In Italia non esiste nessuna parità. E la legge non è uguale per tutti.

Ipocrisia sulla Frank

Ci sarebbero moltissime cose da dire. Ma io non ho tempo di farlo, anche perché le ho dette già tantissime volte a profusione. Così mi limito a dire il minimo indispensabile…
IPOCRISIA. È la parola principale che mi viene in mente circa il caso mediatico montato ad arte per la vicenda della Frank con la maglietta della Roma. Premesso che considero idioti tutti coloro che vanno allo stadio a vedere una partita di calcio regalando soldi a presidenti di quelle squadre i quali spesso sono persone molto corrotte, premesso pure che i cosiddetti ultrà li considero quindi degli idioti al quadrato, e se fascisti, fecce umane non meritevoli di esistere… Premesso questo… Se davvero è così grave quello che hanno fatto, tanto che si è sentito di parlarne anche il presidente della repubblica, perché non gli fate qualcosa a queste merde? Alcuni di questi soggetti sono stati già processati per cori antisemiti. Ma non sono stati condannati. Allora questo vuol dire che questo è un paese molto ipocrita, che a parole condanna l’inciviltà, ma nella pratica la lascia impunita, permette che prolifici (e non può essere un caso, se ciò accade). Questo è un paese in cui il più pulito c’ha la rogna, tra l’altro.
Adesso hanno trovato alcuni di quegli ultrà… Saprete cosa accadrà? Al massimo verrà sancito qualche daspo (cioè non gli si permetterà di accedere allo stadio! Ma non è che se metti la polvere sotto il tappeto la polvere non c’è più, l’hai solo nascosta). Ma neppure è certo. Forse, una volta che il caso mediatico sarà scemato, non succederà neppure quello.
Per quanto riguarda la società sportiva Lazio, è ovvio che non c’entri niente. Che colpa può avere se la magistratura e la polizia (e sopra di esse, la politica) non gli tolgono dalle palle quella feccia fascista?
Questo è il paese in cui berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale, non ha fatto neppure un giorno di galera: gli hanno dato i servizi sociali! A lui! Mentre i servizi sociali non li danno a uno che per fame ruba in un supermercato (magari appartenente a mafiosi).
Si parla a iosa di questa vicenda (in questa maniera ipocrita che non risolverà assolutamente niente) mentre si omettono fatti anche più gravi… Perché dovete rimanere ignoranti. Vi ficcano la testa nel calderone così non pensate che forse è tutto sbagliato. E quel tutto l’hanno creato loro, quelli che stanno sopra. Non l’ho creato io.

L’ora del diavolo

Delle volte mi accade di svegliarmi nel cuore della notte, cioè verso le tre, con il cuore in gola. In genere ciò è cagionato dalla scarsa circolazione dell’aria la quale, essendosi esaurita, mi procura un crescente senso di soffocamento. Allora sono costretto ad alzarmi per andare ad aprire una finestra. Difatti, se non facessi così, finirei per sprofondare in languidi sopori sfibranti che mi regalerebbero spossatezza ed emicrania per tutto il giorno successivo.

Una volta ho letto in una rivista che parlava di Medioevo come le tre di notte fossero considerate per antonomasia l’ora del Diavolo. Perché le tre e non le sei?, si domanderebbe qualcuno. È presto detto: perché il Diavolo, per beffarsi della Trinità, sceglie di palesarsi proprio alle tre, come a suggerire “vedi come è forte il mio potere, se appaio alle tre e non alle sei?”. Così intimorisce i cuori pavidi, il Diavolo… Ma Diavolo o non Diavolo, a me succede di svegliarmi proprio alle tre, e in tali occasioni ho avuto modo di notare stranissime circostanze che non mi sarei mai creduto.

E cioè che vi siano un mucchio di miei vicini che a quell’ora non dormono e tengono le luci accese. Ce n’è uno che sembra abbia paura del buio perché nella sua stanza si può rinvenire provenire luce elettrica dal tramonto all’alba. C’è altra gente che invece una luce l’accende prestissimo, come fossero fornai che devono alzarsi presto per impastare il pane.

L’altro giorno ho scoperto che uno dei miei vicini più prossimi tiene puntata su di me una strana lucetta per gran parte della notte, una strana luce che non permette di stabilire con esattezza da quale aggeggio provenga: potrebbe benissimo essere annessa a una specie di telecamera…

Poi, ci sono quegli altri che quando passo davanti a una loro finestra, o meglio a una mia finestra che si affaccia sulle loro finestre, fanno in maniera di spegnere immediatamente la luce, evidentemente perché mi hanno percepito perfettamente, e all’istante!, altrimenti quelle loro fulminee azioni di spegnimento non si spiegherebbero…

Strane cose accadono quando teoricamente la gente dovrebbe pensare ai fatti propri e dormire… Ma che cazzo fa la gente di notte, perché non dorme, e perché stanno sempre a guardarmi come non avessero niente altro da fare, come questa fosse la migliore attività che possano svolgere per dare un senso alle loro altrimenti pallide esistenze?!

Referendum in Lombardia

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DOT: Una delle tante

Un venerdì.
Pochissima gente. Tutti in vacanza. Però oggi in biblioteca ho rivisto una moretta non male che mi si è piazzata davanti a sforzarsi di studiare. È di quel tipo di ragazze basse, ma molto formose, con i seni a pera che si disegnano di tutto punto sulla maglietta.
Indossa sandali che le lasciano vedere i bei piedi. Il resto neppure me lo ricordo bene. Ma la cosa che la caratterizza maggiormente e che la rende unica, e fa pensare di lei chissà cosa, facendola sembrare molto meglio di quel che è, è il suo taglio di capelli. Ha i capelli lisci e neri, quasi a caschetto, con però delle punte spioventi verso il basso (tipo i miei, ma i suoi sono lisci sul serio), il che le dona un’aria molto promettente da sensuale personcina di sesso femminile assai stuzzicante. Ma credo che questa sia solo un’impressione del tutto contrastante con la sua realtà poiché, tolto quello, sarebbe una ragazza esattamente come tante, e magari anche piuttosto banalotta e sonnolenta: nel senso che fa venire sonno.
Ha gli occhiali (ma non si notano molto) e sembra pure una tipa piuttosto sobria, che passerà il resto della sua giornata/vita a fare la muffa sui libri. Mentre poi, invece, è elementare rendersi conto che non sia affatto così. Infatti, dopo aver posizionato disordinatamente i libri sul tavolo, si alza concedendosi una pausa bella lunga, anche di un’ora abbondante forse. E quando si risiede è ossessionata dal cellulare, il quale sorveglia spessissimo. E se per caso le arriva una chiamata o un sms, non perde occasione per replicare subito attaccandosi con tutta se stessa a quella richiesta di attenzione, mandando a cagare lo studio, di cui in realtà non le preme nulla. Così, quando me ne andrò, dopo essere stato quattro ore seduto lì, non sono sicuro che sia andata avanti di una sola pagina su quel suo vetusto libro di testo del cazzo.
Per completare il quadro della sua descrizione, aggiungo dei suoi seni, di cui ho già accennato, che sono molli come budini, e ha un sedere piatto che non è poi questo granché. Benché sia pacifico che d’estate basti che una ragazza si spogli leggermente per sembrare attraente o foriera di inenarrabili desideri…
Ha comunque il pregio della discrezione. Mai una volta che mi guardi o che mi dia fastidio. Tuttavia suppongo poiché troppo presa dalla sua convenzionale egocentricità, e non per altro.

Senso comune

Trovo pessimo questo programma di RAI3. In teoria dovrebbe essere qualcosa di positivo, perché si dà l’opportunità alla gente comune di parlare esprimendo delle opinioni in libertà apparentemente senza filtro. Ma non è affatto così, nel senso che quello a cui ci fanno assistere non è certo uno spaccato credibile della società, ma solo di alcuni segmenti di essa, da parte di coloro i quali farebbero di tutto per stare in televisione (cioè, quelli come me, che la pensano in maniera diametralmente diversa dagli ignoranti che parlano, non andrebbero mai in televisione per puro desiderio di fama, come avviene invece per gli idioti di questa trasmissione).
Gli ideatori hanno cercato di fare una specie di “Uomini e donne” meno volgare ma ugualmente popolaresco. Il problema però è che, quando questi popolani parlano, anche se dicono una cosa giusta, hanno comunque sempre torto. Perché sono persone becere nell’anima, anche quando non lo appaiono in modo evidente. D’altronde li hanno presi proprio per quello.

1 SU 6 MUORE PER L’INQUINAMENTO!

Sveglia, popolo di indolenti coglioni!

In Italia il tasso di mortalità negli ultimi anni è aumentato!

A Torino le polveri sottili sono il doppio del limite di guardia, e Torino è attualmente la città europea con l’aria peggiore!

Roma è invasa di puzze di bruciato, ed è la capitale europea con l’aria peggiore!

Sveglia, popolo di indolenti coglioni!

Che cosa aspettate a scendere in piazza per questo?!

Fatelo finché ancora siete vivi! Dopo non potrete più farlo, coglioni!

Sogno #98: Messaggi in segreteria

1.
Erano passati molti anni. La congiura non esisteva più. In qualche modo lui l’aveva sconfitta. O forse sarebbe più corretto affermare disinnescata. Infatti era riuscito a far sì che essa, semplicemente, perdesse d’interesse per lui, probabilmente focalizzandosi su qualche altro disgraziato, poiché essa necessitava sempre di nuova gente da fagocitare nei suoi oscuri ingranaggi, gente che doveva spezzarsi sotto il peso di quell’angoscia tanto insopportabile e insostenibile.
Nemesis ne era uscito. Anche se questo non voleva dire che era riuscito a prendersi la sua vendetta, o che i congiuranti e i loro obnubilati scopi fossero stati estirpati una volta per tutte.
Nemesis si era contentato di fuggire. Per sopravvivere, aveva trovato questo compromesso. E la congiura non era più un suo problema. In verità, qualche volta, a immaginarsi i poveracci ai quali ora toccava quel destino che una volta era stato il suo, si angustiava assai; e allora si sentiva un vigliacco, per essersi estraniato dalla lotta. Tuttavia, questo, era un pensiero fugace che gli baluginava solo saltuariamente nella mente, perché in definitiva, quel suo scantonamento, non solo se lo era costruito passo dopo passo con molta difficoltà, ma indubbiamente se lo era meritato. Chi, se non lui, si meritava di vivere il resto della propria esistenza in totale pace, fosse stata pure una pace piatta, talmente pregna di noia da accompagnarlo fino alla fine dei suoi giorni?
2.
Così Nemesis non sapeva più nulla dell’ignobile complotto compiuto ai suoi danni; come pure di coloro i quali erano stati sicuri partecipanti a esso. Non sapeva più nulla di Occhi di Serpente e di Mr Pera, né dell’Elfa Kitty, o dell’Uomo Nero. Erano tutti scomparsi; si erano celati al suo sguardo, ma sopratutto si era celato lui al loro. Solo il fato delle due spie a lui più vicine gli riverberava in verità ogni tanto nell’anima con una punta di godimento. Infatti nel loro caso focalizzava con divertimento il triste (ma non per lui) destino avuto dalle due spregevoli donne conniventi. Rammentava con giubilo di come quel giorno aveva letto sul giornale della smilza, trovata brutalmente ammazzata all’interno di una discarica di rifiuti. La sua salma aveva rischiato seriamente di essere triturata e bruciata come solitamente accadeva per tutti i rifiuti in loco. Solo la solerzia di un operatore ecologico aveva salvato le sue spoglie da quella fine atroce. Cosicché i parenti del suo paese riuscirono a farsi restituire il corpo per celebrare un rispettoso funerale ecclesiastico in cui venne elogiata come fosse stata una povera martire santa.
La polizia aveva indagato sulla sua coinquilina. Ma della cicciona si scoprì che si erano parimente perse le tracce. Essa era diventata quindi la principale indiziata di quel truce delitto. Solo molti mesi dopo venne ritrovata anch’essa, e si scoprì che forse aveva avuto una fine ben peggiore della sua amica e collega. Ma a dire la verità fu trovata dapprincipio solamente una delle sue gambone, per la precisione dal ginocchio in giù, fino al piede, nel fiume della città nella quale lei risiedeva. Quando il fiume fu dragato, vennero ritrovati gli altri suoi ributtanti pezzi, i quali invero per la maggior parte erano stati ampiamente rosi da ghiotti ratti che, trovandosi di fronte a tanto ben di dio, dovevano aver banchettato prelibatamente per mesi.
Così anche la cicciona era stata rinvenuta e la polizia stabilì che probabilmente chi l’aveva uccisa doveva aver fatto fuori anche la sua amica smilza. Nemesis trasaliva di gioia quando pensava che entrambe avessero avuto la sorte che meritavano. Fu molto contento che la polizia non pensò a lui come responsabile dei delitti. D’altronde era da tempo che con le due non aveva più avuto alcun tipo di rapporto…
3.
Pertanto la congiura non esisteva più, o almeno non dava più incomodo a lui, il quale comunque ne era rimasto fortemente segnato e conduceva ormai una vita assolutamente riservata, occultata alla vista di tutti. Si era trovato il quartiere meno popoloso della città e di esso aveva scelto di abitare nell’edificio ancor meno frequentato. Usciva di casa prevalentemente con il buio, quando la probabilità che incorresse in altre persone era più bassa. Se per caso gli bussavano alla porta (eventualità che non si verificava da lustri, l’ultima volta era stato un venditore di enciclopedie porta a porta di Geova), lui non solo non rispondeva, ma neppure guardava dallo spioncino, per non correre il rischio di rimanere turbato da ciò che avesse potuto vedere (non voleva più che si materializzassero davanti ai suoi occhi dei mostri scimmieschi, come una volta gli era accaduto).
In casa sua c’era quasi sempre un buio pesto e le persiane e le finestre erano sempre posizionate in modo che da fuori non si ci potesse impicciare di cosa accadesse dentro. Dunque anche eventuali vicini ficcanaso erano sistemati. A dire il vero la maggior parte di essi immaginavano che in quella casa non ci vivesse nessuno, se non saltuariamente al massimo uno sbandato, o un mezzo barbone. Nessuno sapeva che Nemesis aveva acquistato degli occhiali a infrarossi tramite i quali si muoveva a piacimento in casa sua anche nell’oscurità più profonda, e sopratutto non dimenticandosi di controllare che fuori altri non facessero altrettanto.
La giornata di Nemesis era piuttosto monotona. Faceva un po’ di esercizio fisico; poi si metteva seduto, o a letto. Cucinava, faceva le pulizie e la spesa, ma gli avanzava comunque molto tempo libero. Così, dato che sapeva che facendo “qualcosa di personale” avrebbe potuto ridestare la congiura su di sé (quella congiura che attualmente era dormiente, ma che avrebbe potuto risvegliarsi ancora se lui gliene avesse offerto l’occasione), non poteva disegnare e sopratutto non poteva scrivere; non si sognava di “pavoneggiarsi” in alcuna maniera. In parole povere, si immaginava come fosse stato ancora su un palco, visibile a tutti. Ed era per evitare che lo si guardasse che aveva attuato la tecnica di annoiare i suoi eventuali dissimulati osservatori.
La televisione e la radio gli davano uggia e considerava internet un altro demone pari ai precedenti. Si concedeva solamente la musica. Quella era la sua unica amica e alleata e medicina. Per questo aveva collezionato migliaia di titoli musicali di tutti i generi i quali ascoltava quasi incessantemente dalla mattina alla sera, come sottofondo o come vero e proprio centro del proscenio della sua vita, vivendo delle emozioni che le canzoni gli suscitavano.
Ovviamente la sua paranoia aveva liquidato ogni forma di contatto umano avesse potuto avere. Quello non era stato molto difficile da realizzare. Aveva solo dovuto continuare sulla strada già intrapresa nei primi mesi in cui la congiura si era materializzata. Così si era eclissato senza dire una parola a nessuno e aveva fatto in maniera che le sparute persone che ancora avessero potuto considerarlo come amico lo credessero lontano, o troppo indaffarato, o anche poi non così “meritevole” come si erano creduti un tempo.
Nemesis si ritrovava a cinquant’anni con i capelli ormai imbiancati, senza uno straccio di persona accanto a sé. E il suo male corrodente non si chiamava più “congiura” o “paranoia”, bensì “malinconia” o “solitudine”.
Difatti l’unica questione che ormai lo tormentava era una solitudine sorda. Mai avrebbe immaginato che un giorno si sarebbe ridotto a quel modo. Lui che aveva debellato la congiura, lui così indipendente; lui che si era scoperto così fragile e desideroso di contatto umano: anche lui, come gli altri.
Quel male lo consumava da anni. Eppure lui sentiva che ormai non poteva più porvi rimedio. In primis perché non si fidava di nessuno. Ma anche perché per lui ormai sarebbe stato troppo complicato stabilire delle relazioni reali con altri esseri umani, relazioni che non si sentiva in grado di portare avanti poiché temeva che gli avrebbero succhiato via quell’appartata, costante, piacevole inerzia nella quale era sprofondata la sua vita.
Sentiva di esser come su di una torre dalla quale poteva osservare invidioso il resto del mondo e desideralo, ma nella quale non avrebbe potuto far salire nessuno; né invero nessuno sarebbe mai salito seppure avesse voluto poiché lui da ultimo sarebbe sembrato troppo “mostruoso” a coloro i quali pure avrebbero potuto giungere, intrigati dalla sua diversità.
Nemesis era ormai condannato alla solitudine eterna. Era quella la sua pena da scontare. Era quella l’eredità che gli aveva lasciato in dono il potersi liberare dei lacci della maligna congiura.
4.
Eppure Nemesis doveva pur fare qualcosa per riassaporare la propria umanità… Ma cosa? La soluzione la trovò il giorno che udì provenire da balconi non molto distanti da sé una voce femminile di buona fattura che parlava al telefono con un’amica. In quel momento pensò che sarebbe stato bello se quella persona avesse pronunciato il suo nome invece di quello che diceva. Perché in fondo a lui sarebbe bastato solo quello: che qualcuno (preferibilmente una donna, se poteva scegliere, perché così avrebbe compensato anche quell’amore che non sperimentava più da decenni) avesse pronunciato il suo nome con tenerezza e magari trasporto.
Quella folgorazione agitò la sua mente per giorni interi prima che riuscisse a trovare il bandolo della matassa. Poi un dì capì come avrebbe potuto fare. E allora si mise in contatto con uno dei numerosi servizi telefonici professionali che vendevano qualsivoglia di prestazione, dal telefono amico, alle linee hot, ai servizi commerciali. E si accordò con un’agenzia affinché ogni giorno venisse chiamato; all’inizio una volta al giorno, poi, quando si rese conto che il servizio funzionava bene, diede mandato di chiamarlo più volte al giorno e pure la notte, senza alcuna cura dell’ora. Anzi, le telefonate che riceveva a notte fonda a sua sensazione erano quelle che poi finivano per essere le migliori, perché esser destato dal sonno da una bella voce che pronunciava il suo nome aveva il potere di infondergli un senso d’amore e di letizia che lo accompagnava per ore.
Le telefonate che riceveva non erano affatto normali. In esse non si svolgeva alcuna conversazione. Aveva infatti dato istruzioni precise che dovesse essere pronunciato solamente il suo nome, più e più volte, con un tono dolce, talvolta interrogativo, altre volte esclamativo, altre volte ancora come si stesse conversando abitualmente. E dopo al massimo due minuti si doveva attaccare e porre fine alla chiamata.
In seguito a una sperimentazione di alcuni mesi, Nemesis fece in modo di selezionare le voci che gli lasciavano una sensazione più gradevole. Scelse così quelle che gli parevano più belle e quelle che si accordavano maggiormente alla melodia del suo nome, ma anche quelle che pronunciandolo vi infondevano maggiore passione, sincerità, o tranquillità. Quelle che gli davano l’illusione che davvero lo amassero molto, per ciò che lui era davvero, qualsiasi cosa fosse ormai diventato.