John Fowles: L’enigma

Racconto lungo di questo scrittore che ai miei tempi era considerato tra i migliori, sopratutto per i suoi “spiazzanti rovesciamenti dell’anima” – la definizione è mia. 😉

In questo caso si tratta di un giallo psicologico. Un politico di mezza età scompare nel nulla da un giorno all’altro. Dietro di sé non lascia alcuna traccia. Aveva una famiglia dignitosa e sembrava non cercare relazioni o storielle al di fuori del matrimonio. La sua vita politica era consolidata e sicura, seppure forse ultimamente egli si sentiva leggermente più attratto che in passato dalla sponda opposta la sua. Non aveva devianze o desideri erotici inappagati. Non era implicato in scandali finanziari o di corruzione di nessun tipo. Allora perché è scomparso nel nulla?

L’indagine è dura da portare avanti. Il detective incaricato non trova alcuna vera pista. Fin quando non viene come illuminato da un certo colloquio amichevole tenuto con una ragazza aspirante scrittrice…

Questo è un giallo anomalo. Un giallo-non giallo.

American Horror Story: Coven (TERZA STAGIONE)

La terza stagione di questa mitica serie horror è stata qualcosa di un po’ diverso rispetto le altre due precedenti. Probabilmente il più grosso cambiamento è che in essa si possono trovare personaggi parzialmente meno ambigui (con qualche buono che emerge), mentre per esempio in Asylum erano praticamente tutti una commistione di bontà e malvagità (sopratutto), chi più chi meno.

Poi l’ambientazione è stata decisamente spiazzante: si parla di streghe e della loro congrega, di una scuola per giovani streghe… Ecco, già qui qualcuno potrà intuire che… è evidente come si siano ispirati agli X-Men! Difatti la scuola delle streghe somiglia molto all’Istituto per Giovani Dotati di Charles Xavier. E anche le streghe è come fossero praticamente mutanti – una ricorda tanto Rough, capace di succhiare la vita con i contatti fisici.

I temi affrontati sono molteplici: rapporti di potere tra streghe; la guerra tra streghe bianche e nere (quelle del voodoo!); la guerra più grande tra i cacciatori di streghe e le streghe; ma c’è anche il razzismo; e l’immortalità, tra gente che ce l’ha e non la vorrebbe e gente che la cerca perché ormai sta per morire.

Tuttavia il tema soverchiante tutti concerne lo stabilire chi sarà la prossima strega suprema, ovvero colei la quale dovrà guidare e proteggere tutte le altre streghe. Ci sono molte giovani pretendenti, ma per divenire la suprema bisogna padroneggiare ben sette poteri (sette meraviglie) e non tutte ne sono in grado…

Ci saranno un sacco capovolgimenti, colpi di scena, morti, ma anche, proprio come fossimo in un fumetto, anche moltissime resurrezioni.

Concludendo posso dire che ho trovato questa serie “divertente” e di discreta qualità, anche se finora la seconda stagione rimane la mia preferita.

Ultima annotazione: oltre alla magnifica interpretazione (al solito) di Jessica Lange, entra qui nel cast un’altra ottima attrice che certo lascia sempre il segno, Kathy Bates, che interpreta forse il personaggio più malvagio di tutti (perlomeno all’inizio), una spietata despota schiavista che scopre di essere attratta dalle sofferenze e dal sangue altrui, la quale subirà una vendetta terribile: esser sepolta viva, per di più dopo aver ingerito un siero di immortalità. Beh, poi gliene succederanno tante e le verrà pure tagliata la testa…

3:-)

NINNINI: Fuori dal letto nessuna pietà!

Ninnini un giorno si innamorò di una bella fanciullina che si chiamava putacaso Ninnina. Era alta suppergiù come lui, aveva i capelli lunghi e lisci però, due occhi grandi e seducenti, un tartufo viola al posto del nasetto e la pelle color ciclamino azzurro.

Ninnini la incontrava delle volte quando andava alle giostre del parco. La prima volta che la vide ella si stava dando la spinta con le gambette sull’altalena per andare sempre più in alto. In realtà fu proprio tramite lei che Ninnini scoprì quella tecnica per spingersi da soli con le gambe, le quali, ritmicamente unite, si piegavano e distendevano di volta in volta cagionando un accumulo di energia cinetica che sovrastando l’inerzia originava una variazione di presenza nello spazio tempo tutto tridimensionale e anche un po’ quadrimensionale, se si teneva conto che il tempo era la quarta dimensione.

Ninnini rimase esterrefatto dalla sua bella faccia beata e sopratutto di quello svolazzio di capelli che non aveva mai visto prima in vita sua, il quale gli sembrò qualcosa di angelico.

Dopo quel primo abboccamento, Ninnini la pensò anche ormai giunto a casa: per ben dieci secondi. La seconda volta invece rimase a pensare a lei per due minuti filati, prima di guardare i cartoni animati alla tv che gli fecero il lavaggio del cervello obbligandolo a dimenticarsi di lei.

La terza volta che la vide, era al parco e Ninnina si era legata i capelli con quella che sembrava una semplice matita. Quell’acconciatura nuova le donava tutt’altra aria, ma era indubbio che per lui Ninnina rimanesse bella anche così.

Quando si accorse della matita ficcata nei capelli, Ninnini, per lo stupore, si disse: ohhh! Ed era un “ohhh” ammirato. Poi pensò: è anche una tipa geniale; deve essere una specie di scienziata; meglio per noi, così i nostri bambini potranno essere intelligenti come lei quando ci sposeremo e andremo in viaggio di nozze su Saturno, dove non c’è mai nessuno, così staremo soli e non verremo disturbati.

La quarta volta Ninnini era intenzionato a presentarsi a lei, dato che lui ormai era innamorato perso, mentre lei forse neppure lo aveva notato. Allora si avvicinò alla giostra con l’altalena, lentamente, da davanti, cosicché lei lo vedesse. Dunque aprì la bocca come per parlare e alzò una manina nella sua direzione. Avrebbe voluto chiederle una qualsiasi cosa… ma dalla bocca non gli uscì neppure un alito. Aveva la mente così offuscata da sentirsela vuota. Era la prima volta che gli capitava di rimanere senza parole, sicuramente per via della timidezza.

Lei non se lo intruppò di pezzo, continuò a spingersi su e giù sull’altalena con quell’aria soave che non conosceva tormento. Allora Ninnini pensò bene che poteva fare almeno come lei. Difatti lì accanto c’era un’altra altalena libera. Poco male, pensò Ninnini; le dimostrerò che sono bravo come lei, e che abbiamo un interesse comune: questo aiuterà a socializzare e sopratutto a farle capire che, anche se ancora non lo sa, mi ama alla follia.

Ma appena Ninnini cominciò a spingersi sull’altalena, neppure un minuto dopo, lei decise di scendere repentinamente dalla sua, come se lui la infastidisse. Ninnini la contemplò accigliato allontanarsi di spalle.

Una volta che lei se ne fu andata, Ninnini volle esser comunque ottimista. Beh, almeno le ho visto il posteriore, si disse con fare da vero macho cowboy impenitente che con un sol lazzo sapeva prendere una mucca per le corna per poi mungerle del latte fresco che poi si sarebbe bevuto all’istante, che era sempre meglio di quello a lunga conservazione il quale aveva un sapore buono ma come lievemente liofilizzato.

Thelma

Un film di genere fantastico piuttosto anomalo, che si concentra sopratutto su un’adolescente e le sue prime pulsioni amorose.

Thelma è una ragazzina molto religiosa che si allontana dalla famiglia per andare a studiare. Conosce una coetanea dalla quale è molto attratta, ricambiata. Tuttavia i suoi credi religiosi le imporrebbero di rifiutare quelle attenzioni poiché “impure”. Questo determina in lei delle forti contraddizioni e una sorta di dissociazione emotiva: ovvero da un lato vorrebbe abbandonarsi all’amore; dall’altro vorrebbe letteralmente cancellare quella ragazza dalla faccia della terra. Ma sopratutto ciò determina il ridestarsi in lei di suoi antichi straordinari poteri che non si verificavano più da quando era piccola e aveva fatto una cosa molto “brutta”…

Interessanti le crisi di coscienza/religiose combinate con tematiche tipicamente fantasy.

Piccoli crimini coniugali (spettacolo teatrale)

Un uomo (Michele Placido) torna a casa con la moglie (Anna Bonaiuto) dopo una convalescenza in ospedale. Ha perso la memoria e non ricorda nulla degli ultimi anni. Tuttavia i medici sono orientati a credere che il suo stato sia solo transitorio. La moglie comincia così a raccontargli chi è lui e le esperienze che hanno vissuto assieme. Il racconto si trasformerà in una spremuta di vicende di coppia alternando situazioni felici ad altre logoranti o patetiche, tipiche di un rapporto d’amore vissuto intensamente negli anni, con i suoi alti e i suoi bassi…

https://www.raiplay.it/programmi/piccolicriminiconiugaliteatro

Esiste anche un film tratto da quest’opera teatrale, con Sergio Castellitto e Margherita Buy, che per ora non ho visto ma segnalo:

https://www.raiplay.it/programmi/piccolicriminiconiugali

Quel postribolante mercimonio del giornalismo #15

C’era una volta un editore piduista molto corrotto il quale un giorno fece una chiamata a quello che allora era il suo direttore di telegiornale di punta dicendogli: senti, ma perché non fai qualche servizio su quella certa attrice stronza che mi rompe sempre il cazzo – non ci fu bisogno di specificare chi fosse perché, in quel contesto, totalmente asservito alla corruzione, ne esisteva solo una che poteva rientrare in quella categoria –? Si potrebbe fare in modo di farla apparire molto più cretina, no?

Il direttore di telegiornale, quello che si era sempre dichiarato “orgogliosamente libero di esercitare la mia professione – pompinara – senza alcuna ingerenza da parte di chi mi paga”, gli disse subito: ma certo, mica è così intelligente come sembra, lo faccio per la Verità, io, non c’è nemmeno bisogno che me lo chieda. Lo volevo già fare per conto mio, pensi un po’; riverisco…

In quel periodo l’attrice era impegnata a realizzare il suo primo film autoriale di un certo calibro e aveva molti problemi – anche perché l’editore di cui sopra era ammanicato anche con la produzione e la distribuzione del film. Arrivava stremata alla sera. Dopo tutto, sembrava ricevere molte pressioni a non farlo quel film. Ma lei teneva duro, e anche se pensava ogni giorno di mollare… poi non mollava.

Un giorno ricevette una telefonata da quel direttore di telegiornale. Il quale le disse che voleva proprio dedicarle un servizio per lo “spazio culturale” del suo tg. L’attrice provò a declinare la richiesta con garbo dicendogli che era davvero troppo impelagata e non c’era tanto con la testa; non se la sentiva di rispondere a domande politiche delicate – che sicuramente le sarebbero state poste – in quel momento, non almeno finché non avesse ultimato il film.

Allora il direttore le giurò che non le avrebbero fatto domande politiche, che avrebbero parlato solo del film che stava facendo, che poi le conveniva pure, così le facevano pubblicità. Lei volle sottolineare: ma guarda che io davvero non rispondo a domande politiche, eh!, guarda che se mi mandi uno che me le fa poi non apro bocca. Al che lui la tranquillizzò: ma certo, puoi contarci, guarda ti mando uno dei miei migliori giornalisti. Chi?, chiese lei. Le fece due nomi che non la facevano impazzire ma almeno non le erano antipatici. Così infine acconsentì all’intervista, purché non l’avesse impegnata più di un’ora.

Il giorno dell’intervista l’attrice capì che sarebbe stato molto meglio qualora non avesse mai accettato quella proposta, come invero il suo istinto le aveva consigliato fin dal principio. Infatti si presentò, a nome del direttore del tg, una scrofa con la puzza sotto il naso – che l’attrice conosceva già e deprecava – la quale, lasciata dal marito perché davvero una persona di merda, non scopava da dieci anni filati, da prima che il marito la lasciasse.

L’attrice non sapeva la storia del marito, a ogni modo, a pelle, le era sempre stata sul cazzo. E difatti la scrofa si dimostrò un’interlocutrice disdicevole. Attaccò con tutte domande politiche (e pure piuttosto insidiose). Quando l’attrice le disse che non intendeva rispondere perché non era quello l’accordo che aveva preso col suo superiore, quella le disse che non poteva limitare la libertà di farle le domande che voleva, che era contraria alle interviste concordate e in ogni caso escludeva che il suo direttore avesse dato il beneplacito a una cosa del genere.

Per evitare una discussione fiume a cui non voleva sottoporsi, si venne a un mezzo accordo. L’attrice avrebbe risposto a metà domande politiche e metà domande sul film che stava preparando, ma solo se quella si fosse accontentata delle risposte non incalzandola troppo con le questioni politiche…

Qualche giorno dopo uscì in televisione, al tg, il servizio sull’attrice, in cui essa sembrava una scema quasi totale, molto più superficiale di quanto non fosse nella realtà. E non venne riportato nulla circa il film in preparazione. Così l’attrice capì di essere caduta in un’imboscata mediatica bella e buona. Comprese anche oltre ogni ragionevole dubbio da che parte stava in realtà quel direttore che si era sempre dichiarato indipendente.

Se ne lamentò sui giornali. Ne venne fuori una polemica. Il direttore ribatté che non era vero. A quel punto le due versioni della storia erano inconciliabili. Uno dei due mentiva per forza. Allora, il direttore, tirò fuori dal cilindro un colpo da maestro corrotto aduso all’esercizio del vile potere quale era. Per ribadire la propria versione, mandò in onda uno spezzone inedito di intervista in cui lei appariva… ancora più stupida.

A quel punto lei poteva però giocarsi il jolly. Infatti, caso volle che, mentre la scrofa la intervistava, fosse stato presente anche un altro giornalista (non nemico, di un’altra testata) che aveva assistito a tutto. L’attrice contattò il giornalista per telefono per chiedergli se se la sentiva di confermare la sua versione a danno del potente direttore. Ma il giornalista le disse che il direttore lo aveva già abbordato intimandogli che se parlava lo rovinava; dunque lui non se la sentiva di mettersi contro un tipo così influente, capace di non farlo più lavorare da nessuna parte…

Oggi quel direttore è ancora un direttore. Non lavora più dal piduista corrotto ma da un’altra parte. E da molti stolti è considerato ancora “un bravo giornalista superpartes”.

Se legge questo post, è capace pure di querelarmi. Anche se sotto c’è scritto…

[Questo è un racconto di fantasia. Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è puramente casuale. E anche cazzuale.]

PS: la scrofa ricevette come premio per il suo lavoretto un toy-boy con il quale poté finalmente tornare a scopare per ben un mese di seguito.

PPS: dopo quel mese, il toy-boy si suicidò.

Giornalisti che distorcono la realtà…

Cartoni irrinunciabili: Conan il ragazzo del futuro!

Anche questo sicuramente è tra i più bei cartoni animati mai realizzati: Conan il ragazzo del futuro!

In un futuro apocalittico in cui la vita sulla Terra ha rischiato di estinguersi a causa delle scellerate scelte dell’essere umano, c’è questo ragazzo che vive su un’isola deserta col vecchio nonno malato che di lì a poco morirà…

Conan è un ragazzo straordinario. Per prima cosa è estremamente buono e generoso. Poi ha eccezionali doti fisiche che gli permettono di cimentarsi anche in azioni che per i più sarebbero impossibili da compiere.

Un giorno conosce una ragazza sua coetanea di cui si innamora praticamente all’istante, Lana. Essa viene rapita da degli uomini malvagi che la vogliono usare come arma di ricatto per costringere il nonno della ragazza, ovvero il migliore scienziato rimasto in vita, a lavorare per loro.

Così inizia l’avventura di Conan che, nel tentativo di salvare Lana, finirà dall’altra parte del globo a combattere una battaglia per la libertà da cui dipenderanno le sorti di tutti gli esseri viventi. Lungo il suo percorso Conan conoscerà tante persone, alcune delle quali lo aiuteranno nella sua missione, altre lo ostacoleranno.

Nella serie, in cui ne succedono tante ed è assolutamente paragonabile per intensità a un vero e proprio romanzo d’avventura, si combinano perfettamente elementi umoristici con elementi drammatici, come nella migliore tradizione nipponica in fatto di manga e anime. Ovviamente sono presenti molti temi ecologici.

Ah, ultimo particolare fondamentale: la serie si avvale della sceneggiatura e anche della regia di una pietra miliare dell’animazione mondiale, Miyazaki – già solo lui dovrebbe farvi capire a che qualità si arriva – il quale per questa storia trasse ispirazione dal romanzo di Alexander Key, The incredible tide, che ho letto ed è decisamente molto meno emozionante e coinvolgente della storia di Conan.

W Miyazaki sempre!

PS: se vogliamo Conan, il ragazzo del futuro può tranquillamente essere annoverato tra gli esempi di fantascienza Steampunk, perché vi è una forte commistione tra nuove tecnologie ed elementi che utilizzano vecchie forme di energia (tipo il vapore). 😉

Stephen King: Pet Sematary

Una famiglia composta da un padre (medico), una madre e due figli piccoli si trasferisce in un nuovo luogo dove vivere. Il posto sembra un piccolo paradiso terrestre ma… lì vicino c’è uno strano cimitero degli animali il quale sembra in primis solo una specie di attrattiva turistica, ma quando morirà il gatto della famiglia un vicino di casa spingerà il capofamiglia a seppellirlo in quel cimitero, col risultato che dopo qualche giorno il gatto tornerà a casa, più rintronato, puzzolente e strano di prima, ma comunque più o meno vivo… In realtà si scoprirà che quel luogo ha qualcosa di diabolico, o forse solo fortemente arcaico, che spinge le persone a compiere delle azioni in maniera che seppelliscano su quel terreno animali. O anche persone…

È la prima volta che leggendo un libro di King trovo che sia stato eccessivamente allungato il brodo. In fondo, su oltre 400 pagine, i momenti di terrore e tensione che uno si aspetterebbe dal maestro del brivido non sono poi molti…

Tra i libri di questo autore che mi sono piaciuti meno e mi hanno pure un po’ annoiato. Ma forse dipende da me e dal momento in cui l’ho letto.

Forse vedrò ora anche i film ispirati da questo libro.