Arthur Schnitzler: Anatol (teatro)

Brillante commedia in più atti unici in cui, questo Anatol, un giovane ipocrita e superficiale, non fa altro che intrecciare relazioni leggere con ragazze diverse, le quali spesso imbroglia, ma delle volte è lui il primo a esser gabbato. Si crede l’unico in grado di amare ma probabilmente non ne è capace. Si crede sincero, realizzato e virtuoso ma è il contrario. Si crede più sensibile o valente o smaliziato degli altri ma pecca di presunzione su tutta la linea.

Battute secche che colgono nel segno. Si ride per la miseria dei personaggi e per la loro affettazione.

Così posso affermare che Arthur Schnitzler era bravo anche nelle commedie, non solo a imbastir drammi. Bene. La cosa non mi sorprende. 🙂

It – Capitolo I

Di questo horror tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King avevo sentito dire che era abbastanza cruento – secondo alcuni troppo – e più cupo della precedente versione (di cui parlerò in futuro). Io penso che non sia eccessivo. È un horror, che diamine! E film di questo tipo sono molto “divertenti” da vedere al cinema. 😉

Ci sono sette ragazzini, per la precisione sei ragazzini e una ragazzina, che non se la passano troppo bene, chi poiché preso di petto da dei bulletti locali davvero molto cattivi, chi perché avrebbe pure guai vari in famiglia, i quali ragazzini si trovano quasi per caso a riunirsi in una banda, “la banda dei perdenti”, contro codesti bulli ma anche contro un mostro-entità locale con cui tutti loro vengono a contatto in maniera diversa, il quale si nutre del loro terrore ed è qualcosa di piuttosto antico, che si risveglia ogni ventisette anni – o giù di lì – e allora fa piazza pulita di esseri umani, in particolare bambini, che attira a sé probabilmente giovandosi del camuffamento che si è scelto, ovvero quello di un clown. In questo primo capitolo i ragazzi, oltre a diventare coscienti di lui, decidono alla fine anche di affrontarlo, riportando invero una prima sommaria vittoria, piuttosto insperata visto la grande premessa di squilibrio di forze. Dunque lo ricacciano dal pozzo da cui proviene non sapendo bene se il mostro si farà nuovamente vivo. Per questo si fanno una promessa: se It – questo il nome che gli hanno dato – tornerà, anche loro torneranno a proteggere il loro paese da lui/esso.

Il secondo capitolo di questo film è uscito al cine da non molto. Presto credo che lo vedrò e ve ne parlerò. 😉

Un’ultima annotazione sul tipo di horror presentato in questo film tratto dal libro di Stephen King (che non ho letto)… Si tratta di un horror molto vicino per cultura a quello giapponese. Ovvero succedono cose inspiegabili originate dal mostro-entità che non hanno criteri logici, almeno dal punto di vista di un europeo medio che ha alle spalle tutto un background di streghe e folletti e fantasmi che trascinano le catene. Credo che un europeo medio fatichi ad accettare le propagazioni di It nella vita di tutti i giorni dei ragazzi. Come fa?, si chiederebbe. Fino a che raggio d’azione possono arrivare i suoi nefasti poteri? E poi: ma le cose che crea sono sempre illusioni oppure no, e fino a che punto si può dire che siano illusioni?

Alla prossima. 3:-)

Cattive maestre

Alla madre di Ninetto non andava di asciugargli la testa dopo avergliela lavata, perché le sembrava di sprecare il proprio tempo prezioso e voleva che suo figlio imparasse a farsi da solo quelle cose. Così, per esser più rapidi, quella volta gli disse che la testa si poteva lasciare anche un po’ umidina.

Così Ninetto prese l’abitudine di non asciugarsela bene. Poi però gli doleva sempre il collo e il cranio. Gli sarebbe venuta la cervicale.

Fine.

Arthur Schnitzler: Il dottor Gräsler medico termale

Altra novella di questo grande scrittore che giudico assolutamente attuale e disvelante dell’animo umano. Mi piace molto quel che scrive perché parla di verità per me fondamentali (che sono il suo pane quotidiano) mentre ci sono scrittori che le omettono del tutto…

Un uomo di mezza età, medico, rispettato e un poco altezzoso nei confronti dei suoi pazienti come pure dell’altro sesso, con cui ha intrattenuto sempre rapporti in fondo superficiali nei quali in genere non ha mai voluto entrare troppo in contatto, dopo la morte della sorella zitella – che credeva ascetica, asessuata e sostanzialmente felice di essersi votata alla sua persona, ma scoprirà che non è così – comincia a prendere seriamente in considerazione l’amore per una ragazza che lui giudica pura, matura, seppur molto più giovane di lui, la quale, quasi leggendo nella sua mente e nei dubbi che l’attanagliano, l’anticipa praticamente scrivendogli una lettera d’amore nella quale gli confida che diverrebbe volentieri la sua adorata moglie.

Questo dovrebbe rendere felice il medico sennonché egli fugge da lei alcuni giorni per riflettere su quella proposta, attanagliato dall’incertezza di essere gabbato, di essere cioè per lei solo un modo per sistemarsi e niente più. Nel frattempo, per schiarirsi le idee, ha una relazione libera e sessuale con un’altra giovane ragazza conosciuta per caso la quale giudica buona e semplice ma non della caratura della prima. E ancora sembra che un’altra donna, stavolta più matura, piuttosto attraente nel corpo ma con già una bambina a carico, sia interessata a lui lasciandogli capire che lo trovi interessante… Cosa deciderà di fare il medico?

Ah, ma non sempre siamo noi a scegliere. Alcune, volte, molto spesso quando ci sono di mezzo le donne, in realtà sono loro a farlo, anticipandoci, nel bene o nel male. E le loro decisioni possono essere assolutamente inappellabili.

I misteri dell’ANPI

Forse ne ho già parlato una volta, ma ci sono novità…

Dunque in passato avevo chiesto cosa bisognasse fare per iscriversi. Avevo mandato un’email alle loro caselle di posta elettronica. Mi avevano risposto preliminarmente chiedendomi di dove fossi. Gli avevo risposto. Poi più niente. La cosa era caduta in un buco nero. Come non fosse mai avvenuta.

Più recentemente ci ho riprovato, su fb. Allora è cominciato tutto un balletto, un tira e molla. Sì, ma scrivi lì, che noi non possiamo farlo… Sì, ma scrivi là, che è meglio. Scrivi alla tua sezione più vicina… Anzi dovresti lasciare il tuo numero, poi ti richiamiamo noi…

Al che ho lasciato perdere, per la seconda volta.

Ma poi ho voluto fare una ennesima ultima prova, per la terza volta. Allora stavolta mi sono rivolto all’ANPI di un altro paese d’Italia, dove risiedo alcuni mesi l’anno. Ho scritto un messaggio personale su messanger. Nessuna risposta. Qualche giorno dopo ho chiesto la medesima informazione lasciando un commento a un post. Nessuna risposta.

Adesso mi domando…

MA CHE CAZZO AVETE?! PERCHÈ NON RISPONDETE?! È TANTO DIFFICILE PER VOI DIRE CHE CAZZO BISOGNA FARE PER ISCRIVERSI E SE SI PAGA QUALCOSA?! PERCHÈ SIETE COSÌ RITROSI A FARLO SAPERE?! E PERCHÈ, ANZI, NON LO SCRIVETE BELLO CHIARO SUL VOSTRO SITO O DA QUALCHE ALTRA PARTE DATO CHE CI SARÀ UN MUCCHIO DI GENTE CHE VE LO CHIEDERÀ?! MA CHE SIETE… UNA MASSONERIA?! MA VOI DESIDERATE DAVVERO CHE LA GENTE SI ISCRIVA OPPURE SOTTO SOTTO PREFERITE RIMANERE QUEI POCHI CHE SI CONOSCONO TUTTI SENZA AVERE ALTRI INTRUSI TRA LE VOSTRA FILA?!

Di me si può dire tutto tranne che non sia antifascista. Credete che questo sia un prerequisito sufficiente per anelare un’iscrizione ordinaria all’ANPI?!

La la land

D’accordo. È un bel film. Anche un musical. Con bravi attori. Ma l’ho sentito incensare talmente tanto (dai soliti idioti bisognosi di approvazione, e di sentirsi in un gruppo maggioritario, che salgono sempre sul carrozzone del vincitore, in questo caso dell’Oscar) che mi aspettavo un film bellissimo. Invece è un bel film, sì, ma che non rimarrà certo nella storia del cinema. Tiè!

Lui è un musicista che ama il jazz e sogna un giorno di aprirsi un localino suo dove potrà suonarlo. Lei è una cameriera che si impegna allo spasimo per diventare un’attrice affermata. La prima volta si incontrano in autostrada durante un ingorgo, e non si sono affatto simpatici. Però poi si rincontrano e la loro antipatia si stempera un po’. Finiranno con l’amarsi mentre i loro sogni diverranno sempre più concreti ma poi…

Delirius Dementhia: Squilibrismi

Il 97% delle cose che dice sono superflue, sgradevolmente inesatte, inveritiere, o semplicemente fastidiose come la peste.

Rimane scioccata se le faccio notare che mi devo togliere gli occhiali per leggere un libro o il giornale – cosa che dovrebbe già sapere perché le ho spiegato un mucchio di volte. Allora giù un pippone sul calo della vista, sul fatto che non mi faccio una visita da anni e compagnia danzante. Termina con l’esortazione patetica: non ti trascurare!!! Come fossi dedito all’abbruttimento personale, o le avessi mai dato modo di pensarlo!

Quindi lei non avrebbe mai visto uno cogli occhiali che se li toglie per leggere meglio?! Ma dove ha vissuto sinora? In Botzuania – e lo scrivo volontariamente sbagliato per far capire che questo paese non esiste! –?

Al pomeriggio torna a bombardare con una delle sue insensatezze che non stanno né in cielo né in terra.

Mi si avvicina con fare circospetto, come a volermi prendere di soprassalto. Poi comincia a parlare con quella sua vocetta malferma, che sembra ti stia per rivelare il segreto di Fatima, o parimenti che ha un tumore alla testa – ah, le cose che si spiegherebbero se fosse davvero così!

«Mi sa che è meglio se ti segni il numero del conto che ho… che se dovessi morire improvvisamente…», e si silenzia, come colta da moto di commozione ferale.

Ora capirete facilmente che… come mai questa cosa non le è venuta in mente prima, se davvero è così importante?! Perché mi ha privato di questa importantissima notizia, se davvero è di così vitale importanza che la sappia?!

Ovviamente cerco si smarcarmi da questa assurdità nel più breve tempo possibile. «Scrivi tutto da qualche parte, poi me lo conservo…», tento di togliermela di torno. Ma lei insiste; ormai il suo cervello non può più tornare indietro, nel mondo della Ragione:

«No, dove te lo scrivo?!, che poi ti rimane su qualche foglio svolazzante e te lo perdi!»

Dunque me lo dovrei appuntare… ma non su un foglio perché sennò me lo perdo! E allora dove cazzo vuole che me lo segni, sul corpo, come fosse un tatuaggio?!

«Prendilo da qui…», dice, «L’ho scritto sulle note del cellulare…»

Scopro dunque che non si tratta del numero del conto, ma del pin del bancomat

Ma questa psicotica vicenda, al solito, ha un’appendice tragicomica… No, non è mica finita qua…

Qualche settimana dopo, mentre è in viaggio, mi manda tutta allarmata un vocale per telefono in cui mi chiede se per caso non abbia approfittato dell’accesso al suo conto per fare acquisti pazzi online senza dirle niente. Cosa molto difficile da praticare se uno non dispone del bancomat fisico in questione, a meno che, forse, non si sia una specie di hacker malfattore che abbia messo in atto tutta una serie di tecniche per clonarglielo, quel bancomat.

Stavolta non le rispondo. Non se lo merita.

Più tardi si accorge della sua gaffe astronomica e cerca a suo modo di far pace. Ma ovviamente senza chiedere scusa.

Continuo nel mio silenzio.

Suburra

In una Roma decadente allo sbando mai stata così cupa e piovosa, mentre fa da sfondo un accadimento epocale, mai successo prima, cioè le dimissioni di un papa, si intrecciano losche sinergie, tra politica, mafie locali, poteri forti e lobby. In particolare c’è bisogno che un grande progetto venga approvato così da far fare dei bei soldoni a tutti…

La storia è di fantasia ma è chiaro che si ispiri a vicende reali(stiche) oltremodo verosimili. Come le diverse mafie che agiscono all’unisono. Le mafie vecchie della capitale, in cui ancora hanno un ruolo di spicco vecchi rappresentanti della banda della Magliana (che come mai non stanno a marcire in galera a scontare degli ergastoli? Hanno forse ammazzato troppa poca gente?); le mafie che col tempo si sono profondamente radicate sul territorio, tipo quelle di Ostia; le mafie più popolaresche e ignoranti, quelle zingaresche…

E poi ci sono i politici che fanno le leggi, che devono fare le leggi per favorirli, sia per mangiare anche loro alla mangiatoia che poiché minacciati dalle mafie. Poi c’è la droga… E poi ci sono quei locali in cui la gente che ha i soldi si incontra, consuma droghe e sesso a pagamento, e intreccia ulteriori relazioni di malaffare.

Insomma la verità è davanti i nostri occhi. Solo gli stolti e i collusi fanno finta di non vedere e sapere… Molti di quei criminali sono ancora lì e possono agire indisturbati, e altri vengono rilasciati così possono riprendere esattamente da dove avevano lasciato prima…

Questo film ha belle musiche. Ed è un incrocio tra Romanzo criminale e La grande bellezza.

Ci recitano, per citarne solo alcuni: Favino, Germano, Amendola.