È scomparso Luciano (/Idefix) Comida, un grande scrittore, ma sopratutto un grande uomo. Non ho avuto modo di conoscerlo di persona ma leggere il suo blog era come parlarci a quattr’occhi, visto il grado di limpidezza che Luciano esprimeva ad ogni suo intervento.
Lo conobbi nel blog di Lorenzo. Luciano mi colpì subito per la compitezza e compiutezza delle sue parole, perché si percepiva immediatamente che tipo di persona buona ma integerrima e nondimeno positiva fosse.
Così cominciai a seguire il suo blog. Sì, lui fu il primo che mi fece appassionare al mondo dei blog. In verità io avevo già aperto un blog mio anni fa, solo che questo giaceva congelato a fare la muffa in un angolo sperduto della rete. Perché? Perché mi ero reso conto di non credere nel dialogo (ero piuttosto pessimista circa le possibilità effettive che avessero gli uomini di intendersi, e per certi versi lo sono ancora).
Credo che ci fu anche il suo zampino se mi venne voglia di ricominciare a prendere in mano il mio blog e di dire la mia sui più disparati argomenti. Così cambiai nome al mio blog, che prima si chiamava solo “Due parole” (in onore a Carmen Consoli) e lo trasformai in “Coule la vie” (ispirato ad un insolito album di Giorgio Canali che dal principio mi aveva fatto cagare ma che poi avevo trovato magnificamente… vitale).
E da allora, oltre ad inondare il mio blog con crescenti fiumi di articoli, divenni un assiduo frequentatore del blog di Luciano. E lui, sempre attento ai commenti di tutti, posso dire che provò all’inizio una crescente simpatia per me e mi contraccambiò diverse volte il favore di venirmi a lasciare un commento sul mio molto più modesto blog (lui che ne aveva messo su uno che ogni giorno vedeva forse centinaia di visite…).
Il bello era che con Luciano si potesse discutere di tutto: non solo di politica, ma anche di libri, cinema, fumetti (addirittura!), eventi, costume, società, religione… Era molto critico verso le religioni in generale ma era un credente fervente ed era orgoglioso di essere valdese. Fu per merito suo se conobbi questa interessante religione, la quale, se un giorno decidessi di convertirmi, sarebbe sicuramente tra quelle che valuterò meglio.
Poi accadde che io, alla perenne ricerca di una mia identità che mi permettesse di relazionarmi con gli altri cercando di esprimere senza censure me stesso, divenni più ironico e graffiante, forse dovrei dire sarcastico, o anche caustico; e lui credo che rimase un po’ scombussolato dal mio cambiamento. Senza parlare dell’occasione nella quale ammisi candidamente di (pur essendo un credente in Dio) essere un incessante bestemmiatore.
Penso che da allora lui cominciò a considerarmi tutto sommato uno un po’ troppo fuori di zucca. E a me rimase sempre il cruccio di non avergli spiegato a dovere il mio punto di vista (volevo scriverci anche un articolo ma la bozza si trova ancora nei miei appunti che rimarranno probabilmente sempre nel limbo).
Avrei voluto fargli capire meglio cosa intendessi quando dicevo che bestemmiavo “alla maniera dei toscani”, cioè più che altro contro la chiesa cattolica; come pure che ero convinto che Dio non avrebbe mai potuto offendersi se qualcuno avrebbe imprecato rivolgendosi a lui, così come io non mi offenderei mai se venissi a conoscenza che un moscerino ha detto qualcosa di non bello su di me… E i comandamenti (forse obbietterà qualcuno)? I comandamenti non li riconosco come provenienti da Dio. Infatti, se davvero lo fossero, sicuramente non discriminerebbero così clamorosamente la donna rispetto all’uomo (si dice “non desiderare la donna d’altri”, non “non desiderare il coniuge d’altri”), così come non sarebbero la palese manifestazione di un chiaro tentativo di mantenimento del potere vigente (qualunque esso sia). Ecco perché sono convinto che non è stato Dio a ispirare i comandamenti, ma solamente degli uomini che volevano rendere gli altri uomini servi del potere spirituale e materiale.
Comunque Luciano, essendo favorevole al dialogo ad oltranza, sul suo blog accettava tutti (e questo mi sorprendeva). Anche un tipo, che io chiamavo il demone teppista, che gli diede molto filo da torcere, perché Luciano cercò di farlo ragionare e portarlo dalla sua parte, mentre quello, oltre a negare le argomentazioni di Luciano non volendo ammettere che spesso fossero assolutamente vere, delle volte schiumò vero e proprio odio (in particolare sul blog di sua proprietà, che Luciano frequentava comunque e molto più del mio, anche se probabilmente gli faceva ribrezzo).
E poi fu Luciano a farmi il più grande complimento letterario che mi fosse mai stato fatto: mi disse che un mio intervento fosse il commento migliore, narrativamente parlando, che ci fosse mai stato sul suo blog, e questo mi riempì di gioia perché da uno scrittore (sincero) del suo calibro valeva almeno il doppio, anche se non dimenticavo come Luciano si facesse spesso prendere troppo dagli entusiasmi che provava. Ad ogni modo è per merito suo se oggi non mi vergogno a dire che, sì, anche questo umile scribacchino si può dire che sia uno scrittore (d’altronde se persino Corrado Augias si definisce tale… tana libera tutti!…).
Quando quel “disturbatore” decise per suoi motivi di non frequentare più il blog di Luciano, quest’ultimo blog un po’ si afflosciò. Infatti il teppista era l’unico che ci unisse tutti quanti (contro di lui), e quando sparì molti degli altri presero ad azzuffarsi tra loro; e certo la sconfortante situazione politica e sociale non favorì le cose e anzi le peggiorò (ci sarebbe molto da dire circa le dinamiche dei blog ma credo che questo discorso esuli dall’argomento di questa discussione).
Nel frattempo Luciano ultimamente avvertiva dei terribili e persistenti mal di schiena… Un giorno decise di andare dal dottore e si fece segnare degli esami… Ve la faccio breve che questa non è la parte preferita del mio resoconto: gli trovarono un tumore. E lui dovette operarsi.
Sul suo blog un giorno apparve il suo articolo nel quale ci rivelava la verità e diceva che non voleva nasconderci nulla e che voleva essere sincero come sempre. Luciano non chiamò la sua malattia con il termine che io ho usato sopra (credo per non allarmarci), e preferì utilizzare una serie di termini tecnici che avrebbero potuto confondermi. Ad ogni modo intuì che fosse qualcosa di molto serio.
E volete sapere una cosa? Mi sentii anche quasi in colpa. Perché pochi giorni prima mi ero immaginato (quando ancora non sapevo nulla su Luciano ed il suo destino) che lui venisse a mancare e che io andassi al suo funerale. In realtà era una specie di visione molto comune, nel senso che (almeno a me) capita spesso di immaginarmi il momento della mia morte o quello di altre persone che mi stanno intorno. Solo che in questo caso ci avevo preso…
La notizia chiaramente ci gettò nello sconforto e tutti quanti tornammo a frequentare il suo blog avidi di notizie sulla sua precaria salute.
Ma Luciano non poteva quasi più stare al computer, allora ogni tanto sua moglie si sostituì a lui e ci tenne aggiornati. Una volta pubblicò una sua foto in cui, se non ricordo male, Luciano aveva appeso un drappo con su scritto “W la costituzione”. Questo era Luciano.
Poi venne l’operazione. La sua compagna ci disse che era andata bene. Poi più niente (e nel momento in cui scrivo ancora campeggia quell’ultimo post dal titolo “è fatta!”, ripetuto due volte sicuramente per la poca praticità della consorte con il mezzo informatico).
Quelle furono le ultime notizie che ricavammo direttamente dalla famiglia di Luciano. Sì, perché poi calò sulla faccenda un pesantissimo silenzio che ci sorprese non poco.
Io mi immaginai che Luciano e sua moglie fossero partiti per qualche posto per effettuare una terapia che l’avrebbe fatto riprendere pienamente, magari una sorta di vacanza, lontano dai veleni della politica (ma il mio era più un voler credere in una bella illusione piuttosto che l’affrontare di soffrire lentamente di uno straziante dolore). Ero certo che prima o poi sarebbe tornato sul suo amato blog e ci avrebbe detto a tutti che era più forte di prima e che voleva organizzare una tale opposizione al governo… come mai era stato fatto prima…
Quel silenzio opprimente lo accettai pensando che Luciano sapeva quello che faceva e quindi me ne feci una ragione, ma non tutti la pensarono proprio così: e sopratutto coloro che più gli erano amici ed avevano condiviso con lui varie esperienze, rimasero esterrefatti che fosse diventato praticamente irraggiungibile.
Dopo alcuni mesi di oblio uno storico frequentatore del blog ci informò circa alcune novità apprese dal profilo di Luciano su Facebook: Luciano si era dato alla politica (pur avendo subito l’amputazione di una gamba). Cercai ancora di vedere il lato positivo della cosa (ma i presentimenti negativi ormai erano ben presenti in me).
Infine venimmo a conoscenza che si era presentato alle comunali di Trieste nelle liste di Sinistra e Libertà ed aveva ottenuto un buon risultato (arrivando quarto ma non essendo comunque eletto)
Poco dopo da ultimo ci giunse la notizia: Luciano era spirato sabato 21 maggio (quando io mi trovavo ad un matrimonio).
Chi era Luciano? Era un uomo con la barba lunga che personalmente mi instillò subito simpatia. La storia della sua barba è curiosa. All’inizio Luciano se la fece crescere perché così sembrava più grande e quindi poteva andare al cinema a vedere anche dei film che normalmente gli sarebbero stati preclusi. Inoltre era convinto di avere la testa un po’ grossa e che dunque con la barba assumesse un aspetto più armonioso. Col tempo poi la sua lunga barba incolta divenne una specie di feticcio, e quando la gente gli domandava perché non se la tagliasse lui rispondeva che la mattina, quando si alzava dal letto e si vedeva riflesso nello specchio, la sua barba arruffata e storta lo faceva sempre ridere mettendolo perciò di buonumore. E perché avrebbe dovuto quindi rinunciarvi?
Addio Luciano. Sei stato una persona non comune che sono stato felice di conoscere.
Seguono alcuni degli ultimi appunti che Luciano aveva annotato in un file (forse per un ipotetico libro?), la cui diffusione ovviamente è stata autorizzata da chi di dovere ed è stata tratta dal suo blog.
101 SEGRETI CHE HO IMPARATO LOTTANDO CONTRO IL TUMORE
di Luciano Comida
Per ognuno un miniraccontino
luciano-comida
Le ideologie servono (e insidiosa è l’ideologia che nega le ideologie): una bussola per muoversi nel mondo senza sentirsi troppo smarriti
Accettare la propria (e altrui) fragilità
Davanti agli imprevisti (come il tumore) non si sa come reagiremo. E dunque non giudicare gli altri che reagiscono in un modo che non ci garba
Se oppure nonostante: col SE si costruiscono palazzi di sabbia che poi ci crollano addosso, col NONOSTANTE possiamo gustare ogni momento
Pagherei tutto l’oro del mondo: essere consapevoli che la situazione presente potremmo (in futuro) considerarla invidiabile. E dunque cercare di apprezzarla fin da adesso
Le critiche sono utili sempre e comunque: ci mettono davanti allo specchio e ci costringono a ripensare all’oggetto della critica. Che poi verrà modificato che la critica prevale oppure rafforzato se la critica non lo abbatte. Le critiche dunque devono essere distruttive
Parlar chiaro, “sì sì, no no”. Evitando il più possibile le ambiguità o le reticenze. Non vuol dire essere brutali ma sinceri
Dire solo ciò che si pensa ma non necessariamente dire tutto ciò che si pensa
Guardare nel proprio abisso, consapevoli che dentro di noi ci sono lati oscuri e insidiosi. Non nasconderlo sotto il tappeto né negarne l’esistenza
Ringraziare senza esitazione
Sputare via il veleno senza tenersi i rancori e le umiliazioni: il diario è uno dei mezzi per farlo. Così come scrivere l’elemento velenoso su un foglietto e poi distruggerlo
Dire che si ama: è inutile amare senza pastrocciar affettuosamente e coccolare esplicitamente questo amore
Rileggere e rivedere libri e film perché così acquistano spessore e noi con loro. E in più abbiamo l’evidenza di come cambiamo noi stessi
I libri ci leggono e i film ci guardano: ci dicono moltissimo di noi. Ecco perché ogni opera è diversa per ogni suo fruitore
E’ meno grave che se fosse peggio. E dunque (oltre un certo limite) piangersi addosso è inutile e controproducente
Nessun timore a piangere: è uno sfogo umano. Basta non abusarne
Costruirsi quotidiane oasi di serenità/piacere/rilassamento: sono aiuti nei momenti difficili.
Librerie dell’usato: il loro immenso fascino. Forse anche perché, non facendo il cacciatore di animali né il dongiovanni collezionista, gusto il piacere della ricerca
Diario: sfogo, punto della rotta, chiarire il nostro pensiero e sentire, a distanza di tempo ci fa vedere come cambiamo
Ridere di se stessi
Malattia e musica di Morricone: quando si affronta una malattia grave e si sta soli a guardare negli occhi il male, è come nei duelli nei film western quando parte la musica . Siamo soli, noi e la malattia. Non contano nulla i soldi o il potere ma solo la rete dei nostri affetti, che stanno attorno a noi
Non abbandonare le abitudini piacevoli anche (e soprattutto) quelle piccole: scandiscono ritmi, colmano le giornate, ci rafforzano, ci gratificano
Signore, dammi la forza di cambiare le cose che posso cambiare. Signore, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. E soprattutto, Signore, dammi la saggezza di distinguere tra esse
Alla fine dei tempi, Dio trionferà con la gioia e la vita eterna. Ma su questa terra, nei tempi della storia umana, Dio non è onnipotente.
70 volte 7: la fretta spesso (anche se non sempre) ci consiglia male.
Mantra per riaddormentarsi: ognuno si scelga il suo. Il mio è attaccarmi a una frase letta e ritoccarla, analizzarla, modificarla, riassaporarla…
Dire “ho sbagliato, è colpa mia…”. Non esitare mai ad ammettere le proprie colpe e responsabilità. Non esitare né davanti agli altri né davanti a noi stessi
Pagliuzza e trave: noi perdoniamo con indulgenza a noi mille e mille nefandezze. Perché dunque essere spietati col prossimo?
Scrivere subito le cose prima di dimenticarle: sono come i sogni e svaniscono.
Godere del piacere o gioia dati: non essere avari di se stessi e delle proprie azioni
La scuola serve: a stuzzicare la curiosità, a scoprire che tutti siamo infinitamente ignoranti, a non vergognarsi di non sapere, a non esitare a chiedere, a pretendere chiarezza, a imparare che è bellissimo imparare
Esibire i propri difetti o imbarazzi ci aiuta a sopportarli.
Non mollare mai: come nelle partite di calcio, il risultato può ribaltarsi in pochi minuti dallo 0-2 al 3-2
Posso morire tra due minuti e dunque ogni istante è preziosissimo
Nella storia non c’è mai stato né mai ci sarà un altro essere umano come me, che essendo unico sono preziosissimo. Ma (analogamente) ciò vale per ogni altra persona. E devo comportarmi di conseguenza
Non sono solo ma in mezzo a una rete di relazioni che si arricchisce di continuo
Non scherzare col fuoco dell’attrazione sessuale: il miglior modo per non tradire è non fare nemmeno il primo passo
L’amore è una pianta che va nutrita accudita bagnata protetta coccolata ogni giorno e ogni giorno
Le cose più belle (amore, stima, amicizia, fantasia, humour) sono gratis
Non guardare la tv accesa: una sfida per sconfiggere il suo potente richiamo
La prevenzione fisica è (banalmente) importante. Purtroppo ce ne accorgiamo solo quando è tardi
Una parola alla volta (disse Stephen King a chi gli chiese come fa a scrivere libri così lunghi). Lo stesso è per noi, in ogni cosa che facciamo
Dire BASTA e non subire ancora perché si è cominciato a subire
Peggio fare un torto che subirlo: il male fatto torna su come un boccone mal digerito
E’ peggio il silenzio degli onesti delle azioni degli uomini malgavi (disse Martin Luther King)
Guardare con gli occhi degli altri ci insegna a vedere che il nostro punto di vista non solo non è unico ma può anche essere sbagliato. Comunque, limitato
Nessun timore di non sapere e di ammettere la nostra ignoranza/incompetenza
Nessun timore a non capire: chiedere sempre spiegazioni e pretenderle
Abbracciare è un grande gesto di accoglienza e condivisione
Concedersi qualcosa, ogni giorno. Farsi dei piccoli regali
Arrabbiarsi con Dio è salutare anche per un credente: quella con Dio è una relazione vera e propria
Meditare aiuta a rilassarsi, a entrare dentro di noi, a sentirsi parte dell’Universo
Cucinare senza ricetta è piacevole, una continua scoperta sensoriale
Libertà ed eretici: come disse Cioran, interessa solo a loro. Per molti, la libertà è fonte di angoscia
Non conta solo il detto ma chi lo ha detto (Karl Kraus)
Molte persone non vogliono star meglio perché sono terrorizzate dal cambiamento e/o perché non pensano di meritare i miglioramenti
Giustizia e libertà e accoglienza, insieme: separati generano mostri e mostriciattoli
Mezzi e fini non devono essere separati: i mezzi ci dicono moltissimo sui fini
Basta un nonnulla per farsi male o morire: attenzione sempre, senza ossessioni ma con saggia prudenza
I rimorsi sono peggio dei rimpianti
Dalla colpa si esce come Giuda o come Pietro, schiacciati dal proprio passato oppure partendo da esse
Votare sempre: se no, lasciamo spazio ai peggiori
Il dissenso non va tollerato ma fomentato (come diceva John Stuart Mill)
La gloria tra quattro mura supera lo splendore degli imperi (Cioran)
Svegliarsi e sorridere è meglio che svegliarsi col muso
Il comportamento a specchio: spessi ci trattano come noi li trattiamo. O comunque abbiamo fatto il possibile
Ci vuol più coraggio a dire “ho paura” che a fare pericolose fesserie perché si è terrorizzati ad ammettere al gruppo che abbiamo paura
Riso allo zafferano (a casa di Lalla) e dunque dire la verità, garbatamente ma chiaramente
Crescere non è rinnegare il se bambino, ma inglobarlo in noi e farlo vivere in una “struttura” più ampia e matura
Il punto di vista (Italia-Francia e i gol vissuti in modo opposto dai rispettivi tifosi) degli altri va sempre accolto
Domande stupide? Esistono solo risposte stupide
Il primo scopo di uno scrittore è costringere il lettore a voltar pagina (Maugham)
Non vergognarsi di vergognarsi
L’album delle preziose figurine (affetti, libri, film, musiche, gesti…) da custodire e incrementare dentro di noi. Anche per poterlo sfogliare e utilizzare nei momenti difficili
Addestrarsi all’ambidestrità: a facoltà diverse e opposte
Dare cinque felicità al giorno agli altri
Ringraziare sempre chi lo merita
Non giudicare i poveri di spirito (hanno poco e quel poco lo utilizzano)
Stolti e poveri di spirito (furbetti e sempliciotti)
Darsi obiettivi precisi ma realistici: nei momenti difficili aiuta avere un traguardo chiaro e raggiungibile
Guardare in faccia la realtà, anche di una brutta malattia
In questi suoi ultimi pensieri ho trovato, sorprendentemente, anche delle cose che avevo dichiarato io sul suo blog. E questo vuol dire che, o semplicemente era d’accordo con me, oppure che nei suoi ultimi giorni Luciano ha ripensato a tutti i concetti acquisti nel corso della sua vita.
Le mie enunciazioni nello specifico erano che tutte le cose migliori della vita sono gratis, e che chi non vota regala il voto al peggiore. Non sono certo il primo che le ha affermate, comunque mi fa piacere credere che su questi argomenti anche Luciano la pensasse come me.