Autostima

Cammino calmo ma deciso. Testa bassa. Senza guardare la gente in faccia. Come quasi tutti qui in città. Quando arrivo all’incrocio però mi accorgo che una ragazza che mi ha appena superato si attarda a voltarsi per osservarmi. Indugia su me, interessata. Allora la guardo anche io, mentre lei già sembra intenzionata a tirar dritto. Quel corpo… Quelle gambe… Forse li conosco già. Delle volte non ce ne accorgiamo ma assorbiamo la fisionomia di una persona che un tempo c’è stata vicina… Lei allora, con la coda dell’occhio, dopo essersi accorta che l’ho notata, si gira un’ultima volta come a richiamarmi, prima di decidere che ormai è troppo tardi per tornare indietro. Così perlomeno riesco a vedere il suo viso. Sì, forse la conosco. Ma i capelli non corrispondono. Adesso ha boccoli splendenti sicuramente profumati appena usciti dal casco di un estetista. Adesso mi spiego perché stavolta non mi ha guardato infastidita e arrabbiata, come non volesse incontrarmi, come invece avvenuto la volta scorsa. Adesso mi spiego la sua conversione a U. Adesso la sua autostima si è accresciuta. E vorrebbe che il suo vecchio amante ancora le corresse dietro. Adesso vorrebbe tanto morire nelle braccia passionali di un uomo. Adesso non si vergogna più di sé. Adesso sarebbe pronta ad accogliermi – prima non lo era. Adesso desidererebbe tanto un uomo vero per gettarsi a pesce in una nuova, entusiasmante storia d’amore, una storia d’amore che non vive più da anni. Adesso ho compreso che nel suo rancore nei miei riguardi era celata la sua scarsa autostima.

Demolition – Amare e vivere

Un uomo vede morire la moglie mentre è con lei in automobile. Sul momento sembra non avvertire alcun contraccolpo psicologico, tanto più che dichiara che in fondo nemmeno l’amava. Ma col passare del tempo comincia a essere sempre più strano e svagato, e con addosso una gran voglia di distruggere le cose.

Conosce una telefonista con la quale si fissa. Lei dapprima lo respinge, ma poi, adagio, lo fa entrare nella sua vita, anch’essa non perfettamente liscia e priva di complicazioni.

Un film toccante, per l’ennesima volta sull’elaborazione di un lutto, un tema sempre caldo e sfaccettato da affrontare.

Sigle: Dragonball!

La forza principale di questo cartone (che ormai conoscono tutti) è quel tipo di serialità che ne incoraggia la visione. Dunque se si inizia a guardarlo si tende a continuare a farlo per vedere poi come andrà a finire… Solo che la fine è molto, molto lontana…

Ricordo come fosse ieri quando, all’incirca venticinque anni fa, un mio amico che comprava il fumetto, sbalordito della piega combattistica che ormai avesse preso la storia, se ne uscì dicendomi: non si regolano più!, stanno decisamente esagerando!, adesso Goku sfida pure Dio! – e non aveva torto.

Forse non tutti sanno che agli inizi Dragonball non era affatto solamente un prontuario infinito di combattimenti tra superguerrieri… Difatti nelle prime puntate si poteva trovare un mucchio di ironia. Akira Toriyama (l’autore del manga, che ancor oggi si sorprende lui stesso del successo conseguito da questa opera) al principio non aveva previsto dove sarebbe andato a parare, per cui lo aveva infarcito del suo tipico umorismo alla Arale

Qui riporto la sigla, perché è comunque carina…

Room (film)

Una donna e il suo bambino si trovano incessantemente chiusi in una stanza. Pare che lei sia stata rapita e che il bambino sia nato, per così dire, in cattività, dunque non conosce nulla del mondo. Ma la donna non ce la fa più a vivere quella vita angustiante. Così elabora un piano un po’ estremo per scappare…

Un film drammatico, angosciante, bello, intenso, con diversi momenti e diverse sfumature nella storia. Credo sia tratto da un fatto di cronaca vera che all’epoca ebbe molto eco nei media per via dell’efferatezza del crimine.

Copperman (film)

Un ragazzino autistico che vive in un paesino si invaghisce di una bambina con anche lei dei problemi da risolvere – si taglia poiché si crede responsabile della morte prematura della madre, finita sotto un treno per salvarla. La bambina ha un padre violento, uno strozzino, molto stronzo, il quale osteggia la loro amicizia. Dal canto suo, il ragazzino autistico è ossessionato dalla mancanza del padre. La madre gli ha raccontato la balla che è un supereroe e non c’è mai a casa proprio perché sta salvando il mondo. Allora il ragazzino si convince che da grande anche lui deve diventare come suo padre: lui sarà Copperman, l’uomo di rame… Sullo sfondo, il personaggio cattivo (il padre della ragazzina), a cui nessuno dà una sonora lezione, finirà per arrecare un male esponenzialmente peggiore nelle vite di tutti coloro che incrocia… Vecchia storia. E lo Stato dove sta?, lo Stato che dovrebbe togliere dalla circolazione queste persone deleterie per le altre. LO STATO NON ESISTE.

Maleducazione

Su una panchina a prendere il fresco intorno le 6:30 del mattino.

A un certo punto si avvicina un cane. Annusa qua e là. Fa le sue cose.

Ha il collare. Non è un randagio.

Il padrone è appostato in piedi dietro me. Non fa alcun rumore lo stronzo. Perché vuole avere la facoltà di spiarmi senza che io lo sappia. Tra parentesi: che gran coglione che è! Solo un deficiente penserebbe che in questo modo sia in grado in qualche maniera di rendersi invisibile all’osservato.

Anche io ho avuto un cane. E non mi sarei mai comportato in questa maniera da persona incivile e maleducata.

No, non è una cosa che si può fare quella di mettersi dietro uno senza fargli sapere espressamente che si è lì.

La gente è una merda. Non rispetta neppure le più elementari buone maniere.

Wa(l)ter Veltroni: La scoperta dell’alba

Primo sorprendente romanzo, di genere fantastico (ma non solo), di quest’uomo che ha sprecato gran parte della propria vita dedicandosi alla politica, quando è evidente avrebbe dovuto buttarsi a pesce nell’arte, e tutto il mondo sarebbe stato più contento, lui per primo compreso.

Qualora leggeste questo libro non conoscendone l’autore, potreste tranquillamente confonderlo con uno della Tamaro, per quanto il tono risulta nostalgico e malinconico assieme.

È la storia di un uomo maturo sostanzialmente segnato dalla propria vita familiare, con una figlia down di cui non riesce a occuparsi, ma soprattutto con alle spalle un evento fortemente traumatico: l’abbandono apparentemente inspiegabile del padre quando era ancora adolescente. Un giorno quest’uomo riuscirà incredibilmente, attraverso un vecchio apparecchio telefonico, a mettersi in contatto con il bambino che era un tempo, proprio pochi giorni prima la fuga del padre, allora non resisterà dall’indagare circa i veri motivi che portarono il genitore a dileguarsi. E scoprirà che in definitiva non sapeva nulla di lui…

Moltissime citazioni. Tantissimi temi. Una parte corposa e fondamentale della storia parla anche del Terrorismo.

Interessante.

Anime gemelle (film)

Uno Steve Martin in forma è il mattatore di questo vecchio film degli anni ’80 ingiustamente caduto nel dimenticatoio, nonostante la buona fattura. È la storia di un single incallito che si sente molto solo e del suo fraterno amico, afflitto dallo stesso problema. “L’uomo solo” le proverà tutte per non esserlo più, solo, ma avrà molta sfortuna nelle scelte con l’altro sesso. Finché a un certo punto si innamorerà di una donna che sembrerà perfetta per lui. Il problema però è che questa donna, con alle spalle una lunga serie di fallimenti sentimentali, per la troppa paura di soffrire ancora tenderà ogni volta a lasciarlo spezzandogli il cuore…

Uno humour un po’ alla Woody Allen prima maniera, dunque pieno di paradossi comici. Consigliato.