Cammino calmo ma deciso. Testa bassa. Senza guardare la gente in faccia. Come quasi tutti qui in città. Quando arrivo all’incrocio però mi accorgo che una ragazza che mi ha appena superato si attarda a voltarsi per osservarmi. Indugia su me, interessata. Allora la guardo anche io, mentre lei già sembra intenzionata a tirar dritto. Quel corpo… Quelle gambe… Forse li conosco già. Delle volte non ce ne accorgiamo ma assorbiamo la fisionomia di una persona che un tempo c’è stata vicina… Lei allora, con la coda dell’occhio, dopo essersi accorta che l’ho notata, si gira un’ultima volta come a richiamarmi, prima di decidere che ormai è troppo tardi per tornare indietro. Così perlomeno riesco a vedere il suo viso. Sì, forse la conosco. Ma i capelli non corrispondono. Adesso ha boccoli splendenti sicuramente profumati appena usciti dal casco di un estetista. Adesso mi spiego perché stavolta non mi ha guardato infastidita e arrabbiata, come non volesse incontrarmi, come invece avvenuto la volta scorsa. Adesso mi spiego la sua conversione a U. Adesso la sua autostima si è accresciuta. E vorrebbe che il suo vecchio amante ancora le corresse dietro. Adesso vorrebbe tanto morire nelle braccia passionali di un uomo. Adesso non si vergogna più di sé. Adesso sarebbe pronta ad accogliermi – prima non lo era. Adesso desidererebbe tanto un uomo vero per gettarsi a pesce in una nuova, entusiasmante storia d’amore, una storia d’amore che non vive più da anni. Adesso ho compreso che nel suo rancore nei miei riguardi era celata la sua scarsa autostima.
