Il mondo è meraviglioso. Sono gli esseri umani che lo rovinano.
Mese: dicembre 2018
Incantarsi
Da piccolo mi capitava delle volte, di fermarmi a riflettere su qualcosa, o anche fare sogni a occhi aperti durante il giorno, senza un motivo particolare. Potevo stare in quello stato di torpore fisico anche un’ora.
La cosa strana è che questa strana cosetta ha ripreso a ripresentarsi. Così, quando sono seduto sulla tazza del cesso, mi blocco. Mi incanto. E i minuti mi passano senza che me ne renda conto. Talvolta me ne accorgo, e allora mi dico: dai, alzati, che devi fare questa cosa!… Ma poi sto lì altri dieci minuti buoni (e sia chiaro che ho fatto tutti i bisogni che dovevo fare)…
Che sarà mai?
C’entra senz’altro quel grosso cambiamento che la mia vita ha avuto ultimamente. Però secondo me potrebbe essere anche uno dei primi segni dell’Alzheimer galoppante che mi sta prendendo… 😉
Robert Leeson: È la mia vita
Romanzo per ragazzi – cos’è che distingue un romanzo per ragazzi da uno per adulti? Lo stile semplice, il non eccessivo approfondimento, sia circa le tematiche, sia nelle descrizioni – che ho letto di straforo mentre ero impegnato in un altro romanzo che non mi soddisfaceva molto. Si narra la storia, non certo allegrissima, di una ragazzina adolescente la cui madre un giorno scompare misteriosamente, ma volontariamente: abbandona la famiglia al proprio destino. La ragazzina dovrà confrontarsi con questo fatto molto duro da accettare e mutare la sua vita per cercare di tener botta…
Nonostante il tema drammatico, credo che l’autore abbia scritto questo libro per far capire ai più giovani che, anche se nella vita possono accadere cose brutte, bisogna saperle accettare, comprenderle e non lasciarsi andare.
Nota. Il finale fa pensare che ci possa essere un seguito, ma nell’edizione che ho letto non ho trovato alcun accenno a questa possibilità. Se qualcuno ne sa qualcosa lo dica, per favore…
L’efeba
Da lontano sembrava un bellissimo efebo sulle soglie della collera. Per questo, in un primo momento, mi infastidì assai dovergli passare vicino e, avessi potuto cambiare la mia strada, lo avrei fatto subito.
Il biondo vivace, artificiale e violento, dei suoi capelli lo faceva sembrare come avesse avuto la testa in fiamme. Tuttavia… mi accorsi che si trattava di una donna, una bellissima donna con un tale sguardo d’angoscia negli occhi che esso s’incuneò immediatamente nella mia anima.
Compresi che avevo preso un abbaglio colossale su di lei. Ora non la volevo fuggire, anzi mi sarebbe piaciuto poterle stare più vicino possibile: conoscerla, toccarla. Baciarla con violenza. Stracciarle le vesti. Farla mia. Mai in vita mia mi era successo di desiderare tanto una femmina. La sua bellezza unica era abbacinante. Insostenibile. Celestiale…
Sono certo che alle mie lusinghe avrebbe potuto reagire solo in due modi contrastanti. Nel primo non avrebbe esitato ad affondarmi un coltello in gola – poiché era evidente che fosse pazza, ingovernabile e selvaggia. Mentre nell’altro mi si sarebbe totalmente arresa e sottomessa eseguendo qualsiasi azione le avessi chiesto o ordinato di compiere… Mi baloccai a immaginare in quale di quelle due visioni l’avrei preferita.
Come afflitta da una grave infermità, camminava pianissimo, con quel suo passo silenzioso che pareva levitare sul fango.
Il nostro comune mondo di merda non faceva per lei, che doveva essere la regina degli elfi. Eppure anche lei ne faceva parte. Quel mondo doveva averla respinta, vituperata, quasi del tutto schiantata, non sapendo apprezzare la sua indescrivibile unicità di essere raro e delicato.
Sparì troppo velocemente per un sentiero che non era sulla mia strada.
Non la vidi più. Forse fu quello l’ultimo giorno della sua vita ardita su questa terra. Ebbi l’inspiegabile impressione che si sarebbe spenta di lì a poco, lei e la sua chioma fiammeggiante. Come una farfalla che vive solo poche ore… E quando muore, il mondo le dice:
“No!, non te ne andare, visione meravigliosa! Di più! Di più! Ancora un altro poco! Donami ancora la tua bellezza così da rendermi meno triste! Sei l’unica cosa bella di questa esistenza avvilita!”
Arthur Schnitzler: Gioco all’alba
…Altro che autore minore! In queste poche 130 pagine Schnitzler dà prova di immensa maestria. Si insinua nella psicologia dei suoi personaggi portandocela alla luce manifestamente… Doveva essere solo un libro sul demone del gioco d’azzardo, invece c’è molto di più. Pure i personaggio di contorno sono tratteggiati con immensa finezza.
Con questo romanzo Arthur Schnitzler entra di diritto nella poco nutrita lista degli autori più importanti che ho letto.
Un giovane militare riceve un giorno la visita di un altro ex militare, ormai decaduto e radiato per debiti di gioco, il quale lo implora di prestargli mille fiorini altrimenti sarà perduto. Il giovane non è affatto ricco, anzi, in passato ha avuto anche lui dei piccoli problemini in tal senso. Tuttavia si offre di provare ad aiutarlo. Difatti è in previsione una partita a carte quella sera. Se vincerà mille fiorini, glieli regalerà senza dubbio…
Il testo si presta molto alla trasposizione teatrale.
Gestione separata
Questo blog mi piace moltissimo perché:
1. parla di cose che non conosco;
2. è molto ironico;
3. mi induce ad aprirmi a punti di vista nuovi che si potrebbe tendere a non considerare adeguatamente.
Quando è nata l’Aspiebaby, Asperboy aveva cinque anni e mezzo. E’ stato subito ben chiaro che erano due creature molto diverse. E’ stato subito chiarissimo anche che tutte le strategie messe a punto con Asperboy, con Aspiebaby potevo mettermele in saccoccia, non servivano a niente o quasi. Uno dormiva 8 ore filate a una settimana di vita. L’altra urlava fino alle 3 di notte e toccava fare i turni passeggiando in corridoio con lei in braccio. Uno si calmava semplicemente con un abbraccio. L’altra se provavi ad abbracciarla si divincolava come una belva. Uno mandava giù biberon senza discutere, l’altra solo tetta fino a 9 mesi. Uno detestava i pannolini ed era praticamente spannolinato a un anno, l’altra è arrivata all’età dell’asilo beatamente pannolata. E crescendo hanno continuato ad essere molto diversi. Tanto uno era una creatura silenziosa e schiva, tanto l’altra era rumorosa ed estroversa. Insomma, tutto da rifare…
View original post 804 altre parole
Brignano: La banca
Jane Austen: Orgoglio e pregiudizio
Non so se è un falso ricordo… Soffro di deja-vu…
Faceva caldo. Vestivo una magliettina con le maniche corte. Mi trovavo in biblioteca, e Jane Austen era sulla mia lista dei possibili autori da prendere. Allora afferrai un suo libro in mano. Un bel mattone! Lo sfogliai… Era scritto pure fitto fitto. Mi chiesi: uh, sei sicuro di volerlo prendere? Non sarà una “sola”?
Allora feci qualcosa che non faccio quasi mai. Lessi un brano a casaccio sperando di trarne ispirazione. La prosa mi risultò troppo vetusta o formale o pomposa. Dunque mi dissi: no, non mi va di prendermelo adesso, che già vengo da un paio di libri che non mi sono proprio piaciuti. Faccio sempre a tempo a leggerlo in futuro…
Così lo riposi al suo corretto posto mettendo la buona Jane in naftalina… Da allora non pensai più seriamente a lei, sempre impegnato in nuove letture che mi spinsero in molteplici direzioni diverse…
Fino al giorno in cui una mia amica mi ha suggerito di leggere “Orgoglio e pregiudizio”. E io l’ho fatto…
Trama: c’è questa Elizabeth che fa parte di una famiglia numerosa, non propriamente nobile, né di sangue né di contegno. Conosce un certo Darcy, che invece è nobile e anche presuntuoso. Il quale le dice praticamente in faccia che lei non gli piace. E lei se lo segna al dito trovandolo subito molto antipatico. Da lì si dipana la trama, tra il troppo orgoglio di Darcy e il troppo pregiudizio di Elizabeth nei suoi confronti… Finisce con tre matrimoni, mica solo uno!
Lo stile è molto formale, effettivamente, come avevo pensato leggendo solo quelle poche righe anni fa. Anche un po’ povero di brio e distinzione (mi ricorda le prime cose che scrissi)… Senz’altro frutto di una grafomane… In definitiva questo libro non mi ha attratto particolarmente. Lo giudico un po’ superato.
Spero che la mia amica non se ne voglia. Semplicemente abbiamo gusti diversi. A lei piace pure Shakespeare, che io non sopporto.
Ramones: I wanna be sedated
Se siete angustiati dai logorii della vita moderna, se per voi il natale è da sempre il periodo più malinconico da quando Iddio ha mandato giù l’acqua del diluvio universale… allora ascoltatevi questa canzone che, nonostante l’età, possiede del tutto inalterato il potere di farvi sentir bene. Vedrete che non sarete più tanto tristi, neppure se avete un ascesso a un dente, o la vostra ragazza vi ha appena lasciato portandosi via l’argenteria e la collezione dei vostri cd preferiti…
Vedrete che questa canzone vince su ogni lagna possa agitarsi nella vostra testa! Anche se vi avranno appena spezzato una gamba, non resisterete alla tentazione di zompettare sulla gamba residua pur di ballarla come matti!
“Oh!-Oh!-Oh!-Oh!-Oh!”
(No. Non è Babbo Natale venuto a portare i doni… Sono i Ramones venuti a spazzar via la vostra tristezza insita dell’essere umano!)
L’amica geniale (serie tv)
Nutrivo molti dubbi – ma anche tanta speranza – circa questa serie tv (leggi pure fiction) della RAI ispirata alla celebre saga cartacea di Elena Ferrante. Perché di solito le serie non hanno una qualità tale da potersi paragonare a quella di un bel film…
Per fortuna stavolta sono rimasto soddisfatto, nonostante la difficoltà di trasporre una tal epopea con tantissimi personaggi, i quali per di più crescono, si sviluppano, si evolvono, dalla fanciullezza alla vecchiaia.
Certo mi risulta ci sia lo zampino fondamentale di Elena Ferrante, che ha curato personalmente la sceneggiatura. Altrimenti non credo proprio che si sarebbe raggiunto un buon risultato. Sarà per questo che la serie non mi ha deluso, donandomi molte emozioni e facendomi pure commuovere.
Ho visto le prime due puntate. Poi ho saltato le successive altre due (ero troppo stanco e mi sono addormentato). E poi ho visto le successive altre quattro.
Ho sentito che ci sarà una seconda stagione che dovrebbe riuscire a concludere l’opera. Che è meglio. Non la si può lasciare a metà.
🙂
PS: ovviamente sono innamorato perso di Lila, un personaggio davvero ben riuscito, una ragazza che ho cercato nel mio passato, perché mi sembrava tanto di averla già incontrata. Ma non l’ho trovata…