Lo Straordinario Viaggio di T. S. Spivet (film)

Storia di un bambino mezzo genio della Fisica che si porta dentro il senso di colpa per esser stato inavvertitamente la concausa della morte del fratello gemello durante un esperimento. Il genietto un giorno decide di andare a ritirare un premio per aver implementato una specie di macchina per il moto perpetuo utilizzando la forza elettromagnetica…

Film come questo strizzano l’occhio al buonismo utilizzando anche narrazioni fantastiche (tipo Il favoloso mondo di Amelie). Per quanto mi riguarda, non mi prendono particolarmente e mi sanno di già visto. Ma se amate le storie che non son altro in definitiva che rielaborazioni in chiave moderna di favole, dovrebbe piacervi.

Guido Tagliacozzo: Lo gnorri

Si tratta di un finto giallo. Un anziano signore, timido, pensionato e un poco paranoico, ormai vedovo e solo, che ama ricamare assai sulle proprie elucubrazioni finendo forse per esserne la prima vittima lui stesso, si ritrova suo malgrado come quasi imputato e poi testimone di un caso di morte violenta. Sembra infatti che una sua vecchissima fiamma di molti decenni prima sia stata ammazzata per mano di un ignoto. La polizia lo accusa di avere intrattenuto di recente con lei rapporti di cui lui nega recisamente l’esistenza. Gli dicono anche che hanno dei tabulati telefonici che lo proverebbero. Ma lui non ricorda affatto di aver parlato con quella donna, che addirittura non vedrebbe da forse cinquanta anni…

Il timoroso anziano, mentre cerca spiegazioni per quel mistero, troverà ulteriori domande che lo faranno sempre più interrogare circa quella singolare faccenda, anche perché al circolo ricreativo per pensionati che frequenta – a cui è dedicata una parte cospicua della storia e in cui giocherà svariate partite di bridge – si imbatterà in altre insperate quanto sorprendenti piste e indizi da seguire…

Il punto forte dell’autore è che conosce bene quel mondo degli anziani e la loro psicologia. Dunque da questo punto di vista il romanzo risulta assai credibile. Anche il suo stile narrativo è sicuramente incisivo, seppur a me personalmente sia risultato forse perfino troppo preciso, leggermente cattedratico e in definitiva noioso.

PS: il libro cita e in parte si svolge al quartiere della Garbatella, a Roma. A pensar male si potrebbe supporre che sia una ritorsione dell’autore verso tale rione, raffigurato così popolare e violento, nella visione fornita.

Cocciante: Cervo a primavera (con spiegazione del testo)

È questa una delle più belle e intense canzoni di Riccardo Cocciante, sicuramente impressa a fuoco nella storia della musica italiana – a proposito, signora laura pausini, signor fedez, voi che non siete e non sarete mai capaci di produrre canzoni del genere, di questa qualità, con che faccia pretendete di continuare a cantare? Cioè, sapere che non raggiungerete mai questi livelli non vi fa venire in mente che forse dovreste proprio smettere, voi che in fondo non avete nulla da dire e neppure lo sapete dire?

Bene, non ho potuto fare a meno di questa reprimenda ammonitoria… Ma torniamo a bomba.

Dicevo di questa canzone meravigliosa… Ma lo avete mai ascoltato sul serio il testo? È molto particolare. Eccolo:

Io rinascerò

cervo a primavera

oppure diverrò

gabbiano da scogliera

senza più niente da scordare

senza domande più da fare

con uno spazio da occupare

e io rinascerò

amico che mi sai capire

e mi trasformerò

in qualcuno che non può più fallire

una pernice di montagna

che vola eppur non sogna

in una foglia o una castagna

e io rinascerò

amico caro amico mio

e mi ritroverò

con penne e piume senza io

senza paura di cadere

intento solo a volteggiare

come un eterno migratore…

Senza paura di cadere

intento solo a volteggiare

come un eterno migratore

e io rinascerò

senza complessi e frustrazioni

amico mio ascolterò

le sinfonie delle stagioni

con un mio ruolo definito

così felice d’esser nato

fra cielo terra e l’infinito

ah…

e io rinascerò

senza complessi e frustrazioni

amico mio ascolterò

le sinfonie delle stagioni

con un mio ruolo definito

così felice d’esser nato

fra cielo terra e l’infinito

ah…

e io rinascerò

io rinascerò

na na na na na

Se si legge tra le righe ci si renderà conto della profonda tristezza di chi parla, il quale si confida a un amico come quasi fosse prossimo a un suicidio in grado però finalmente di renderlo libero, facendolo reincarnare in una creatura più vicina alla natura di quanto possa essere un essere umano (la cui esistenza è vista come intrinsecamente fallace e sbagliata). Una creatura che può essere un comune cervo, un uccello, perfino una castagna o un sasso sarebbero meglio di vivere come essere umano. Il nostro parla espressamente di addivenire così a una vita senza complessi, frustrazioni, rinunciando a un ingombrante quanto deleterio io

La canzone è un manifesto tanto filosofico quanto emozionale.

Beautiful boy (film)

Struggente storia di un padre che un giorno scopre che il suo ragazzo d’oro, suo figlio, che gli aveva sempre riservato molte soddisfazioni, si ritrova nel tunnel della droga, e la sua condizione è talmente grave che non riesce (e in parte non vuole) uscirne.

Film del genere sono devastanti, perché parlano di malesseri assolutamente veri che credo tutti possano capire o abbiano vissuto in prima persona. In ogni caso tutti hanno conosciuto drammi che per certi versi possono essere assimilati a questi, perché sono, come si dice a un certo punto del film, come dei lutti.

Grande colonna sonora.

Il film alterna la narrazione al presente a frequenti flashback del padre e del figlio in svariati momenti della loro esistenza.

Nota personale: le mie reminiscenze scolastiche stanno regredendo. Ero convinto che “beautiful” si scrivesse correttamente “beautyfull”…

Mordecai

Film comico tra La pantera rosa, di Blake Edwards, e Una pallottola spuntata, con Laslie Nielsen… 😀 Con Johnny Depp – mi scuso se in precedenza l’ho sempre scritto Deep, ma è più forte di me – nei panni di un arruffone esperto d’arte in bolletta che viene incastrato nella pericolosa ricerca di un quadro di Goya che si credeva ormai perduto, quadro su cui vogliono metter le mani in tanti e dietro cui tra l’altro ci sarebbe un’indicazione che porta direttamente al tesoro segreto di un famoso e ricco nazista.

Sicuramente bello se amate questo tipo di comicità.

https://www.raiplay.it/programmi/mortdecai

Disabitudine alla vita (Autodisinnesco)

Avevo conosciuto una ragazza fantastica, fuori dalla norma. Una ragazza che sembrava molto interessata a me. Tanto che si dichiarava pronta a venire a conoscermi direttamente a casa mia dopo essersi fatta in treno centinaia di chilometri e diverse ore di viaggio. Quante si sarebbero fidate e lo avrebbero fatto?

Finalmente, sì, l’avevo conosciuta, anche se la dovevo ancora incontrare fisicamente… Tuttavia avevo dei dubbi. Una parte di me mi diceva: vedrai che andrà male. Vedrai che si rivelerà l’ennesimo fallimento. È sempre andata così. Forse è solo una che cerca di fregarti. Magari, una volta giunta qui, ti mette un sonnifero nell’acqua e ti frega quel poco che hai. Forse mira a farsi sposare subito, per sistemarsi e diventare il tuo incubo. Si farà subito mettere incinta. Una volta impalmata, si comporterà da tiranna e diverrai il suo schiavo…

Beh, ero consapevole che sicuramente esagerassi in fatto di paranoie, ma i dubbi base comunque permanevano: la paura, quasi certezza – perché, statisticamente, è più facile che un rapporto vada in vacca che non il suo contrario, ovvero che si compia – che lei non si sarebbe rivelata così come la pensavo e che mi avrebbe deluso e tradito come avvenuto altre volte: o anche semplicemente che sarebbe andata male.

Lei era lì che praticamente aveva quasi preso il biglietto per il viaggio e mi chiese di parlarci al telefono. Fu allora che pensai: ma che sto facendo? Davvero voglio andare fino in fondo, io, sempre fuggito dalle responsabilità, che non ho un rapporto vero da secoli, anzi, diciamo pure che non l’ho mai avuto realmente, davvero voglio imbarcarmi in questa cosa?; se non abiuro subito poi farà molto male, farà molto male dovervi rinunciare o rimanere deluso per l’ennesima volta. Davvero vuoi esporti a tutto questo rischio di provare per l’ennesima volta dolore?

Questo mi chiedevo mentre dovevo scegliere a che ora sentirla per telefono. Potevo ancora svignarmela. Sarebbe stato più semplice. Al massimo, sarei tornato a starmene completamente da solo, come prima, che certo non era il massimo ma… sempre meglio di essere male accompagnati, no?

Senonché esisteva una parte di me che invece mi spingeva a procedere, che mi diceva che ero solo un codardo, che nella vita certe esperienze vanno fatte, che non si può rinunciare a priori solo perché le probabilità sono contro di noi – che poi esisterebbe pure la legge dei grandi numeri che, declinata nel mio caso, poteva affermare che alla lunga una cazzo di donna decente l’avrei trovata; era solo questione di tempo, sì, e anche uno come me l’avrebbe trovata…

Insomma, se la storia non fosse andata a buon fine, pazienza. Era il momento di mettermi alla prova, di capire quanto fossi in grado di avere una relazione seria, dopo decenni di relazioni non serie, o meglio “non-relazioni”.

Fu così che alla fine ci sentimmo per telefono… Il primo impatto fu molto anomalo e mi lasciò una netta sensazione di estraneità: lei aveva un forte accento del nord il quale mi fece pensare per l’ennesima (ma ultima!) volta: ma sei proprio sicuro che ti vuoi mettere con una così?! Ma ti ci vedi con una così, con questo cazzo di accento bresciano? Ma come fanno a parlare così da quelle parti senza non sentirsi italiani?! 😀

Tuttavia non scappai neppure lì e… il dado fu tratto. Alcuni giorni dopo lei venne coraggiosamente a casa mia per conoscermi di persona… Il resto è storia. Era lei quella che cercavo. Certo non era come me la immaginavo, ma neppure io ero il suo principe azzurro sputato. La cosa importante fu che era la ragazza per me e, anche se diversi, eravamo uniti dalla cose più importanti. E nati per stare assieme.

PERCHÈ STO CATZO DI VIRUS ROMPE ANCORA IL CATZO DOPO PIÙ DI DUE ANNI QUANDO AVREBBE DOVUTO ESTINGUERSI DA TEMPO

In realtà quel che è accaduto (e sta accadendo tuttora) era purtroppo ampiamente preventivabile. Tanto più che alcuni virologhi seri (non le supermerde che solitamente si vedono in televisione, smentitesi da soli milioni di volte, anche se ancora li chiamano) lo avevano pronosticato. Vaccinare durante una pandemia (per di più con quei vaccini “sperimentali”) era da sconsigliarsi perché rischiava di rendere il virus in qualche maniera più forte aumentando la probabilità di mutazioni resistenti, dicevano. E questo è puntualmente avvenuto.

D’altronde, nei paesi in cui i vaccinati sono stati pochi, non c’è stata affatto alcuna strage, come invece si attendevano i virologhi supermerde delle tv.

DUNQUE DOBBIAMO FAR PAGARE AI POLITICI IL PREZZO ALTISSIMO DELLE LORO DECISIONI SCELLERATE. NON POSSIAMO LASCIARE A PIEDE LIBERO QUESTI ASSASSINI LOBBYSTI DELLE CRIMINALI MULTINAZIONALI DEI FARMACI.

Non voglio più vedere le loro facce da catzo!

Noi (film horror)

Una bambina si allontana dai genitori mentre si trova nel lunapark di una spiaggia. Nella casa degli specchi le succede qualcosa che la traumatizza tanto che per anni non riesce più a parlare.

Torna in quella località da adulta e madre, con la sua nuova famiglia. Una sera nota nel loro giardino di casa quattro persone ferme che non rispondono alle loro domande su cosa facciano lì. Gli sconosciuti diventano il loro incubo, dato che vogliono ammazzarli. Ma la cosa strana è che essi sono praticamente identici a ogni membro della sua famiglia, compresa lei, e la sua controparte sembra essere il capo della combriccola malvagia…

Il film potrà sembrarvi una mera variazione sul tema degli zombie. Ma non dovete fare l’errore di non guardarlo tutto, se non volete perdervi le (ben due!) grandi rivelazioni dei minuti finali che cambieranno prospettiva all’intera vicenda.

Rimarranno delle domande inevase, certo. Ma meglio quel finale rispetto quello che sembrava deputato…

Giorgio Scerbanenco: Un treno per l’inferno e altri racconti

Libricino uscito per Il Sole 24 Ore di un autore a cui è stato intitolato anche un premio letterario.

Contiene tre racconti, due brevi uno lungo.

Nel primo, poliziesco, la pubblica sicurezza è sulle tracce di un pericoloso criminale che ama confondersi tra la gente. Riuscirà a prenderlo prima che questi compia una strage?

Nel secondo, sentimentale, quello lungo, c’è un tecnico geofisico che dopo quattro anni torna in patria, dopo aver svolto un lavoro in Antartide. È mortalmente solo. Si dirige verso la casa della donna con cui condivideva un legame affettivo prima di partire. La donna da tempo non risponde più alle sue lettere… Questo racconto è quasi un film. Al protagonista ne succederanno di ogni, e sempre, alla fine, gli tornerà quella profonda, angustiante sensazione di irrimediabile solitudine…

Nel terzo, un giallo, un timido ispettore di polizia deve indagare sulla strana morte di un mezzo barbone che però lascia in eredità alla figlia una cospicua somma derivata da una polizza assicurativa di cui nessuno sapeva niente…

Bella prova.

Ho letto questo libricino dopo un paio di tomi (non terminati) di una pessima autrice di polizieschi americani. La differenza è stata stentorea appannaggio del nostro compatriota. I libri dell’americana erano talmente confusi (come stile espositivo) che finivo sempre per deconcentrarmi e perdere il filo. Neppure la voglio nominare questa scrittrice americana forse amata da Lucarelli. Invece lo stile di Scerbanenco è assolutamente lineare e preciso e a lui non si può certo dire che non sappia scrivere decentemente.

Muccino: A casa tutti bene

Non è facile fare un film corale, con tantissimi personaggi, senza cadere nel macchiettismo e nell’inconsistenza. Altman era un maestro in questo. Ma ben pochi possono dirsi suoi emuli…

Questo film di Muccino, visto il cast stellare (italiano), è ambizioso. Ora, ad alcuni non è piaciuto, ma a me ha soddisfatto, anche se si ha come l’impressione che manchi qualcosa per renderlo indimenticabile.

È la storia di un festeggiamento su di un’isola nella quale si riuniscono le varie anime di una famiglia. Complice un mare in burrasca, quello che sarebbe dovuto terminare dopo poche ore, deve continuare a sussistere. Così, se in un primo momento il finto idillio aveva funzionato e i parenti avevano fatto gli amiconi, in seguito vengono a galla le magagne e le liti sommerse mai superate. Con famiglie che sembravano felici e che invece erano disastrate; tradimenti consumati praticamente sotto gli occhi di tutti; eccetera.