Tredici cose strane della mia fidanzata :D

1 Considera Almirante uno dei riferimenti più importanti della sua vita (eppure lei non è fascista!). Lo so, sembra folle anche a me, ma tranquilli: lei è una persona stupenda lo stesso, nonostante questo. Vi pare che io mi metterei mai con una deficiente? Al contrario, lei è una persona molto buona e intelligente.

2 Non so come le è venuto… ma ormai ha preso l’abitudine di baciarmi come gli eschimesi: strofinandosi il naso sul mio. Per fortuna non è il solo modo in cui mi bacia. 😀

3 Ha le dita dei piedi prensili, come le scimmie. Credo che riuscirebbe pure a impugnare una forchetta e mangiare se solo fosse un po’ più snodata.

4 Ha un’immagine mutevole e inafferrabile! Spiego meglio: se si veste in un modo, se tiene i capelli sciolti, o se li raccoglie, o porta gli occhiali, o non li porta, o la si guarda da un’angolazione rispetto che un’altra, l’immagine che dà al mondo cambia radicalmente, in maniera che possa sembrare ogni volta una persona totalmente diversa! Non so come questo sia possibile, eppure è così! Se per esempio io adesso pubblicassi qui una sua foto, magari alcuni suoi amici la riconoscerebbero, altri però no! Lei stessa si stupisce di quando possa cambiare la sua immagine semplicemente variando alcuni piccoli particolari…

5 Secondo lei è opportuno ascoltare le opinioni di tutti senza preconcetti, anche quando chi parla è un criminale astronomico. Lei giudicherà quelle opinioni in maniera del tutto disgiunta da chi le ha espresse.

6 La cosa che in assoluto la preoccupa di più del nostro rapporto… non riguarda la vita terrena, ma quella ultraterrena! Cioè teme che una volta morti entrambi potremmo non ricongiungerci nell’altra vita, perché io non sono cattolico, al suo contrario. :-O

7 A proposito, fa parte di quella minoranza della gente, cattolica e non, che non ama molto papa Francesco, mentre il suo idolo, da un punto di vista teologico, era ed è Ratzinger!

8 È tra le poche persone al mondo in grado di battermi quando faccio una scommessa. Di solito la gente è talmente stupida che è molto probabile che vinca io. Con lei no! Anzi, finora, le volte che abbiamo scommesso, solitamente ha vinto lei! Attualmente, da questo punto di vista, sono in passivo!

9 Ha un’intelligenza (e una tigna) al di sopra della media… Per esempio una persona media non sarebbe mai riuscita a cambiare la suoneria di un contatto sul mio smartphone (visto quanto è insolitamente complicato). Ma lei si è messa lì di buzza finché non è riuscita a farlo nell’unico modo possibile!

10 Non suda quasi per niente! Non ci crederete ma… neppure i piedi le sudano mai! :-O

11 Un giorno, tutta timorosa mi fa: ti spiace se provo a non depilarmi le gambe per una volta? Io le dico che per me è okay… Volete sapere come è andata a finire? Che se non mi avesse detto che non si era depilata non l’avrei mai scoperto! Ha cioè meno peli di una donna nera (compresi quelli delle ascelle e altro)!

12 C’è una cosa più di altre alla quale non sa resistere: togliere le crosticine! Pure le volte in cui stiamo già facendo altre cose (ci siamo capiti! :D)! Lei dice perché è multitasking e riesce a fare più cose contemporaneamente… Beh, effettivamente, è vero! ;P

13 Anche se bionda, ha una ciocca di capelli bianchi, davanti, proprio come Rough degli X-Men! Dunque è la mia supereroina preferita! ❤

E potrei andare avanti…

Dobbiamo parlare (film)

Film di e con Sergio Rubini, un regista-attore che mi è simpatico e seguo sempre con interesse perché più volte ha realizzato opere di qualità di una valenza oggettiva.

Mi è facile immaginare che un film come questo non avrebbe mai visto la luce (in Italia) se non lo avessero preceduto esperimenti simili, in cui c’è della gente chiusa in una casa che litiga, con situazioni che peggiorano sempre più fino ad arrivare al loro acme, rivelando tensioni che sino allora si erano sempre volute far rimanere nell’ombra, insomma leggi commedie francesi in cui uno vuol chiamare suo figlio come un famoso dittatore, oppure due coppie di ottimi attori guidate da Polanski (divertitevi voi a trovare i riferimenti giusti che ho suggerito).

Le cose che non mi sono piaciute sono le seguenti: un audio non perfetto (che dà l’impressione, come in altri casi, che il film sia concepito esclusivamente per esser visto al cinema e non alla tv o sul computer)… Anche la luce! E la cosa mi fa molto ridere! Perché spesso ho avuto l’impressione che ci fosse troppa penombra e la casa in cui si svolge tutto fosse stata scelta davvero molto malamente… Bah! Ma forse in questo caso potrebbe c’entrarci che l’ho visto sul computer… E vabbè, passino le altre cose ma il fatto che negli anni Duemila ancora si usino camice a righe o quadretti che sul video tutti sanno che danno un effetto sgradevole… questo non glielo posso perdonare a Rubini!

Comunque il film mi è piaciuto, gli attori sono ottimi, la comicità è sottile e non troppo cialtronesca, solo bisogna avere la pazienza di farla arrivare al culmine (anche dei litigi), che in questo caso si raggiunge nei minuti finali.

Bravo Sergio Rubini!

https://www.raiplay.it/video/2017/11/FILM-Dobbiamo-parlare-30b61992-52c0-42cd-bb00-7c2767956678.html

Quello che non so di lei

Mi aspettavo qualcosa di più da Polanski. Il film si basa tutto sulla tensione che si crea tra la protagonista e la sua controparte. Ma alla fine ciò non basta.

La storia è tratta da un libro. E si vede. Perché quello che funziona in un libro torno a dire che non debba necessariamente funzionare in un film.

Il finale aperto instilla l’idea che l’antagonista possa esser stata frutto della mente della protagonista.

Fossi stato nel regista avrei sviscerato le suggestioni inerenti il passato dell’antagonista, che avrebbero potuto intrattenere parecchio lo spettatore, farlo pensare, creargli degli interrogativi, invece quella parte è praticamente didascalica e passa come acqua in un fiume. Ho rivisto quelle scene per constatare se questa fosse una mia convinzione sbagliata, ma anche alla seconda visione ho pensato esattamente la stessa cosa…

Trama: una scrittrice di mezza età sta mietendo un grande successo con un suo libro in cui parla in particolare della madre. Tuttavia vive quel momento con forte stress, sia perché probabilmente non è abituata al successo, sia perché per lei è stato complicato tirare fuori quelle cose sulla madre i cui echi ancora la fanno soffrire. Senza contare che qualcuno le scrive delle lettere anonime criticandola aspramente.

Poi un giorno conosce un’altra donna suppergiù della sua età, anche lei scrittrice, che le somiglia anche un po’, che si dichiara sua fan. La quale entra sempre più nella sua vita offrendosi di aiutarla a gestire le faccende personali… Fino al momento in cui vanno a vivere da sole in un posto isolato. A quel punto la scrittrice si è messa in testa che il prossimo libro trarrà spunto dalle forti storie inerenti il passato dell’amica, che infatti essa le racconta ogni tanto rivelando molte sorprese…

Una delle due protagoniste è Eva Green, sulla quale mi potrei dilungare parecchio, sopratutto sul suo corpo, ma stavolta l’avete scampata e non lo farò. 😉

https://www.raiplay.it/video/2020/08/Quello-che-non-so-di-lei-79755943-449d-463c-b5c9-bcef6e735308.html

Ed Tv

Sputato fuori un anno dopo The Truman show (di ben altro spessore), è difficile dire che non tragga spunto da esso, di cui ha voluto sviluppare per certi versi lo stesso tema ma in maniera diversa, ottenendo un risultato diametralmente opposto, che a me è parso più volte disgustoso per quanto intriso di facilona subcultura americana.

È la storia di uno che firma un contratto con una produzione televisiva affinché si riprenda la sua vita 24 ore su 24, in ogni frangente a parte quello cessuale. Sì, d’accordo è la stessa idea del Grande Fratello, ma all’epoca sembrava ancora qualcosa di avveniristico…

Questo tizio è molto ignorante e si vanta della propria ignoranza, però durante i mesi di ripresa crescerà, si lascerà con la ragazza sottratta al fratello (altra testa di minchia epocale), ne troverà una più bella e fotomodella salvo scoprire che la tizia lo ha sfruttato per darsi visibilità… finendo per divenire chissà come mai un paladino del popolo, o meglio della crema della crema della merda del popolo. Poi per qualche assurda pseudo legge televisiva rimarrà incastrato in quel contratto a vita…

Il regista è Ron Howard – il Ricky di Happy days (che tra l’altro recentemente ho scoperto che qualcuno ha avuto la brillante idea di ridoppiare rendendolo molto più schifoso! Per la serie “di geni abbonda sempre la terra!”) –, a cui dico: hai fatto un film di merda di cui ti dovresti scusare.

Il protagonista di questo obbrobrio è Matthew McConaughey, che sono sicuro qualcuno considererà o considerava all’epoca un ragazzo bellissimo, ma a me fa schifo pure esteticamente. È basso, ha le gambette corte, e la faccia da razzo, si fottesse!

Ecco, mi sono sfogato. 🙂

Buzzati: La famosa invasione degli orsi in Sicilia

Favola per i più piccini con ambientazione fantastica in Sicilia.
L’ho preferita a “Il piccolo principe”. Qui succedono molte più cose. Sì, è decisamente più movimentato!
Non ha la pretesa di essere un capolavoro o un libro che verrà citato come il più bello di tutti, ma come favola ricca di suggestioni (sulla quale è possibile fare anche tanti disegnini ;)) va bene.
Un inverno molto freddo spinge gli orsi a invadere i territori degli uomini. La guerra sarà inevitabile. Ci saranno rapimenti, tradimenti, magie e fantasmi!
Non ho visto il film animato con la voce di Camilleri. Quando capita a tiro, proverò a vederlo. 😉

Tre manifesti a Ebbing. Missouri

Una donna di mezza età ossessionata dallo stupro della figlia rimasto ancora del tutto impunito matura un’idea bizzarra e provocatoria. Affittare per un anno tre manifesti rimasti in disuso lungo una strada poco bazzicata del suo paese, affiggendoci dei messaggi critici verso la polizia, per come ha condotto le indagini. Così ogni santo giorno chi passerà per quella strada, volente o nolente, li vedrà e ripenserà a quel fatto cruento, ognuno a seconda della sua sensibilità…

Solo che il paese è piccolo, la gente mormora e lo sceriffo del villaggio è un tipo influente che bene o male riscuote molte simpatie, nonostante tra le fila degli agenti a sua disposizione ci siano persone palesemente razziste già macchiatesi di fatti molto gravi…

E’ un film molto forte seppur ammantato da un’ironia che vorrebbe per l’appunto stemperarne la poderosa carica esplosiva che possiede. È un film molto intenso – volevo addormentarmi ma l’adrenalina-rabbia mi ha tenuto su impedendomi di farlo. È un film realizzato con un meccanismo perfetto, davvero fatto benissimo.

È anche un film che, ostinatamente, non si vuol arrendere al pessimismo; il quale era proprio lì dietro l’angolo, eppure non ci si è voluti arrivare.

Consigliato, ma non per quelli troppo sensibili.

Angèle e Tony

Forse sono troppo severo ma film del genere li trovo inutili e presuntuosi. Perché sono pieni di nulla: vuoto assoluto. Vuoti sono i dialoghi e le scene. Rarefatti sono i personaggi depressi che si muovono nelle vicende. Di cui in questo caso il centro focale dovrebbe essere questa ragazza confusa, che parla poco, non esita a prostituirsi pur di regalare un pupazzetto al suo bambino che non vede da parecchio tempo; questa ragazza che sembra sempre stonata, come si fosse fatta troppe canne. Questa ragazza goffa che dovrebbe sembrare, nei piani degli autori, sensualissima poiché deviata, ma che in definitiva a me sembra solo goffa, come fosse ancora un’adolescente.

Tali film vorrebbero esprimere il concetto che basti metter lì dei personaggi chiusi in loro stessi e vederli interagire per creare qualche sorta di pathos in grado di dar vita e senso a un qualcosa. Mentre io quando vedo questi personaggi penso solo: ma che campano a fa’? Per cui ve lo sconsiglio.

La storia: c’è questa ragazza che poi si scoprirà appena uscita dal carcere perché il marito le è morto, non è chiaro se lo ha ammazzato lei, forse no, forse si è trattato solo di un omicidio colposo, sennò non l’avrebbero rimessa in libertà. Questa ragazza ha come obiettivo quello di sposarsi. Per questo mette annunci sul giornale e nel frattempo si prostituisce con chi capita. Tra cui un omone di poche parole che ha appena perso il padre e vive con la madre dovendo badare pure al fratello un po’ testa calda e sopratutto portare avanti l’attività di una pescheria. Lei a lui lo sposerebbe anche subito, per sistemarsi e perché sa che ciò favorirebbe il riaffido del figlio, attualmente ai nonni; ma lui certo non sposerebbe una prostituta della quale, anche se gli piace, non sa niente. Allora lui le offre un posto di lavoro nella sua attività. Lei ci pensa un po’ e poi accetta.

Tra una cosa e l’altra, come per magia, si coronerà il loro bigotto e buonista sogno di matrimonio, e pensate un po’, ci sarà pure l’ammmooore! 😛

Scassaguai forever

Alle 3:33 AM risuona nella notte una voce:

«Chi èèè?! Prontooo?! Chi èèè?! Chi èèè?!»

Si tratta della strillona della famiglia Scassaguai. Questo è il suo classico modo di rispondere al telefono.

Non so perché ripeta sempre tre volte “chi è”. Poi con quel tono infantile, come si trattasse di un gioco. Sinceramente sembra ritardata.

Comincia a parlare come niente fosse. Per lei è normale fare e ricevere chiamate a quell’ora.

Da loro, almeno una luce è sempre accesa. Ma non dormono mai? Sono tutti insonni? Eppure so che in quella pessima famiglia lei e il capofamiglia un lavoro, seppur part-time, ce l’avrebbero.

Poco dopo la strillona silenzia uno dei suoi sciagurati figli: «Ezechiele, sto al telefono!», gli dice, perché evidentemente lui, che ha cominciato a parlare, le dà fastidio. Cioè lui dà fastidio a lei! Capito? A lei dà fastidio che lui parli, quando magari quello stava dormendo ed è stato svegliato da quella demente maledetta.

Gli Scassaguai litigano sempre tra loro perché sono tutti pessimi soggetti. In realtà, questo, per loro, è un periodo d’oro. Le liti non avvengono più tutti i giorni. Una volta avevano liti molto gravi due volte al giorno, che talvolta sfociavano nel crimine, con la strillona che sistematicamente piangeva e chiedeva aiuto e poi venivano le guardie. Capite? Due volte al giorno. Una la mattina. L’altra il pomeriggio-sera. Delle volte anche la notte.

Mi sorprende sempre l’energia quasi infinita di quella madre degenere capace di litigare praticamente sempre con tutti e a tutte le ore. Ma non si stanca mai?

Proprio qualche giorno fa è toccato a suo figlio Ezechiele scontrarsi con lei. Non so quale fosse la materia del contendere ma lui era molto incazzato e non faceva che dirle:

«Non mi devi dire cazzate! Non mi devi dire cazzate!»

Chissà che gli aveva detto quella stronza.

Poi aggiungeva pure: «Che famiglia di merdaaaa! Che famiglia di merdaaaa!»; a testimonianza che lui stesso si rendeva conto del contesto traviato in cui era cresciuto. Sì, lui sapeva che le altre famiglie, le famiglie normali, non sono come la sua. Che la sua famiglia fa schifo. Che lui è uno dei suoi componenti a tutti gli effetti, e pure lui stesso farà sempre schifo.

La cosa divertente della loro lite è stata che a un certo punto Ezechiele ha cominciato a rompere i piatti, come fosse stato una donnicciola. Perché?, vi domanderete voi. Perché tante volte in passato lo aveva visto fare alla madre, ecco perché! Difatti perfino lei, che ha assistito alla scena sbalordita, ha capito che quell’imprinting glielo aveva passato proprio lei, quindi in qualche misura era colpa sua se adesso lui stava dando di matto facendo fuori tutto il servizio dei piatti.

Che poi uno si potrebbe chiedere: ma quanti servizi hanno? In tutto questo tempo ne avranno rotti almeno sette od otto. Ma chi glieli dà i soldi poi per comprarne di nuovi?

Gli Scassaguai sono dannati. Qui ci sarà pace solo quando l’ultimo della loro genia si sarà estinto. E qualcuno già se n’è andato; e qualcuno per prematura sopravvenuta morte violenta.

C’è stato solo un periodo in cui gli Scassaguai quasi non li si sentiva e non litigavano più. Sapete quale? Il periodo della fase uno, in cui si doveva star per forza chiusi in casa. E questo è stranissimo! So di famiglie che si sono rotte proprio allora. Ma loro, essendo marci dentro, hanno fatto il contrario! Loro hanno come stipulato un tacito accordo in cui si impegnavano a non scannarsi finché fosse durata la reclusione coatta. Difatti quando è finita hanno ripreso ad azzannarsi come sempre!

Le 3 è l’ora del Diavolo. Le 3:33 ancora di più…

The square

Il curatore di una mostra d’arte pone metaforicamente al centro di essa un’opera geniale e innovativa, seppur nella sua semplicità, rappresentata unicamente da una pavimentazione circoscritta da quattro lati che formano un quadrato perfetto dentro cui le cose dovrebbero essere diverse dall’esterno, migliori, più auspicabili…

In realtà il film si muove in moltissime direzioni diverse prendendo spunto sopratutto dalla vita del curatore, il quale è visto di volta in volta come amante furbo, uomo artisticamente acuto, comune persona che subisce un furto, persona che ha delle responsabilità, padre di famiglia e persona che deve aver a che fare con un bambino ostinato il quale, a torto o ragione, ce l’ha con lui.

Vi svelo un segreto: in realtà è come se non si trattasse tanto di un film unico, ma di molti cortometraggi appiccicati assieme.

In ogni caso è un film che non ha voluto piegarsi alle facili e standardizzate lusinghe del mercato spingendosi un po’ più in là. E dunque invece di condensare una storia nei soliti novanta minuti si è permesso anche di andare oltre le due ore. Il risultato è più che buono.

Vedendo il film ci si può soffermare sulle molte emozioni che scatena, sulle riflessioni che vengono da fare mano a mano che si presentano le nuove situazioni.

Non mi sorprende che abbia vinto dei premi.

https://www.raiplay.it/programmi/thesquare2017

Fermenti – Ah, Wilderness (teatro)

Vecchio spettacolo teatrale in bianco e nero che ci presenta una realtà domestica anglosassone. In verità la vicenda ruota tutta attorno un giovane innamorato di una ragazza che lo fa un po’ soffrire in cui si inseriscono anche i genitori che interverranno a favore dei rispettivi figli.

Consigliato per chi ama un certo genere di teatro molto “classico”.

Con una giovane Monica Vitti.

https://www.raiplay.it/video/2020/08/TEATRO-Fermenti—Ah-Wilderness-e151e90d-edcc-410d-9891-f5f5375dc30d.html