Revolution

Rivoluzione… questa sconosciuta.

1 Violento, profondo rivolgimento dell’ordine politico-sociale costituito, tendente a mutare radicalmente governi, istituzioni, rapporti economico-sociali e simili

2 Movimento di un corpo introno a un centro o asse.

3 Moto di un corpo celeste che descrive un orbita ellittica attorno ad un altro.

Tornare al principio delle cose, quando esse erano ancora giuste e incorrotte. Tuttavia, tornarci dopo un intero ciclo, e con il nuovo carico di esperienze maturate durante tutto il lungo viaggio-percorso eseguito. Essere consapevoli del Male e della Cura.

Così…

Unitevi poveri

E nuovi poveri.

Unitevi disoccupati.

Unitevi anticapitalisti.

Unitevi antimafiosi.

Unitevi antifascisti.

Unitevi anarchici.

Unitevi studenti,

Unitevi operai,

Unitevi impiegati,

Unitevi precari,

Unitevi tutti voi ai quali

Stanno fottendo

Il futuro ed il presente.

Unitevi con gli artisti,

Unitevi con gli intellettuali,

Coloro che sanno,

E con gli onesti,

Coloro che non ci stanno.

Unitevi con le donne

Che non vogliono essere prostitute.

Solo così potremo attuare

La nostra giusta rivoluzione.

 

APOKALIPS NOW

CASSAZIONE: GIUSTIZIA AL FALLIMENTO

EGITTO A FERRO E FUOCO
LA POLIZIA SPARA SULLA FOLLA. STOP A INTERNET. MUBARAK SCIOGLIE IL GOVERNO. IL NOBEL EL BARADEI AI DOMICILIARI.. ASSALTO AI PALAZZI: CENTINAIA DI MORTI..

NAPOLI, IN MARE I LIQUAMI DELLE DISCARICHE.
DOMICIALI ALL’EX VICE DI BERTOLASO.

TENSIONE IN ALBANIA
TIRANA, MIGLIAIA IN PIAZZA. EDI RAMA: «LA GENTE RIFIUTA IL REGIME FASCISTA»

SPAGNA, DISOCCUPAZIONE AL 20,3%

FIOM IN PIAZZA CONTRO FIAT E CONFINDUSTRIA
«GUERRA SE PASSA IL MODELLO MARCHIONNE»

O SI RIFÀ L’ITALIA O SI MUORE!

* * * * * * * CRONACA DI ROMA * * * * * * *

SPRECHI ALL’ATAC, ARRIVANO I CARABINIERI

UMBERTO I: ANCORA UN COMMISSARIAMENTO.

CARO-TAXI: IN POCHI ANNI TARIFFE CRESCIUTE DEL 70%

SPARITE 500 IMPRESE: 5 MILA OPERAI IN MENO.

ORSI: PROSTITUZIONE, DROGA, FESTINI, CORRUZIONE. CHE ALTRO?

KOZAK STENDE LA FIORENTINA.

PS: SE AVETE IN MENTE DI FARE LA RIVOLUZIONE, PARE CHE SIA UN MOMENTO PROPIZIO…

La locomotiva (di Francesco Guccini)

La locomotiva

Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli,
ma nella fantasia ho l’immagine sua:
gli eroi son tutti giovani e belli,
gli eroi son tutti giovani e belli,
gli eroi son tutti giovani e belli…

Conosco invece l’epoca dei fatti, qual’ era il suo mestiere:
i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere,
i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
sembrava il treno anch’ esso un mito di progresso
lanciato sopra i continenti,
lanciato sopra i continenti,
lanciato sopra i continenti…

E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
che l’uomo dominava con il pensiero e con la mano:
ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite,
sembrava avesse dentro un potere tremendo,
la stessa forza della dinamite,
la stessa forza della dinamite,
la stessa forza della dinamite..

Ma un’ altra grande forza spiegava allora le sue ali,
parole che dicevano “gli uomini son tutti uguali”
e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
la bomba proletaria e illuminava l’ aria
la fiaccola dell’ anarchia,
la fiaccola dell’ anarchia,
la fiaccola dell’ anarchia…

Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione,
un treno di lusso, lontana destinazione:
vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori,
pensava al magro giorno della sua gente attorno,
pensava un treno pieno di signori,
pensava un treno pieno di signori,
pensava un treno pieno di signori…

Non so che cosa accadde, perchè prese la decisione,
forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore:
dimenticò pietà, scordò la sua bontà,
la bomba sua la macchina a vapore,
la bomba sua la macchina a vapore,
la bomba sua la macchina a vapore…

E sul binario stava la locomotiva,
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d’ acciaio,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno…

E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto.
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
e prima di pensare a quel che stava a fare,
il mostro divorava la pianura,
il mostro divorava la pianura,
il mostro divorava la pianura…

Correva l’ altro treno ignaro e quasi senza fretta,
nessuno immaginava di andare verso la vendetta,
ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno:
“notizia di emergenza, agite con urgenza,
un pazzo si è lanciato contro al treno,
un pazzo si è lanciato contro al treno,
un pazzo si è lanciato contro al treno…”

Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:
“Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!”

E intanto corre corre corre sempre più forte
e corre corre corre corre verso la morte
e niente ormai può trattenere l’ immensa forza distruttrice,
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
della grande consolatrice,
della grande consolatrice,
della grande consolatrice…

La storia ci racconta come finì la corsa
la macchina deviata lungo una linea morta…
con l’ ultimo suo grido d’ animale la macchina eruttò lapilli e lava,
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo:
lo raccolsero che ancora respirava,
lo raccolsero che ancora respirava,
lo raccolsero che ancora respirava…

Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l’ ingiustizia,
lanciata a bomba contro l’ ingiustizia,
lanciata a bomba contro l’ ingiustizia!

Salvate RaiMovie!

Come mai la maggior parte dei film che passa RaiMovie sono acclaratamente di pessima qualità e di serie B?! Volete rivedere tutti i film di Franco e Ciccio?! Ma certo! Loro ve li faranno vedere! Volete rivedere i film della Fenech?! Ma certo! Come no! Loro ve li ripasseranno e ci faranno pure un ciclo! Volete rivedere quei pessimi western italiani anni settanta? Ma sì! Facciamoci del male!… E così via all’infinito!…
È possibile che RaiMovie sia ridotta ad essere la discarica delle reti pubbliche?! Chi l’ha deciso?! Chi è che vuole spararsi sui coglioni da solo?! Perché non ci credo che con tutti i film disponibili negli archivi Rai debbano per forza ridursi a passare per la maggior parte le peggiori pellicole mai realizzate nella storia del cinema (italiano soprattutto), le quali sarebbe stato molto meglio se non fossero mai state realizzate!
RaiMovie è imparagonabile con la rete gemella di Mediaset, Iris, la quale molto spesso invece recupera magari titoli non di primissima mano, ma di sicura qualità (Mulholland Drive, eXistenZ, Lady in the water, ecc…).
Sembrerebbe quasi che qualcuno la voglia volontariamente affossare… Ma non è così, vero? Chi mai potrebbe guadagnarci da questo gioco al massacro? Mi chiedo proprio chi… Non riesco proprio ad immaginarmelo… Se fosse davvero così qualcuno dovrebbe finire in galera…

Chi non chiede scusa

Quando mi presentai alla professoressa dicendole che volevo registrare il voto, lei mi disse che “ormai aveva buttato via tutto e che era troppo tardi”. Io (per mia fortuna) riuscii a mantenere la calma e insistetti garbatamente ma saldamente che lei mi aveva assicurato che avrei potuto pensarci sopra e poi tornare da lei a registrare il voto. Ma lei continuò ad opporsi. Così dovetti dirle quella frase: «Ho i testimoni». E allora la vidi cedere (anche se non si ammorbidì). E, bofonchiando e affermando che “però non si faceva così” (come se fosse stata colpa mia!), mi validò il voto e sperò che nessuno degli altri studenti avesse assistito alla scena (infatti quello rappresentava un pericoloso precedente che, se anche altri avessero seguito, rischiava di inficiarle tutta la carriera). Quindi me ne andai e per un pezzo evitai anche solo di incrociarla. E quando, mesi dopo, ripresi a frequentarla, percepii che lei aveva in mente la mia faccia, ma non rammentava il perché: si era dimenticata anche di quello.
La professoressa non si scusò mai con me per aver leso i miei diritti e la mia dignità.
*
Quando scoppiò quel putiferio fui io a finirci di mezzo, poiché ero io lo sfigato che stava confinato al laboratorio, essendo l’ultima ruota del carro. Così, quella sciatta donna si sentì del tutto autorizzata a pormi quella domanda, con quel tono ammorbante che già comunicava quale fosse la risposta e l’implicita accusa verso di me.
M chiese: «Giordano, che cosa hai fatto?!» (con un insopportabile velo da confessore femmina isterico nella voce). E io le dissi che non avevo fatto proprio niente di male. Ma sapevo che lei non mi avrebbe mai creduto, poiché aveva un cervello troppo piccolo e sciocco per sapere come andassero realmente le cose al mondo. Così pensò che fossi uno che non fosse capace neppure di ammettere un suo errore (era ovvio che non mi conosceva affatto).
E quella donna non si scusò mai con me per avermi trattato in quel modo, per non aver creduto nelle mie capacità, per aver parlato con i miei superiori lamentandosi di me.
*
Un po’ era colpa mia, che mi distraevo e sbagliavo sempre qualche conto… Per un certo periodo della mia vita mi succedeva spesso che ai compiti di matematica e simili (per qualche inspiegabile motivo) uscissi quasi di senno e sbagliassi sempre qualcosa, pure se procedevo piano e compivo ogni singolo passaggio almeno due volte (poi, con il tempo, quel mio strano difetto evaporò come se non fosse mai esistito…).
Comunque, quando una volta feci notare che mi era stato consegnato un compito che non sarebbe mai dovuto essermi porto (poiché superiore al mio titolo di studio), la persona incaricata di distribuire i problemi mi disse con noncuranza che non se ne era accorta e che me lo avrebbe cambiato. Così… come se niente fosse. Come se, se non mi fossi accorto di quella cosa (che avrei anche potuto non sapere), non sarebbe stato importante che mi fosse stato assegnato un quesito sovrastante le mie capacità di allora.
Ed io capii allora che chissà quante altre volte, nei mie fallimenti precedenti, ci fosse stato lo zampino di quella evenienza per me nefasta. E nessuno si scusò mai con me per avermi trattato come un pollo da batteria (e con questo non voglio dire che i polli da batteria meritino di essere trattati a quel modo. No, anche loro non se lo meritano).
*
Mio padre non si scusò mai con me per non aver mai fatto il padre. Ma soprattutto non si scusò mai per tutte quelle volte in cui fece emergere la sua meschina essenzialità e me la sbatté sul muso, senza vergogna. Non ho mai veduto nulla di più ripugnante in vita mia. Spesso mi chiedo come, un individuo come lui, possa alzarsi tutte le mattine dal letto senza rendersi conto di non avere uno scopo o qualcosa di bello che lo tenga in vita. Ma lui deve essere così gretto da non essersi mai posto questa domanda.
*
Mia madre non si è mai scusata con me per aver insultato la mia intelligenza. Chissà perché lei crede di essere più sveglia di me, e anche più furba. E specialmente pensa di sapere quello che sia meglio per me. Ma, come può un’ignorante della vita come lei, anche solo aspirare di potermi essere utile? Non si è mai scusata della sua idiozia.
*
La mia cara amica X non si scusò mai con me per avermi calunniato e non aver avuto fiducia in me, solo per l’inadeguatezza della sua immorale condotta. E quando accadde che mi riabilitò, cambiò semplicemente atteggiamento verso me, dalla notte al giorno. Come se lei non avesse nulla di cui scusarsi. Comunque oggi non siamo più amici (per negligenza sua, naturalmente).
*
Lei non si scusò mai (né mai lo farà) per avermi voltato le spalle, senza un minimo di esitazione, nel mio momento più difficile, quando invece avrebbe dovuto essermi più accanto, se davvero mi voleva bene. Ma lei non ha mai avuto una coscienza critica, e sono sicuro che le bastò dirsi: «Non è un mio problema» per rimuovermi dalla sua vita una volta per sempre.
*
Anche lei non si scusò mai. Non si scusò mai per avermi giurato il falso e per avermi affermato che mi avrebbe dimostrato, in futuro, che era proprio come diceva lei. Poi chiaramente si dimostrò l’esatto contrario, che era come dichiaravo io. E quando ci rivedemmo lei inscenò (da attrice consumata, o forse da alta e magnanima persona che non serba rancore) di essersene completamente dimenticata. Ah! Che vigliacca, vile, meschina, millantatrice di merda che è sempre stata…
*
Non si scusò mai con me perché non poteva farlo. Non poteva ammettere al mondo e a sé stessa di essere stata così falsa come una serpe. Per questo non lo fece mai. E si oscurò a me, volendo far perdere nel più breve tempo possibile le sue tracce, come se non fosse mai esistita…

Le avventure della piccola Lilith (e del signor Piffero)

La piccola Lilith era così piccola, ma così piccola, che quando faceva la faccetta da bambina indifesa tutti accorrevano a salvarla dai suoi guai e provavano pena per lei. Ma in realtà lei non è che fosse così piccola… Ma si sa che l’età non è quella che uno ha, ma quella che uno si sente o finge di avere…
La piccola Lilith stava da un po’ di tempo con un certo signor Piffero, che era un tipo banalotto che aveva abboccato (anche lui come altri prima di lui) alle esche di seduzione di lei e si era fatto fregare, cosicché attualmente pensava che la sua fidanzatina fosse una persona oltremodo apposto, sincera, sensibile, e bellissima sia fuori che dentro… Ah! Ma come si sbagliava il modesto cretino! E non sapeva quello che lo attendeva…
La piccola Lilith non era poi molto sicura del legame che aveva contratto con il signor Piffero, così si guardava in giro e sbatteva gli occhioni a destra e a manca per trovare un altro spasimante fessacchiotto che le facesse battere il cuoricino più forte di lui (che le dava un po’ di noia)…
Un giorno la piccola Lilith incontrò Ignazio, che era un tipo un po’ strano ma oltremodo affascinante. Inutile dire che lei si innamorò subito di lui ed allora mise in atto le sue terribili e ammalianti strategie seduttorie per fargli la fattura e farlo perdutamente innamorare di lei… Ma il povero Ignazio, pur apprezzando assai la sua compagnia e pur sentendosi molto attratto da lei, era deciso a non attaccar più di un bottone con lei, poiché sapeva che la piccola Lilith fosse scortata da qualche tempo da uno che era il suo ragazzo (ed a dire il vero aveva appreso anche bene che lei solesse sostituire gli accompagnatori che le ronzavano attorno con la frequenza con la quale essa si cambiava le mutandine…).
Così il loro amore non poteva avvenire… In più la piccola Lilith era anche molto gelosa di tutte la altre che gli giravano attorno (capite la complessità e la contraddittorietà del fatto? Cioè la piccola Lilith, anche se era lei quella che stava già con qualcuno, era gelosa di lui, che essendo single, se avesse voluto, avrebbe potuto sentirsi libero di comportarsi come gli aggradava e di corteggiare qualsiasi altra bambina libera e disponibile… Cosa che per altro non faceva. Infatti Ignazio si limitava solamente ad essere gentile con tutti coloro che erano gentili con lui, senza distinzioni di sesso; per cui la sua era semplice cortesia…).
Tuttavia ci fu un momento che la piccola Lilith credette di amarlo e si fece prendere la mano per fargli sentire la tiepidezza della sua pelle (ed il povero Ignazio invero si prese una bella cotta per lei, pur continuando a comportarsi come un vero gentleman)…
Ma poi avvenne un grosso cambiamento e per alcuni giorni la piccola Lilith non poté incontrare Ignazio. E, quando si rividero, le cose tra loro erano per sempre mutate… La piccola Lilith faceva di tutto per ignorare Ignazio e per non rimanere sola con lui. Così Ignazio si iniziò a fare delle domande e a chiedersi come mai la sua piccola Lilith (con la quale prima si percepiva così vicino) non gli rivolgesse più neppure un furtivo sguardo… Che cosa era successo? Ciò che era accaduto Ignazio lo scoprì solo qualche mese dopo, quando ormai il dolore per la perdita della cara amica aveva preso il sopravvento in lui ed aveva pienamente avvampato la sua anima… Il fatto era che la piccola Lilith si sarebbe sposata con il mediocre signor Piffero, e dunque aveva deciso di recedere interamente (da un giorno all’altro e senza dire nulla) dal rapporto affettivo con Ignazio. Ma che motivo c’era di non poter più essere neppure amici, direte voi? E se lo disse pure Ignazio tante volte. Che, forse, un matrimonio debba causare una moria di rapporti falciati che non potranno più proseguire oltre? Se così fosse, allora ad ogni sposalizio seguirebbero anche decine di funerali, ma le cose non vanno propriamente così, nevvero? Era solo colpa della piccola Lilith, che era un’infingarda, inappropriata, capricciosa, egoista dei sentimenti, e che non era capace di vivere serenamente la sua vita, rendendo quindi più invivibile quella degli altri… Infatti la piccola Lilith aveva avuto un’infanzia molto superficiale, ignorante, e viziata, ed i suoi genitori con lei non erano proprio riusciti a darle un’impronta di rispettabilità o di maturità, cosicché lei era rimasta profondamente acerba, sia negli atteggiamenti falsi con i quali mascherava le proprie emozioni, e sia nei sentimenti, ancora così irrimediabilmente infantili…
Fattostà che, come al solito, le sue inappropriatezze finirono per ricadere (come sempre accade in queste situazioni) su coloro che le stavano accanto e che le volevano sinceramente bene, come Ignazio, che per i ghiribizzi di Lilith soffrì molto…
Ma la piccola Lilith aveva molteplici difettucci e non solo quelli che sono stati citati. Per esempio era fottutamente paranoica. Alcuni esempi: una volta smarrì un libro (poiché lei aveva sempre, come si suol dire, la testa tra le chiappe). E chi credete che sospettò che glielo avesse rubato per farle uno sgarbo? Ma certo: Ignazio! Nella sua testolina malata lui era il ladro perfetto ed aveva pure la giusta motivazione: vendicarsi di lei che non lo cagava più (infatti lei, al suo posto, avrebbe fatto esattamente così!)… E allora la piccola Lilith andò da Ignazio e gli disse che le era accaduto di smarrire quel libro e gli fece uno strano discorso circa che le sarebbe piaciuto almeno leggere il finale, poiché le mancavano solo poche pagine per completare l’opera, che poi neppure aveva gradito troppo… E lei sperò che con quelle parole, per magia, il suo libro sarebbe riapparso. Ma ciò non avvenne (perché logicamente non era stato Ignazio a trafugarglielo)…
Un’altra volta la piccola Lilith trovò sulla soglia di casa sua una defecazione indubbiamente canina… E sapete lei cosa pensò subito? Che Ignazio si fosse recato da lei (per farle uno scherzo di pessimo gusto) e le avesse depositato all’ingresso la cacchina precedentemente raccolta del cane che egli possedeva. E, quando lei ancora gli parlò di questa cosa, poi si adirò perché lui non volle ammettere la burla… Ma poi, per fortuna, se non altro in questa occasione, lei scoprì il vero colpevole, ed almeno questa colpa venne sottratta alla fedina penale virtuale che la piccola Lilith aveva creato per Ignazio…
Una volta poi Ignazio parlò pubblicamente di una certa ragazza che aveva conosciuto che era indubbiamente di facili costumi, e lei, avvertendosi la coscienza sporca ed intuendo che lui stesse necessariamente parlando di lei, allora si vendicò in seguito affermando agli altri che lui ci aveva provato con lei, quando lei era già fidanzata con Ignazio. E per rafforzare la sua tesi lo asserì anche al signor Piffero (a testimonianza del fatto che lei non avesse nulla da nascondere e, se pure un giorno quella voce fosse giunta all’orecchio di suo marito, lui avrebbe capito che essa doveva essere senz’altro vera, e giammai il contrario!, dato che tutti gli altri suoi amici sapevano quella medesima versione)… Così tutti quanti cominciarono a ridere alle spalle di Ignazio. Ma lui cercò di non farci troppo caso, altrimenti avrebbe dovuto appenderli tutti al muro e chieder loro spiegazioni, e fare pure di peggio con la piccola calunniatrice Lilith…
La piccola Lilith era anche incolto come una zappa, e nelle discussioni voleva sempre aver ragione, pur essendo completamente a digiuno delle più basilari ed elementari conoscenze civili e sociali… Così avvenne che finì per discutere concitatamente con Ignazio perché lui, a sentirle affermare quegli incommensurabili spropositi, non riuscì a trattenere la rimostranza delle proprie argomentazioni veridiche… E così la piccola Lilith mise in conto pure quello ad Ignazio, e quando rivide il marito gli disse che Ignazio le dava sempre fastidio e la trattava male. E poi, con un colpo di genio, esagerò e gli disse che temeva pure per la sua vita! Ed allora il signor Piffero volle conoscere personalmente questo fantomatico e violentissimo Ignazio che non aveva mai visto (infatti lei, al suo matrimonio, non aveva invitato neppure gli amici di vecchia data, e figuriamoci se lo avrebbe mai potuto fare con Ignazio); ed un giorno se lo fece presentare ufficialmente, gli scattò una foto e fece delle ricerche negli archivi della polizia per vedere se lui era già schedato (ma, il fellone, evidentemente era sempre stato abile a sfuggire alle maglie della giustizia, pensò il signor Piffero, perché la sua scheda era pulita come l’anima di un bimbo)…

Seconda parte

Con il tempo però tutte le oscure dicerie e schizofrenie della piccola Lilith emersero palesi alla lungimirante mente raziocinante di Ignazio, e lui afferrò che lei era solo una bambina pazza, che tra l’altro non faceva che riservargli niente altro che odio allo stato puro… Così anche lui smise di tentare di essere suo amico a tutti i costi e di riconvincerla di qualcosa che poi lei avrebbe come al solito smentito a sé stessa… Per cui i loro rapporti divennero così freddi da evolversi in inesistenti…
Nel frattempo però era successo qualche fattuccio che aveva cominciato ad instillare qualche dubbio pure nell’intelletto del signor Piffero (circa la non illibata tenuta mentale ed etica della sua dolce consorte): infatti egli aveva scoperto che in realtà in passato la piccola Lilith aveva in qualche modo incoraggiato le attenzioni di Ignazio verso di lei… E perché mai lo aveva fatto, se Ignazio era tutta questa merda di uomo che lei gli aveva sempre detto, arrivando anche a sostenere che provasse timore di essere violentata e sodomizzata dopo essere stata fatta svenire tramite l’utilizzo di alcol e droghe assunti con la forza?…
Comunque, in quel periodo avvenne una grossa novità nelle vite di quei tre e questa determinò degli esiti imprevedibili… Ignazio dovette cambiare aria, se ne dovette andare lontano, e perciò non poté più vedere la piccola Lilith bunga-bunga… Ed il signor Piffero, chiaramente, ne esultò: finalmente quel tipo che insidiava la sua dolce metà si toglieva dalle scatole, e non ci sarebbe stato più nessuno che avrebbe guastato il loro inarrivabile idillio d’amore…
Ma si sa che la vita è strana e che le persone non sono propriamente consapevoli dell’autenticità di quei sentimenti che dicono di provare, ma che chissà che non sia esattamente il contrario… Così, quello che avvenne nella testa e nel cuore sia della piccola Lilith che di Ignazio fu… stupefacente. La piccola Lilith dapprima pensò: “ah, infine questo tipo mi si è tolto dalle palle! Infine non dovrò più vedere la sua brutta e pessima faccia tutti i giorni che mi giudica e che mi spruzza veleno sperando che mi accada un accidente!… Tiè! Tiè!”, diceva lei facendo le corna e sperando che non lo avrebbe più incontrato… Ma poi, quando lei riscontrò quello strano vuoto che prima tuttavia non era stata in grado di percepire nonostante praticamente non si parlassero più da tempo, quando capì che le cose bizzarre attorno a lei continuavano a succedere sempre ma che non poteva più scaricare la colpa sul povero Ignazio, quando comprese quanto egli avesse invece avuto per lei sempre dei sentimenti rivolti alla positività e dei comportamenti che speravano di proteggerla ma anche di farla crescere… Avvenne l’inverosimile: e a lei lui cominciò a mancare…
Contemporaneamente anche Ignazio aveva subito uno strano processo per certi versi simile a quello di Lilith. E se all’inizio si era detto che con quella separazione finalmente davvero non ci avrebbe più pensato e avrebbe potuto concentrarsi su cose che meritassero attenzioni maggiori, con il passare dei giorni, e poi delle settimane, e poi anche dei mesi… Ignazio sentì che non provava più disprezzo per lei… e che tutte le pestifere marachelle e le bravate con le quali lei gli aveva insudiciato la reputazione, non contassero più nulla per lui… Era come se il tempo le avesse spazzate via e lavate; era come se nei suoi ricordi fossero rimasti solo quei bei (rari) momenti positivi che lui aveva vissuto con lei… E fu così che in qualche maniera ci ricadde (dimenticando sconsideratamente che una tipa come lei non sarebbe mai potuta cambiare, nonostante gli insegnamenti e i consigli di lui: perché non si devono mai gettare le perle ai porci, altrimenti questi, al più, non possono far altro che ingoiarsele, se non ignorarle)…
Il loro rapporto abusivo riprese ed i due cominciarono a scriversi delle lettere che non avevano mai avuto quel certo tono affettuoso che le impreziosiva… E la loro amicizia conobbe nuovi apici ed entrambi capirono che non ci volesse poi molto a volersi bene, se davvero uno lo ambiva…
Ma si sa che il destino delle volte trama per rompere e far smarrire e sa essere crudele come pochi; come anche che porta immancabilmente ciò che è stabilito che debba accadere! E miseri gli stolti se vi si oppongono e non lo capiscono! E la loro fragile felicità si può dire che fosse già predestinata a cadere e a frantumarsi sotto il peso di quelle troppo cospicue bugie che avevano contagiato il loro rapporto in precedenza. E così un giorno avvenne che il signor Piffero scoprì una lettera segreta di Ignazio per la sua consorte nella quale fosse innegabile che il presunto amante si rivolgesse a lei con toni troppo teneri per non rivelare quali fossero i loro reali contatti… Ed allora il signor Piffero si arrabbiò molto con lei perché (alla buon ora) afferrò che non potevano essere vere contemporaneamente tutte le bugie con le quali lei gli aveva infarcito la realtà, e che se davvero Ignazio fosse stato quel maniaco sessuale di cui lei gli aveva detto, lei non avrebbe mai dovuto concedergli alcuna confidenza; quella confidenza che infatti lei gli aveva dichiarato che non gli avesse mai elargito…
Il signor Piffero l’accusò apertamente di essere una traditrice, una fedifraga, una millantatrice, e di aver sempre fatto il doppio gioco in ogni aspetto della sua vita. E la piccola Lilith, a vedersi incriminata a quel modo, con le spalle al muro, e non potendo raccontargli altre bugie che l’avrebbero scagionata, si disperò e pianse tutte le lacrime che poté, e stette tutta la notte a supplicarlo di credere alla sua buona fede e che se lei aveva continuato a coltivare quel rapporto con Ignazio era stato solo perché lui le aveva fatto pena! Ma il signor Piffero la ammonì che se ancora una volta avrebbe trovato una lettera di Ignazio per lei, avrebbe preparato le carte del divorzio per colpa…
E questa è dunque la fine della nostra storia… La piccola Lilith smise così di rispondere alle lettere di Ignazio, al quale non volle fornire neppure una parvenza di giustificazione (infatti lei reputò che fosse del tutto lecito tradire vigliaccamente un amico pur di tenersi bello stretto un marito, e che quindi la sua scelta fosse così obbligata che neppure doveva starci a pensare. Ed infatti così fece, obliando la propria coscienza in una dimensione parallela e desolata dalla quale non l’avrebbe più fatta ritornare indietro)…
Ed anche il povero Ignazio capì che era stato un idiota a cadere in due occasioni nello stesso trabocchetto, e che la piccola Lilith era sempre stata quella che ancora una volta si era dimostrata essere: una mera approfittatrice incapace di avere un minimo di senso morale, o anche solo di mere maniere formali… Così la salutò (nella sua mente) mandandola metaforicamente a cagare.

Alemanno sparisci!

Parliamo di fatti concreti!
Appena Alemanno si insediò sulla poltrona di sindaco di Roma le strade di Roma furono tutte messe a ferro e fuoco. Chissà come mai erano tutte da rifare… Ed i lavori durarono una quantità spropositata di tempo (ed alcune strade furono iniziate e poi lasciate lì a languire per mesi, e altre vennero oscurate alla vista con dei teloni, in modo che non si vedesse quello che si facesse effettivamente all’interno…).
Tempo dopo qualcuno notò che per qualche curioso motivo le strade di Roma ora sembravano quasi peggio di prima (togliamo il quasi): ovunque si aprivano voragini anche laddove il manto stradale era vecchio di pochi mesi… Come mai? Che strana circostanza! Mentre invece laddove non era stato toccato nulla e c’era ancora l’asfalto degli anni ottanta, singolarmente!, lì non vi era alcuna voragine… (che insolito!).
Qualche mese fa il ventre di Roma fu nuovamente aperto e la città eterna tornò a mostrare le sue scure budella agli occhi di tutti… Stavolta il motivo era che si dovevano revisionare, aggiornare, cambiare delle condutture del gas… E allora ancora gli operai divennero i padroni di Roma, con il catrame che avanzava che veniva buttato nei giardini; segnalazioni stradali lasciate a giacere anche quando i lavori vennero terminati; nastri recintanti non tolti ed in perenne mostra di sé… E noi lì a fare il giro perché non si poteva passare, lì c’era ancora l’asfalto fresco e fumante, lì passava lo schiaccia sassi o come diavolo di chiama…
Mentre alcuni gentili lasciti dei bravi operai operanti sono stati che in alcune zone della città (e ce ne sono diverse nel mio quartiere), invece di rimettere tutto apposto così come avevano trovato, hanno lasciato dei pertugi che già dopo poche settimane si stanno ingrandendo a vista d’occhio (per esempio sotto casa mia prima c’era un buco di pochi centimetri, che presto è diventato del doppio della larghezza, quindi sta franando e già adesso ci si potrebbe finire dentro con tutto il piede…).
Qualche altro mese dopo, neppure il tempo di godersi la tranquilla pace che comunica una strada normale dove c’è un afflusso normale di macchine, che accade qualche altra novità. Per prima cosa vengono alla luce gli scandali dell’Atac/Metrebus, e dell’AMA, che per chi non lo sapesse sono le aziende che si occupano di gestire rispettivamente il trasporto pubblico e la nettezza urbana (a Roma). In entrambe le aziende qualcuno nota che, per dirne una, la maggior parte delle assunzioni vengono fatte per chiamata diretta (e finiscono per essere assunti soprattutto personaggi amici o parenti di persone che guarda caso sono politici, amministratori, gente famosa…). Così si assumono persone anche e nonostante se le suddette aziende non dovrebbero orientare le loro risorse in quei settori (e semmai dovrebbero intervenire su altri). È dell’altro giorno poi la notizia di come quelli dell’Atac riverniciassero due volte lo stesso mezzo per ricavarne dei benefici economici, per non parlare di tutto il resto (leggete i giornali e trovate scritto tutto…).
Ultimamente allora sapete che ha fatto furbo Alemanno? Sentendosi leggermente responsabile del porcaio della vigente situazione, ha azzerato la sua giunta e ha stabilito che vi fossero nuovi assessori per alcuni incarichi (il che sarebbe indice di una palese presa di coscienza di fallimento, che però il suddetto non vuole ammettere)…
E da qualche giorno sono ricominciati i lavori del manto stradale!… Ma come?! Non li avevate fatti pochi giorni fa?! Ma allora ammettete quindi che qualcuno ci ha lucrato sopra e che li ha fatti male! Altrimenti non si spiegherebbe che cazzo abbiate sempre da fare e rifare con le povere strade di Roma!…
Poi, recentemente, sta uscendo sui giornali l’ennesimo scandalo di un uomo molto vicino ad Alemanno e con ben due deleghe, un certo Orsi. L’obbrobrio si riferisce alle solite cose: prostituzione, droga, tangenti… Cose così… ormai all’ordine del giorno.

La mia conclusione è questa (e nessuno la può invalidare)… Sono due le cose: o Alemanno è un tale idiota incompetente che non si rende conto di cosa accada sotto i suoi occhi (e allora si deve dimettere); oppure Alemanno sa perfettamente come funzionino le cose (dato che molte le ha avallate lui), per cui è colpevole e va condannato (fosse per me all’ergastolo).

E voi da che parte state? Dalla parte della legalità, o da quella del potere corrotto e arrogante che nega la verità sempre e comunque?

Alemanno fuggi in Brasile finché puoi… Guarda che dopo le dovrai pagare tutte le tue malefatte… Guarda che dopo non saremo teneri…

Donne sull’orlo di una crisi di nervi

La donna A è riccia e ha l’espressione poco lungimirante di Stanlio (quello che sta con Onlio). Tende a fissare gli uomini che la interessano (poiché quello è l’unico modo che ha per possederli). Ha rinunciato da tempo alla felicità.
La donna B (da quando si è lasciata con l’uomo) è violenta e maschera il suo rancore con della presunta ironia. Nel frattempo ci prova (nel suo modo aggressivo) con tutti quelli che le sembrano possibili sostituti. E non vi è altro che le interessi.
La donna C si percepisce subito che sia l’incarnazione dell’antipatia. Tuttavia deve avere avuto qualche grossa fortuna dalla vita. Tanto da aver trovato un suo equilibrio e da meritarsi l’invidia delle altre (ma non la mia)…
La donna D parla con il contagocce e ha lo sguardo perso che ti trapassa, ti giudica e si schifa di te. Vive una vita morigerata in cui i soli momenti belli sono quelli in cui è da sola.
La donna E è scontrosa e supponente (anche se non potrebbe mai permetterselo).
La donna F crede ciecamente a quello che le suggerisce il suo fallace istinto alienato e drogato dall’infantilismo. Dice le bugie con molta facilità. Sa accattivarsi la persone, ma spesso le tocca di dover subire le conseguenze del fatto che la gente si accorga dei suoi bluff.
La donna G è sull’orlo del suicidio e crede che questo le dia il diritto di pugnalare alle spalle chi la potrebbe amare (al quale lei non crede, per dei sensi di inappropriatezza che prova).
La donna H è nevrotica. E l’unico modo che ha per non andar fuori di testa è rassicurarsi ed anestetizzarsi. Ma delle volte le sue paranoie deflagrano e allora son dolori.
La donna I non va più d’accordo con il marito. Per questo si è subito trovata un amante (chi mai direbbe che non se lo merita?, pensa). È superficiale e stupida, apparentemente dolce, ma se le capita non esita ad essere feroce con chi è diverso da lei.
La donna L maschera dietro un’allegria a tratti dilagante la sua meschina esistenza scevra di ogni vera gioia. È possessiva ed ossessionata di perdere quello che lei ritiene di essersi conquistata (ma che ha millantato o rubato).
La donna M non ha alcuna consapevolezza e parla di cose banali.
La donna N sa di essere brutta e una volta che l’ha capito si è messa la coscienza a posto. Si accontenta del poco che ha e questo le basta. Nel frattempo però vessa chi non la vessa.
La donna O è simpatica e scurrile come un maschio. Peccato però che sia anche una persona un po’ troppo falsa…
La donna P ha l’acqua nel cervello (e proprio non riesco ad immaginarmi cosa la possa riempire).
La donna Q è (irritantemente) scostante. Un giorno sei suo amico, ed il giorno dopo non ti caga (e tu ovviamente devi capire…). Crede che il dolore che prova le dia il diritto di fregarsene del dolore degli altri (ma non è così che funziona, furbona).
La donna R ha sempre fatto le pompe (ovviamente per soldi) e non se ne vergogna. E adesso che è vecchia che farà? Non sarebbe stato meglio mettersi da parte qualche soldo piuttosto che scialacquarli, eh puttana?
La donna S si nutre di piccole cose perché lei è piccola ed insignificante.
La donna T è delusa dagli altri (ma pensa che lei non deluda nessuno!).
La donna U cerca il senso della vita nel cazzo dei suoi numerosi amanti. Ogni tanto le prende qualche crisi e si chiede che cosa stia sbagliando, ma in genere non glene frega niente di niente.
La donna V è malata di mente e saltuariamente, quando fuma la sua sigaretta, si perde nel vortice dei suoi pensieri e non è in grado di rispondere neppure a semplici domande.
La donna Z ha rinunciato alla propria femminilità e non le è rimasto molto (perché è una donna).
{cazzo, ho già finito le lettere…}
La donna 1, sentendosi una donna speciale, pensa di avere il diritto di stare con più persone contemporaneamente (ma gli altri, invece, il suo stesso gioco non lo possono fare, perché lei è… gelosa!). Lei non crede in niente.
La donna 2 si è convinta di essere la principessa del mondo per antonomasia. E a lei tutto è dovuto, ma lei non deve nulla a nessuno (in quanto regina)! Occulta sia l’amore (di cui ha paura ma che cerca disperatamente) che l’odio (che non vuole concedere poiché vuol farsi ritenere superiore, mentre invece, tendendoselo silenziosamente dentro, non fa altro che aumentare le probabilità di beccarsi un tumore).
La donna 3 sarebbe una brava ragazza, se però non fosse infarcita di superstizioni e pericolosi sbalzi di umore. Cerca il senso dell’esistenza e crede che lo si possa imparare con delle lezioni impartite da degli idioti.
La donna 4 è affamata di vita (cosa che però ignora cosa sia sul serio). Per questo deve stancarsi e affogarsi nei suoi sapori, altrimenti non è contenta (ma ad ogni modo non sarà mai appagata perché non ci ha capito nulla).
La donna 5 dice una cosa e fa esattamente il contrario. È una donna facile ma non lo ammetterebbe mai. Crede di parlare chiaro ma il suo è un continuo enigma in evoluzione al quale nessuno potrà mai dare una soluzione. Così lascia le persone e poi le biasima perché si… sono fatte lasciare!
La donna 6 una volta mi mise in una condizione nella quale comunque poi (qualunque cosa avessi fatto) alla fine mi avrebbe odiato. E da allora infatti mi odia.
La donna 7 non ha creduto che uno come me avrebbe mai potuto amare una come lei. Si sbagliava, ma così facendo si è data ragione.
La donna 8 non concepisce, non assolve, e resiste alle tentazioni di farlo.
La donna 9 non ha un vero carattere. È un’accozzaglia di luoghi comuni e di orgoglio femminile che le impediscono di essere in contatto con gli altri, se non in aderenze superficiali. E lei crede che funzioni proprio così. Se va bene a te…

Donne, capisco che non sia facile vivere in una società maschilista. Però proprio per questo non dovreste adattarvi alle aspettative della bassa virilità, che vi vorrebbe svampite, o fragili, o ricattabili da poche bugie proferite solo per fare una scopata.
E soprattutto dovete smetterla di essere così ottusamente egocentriche da impedirvi di credere. Perché voi donne non credete in nulla, in fondo. E se non credete nelle persone, che senso ha la vostra vita?… Davvero pensate che non esista nessuno in cui credere? Oppure forse c’è solo da cercarlo con particolare cura?