August era un bambino ansioso.
Alcune volte veniva invitato a delle feste. Ma provava così tanta emozione, anche solo a immaginare di andarci, che spesso decideva di non presentarsi. Così ci guadagnava in tranquillità; però poi gli venivano i rimorsi, perché sapeva che doveva essersi perso chissà quali e quante importanti o eccitanti esperienze.
Dunque tutta la vita August la trascorse a rinunciare a cose che lo elettrizzavano troppo per, successivamente, aver rimpianti per non averle vissute.
Sotto sotto sapeva di aver solo tanta paura. Paura degli altri, d’essere ferito, di non essere all’altezza. Paura di ritrovarsi in situazioni impreviste che non sarebbe mai stato in grado di gestire.
August arrivò ai sessanta anni conducendo sempre quella medesima vita. Ormai stava diventando vecchio. Per certi versi però sembrava molto più giovane. Quel suo preservarsi da fatti ed emozioni lo aveva conservato molto meglio dei suoi coetanei. Certo, August si rammaricava un poco d’esser sempre solo…
D’altra parte, tutte quelle esperienze non vissute che un tempo lo avevano intimorito parecchio, come stare con una donna, erano ormai storia passata: si erano così stinte nel suo animo da non provocargli più paura. Certo, August si rammaricava di condurre una vita assolutamente solitaria, ma ormai vi si era così addestrato che non gliene veniva più alcun impiccio. Inoltre ormai non si sentiva più davvero solo. Più che altro poteva sentirvisi quando era in compagnia di altri, rendendosi conto di non aver nulla da spartire con le futili persone che gli erano attorno.
August la sua vita se l’era vissuta sempre con calma, secondo alcuni troppa…
Poi un bel giorno August incontrò una donna che gli fece capire che era molto buona, che non l’avrebbe giudicato, alla quale lui piaceva così com’era: dimesso ma perbene.
Così August, insperabilmente, trovò anche lui una compagna con la quale andava incredibilmente pure d’accordo.
Per tutta una vita aveva evitato di commettere quegli errori che normalmente avrebbe compiuto qualora avesse seguito la corrente uniformandosi alle vite degli altri. Quegli errori che un August maturo non poteva più compiere perché nel frattempo era cresciuto, divenendo migliore. Così, quel legame insperato, andò bene e proseguì per tutta la sua vita rimanente.
Perché ci sono persone che devono prendersela con calma. Mentre altre alle quali non frega un cazzo degli errori che possono compiere, non frega un cazzo dei danni che producono negli altri. Per queste persone, vivere è sinonimo di “fare”, anche sbagliando, purché facciano. Mentre August non era così.