La complicità dello Stato

Mi sembra ovvio che abbia ragione il Baubau su certe questioni. Lo Stato non può che essere complice del malaffare, è esso stesso malaffare. Quello Stato che per esempio permette la vendita di cose che “nuocciono gravemente alla salute”, salvo poi limitarne l’uso per legge nei luoghi pubblici. Quello Stato che permette anche a chiunque di costruirsi un camino, certo. Ma che poi potrebbe vietarne l’uso se il fumo che esce procura danno ai vicini. Quello Stato che ti obbliga comunque a fare la denuncia. Quello Stato che è lui stesso il primo a ingolfare i propri uffici amministrativi per rendere il sistema inefficiente. Quello Stato che ti offre solo le seguenti alternative: unirsi a loro nel malaffare; subire passivamente da suddito; andare fuori di testa; ammalarti; fare una strage affinché poi si dica che eri tu quello sbagliato e anormale, vero?

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Foxfire – Ragazze cattive (film)

Ci sono delle ragazzine un po’ turbolente. In particolare, il capo di esse che si mette in testa di fare avere alle ragazze gli stessi diritti dei ragazzi, oltre che far smettere le angherie che le riguardano. Tuttavia, una volta formata inevitabilmente una banda, finiscono per esagerare e fare il passo più lungo della gamba. La situazione sfugge loro di mano e incorrono in dei reati che potrebbero anche esser molto gravi.

Per tutte paga il capo, che finisce in riformatorio. L’esperienza la segna profondamente. Quando ne esce apparirà molto diversa da prima. Sennonché, col tempo riguadagna smalto e prende piede in lei un’idea ancora più ambiziosa: creare un posto solo per ragazze, dove tutte loro possano vivere assieme aiutandosi a vicenda, in pratica una comune se non ancora proto-lesbo perlomeno off limits per gli uomini…

Tra il femminismo, l’anarchia e le rivendicazioni dei diritti delle donne.

Disponibile su RaiPlay.

Compensazioni

Se un cuore ha un’aritmia, effettuare una passeggiata senza forzare troppo il passo potrebbe riuscire a compiere il piccolo miracolo, una volta che l’adrenalina è in circolo, di, se non proprio guarire l’aritmia, perlomeno mitigarla.

Allo stesso modo, per le questioni sentimentali, se perdiamo una persona a cui eravamo molto legati, potrebbe accadere di trovar qualche conforto in persone che sino allora non avevamo considerato adeguatamente.

Per ogni cambiamento, c’è un riequilibrio.

compensanzioni

Black Book (film)

Dal controverso regista di Robocop, Atto di forza, Basic instinct, ecc., ecco un film di cui avevo sentito parlare bene un mucchio di volte. Così infine l’ho visto.

Detesto le storie con i nazisti (seppur ho apprezzato Bastardi senza gloria, e ancor di più Operazione Valchiria). A ogni modo, sì, mi è piaciuto. Come avrebbe potuto non piacermi? Anche perché molto presto si finisce per affezionarsi alla protagonista, che è il vero fulcro del film.

Siamo ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Una ragazza ebrea cerca di espatriare per sfuggire ai rastrellamenti nazisti. Sennonché il suo gruppo viene beccato e completamente sterminato, tranne lei, ovviamente. Per fortuna la ragazza ha degli appoggi e riesce a sfangarla. Presto viene a contatto con membri della Resistenza che le chiedono se vuol dare una mano per fregare i nazisti. Lei ovviamente, che odia i nazisti con tutta l’anima perché quelli le hanno assassinato la famiglia davanti gli occhi, accetta. Grazie anche alla sua avvenenza finirà per diventare presto una spia… E i doppi giochi si sprecheranno…

Sembra sia tratto da una storia vera – e non mi sorprende affatto.

Il film è piuttosto avvincente, con poche pause, e fa anche molto riflettere.

Però non scomodiamo la parola capolavoro, che un capolavoro è ben altro. 🙂

Black-book

La crociata per Hildita

Un giorno apparve quella scritta oscena sul muro della scuola. Guillermo se ne accorse fin da subito ma non le diede alcun peso. Neppure pensò, ingenuo lui, che si trattasse della sua Hildita – eppure quale altra Hildita avrebbe potuto essere? Così tirò dritto e si recò in classe.

Nel giro di qualche altro giorno però la faccenda montò sempre più fragorosamente. L’apice fu raggiunto quando pure la prof di Matematica, che da sempre riteneva Hildita la sua protetta, sbottò dicendo che quella scritta era uno “schifo”. Allora tutti si soffermarono sul volto di Hildita, il quale per un attimo si fece più lacrimevole e puro. E tutti si dispiacquero per lei, anche se lei, per umiltà, non aveva mai detto mezza parola su quella questione.

Solo allora Guillermo comprese quanto era stato idiota a non capire che quella scritta era stata fatta appositamente per Hildita, la sua Hildita. E quindi lo riguardava. Si sentì ribollire il sangue. Ma non fu il solo.

Quando venne ricreazione, il Simpaticone, che in talune occasioni si attribuiva la consapevolezza di prendere iniziative, anche perché era il rappresentante di classe, volle indugiare sulla vicenda, per la prima volta seriamente, non facendoci più sopra battute volgari. Tra le cose che disse ci fu quella che dovevano trovare il responsabile della scritta infamante.

Davanti a tutti, chiese a Guillermo, esplicitamente, se per caso non fosse stato lui a farla. In quel periodo Guillermo, per una serie di eventi fortuiti, sedeva proprio accanto a Hildita, in classe – e ne era molto contento.

Guillermo si stupì che gli venisse posta quella domanda, proprio a lui (che segretamente amava Hildita). Ma prima ancora di stupirsene rispose di getto che non era stato lui. E il Simpaticone sembrò vagliare attentamente le sue espressioni per poi decidere che davvero Guillermo non c’entrasse nulla.

Durante quello scambio Pablo rimase in perfetto silenzio. Successivamente Guillermo si chiese come mai quella domanda era stata posta solo a lui in classe. Che, il Simpaticone, potesse aver intuito qualcosa che gli altri ancora non avevano afferrato? Dunque lui sapeva che Guillermo si stava innamorando alla follia di Hildita?! No, non era quello il motivo. Il motivo era che il Simpaticone lo riteneva un ragazzino immaturo, incapace a corteggiare come si doveva una ragazza, quindi…

Quando Guillermo poi ne chiese conto al Simpaticone finì che entrambi ci scherzarono, perché si stavano troppo simpatici. E il Simpaticone gli disse sorridendo che lui era l’unico maniaco sessuale che conosceva; mentre Guillermo gli imputò fintamente di averlo accusato per nascondere le proprie pulsioni perverse verso Hildita. E per quel giorno non se ne parlò più. Ma intanto anche Hildita aveva assistito a tutta la discussione e poté esser certa che almeno non era stato Guillermo – la tal cosa altrimenti le sarebbe molto dispiaciuta. A ogni modo Hildita non avrebbe mai sospettato di Guillermo se non fosse stato tirato in ballo dal Simpaticone.

Il giorno dopo, sempre a ricreazione, i maschi della classe, guidati ancora dal Simpaticone, decisero di risolvere la situazione una volta per tutte. Il Simpaticone aveva fatto delle indagini tutte sue secondo le quali sembrava che il responsabile fosse uno della classe vicina, il quale si vociferava avesse un’adorazione insana per Hildita. Dunque il Simpaticone arruolò tutti i maschi nella sua crociata punitiva contro costui. E tutti loro si sentirono di dover partecipare per spirito di corporazione, anche quelli a cui stoltamente non fregava nulla di Hildita, perché Hildita apparteneva pur sempre alla loro classe, era un loro patrimonio e loro dovevano proteggerla.

Così il Principino, che si vedeva che non fosse minimamente in grado di difendersi, si alzò dalla seggiola per partecipare alla crociata con una faccia che si percepiva già rassegnata a prendere le botte. Il Bestemmiatore caricò la combriccola con le sue arguzie da gang, del tipo: andiamo a spaccare il culo a questo tipo e anche a tutti quelli della sua classe se sarà necessario! Pablo si comportò gravemente come un soldato in licenza richiamato all’ultimo momento in guerra: eppure sarebbe morto per Hildita, questo era fuori di dubbio. Bronco era silenzioso, perché i più pericolosi sono sempre silenziosi. Era il più grosso, il più grande, il più triviale, il più scorbutico di tutti, e anche quello che nel corso della sua vita era stato impegnato maggiormente in risse da strada. Lui non scherzava quando si attaccava con qualcuno, e vinceva quasi sempre, perché era forte, alto, e spietato, con quella sana dose di follia nella testa, indispensabile se davvero si vuole uscire trionfatore da una rissa. Il fatto che ci fosse lui nel gruppo, invero, infondeva maggior coraggio anche agli altri, perché aver avuto una carogna simile nelle proprie fila rappresentava indubbiamente un valore aggiunto.

Infine c’era Guillermo. Quando il Simpaticone suonò l’adunata, Guillermo si sentì pervaso da un’investitura notevolissima, anche se pure lui, quasi come il Principino, non aveva quasi mai fatto a botte in vita sua. In realtà quelli come Guillermo erano i più casinari, proprio perché, non avendo mai avuto concrete esperienze di guerriglia, non sapevano limitarsi; erano quelli che poi realmente finivano ammazzati, o inavvertitamente ammazzavano qualcuno per la troppa foga o rabbia…

Il Simpaticone condusse i crociati alla loro guerra santa, cioè alla porta dell’aula accanto, dove si nascondeva il vigliaccone infedele. Ormai la ricreazione era finita, così trovarono un professore dentro. La tal cosa però fu anche meglio, difatti il Simpaticone, con dietro gli altri maschi della sua classe, ultimo Guillermo, fece vedere a tutti che per loro quella era una questione seria, sulla quale non sarebbero passati sopra. Inoltre della vicenda venne informato anche il professore di quella classe, che certo in seguito si sentì in dovere di fare qualche discorsetto anche lui a quella scolaresca tra cui si nascondeva il vigliaccone misterioso.

Comunque quel giorno non si poté far niente altro, e i maschi della classe di Guillermo tornarono in classe appena in tempo per partecipare alla lezione della bruttona d’Inglese.

Il giorno dopo però trovarono che la scritta su Hildita era stata integrata con delle componenti ancora più spinte. Quello fu uno sgarro che non andò giù al Simpaticone il quale, senza dire niente a nessuno, prese un giorno da parte il presunto autore della scritta infamante con il quale discusse concitatamente nei bagni della scuola – scuotendolo un poco.

Il giorno ancora dopo la scritta non c’era più, era stata cancellata. E quasi nessuno ne conosceva il motivo. E tutti se ne dimenticarono presto, anche Hildita, che però quando fu interrogata dalla prof di Matematica circa la scomparsa della stessa e le fu chiesto se ora fosse contenta, disse:

«E certo che sono contenta. Adesso sono più serena.»

La vicenda terminò per sempre lì. Hildita se la scordò. E pure Bronco se la scordò. Perfino il Simpaticone, che l’aveva risolta, se la scordò. Solo Guillermo e Pablo non l’avrebbero mai scordata. Guillermo e Pablo, che erano gli unici realmente innamorati di Hildita.

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Passa l’angelo

Sabato avvertivo che qualcosa stava cambiando, eppure non avevo il coraggio di credervi poiché troppe volte quell’amara illusione mi aveva scottato.

Trovai una piuma marrone sullo zerbino di casa. Provai ad allontanarla col piede, ma quella pareva fatta di sostanza inconsistente e lì rimase. Pensai che non mi avrebbe dato fastidio e non la spostai.

Il giorno dopo era domenica, la domenica di pasqua. Scoprii che, dopo molti mesi infelici, quel gravame che ultimamente mi aveva attanagliato il cuore non esisteva più. Uscendo notai che la piuma sullo zerbino era diventata bianca.

Un angelo era passato a salvarmi.

angelo