Philip Seymour Hoffman

 


Ammetto che non sapevo quanto fosse famoso. Certo, sapevo che aveva fatto quei film lì, sapevo che aveva vinto quel premio lì, però non sapevo quanto fosse famoso e unanimemente considerato. Mentre invece sembra che il resto del mondo lo sapesse eccome. Così, quando è morto, quasi tutte le reti hanno passato suoi film, per giorni e giorni. E io ho scoperto che in effetti aveva partecipato a un sacco di bei film che talvolta mi ero perso.

Chi lo avrebbe detto che un simpatico cicciotello come lui ultimamente ci avesse dato così giù con il cinema…

Quando un tipo molto famoso muore, non è mai una bella cosa. Perché, contrariamente a quanto avrebbe affermato lo stesso circa la sua morte, e cioè che se un giorno fosse morto di overdose avrebbe salvato almeno dieci persone dall’avere la stessa fine, penso che quando uno famoso (e benvoluto) come lui muoia sia una sconfitta un po’ per tutti. Perché la gente si deprime a pensare che anche uno così è morto, non ce l’ha fatta, non è stato abbastanza uomo da farcela, da affrontare la vita…

Costretti ad esser Pedestremente Demotivanti

 


Fummo costretti. Noi non volevamo, ma dovemmo farlo.

Abbandonammo la bandiera rossa perché ci dovevamo rifare il trucco, altrimenti la gente non avrebbe capito che eravamo bravi e affidabili. Alcuni compagni non lo capirono, e si ostinarono a sventolare quella falce e il martello. Idioti. Ancorati a vecchi stereotipi. Ma ci servirono, ci servirono anche loro. Sia per mostrare che noi eravamo moderati, sia per mantenere un contatto con l’ala più estrema, che comunque avrebbe fatto alleanze con noi. Dunque i loro voti, di fatto, sarebbero in gran parte convogliati nei nostri…

Poi venne il bipolarismo. O di qua o di là. E noi dicemmo che quello era il modo più moderno e democratico di fare politica al giorno d’oggi, che il passato era passato e che non ci sarebbero stati più tutti quei partitini fastidiosi che pur avendo l’1% rompevano l’anima e ricattavano, contavano come avessero avuto il 15%, o anche più. A tal fine ci fu utile mettere una soglia di sbarramento al 5%. Così la gente cominciò a pensare che dovesse votare per noi, per non disperdere il voto. E ci cascarono! Oh, quanti ci cascarono! Ancora oggi ci cascano, quegli idioti che ci votano convintamente perché siamo i meno peggio! Noi i meno peggio (rido, rido, rido, scusate, adesso mi rigoverno e ritorno in me…).

Avevamo bisogno di una banca, una banca per essere come quegli altri, una banca con i soldi, una banca per comandare e indirizzare. Una banca per sognare! E noi ottenemmo la nostra prima banca. Ma non avremmo dovuto essere contrari alle banche, noi che venivamo da quella certa cultura di (scusate la parola) Sinistra? Nossignore. Perché i tempi erano cambiati. Il Comunismo era morto, ma noi dovevamo rimanere in vita. Per questo avevamo deciso che il Capitalismo andasse combattuto facendo i capitalisti. Era l’unico sistema…

Un governo di alternanza, una volta noi, una volta loro. Gli italioti avrebbero deciso. Che problema c’era? Tutto estremamente democratico. Volete quello? E allora votatevi quello. Se avesse vinto lui, noi non avremmo fatto storie. Però ogni tanto avremmo vinto anche noi. E allora ci saremmo divertiti e messi a paro.

Anche se poi, se dobbiamo dirla tutta, diciamo che fin dal principio non mirammo a fargli la guerra, a quello lì, nonostante quanto sembrasse e dichiarassimo pubblicamente. Macché, noi ci accordammo fin dal principio affinché si potesse andare d’amore e d’accordo. Tanto ormai i giochi erano fatti. Perché azzuffarsi? Una volta noi, una volta loro. E quando sarebbe toccato a noi di arraffare tutto il possibile, lo avremmo fatto con grande gaudio, e quando sarebbe toccato a loro, loro lo avrebbero fatto anche in misura maggiore, perché i loro appetiti erano smisurati, e invero noi avevamo ancora molto da imparare da loro, perché loro era da secoli che facevano così, mentre noi eravamo solo dei novizi capitalisti che si erano appena aperti un’attività e stavano sperimentando l’ebrezza di un’evasione fiscale per non aver fatto lo scontrino alla mattina presto…

Così, quando toccava a loro, loro sfasciavano davvero tutto, loro che poi erano i nostri maestri. Facevano leggi incostituzionali, occupavano tv e media vari, distorcevano fino all’inverosimile la realtà. E noi lì a guardarli deferenti, a vedere fino a che punto si poteva fottere il futuro della gente… Poi, quando toccava a noi, noi lasciavamo tutto come lo avevamo trovato. Non toccavamo una virgola, come fosse stato Vangelo, come fosse andato tutto bene.

Facemmo tutto, tutto così, ma fummo costretti. Perché nessuno voleva davvero la guerra civile. Perché il Potere ha delle regole e la corruzione è inevitabile. Perché sempre meglio averli amici i p2isti, i fascisti, i mafiosi. Perché la gente aveva bisogno di avere una speranza: la speranza che noi fossimo diversi da quegli altri, da quegli abomini. E noi lo eravamo diversi. Ma se loro sono i diavoli dell’inferno, noi ci rivedremo comunque in quel posto molto caldo, perché le nostre anime sono ineluttabilmente dannate e verranno pungolate dai loro forconi arroventati…

Loro erano maestri nelle tangenti. E noi dimostrammo loro che anche noi avremmo potuto farlo, anche se non così alla luce del sole come facevano loro, forti della loro faccia tosta. Loro facevano affari con le mafie. Sapevamo farlo anche noi, anche se non in misura come lo facevano loro. Loro andavano a puttane? Beh, anche noi ci impegnammo a farlo e, per dimostrare le nostre aperture mentali, che ci rendevano migliori di loro, andammo pure coi trans…

Nel frattempo però i nostri alleati estremisti avevano dei picchi di consensi che ci rubavano molto consensi (che ladri!). Allora lasciammo che si lacerassero circa il se sorreggerci o meno, lasciammo che si scindessero, e poi ancora una volta, e poi ancora una volta, fino al dissolvimento. E quando allora venne un’altra forza che era tutta diversa e più disomogenea e radunò gran parte del loro elettorato, noi la isolammo, e poi lasciammo che montasse quello scandalo che la distrusse, uno scandaletto da poco rispetto alle mercificazioni che noi e quegli altri intrattenevamo da anni, ormai decenni, però bastò e avanzò, e da allora nessuno si ricorda più di quella forza politica…

Così riuscimmo a distruggere scientificamente, con costanza e applicazione maniacale, il concetto di Sinistra in Italia. E nessuno fu mai così bravo quanto noi a perseguire tale proposito. Così oggi, o voti quegli altri, oppure voti noi. Per non disperdere il voto (un po’ come non disperdere il seme. Andate a confessarvi, figlioli, e non vi toccate troppo che è peccato, e quasi un reato)…

Vennero i periodi più belli, i tempi che piacciono a noi (e pure a quegli altri), in cui fummo costretti a governi di larghe intese. Noi e quegli altri tutti assieme a rotolarci nella merda come i maiali che eravamo. Noi che, essendo una forza altamente responsabile e patriottica, piuttosto che lasciare il Paese nel caos, ci sacrificammo e fummo costretti a metter su governi di consociativismo, noi e quegli altri, governi di ultra Destra.

Sì, lo so, qualcuno arriccerà il naso e si chiederà come potemmo sostenere governi di siffatta natura, che proprio non si potevano dire di Sinistra, ma, a parte che il concetto di Sinistra lo avevamo disintegrato decenni fa con la nostra azione consapevole e persistente, a parte che ci sacrificammo per il Paese e fummo costretti a farlo, a parte che chi dice che siamo di Sinistra verrà querelato, a parte tutto, a noi ci interessava spartirci la torta, mica altro. E dunque che cazzo volete da noi?! Abbiamo fatto quel che andava fatto. E quando l’Italia fallirà, a noi non ci troverete qui con voi ad affondare, perché noi saremo emigrati (poveri noi!, costretti a emigrare lontano dal glorioso Paese che ci ha dato i natali e condannati a soffrire di nostalgia per il resto dei nostri giorni!), quando l’Italia fallirà noi saremo in qualche paradiso fiscale, ci saremo trasferiti in qualche luogo esotico, a prendere il sole mentre un negro ci sventolerà con una foglia di palma e ci passerà una noce di cocco con la cannuccia; oppure saremmo a bordo piscina di un nostro amico industriale che ha sempre fatto tanto per il made in Italy (delocalizzando imprese in paesi esteri).

Ammetto che una controversia è ancora tecnicamente aperta. E cioè se tutto quello che facemmo e non facemmo lo facemmo poiché in malafede, oppure delle volte anche per palese incapacità, demenza, demagogia, inabilità di capire la realtà, desiderio masochistico di spararci nei coglioni, desiderio masochistico di prenderlo nel culo, desiderio onanistico e sadico di metterlo nel culo… E questo devo dire che neppure io lo so, compagni. Su questo decreterà la storia il suo arduo e inappellabile giudizio. Ai posteriori l’ardua sentenza!

Ave compagni, amici, camerati, amici di Maria de Filippi! Evviva il Socialismo. Ma sopratutto la Libertà (di fottere la gente comune)!

Sempre vostri, Pedestremente Demotivanti

Yanukovich, fine di un dittatore figlio di puttana (come tanti)

 


Yanukovich fino all’altro giorno era un “politico rispettato e rispettabile”. E se uno lo criticava, o osava dire che era un dittatore era, lui che lo diceva, un eversore, un terrorista, un menzognero. Uno da prendere e sbattere subito in carcere, magari da torturare pure, o da ammazzare, o assassinare. E nessuno nella comunità internazionale che osasse screditarlo o affermare che un tipo del genere era del tutto delegittimato a svolgere quel ruolo di prominenza che aveva nel suo paese.

Oggi però tutto è cambiato. Oggi Yanukovich è scappato in elicottero per non farsi beccare. Oggi si può dire che era un dittatore, uno stronzo, un fascista, un bastardo, un figlio di puttana, uno che ha abusato del suo potere, uno colpevole di violenze inenarrabili.

Quindi prima non si poteva dire la verità, e uno che l’avesse detta avrebbe passato dei guai; oggi invece la verità si può dire, adesso che è sotto gli occhi di tutti. Questo è il concetto che si vorrebbe far passare: che bisogna attendere e andarci sempre molto cauti.

Io invece dico che la verità è tale sempre e non ha bisogno di diplomazia, intercessioni o sofisticazioni. La verità va sempre detta: non si può differire nel tempo. E chi non la dice è colpevole di non averla detta.

E di Putin che cosa pensate, bravi politici della comunità internazionale che lo andate a trovare e gli stringete la mano e gli sorridete? È un bravo ragazzo oppure è un feroce dittatore che va immediatamente rimosso e castigato?

Dice Lisa del mio ultimo romanzo breve…

 


[…]

Che dire, mi è piaciuto davvero tanto! Sinceramente mi sarei aspettata una trama più “tortuosa” e forte, ma ho scoperto che sai destreggiarti bene in tutti i campi, e questo dei romanzi “introspettivi” è il mio genere preferito!! È un libro molto semplice da leggere, immediato e non scontato; se non fosse per il fatto che sono stata qualche giorno a Napoli, l’avrei divorato in un paio di sere…. Sai che leggendolo mi è venuto in mente un film (Carnage, con Kate Winslet e Jodie Foster)? Un film molto simpatico che si svolge dall’inizio alla fine in una stanza…. La storia è molto diversa, ma il fatto che le persone, costrette in un solo ambiente, siano quasi costrette a confrontarsi con il proprio io ed i propri sentimenti, me lo ha fatto venire in mente! Ah, poi ho notato che non usi più tante parentesi e questo mi fa pensare che il mio piccolissimo e modestissimo consiglio sia stato seguito… Sono davvero contenta, hai scritto tutto molto bene! Non posso che farti ancora i miei complimenti ed augurarti che siano in tanti a leggerlo! A presto!”

Grazie, Lisa. La migliore pubblicità è una persona che ti dice che gli è piaciuto. 🙂

Finché potrò scrivere, mi sentirò utile a qualcuno o qualcosa…


#STATE SERENI (CHE NON SENTIRETE NIENTE MENTRE VE LO SPINGERÒ IN C., E POI VOI ORMAI SIETE ABITUATI A PRENDERLO, NO?)

 


RENZI COMMOSSO

Renzi era commosso. Sì, commosso. E volete sapere perché? Perché, a nemmeno quaranta anni, era già giunto laddove sognava di arrivare. Al vertice. Al gradino più alto a cui potesse aspirare un italiano arrivista come lui che da anni si sbatte proprio per questo momento. Per essere il numero uno. Per contare più di tutti. Per stringere il potere nelle sue mani.

Renzi si sente di aver ottenuto l’ennesimo scatto di carriera al quale poteva aspirare.

Renzi si sente arrivato. Da qui in poi, niente più salite, solo discese.

Renzi si sente come avesse vinto l’oscar. Per questo era commosso!

Ma ben presto vorrà avere sempre di più. Perché la bramosia per il potere si autoalimenta. Quindi comincerà a guardare alla finanza: ai soldi veri

#STAI SERENO ENRICO!

Gli aveva detto di stare tranquillo. Che non avrebbe fatto cadere il governo…

Pochi giorni dopo se l’è inchiappettato. E l’ha fatto cadere il governo, eccome! E ne ha fatto uno quasi uguale lui…

La coerenza gli fa una pippa!

E pure Machiavelli!


RENZI-DELRIO

Ma non è per caso che questi due… che se lo omaggiano a vicenda?

RENZI BICI

Renzi era ecologico. Ecologico ed economo. E vicino agli italiani. Per questo girava in bicicletta.

Ma adesso che è premier, ecco che pure lui prende il macchinone…

VRRRUUUMMM!

RENZI FAMIGLIUOLA

Renzi è venuto con tutta la famiglia, come dovesse andare al cinema, o a una festa. Festa di carnevale, perché ha vestito i suoi figli ognuno con un colore diverso della bandiera italiana. Se questo non è carnevale…

RENZI SHOWMAN

Renzi si commuove all’inizio, ma poi comincia a scherzare con i giornalisti e a fare le battute. Sente tutti gli occhi su di lui (come ha sempre sognato). Per la prima volta soffre un po’ lo stress. Sì, anche uno come lui, da sempre abituato ad ammischiarla e a intraprendere rapporti con molteplici persone contemporaneamente, accusa il colpo. E se si troverà in difficoltà, si aggrapperà a una delle sue battute imparate a memoria, proprio come gli ha insegnato quel certo nano p2ista…

RENZI MOSTRO

Avete affidato le sorti dell’Italia a un mostro. A uno che ha un egocentrismo talmente spropositato che di fronte a esso nulla è paragonabile. Possibile che non lo vediate?

RENZI ALFANO

Qualche giorno fa lo aveva sfiduciato. Oggi l’ha confermato pure nel suo governo, e ci scherza e ci ride assieme come fosse suo fratello!

Possibile che non ve ne siate accorti?

RENZI PINOCCHIO

Oh babbo, dammi pure le cocce delle pere che adesso m’è venuta proprio fame!

RENZI E MARY POPPINS

Se questo uomo dovesse riuscire a fare sensibilmente del bene all’Italia, giuro che mi vestirò per tutti i giorni della mia vita da Mary Poppins e me ne andrò in giro a cantare “con un poco di zuccherò la pillola va giù”…

Ma tanto questa scommessa non la perderò mai. Mai, mai, mai, mai…

L’infermiera arrabbiata

 


Esile. Bionda. Bella. Ma con uno sguardo perennemente irato. Appena poteva attaccava briga per un qualsiasi motivo. Fui felice che non lo fece con me. E tutto quel livore, tutta quell’arrabbiatura, era qualcosa che strideva assai. C’era qualcosa che non andava in lei e nel suo modo si interagire con gli altri. Questo lo capivano tutti, sia chi la conosceva da tempo, sia chi, come me, l’aveva appena conosciuta.

Suppongo che ormai tutti la dessero per scontata, dessero per scontato il suo indomito livore. Però io… però io non riuscivo a farlo. Io volevo capire. Capire perché era così. Perché tutto quel risentimento. Con chi se la prendeva davvero quando si manifestava così astiosa? Cosa riviveva? A chi pensava? Era una specie di trauma continuativo, quello che viveva, dal quale non riusciva a disconnettersi?

Era lì per aiutare la gente, ma qualcuno avrebbe dovuto aiutarla. E non sarebbe stato facile. Per curare quel genere di ferite che non si cicatrizzano occorreva solamente amore, continuativamente, giorno per giorno, per molto tempo, senza dover vivere situazioni di contrasto.

La seconda volta che la vidi, alcune ore dopo, sembrava essersi stabilizzata in un umore maggiormente docile. E allora era seduta accanto alla sua compagna, dietro la dottoressa che parlava, e mi guardava in silenzio, pacificata. E allora mi sembrava tanto ora una bambina… Potevo vederla come fino a ieri giocasse ancora con le sue bambole. Una bambina. Una bambina spezzata. Una bambina che qualcuno aveva spezzato. Nell’anima. Una bambina che non sarebbe più stata in grado di trovare quiete, se non per pochi istanti. Perché da sola non poteva uscirne. Non era stata in grado di farcela. Ma non era colpa sua, ma solo di chi l’aveva abusata.

Un angelo caduto dal cielo con le ali avvizzite, era.

Marquez: Diatriba d’amore contro un uomo seduto

 


Dovrebbe essere l’unica opera teatrale scritta dall’autore di Cent’anni di solitudine.

In scena compare solo una donna ormai matura che, prima di abbandonare il marito con il quale ha condiviso gran parte della sua esistenza, decide di sbattergli in faccia quelle cose che non gli ha mai detto, le ipocrisie della loro vita di coppia ormai smagrita e inutile, giunta all’ineluttabile capolinea.

Interessante. Un po’ bergamaniano. Per la serie: uomini e donne sono due cose molto diverse e piuttosto incompatibili. E anche: l’universo femminile riserva sempre innumerevoli sorprese.