Fummo costretti. Noi non volevamo, ma dovemmo farlo.
Abbandonammo la bandiera rossa perché ci dovevamo rifare il trucco, altrimenti la gente non avrebbe capito che eravamo bravi e affidabili. Alcuni compagni non lo capirono, e si ostinarono a sventolare quella falce e il martello. Idioti. Ancorati a vecchi stereotipi. Ma ci servirono, ci servirono anche loro. Sia per mostrare che noi eravamo moderati, sia per mantenere un contatto con l’ala più estrema, che comunque avrebbe fatto alleanze con noi. Dunque i loro voti, di fatto, sarebbero in gran parte convogliati nei nostri…
Poi venne il bipolarismo. O di qua o di là. E noi dicemmo che quello era il modo più moderno e democratico di fare politica al giorno d’oggi, che il passato era passato e che non ci sarebbero stati più tutti quei partitini fastidiosi che pur avendo l’1% rompevano l’anima e ricattavano, contavano come avessero avuto il 15%, o anche più. A tal fine ci fu utile mettere una soglia di sbarramento al 5%. Così la gente cominciò a pensare che dovesse votare per noi, per non disperdere il voto. E ci cascarono! Oh, quanti ci cascarono! Ancora oggi ci cascano, quegli idioti che ci votano convintamente perché siamo i meno peggio! Noi i meno peggio (rido, rido, rido, scusate, adesso mi rigoverno e ritorno in me…).
Avevamo bisogno di una banca, una banca per essere come quegli altri, una banca con i soldi, una banca per comandare e indirizzare. Una banca per sognare! E noi ottenemmo la nostra prima banca. Ma non avremmo dovuto essere contrari alle banche, noi che venivamo da quella certa cultura di (scusate la parola) Sinistra? Nossignore. Perché i tempi erano cambiati. Il Comunismo era morto, ma noi dovevamo rimanere in vita. Per questo avevamo deciso che il Capitalismo andasse combattuto facendo i capitalisti. Era l’unico sistema…
Un governo di alternanza, una volta noi, una volta loro. Gli italioti avrebbero deciso. Che problema c’era? Tutto estremamente democratico. Volete quello? E allora votatevi quello. Se avesse vinto lui, noi non avremmo fatto storie. Però ogni tanto avremmo vinto anche noi. E allora ci saremmo divertiti e messi a paro.
Anche se poi, se dobbiamo dirla tutta, diciamo che fin dal principio non mirammo a fargli la guerra, a quello lì, nonostante quanto sembrasse e dichiarassimo pubblicamente. Macché, noi ci accordammo fin dal principio affinché si potesse andare d’amore e d’accordo. Tanto ormai i giochi erano fatti. Perché azzuffarsi? Una volta noi, una volta loro. E quando sarebbe toccato a noi di arraffare tutto il possibile, lo avremmo fatto con grande gaudio, e quando sarebbe toccato a loro, loro lo avrebbero fatto anche in misura maggiore, perché i loro appetiti erano smisurati, e invero noi avevamo ancora molto da imparare da loro, perché loro era da secoli che facevano così, mentre noi eravamo solo dei novizi capitalisti che si erano appena aperti un’attività e stavano sperimentando l’ebrezza di un’evasione fiscale per non aver fatto lo scontrino alla mattina presto…
Così, quando toccava a loro, loro sfasciavano davvero tutto, loro che poi erano i nostri maestri. Facevano leggi incostituzionali, occupavano tv e media vari, distorcevano fino all’inverosimile la realtà. E noi lì a guardarli deferenti, a vedere fino a che punto si poteva fottere il futuro della gente… Poi, quando toccava a noi, noi lasciavamo tutto come lo avevamo trovato. Non toccavamo una virgola, come fosse stato Vangelo, come fosse andato tutto bene.
Facemmo tutto, tutto così, ma fummo costretti. Perché nessuno voleva davvero la guerra civile. Perché il Potere ha delle regole e la corruzione è inevitabile. Perché sempre meglio averli amici i p2isti, i fascisti, i mafiosi. Perché la gente aveva bisogno di avere una speranza: la speranza che noi fossimo diversi da quegli altri, da quegli abomini. E noi lo eravamo diversi. Ma se loro sono i diavoli dell’inferno, noi ci rivedremo comunque in quel posto molto caldo, perché le nostre anime sono ineluttabilmente dannate e verranno pungolate dai loro forconi arroventati…
Loro erano maestri nelle tangenti. E noi dimostrammo loro che anche noi avremmo potuto farlo, anche se non così alla luce del sole come facevano loro, forti della loro faccia tosta. Loro facevano affari con le mafie. Sapevamo farlo anche noi, anche se non in misura come lo facevano loro. Loro andavano a puttane? Beh, anche noi ci impegnammo a farlo e, per dimostrare le nostre aperture mentali, che ci rendevano migliori di loro, andammo pure coi trans…
Nel frattempo però i nostri alleati estremisti avevano dei picchi di consensi che ci rubavano molto consensi (che ladri!). Allora lasciammo che si lacerassero circa il se sorreggerci o meno, lasciammo che si scindessero, e poi ancora una volta, e poi ancora una volta, fino al dissolvimento. E quando allora venne un’altra forza che era tutta diversa e più disomogenea e radunò gran parte del loro elettorato, noi la isolammo, e poi lasciammo che montasse quello scandalo che la distrusse, uno scandaletto da poco rispetto alle mercificazioni che noi e quegli altri intrattenevamo da anni, ormai decenni, però bastò e avanzò, e da allora nessuno si ricorda più di quella forza politica…
Così riuscimmo a distruggere scientificamente, con costanza e applicazione maniacale, il concetto di Sinistra in Italia. E nessuno fu mai così bravo quanto noi a perseguire tale proposito. Così oggi, o voti quegli altri, oppure voti noi. Per non disperdere il voto (un po’ come non disperdere il seme. Andate a confessarvi, figlioli, e non vi toccate troppo che è peccato, e quasi un reato)…
Vennero i periodi più belli, i tempi che piacciono a noi (e pure a quegli altri), in cui fummo costretti a governi di larghe intese. Noi e quegli altri tutti assieme a rotolarci nella merda come i maiali che eravamo. Noi che, essendo una forza altamente responsabile e patriottica, piuttosto che lasciare il Paese nel caos, ci sacrificammo e fummo costretti a metter su governi di consociativismo, noi e quegli altri, governi di ultra Destra.
Sì, lo so, qualcuno arriccerà il naso e si chiederà come potemmo sostenere governi di siffatta natura, che proprio non si potevano dire di Sinistra, ma, a parte che il concetto di Sinistra lo avevamo disintegrato decenni fa con la nostra azione consapevole e persistente, a parte che ci sacrificammo per il Paese e fummo costretti a farlo, a parte che chi dice che siamo di Sinistra verrà querelato, a parte tutto, a noi ci interessava spartirci la torta, mica altro. E dunque che cazzo volete da noi?! Abbiamo fatto quel che andava fatto. E quando l’Italia fallirà, a noi non ci troverete qui con voi ad affondare, perché noi saremo emigrati (poveri noi!, costretti a emigrare lontano dal glorioso Paese che ci ha dato i natali e condannati a soffrire di nostalgia per il resto dei nostri giorni!), quando l’Italia fallirà noi saremo in qualche paradiso fiscale, ci saremo trasferiti in qualche luogo esotico, a prendere il sole mentre un negro ci sventolerà con una foglia di palma e ci passerà una noce di cocco con la cannuccia; oppure saremmo a bordo piscina di un nostro amico industriale che ha sempre fatto tanto per il made in Italy (delocalizzando imprese in paesi esteri).
Ammetto che una controversia è ancora tecnicamente aperta. E cioè se tutto quello che facemmo e non facemmo lo facemmo poiché in malafede, oppure delle volte anche per palese incapacità, demenza, demagogia, inabilità di capire la realtà, desiderio masochistico di spararci nei coglioni, desiderio masochistico di prenderlo nel culo, desiderio onanistico e sadico di metterlo nel culo… E questo devo dire che neppure io lo so, compagni. Su questo decreterà la storia il suo arduo e inappellabile giudizio. Ai posteriori l’ardua sentenza!
Ave compagni, amici, camerati, amici di Maria de Filippi! Evviva il Socialismo. Ma sopratutto la Libertà (di fottere la gente comune)!
Sempre vostri, Pedestremente Demotivanti