Passò un mese. Adesso Nemesis non rinveniva più la ragazza sbandata su quella panchina. Spostatasi di qualche metro, essa sedeva tutto il giorno sul ripiano di una saracinesca chiusa, con un cesto in mano per raccogliere le offerte di passanti benevoli.
Era ovvio che si sarebbe arrivati a quel punto, pensava Nemesis col senno di poi. Anzi, fin troppo tempo vi aveva impiegato ella per giungervi.
Era molto cambiata però, la sbandata, o almeno così sembrava. Per prima cosa ora, nonostante il freddo si fosse fatto più pungente, aveva legato, tirando su, gli indomiti capelli ricci – questo le rendeva forse più evidente il naso adunco, tuttavia ciò non si notava granché vista da davanti.
A ogni modo, soprattutto le era variata l’espressione: non più malignamente orgogliosa, irruenta, attaccabrighe, selvaggia. Si era fatta amichevole, accomodante, come pacificata, rinfrancata. Anche se era chiaro che ella avesse mutato il proprio atteggiamento in primis per risultare più simpatica a chi le avesse fatto l’elemosina. Dunque, quello, doveva essere un cambiamento principalmente di facciata. Ella, in perenne stanziamento sul palcoscenico della strada, aveva anche lei, da ultimo, imparato a recitare – perdendo forse una sorta di purezza originaria che pure nel bene o nel male l’aveva contraddistinta.
La prima volta che i due poterono nuovamente incrociare i loro sguardi, dopo quel mese di sosta, entrambi, come stupefatti, si riconobbero. Lei, accennando un mellifluo sorriso, gli chiese subito, con voce affettata – non più intrusiva – se voleva fargli un’offerta. Tuttavia Nemesis, apparentemente impassibile, tirò dritto senza estrinsecare un solo barlume di emozione.
Ciononostante da quel momento prese l’abitudine di tenere nella tasca sempre un poco di spicci. Così, se lei gliene avesse nuovamente chiesti, lui glieli avrebbe elargiti con affabilità. E magari, se le condizioni fossero state opportune, finalmente avrebbe anche attaccato bottone con lei. Oppure poteva offrirglieli lui di sua spontanea volontà prima che lei glieli chiedesse, facendoci perfino una figura migliore.
Sennonché Nemesis si vergognava oltremisura a rompere il ghiaccio con lei e, quel semplice e innocuo gesto di favore, venne più volte rimandato.