Il caso di Charles Dexter Ward
Avevo già letto questa storia nella versione originale (link). Si tratta di una vicenda che ci viene mostrata a ritroso. Un certo tipo è scomparso misteriosamente mentre si trovava chiuso in un inaccessibile ricovero per malati di mente, dopo aver avuto un colloquio col proprio medico. Del tizio è rimasta solo una certa strana polverina…
Attraverso le parole del medico, interrogato dalla polizia, scopriamo la verità su questa sconcertante vicenda intrisa di inganni, scienze alchemiche proibite, magie nere, antiche malvagità e individui sovrumani capaci di non morire per secoli…
Mi chiedo perché nessuno finora si sia fatto avanti per realizzarci un film. Forse perché i racconti di Lovecraft in genere non finisco troppo bene, e deprimerebbero troppo lo spettatore?
L’ombra venuta dal tempo
Un professore sviene durante una lezione… Gli ci vorranno anni per riprendersi, e quando lo farà si renderà conto che durante tutto quel periodo – che la sua mente non ricorda – in realtà ha avuto esperienze bizzarre, si è interessato di esoteria, ha compiuto viaggi in capo al mondo alla ricerca di chissà quali manufatti e cognizioni segrete.
Ma la verità sarà ancora più sconcertante di quanto sembra apparire in superficie: in realtà la sua mente era stata scambiata con quella di un alieno avido di conoscenze. E quello neppure era l’alieno peggiore di cui il professore verrà informato… perché si scoprirà dell’esistenza di altri alieni ben più antichi e letali rispetto a quelli del primo tipo, i quali infatti terrorizzano anche gli alieni usurpatori di corpi…
La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath
Questo racconto pubblicato postumo si differenzia dalle altre storie di Lovecraft per la forte componente onirica, che in pratica porta l’avventura a rivelarsi più un fantasy horror che un horror in stile più tradizionale.
È la storia di un gruppetto di tre amici che si danno un appuntamento. Uno, un artista, non si presenta – scopriremo più tardi qual è stato il suo inquietante destino –; gli altri due si lasciano andare a malinconiche elucubrazioni. Entrambi condividono una sorta di smodata voglia di tornare nel mondo dei sogni, nei quali hanno smarrito visioni che gli sono molto care.
A un certo punto uno di essi, ossessionato dalla visione di una mitica, splendente città immaginaria, decide di dedicare tutto se stesso per ritrovare nei propri sogni quel luogo straordinario. Per cui inizierà un esteso viaggio nel reame onirico, dove però incontrerà molti personaggi mostruosi e balzani, qualcuno amichevole ma molti semplicemente orribilmente ostili. Riuscirà infine a giungere alla sua tanto agognata meta?
Il mondo di sogno in quest’opera non viene percepito come un mero prodotto fittizio frutto delle nostre fantasie subconscie bensì come un meta universo soggiacente a differenti leggi fisiche nel quale si muovono entità spaventose, aliene e non completamente comprensibili all’intelletto umano.
Anche in questo caso mi dico: date una storia simile a un regista visionario e ne caverà fuori un film capolavoro.
Le montagne della follia
Questa avventura si basa su quello che dovrebbe essere uno dei racconti più famosi e pure cardine dell’universo lovecraftiano – e dire che all’inizio glielo bocciarono e l’autore ci rimase molto male…
Dovete sapere che Lovecraft odiava il freddo… Fu forse per questo che decise di ambientare questa storia al Polo Nord, quando ovviamente ancora non si sapeva molto su di esso. Per cui l’autore ci poté collocare niente meno che un’intera civiltà mostruosa avversa all’essere umano…