Nelle lezioni successive l’istruttore bagnino gli insegnò gli altri stili di nuoto aggregandolo integralmente con il gruppo dei bambini che nuotavano già molto meglio di lui.
Ninnini però, un po’ come avrebbe fatto un calciatore indolente a cui non fosse piaciuto allenarsi, provava a scansare il più possibile la fatica. Allora, quando vedeva l’istruttore voltato di schiena, si asteneva da ogni possibile sforzo, per poi riprendere coscienziosamente a nuotare quando quello si rivoltava avendo ancora sulla faccia uno di quei suoi sorrisi tanto splenditi quanto falsi che sfoggiava di continuo con le madri dei bambini a bordo piscina.
E una volta, e due, e tre, e quattro… Alla quinta volta il bagnino metronomo si accorse che, curiosamente, quando si voltava, coglieva sempre Ninnini nello stesso punto della piscina dove lo aveva lasciato (dove guarda caso si toccava) che sembrava riprendesse a nuotare proprio in quel momento. Così, non potendolo picchiare davanti a tutti (come avrebbe fatto volentieri) e non potendolo obbligare a pulire i cessi per punizione, lo tenne d’occhio per un po’ non staccandogli più gli occhi di dosso; e se per caso Ninnini gli sembrava si adagiasse troppo, gli urlava dietro imprecazioni varie dicendogli di darsi da fare, che se fosse stato inseguito da un alligatore o da uno squalo a quest’ora sarebbe stato già morto, o altre idiozie simili, le quali la madre di Ninnini non captava mai per un motivo o per l’altro, o perché in quel momento era impegnata a parlottare con un’altra madre, o perché Ninnini era troppo lontano da lei e quindi essa non sentiva nulla di quello che si diceva dall’altra parte della piscina.
Il bruto bagnino si vendicava anche facendogli fare la doccia fredda, sia prima di entrare in acqua che dopo, quando si usciva. Ma vabbè, quello era il suo hobby preferito e quel tormento lo assegnava equanimemente a tutti quelli che gli passavano sotto.
Volete sapere come finì la storia della piscina per Ninnini? A un certo punto Ninnini si lamentò con la madre dicendole che l’istruttore era troppo severo e lui non si divertiva ad andare a lezione. La donna cercò di non farlo mollare, ma anche lei in fondo sapeva che Ninnini dal suo punto di vista aveva ragione. Così un giorno, a fine lezione, parlottò più approfonditamente del solito con l’istruttore bagnino. Ninnini lo osservò che non sfoderava più quei suoi sorrisi brillanti acchiappa-baci, anzi più volte allargava le braccia come sconsolato guardandosi intorno seccato.
Così, da ultimo, anche l’istruttore bagnino diede il suo beneplacito affinché Ninnini smettesse di venire. Certo ci perdeva una retta, però aveva in meno sul groppone un bambino che pisciava sempre nella piscina. E pensò che tutto sommato lo scambio non fosse così sconveniente.
