Serie di racconti piuttosto enigmatici e rarefatti, legati tra loro attraverso personaggi e atmosfere inquiete. Racconti solitamente piuttosto onirici, in cui forse vi si può trovare il solo filo comune della violenza, mentre per il resto si fatica a dargli un ordine e una direzione.
Fa probabilmente eccezione il solo, visionario racconto che dà il titolo all’opera, il quale sicuramente è anche quello dotato di maggior comprensibilità, che cioè funziona bene dall’inizio alla fine, risultando perfino poetico.
I personaggi che troverete qui si possono distinguere nelle seguenti categorie. Umani per come li conosciamo noi. Umani che però per qualche motivo hanno il volto di paperi (solitamente) o altre bestie. Bestie antropomorfe con il corpo da umani (che risultano sempre essere molto più grandi di stazza, feroci e cattive delle categorie precedenti). Altre creature gigantesche difficili da spiegare…
Cattani disegna bene padroneggiando l’uso del bianco e nero.
Sarebbe bello se il suo talento grafico fosse indirizzato in opere con maggior spessore (e concetto logico). Vi faccio un esempio: immaginate che David Lynch si abbandonasse completamente al suo subconscio. Ne verrebbe fuori qualcosa di affascinante, sì, ma talmente confuso e incomprensibile da chiedersi se tutto sommato ne sia valsa la pena – qui il discorso è lo stesso… Quando invece Lynch non rinuncia al suo stile ma gli dà un senso (in parte coerente e ragionevole) allora ecco opere in cui si grida al capolavoro. Penso di essermi spiegato.
