Ninetto si trovava in villeggiatura in una bella località di mare. I suoi genitori avevano preso una casa in affitto dicendosi che sarebbero stati meglio che in albergo. La cosa sembrava funzionare.
In vacanza i comportamenti pigri di Ninetto si acuivano di molto rispetto al normale. Guardava più televisione. Si muoveva poco. Poi, con la scusa che il sole gli faceva venire le bolle, se ne stava sempre a casa. D’altronde non gli andava di frequentare la spiaggia per tutte quelle ore solo per potersi fare un misero bagnetto. Per questo latitava.
Nell’abitazione erano spesso invitati suoi parenti, oppure amici dei genitori. Così effettivamente c’era un gran viavai che a Ninetto un po’ disturbava.
Un giorno uno zio ebbe la sgradevole idea di staccargli la spina della televisione per fargli smettere di vederla compulsivamente. Ninetto la prese molto male. Si avvicinò alla tv e riattaccò stizzosamente la presa della corrente. Così poté continuare a vederla per un altro po’.
Ma poi lo zio, appena Ninetto si recò in bagno a fare la pipì, si avvicinò nuovamente alla tv e stavolta, oltre a staccargli la presa di corrente, gli staccò anche il cavo con l’antenna, che Ninetto neppure sapeva esistesse. Così quando Ninetto provò a riallacciare il solo contatto elettrico, questo non bastò per poter tornare a vedere la tv. Allora Ninetto pensò che pur di non fargliela vedere erano addirittura arrivati al punto di romperla: erano dei pazzi scatenati! Si indignò e si chiuse in stanza.
A pranzo, quel giorno, per festeggiare la venuta degli zii, si era deciso di fare un mucchio di supplì fritti, che a Ninetto piacevano tanto. Allora, quando a Ninetto giunse quel profumino, uscì dalla sua tana e si recò in terrazza a mangiare con tutti gli altri.
I supplì erano davvero irresistibili: erano venuti proprio bene. Così Ninetto ne fece incetta stabilendo il suo nuovo record: arrivò a spazzolarne ben otto – neppure gli adulti riuscirono a mangiarne più di lui!
Tuttavia Ninetto poi si sentì, oltre che spropositatamente gonfio, strano. Il cuore cominciò a pompargli forte. Se ne chiese il motivo. Domandò alla madre cosa ci avesse messo dentro. Essa fece mente locale per poi giustamente giunger alla conclusione che era per via delle uova se Ninetto si sentiva in quel modo. Difatti, facendo il conto di quante uova erano state impiegate nell’impasto dei supplì, o meglio per far aderire meglio la panatura, venne fuori che era come se avesse mangiato due uova e mezzo, che per un bambino piccolo come lui era un po’ troppo. Era come se gli avevano dato una doppia razione di zabaione ricostituente.
Così, giunti a sera, quando gli si era fatto nuovamente un po’ di spazio nel pancino, Ninetto volle esser prudente e mangiare un solo supplì. Ne erano avanzati diversi che sarebbero stati consumati il giorno dopo a colazione.
Successivamente Ninetto si intoppò: non cagò per una settimana. Ci vollero quintali di yogurt per stapparlo…
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