Lui è un uomo con un forte accento del nord. La voce è una sua caratteristica peculiare. È molto forte, nasale. Per la serie, gente che non parla: emette suoni gutturali. Infatti parla come gettasse l’acqua da un secchio e quell’acqua, raggiunto il terreno, facesse fioschchhh e poi tacesse. Getta via parole come flatulenze, senza modulazioni di sorta. Più volte l’ho udito uscire di casa parlano (strillando) al telefono con quelli che erano suoi sottoposti, incurante sia di farsi sentire dagli altri che di cagionare disturbo a qualcuno. Pensa che palle avere un capo del genere, mi ripeto.
Poi, cammina come parla, come fosse una macchina incapace di percepire il terreno sotto i piedi, calzando sempre quelle sue scarpe robuste, costose, per piedoni enormi di pietra come i suoi. Questo è il capofamiglia della famiglia Belladonna.
Ma il personaggio sicuramente più interessante e probabilmente spregevole della famiglia è la madre (d’altronde le madri sono quasi sempre il fulcro dal quale ruota l’intera famiglia). Questa donna avrà quarantacinque anni suppergiù. È una bella donna, alta, da giovane stata magra, oggi con molto grasso, che però le si è deposto proprio nelle zone giuste cosicché attualmente risulta esser anche più femminile di un tempo, con quel suo sederone largo ma femminilissimo che quando era ragazza era anzi un po’ sfibrato.
Anche lei possiede una voce piuttosto caratterizzante che conserva diverse proprietà simili a quelle del marito. Parla come non respirasse, emettendo suoni con il minor dispendio d’aria possibile. Per fortuna però la sua voce non patisce alcuna inflessione dialettale (almeno questo!) e non sarebbe neppure brutta se per l’appunto non la usasse come uno stiletto. Ha la voce da maestra isterica e repressa. Una voce che sa solo ordinare e pretende completa dedizione.
Ma ovviamente non è solo una questione di voce. No, la voce è solo un sintomo di quello che può essere questa donna molto presuntuosa ed egocentrica. Lei è convinta di essere meglio degli altri. È convinta di avere più diritti degli altri. Le interessa di lei e delle sue faccende e se ne fotte degli altri, partendo dal presupposto che se ognuno pensa a sé quello è il modo giusto di far funzionare le cose.
La madre della famiglia Belladonna è morbosamente attaccata alla figlia piccola, ma non per qualche motivo specifico, bensì perché ritiene che per farla crescere al più presto con la schiena dritta, debba starle sempre col fiato sul collo, asfissiarla con i suoi insulsi, distorti principi. E la povera bambina, di questo, patisce assai ma le tocca di subire, incalzata com’è da quella odiosa arpia capace di divenire il suo incubo se lei non fa quello che le ingiunge.
Insomma la madre della famiglia Belladonna è una persona insopportabile, ma dotata di grande potere. A casa sua si capisce bene che lei è la regina indiscussa, mentre il marito è quello che si occupa di fare una barca di soldi per rendere il tenore della famiglia più agiato possibile.
Una volta la signora Belladonna aveva avuto un problema con l’automobile, che le si era fermata, allora non ha esitato a citofonare a della gente che giudicava di lignaggio inferiore per obbligare il tipo che abitava in quella casa a provvedervi. Che poi quel tipo sarebbe pure un gran cafone, ma quando lei lo comanda a bacchetta, riconoscendo la voce della padrona, si azzerbina comportandosi da suo maggiordomo ubbidiente. E non fa niente se lei gli ha interrotto la cena, se lui non l’avrebbe permesso ad altri che a lei. Lui si sente di ricoprire quel ruolo che la natura gli ha assegnato e le obbedisce ciecamente…
In seguito, mi sono accorto di come i rapporti tra questi due, la padrona e il servo, si siano evoluti. Una mattina lui, appena la vede, la saluta. Ma lei, al telefono, non gli risponde, come invero ha preso a fare da parecchio tempo, anche quando non ha la scusa del telefono. Allora lui stavolta si impunta e la saluta ancora e ancora, come a dirle: perché non mi saluti infida e crudele padrona, hai forse già scordato i miei devoti servigi? E allora lei gli elemosina (sdegnata e infastidita) un po’ di attenzione e gli dice che lo aveva salutato (quando non era vero)… Ehh! Sono certo che la bella e altera signora sia entrata almeno qualche volta nelle sordide fantasie erotiche da facchino di quello stupido uomo troglodita…
Nella famiglia c’è anche un cane al quale (poverino) la donna si riferisce sempre come a “il cane”, perché per lei la bestiola non è né un altro membro della famiglia né comunque un essere vivente unico che ha diritto a esser chiamato per nome. Così lei dice “porta fuori il cane”, “riprendi il cane” e non ho mai sentito pronunciare il nome di quel cane, che stando alle sue parole si potrebbe davvero chiamare anche solo “cane”.
Di portarlo fuori si occupa quasi sempre un’altra sua figlia che le somiglia: bionda, bella, occhi chiari. Ma lei, almeno, parla poco, quasi niente. Ah, ma è molto orgogliosa, insensatamente orgogliosa, proprio come la bella madre. Mi è capitato di conoscerla. All’inizio si mostrava curiosa di me, per non dire altro e non voler esagerare troppo. Poi, presto, deve aver frainteso qualche mio atteggiamento. Da allora mi guarda con duro disprezzo e se potesse sputarmi in faccia so che lo farebbe con grande persuasione, assolutamente convinta di fare la cosa giusta. Ovviamente io non le ho mai arrecato alcun male… È divertente sapere che tra tutte le persone che si possono odiare a questo mondo lei abbia scelto me. Sei fuori di testa, ragazza. Guarda un po’ in casa tua prima di odiare me…
Alla famiglia Belladonna poi appartengono anche altre figlie, anch’esse alte, belle, bionde, con gli occhi chiari, ma grazie al cielo non le conosco e loro non mi odiano intensamente…