La sbandata 9/9

Svariati mesi dopo, Nemesis ripassò per quella via.

Come fossero trascorse appena poche ore dal loro ultimo incontro, incrociò ancora una volta la sbandata. Stavolta però fu quasi certo fosse tornata a starsene totalmente da sé. Avendo tra l’altro ripreso le vecchie abitudini di bivaccare tutto il tempo sulla panchina.

Ormai parlava da sola,sbraitava a getto continuo. Di polizia e prostituzione. Di abusi di potere. Di denunce. Di caserme e interrogatori. Perfino di pedofilia. Sembrava avesse davanti un interlocutore fittizio a cui dovesse tassativamente riferire tutto quel che sapeva e aveva vissuto sennò non sarebbe stata a posto con la coscienza.

Nemesis pensò che da ultimo il suo carattere bizzoso dovesse averla fatta allontanare dalla comunità di barboni che aveva frequentato fino a qualche tempo prima. La sua esistenza aveva fatto una lunga circonvoluzione riportandola infine all’inizio, avendo intrapreso pure un imbocco che spesso era senza ritorno: quello dell’alienazione.

La vita di strada l’aveva perfino peggiorata. Ora la ragazza era preda di pulsioni incontrollate di rabbia che la facevano vaneggiare. A un sol passo dalla follia.

Unicamente in un singolo aspetto era forse apparentemente cambiata in meglio. Per qualche motivo, sembrava meno trascurata; ma forse questa impressione poteva esser data perché non si era più in inverno bensì in estate, e la ragazza, disfatasi di pesanti abiti, ora ne sfoggiava di leggerissimi, i quali parevano lindi e profumati – ma potevano anche non esserlo –, e invero le mettevano in evidenza il fisico atletico.

Nondimeno la sua permanenza semestrale in loco, aveva ingenerato in taluni abitanti del quartiere parecchio risentimento. Nemesis poté infatti assistere con i propri occhi alla seguente scena… Una vecchia con le stampelle le si fece avanti minacciosa mentre la sbandata era ancora nel bel mezzo di un suo ennesimo soliloquio. Alzata una gruccia alla quale assegnò la funzione di dito accusatorio, rivolse alla barbona aspre parole manifestando tutto il proprio rancore e attribuendole la colpa di non averla fatta dormire la notte precedente, con i suoi discorsi insensati a voce sempre elevata.

Ma la sbandata, che ormai doveva essere avvezza alle liti ed averne viste di tutti i colori, abituata a ben altre violenze, perfino agli abusi della polizia, a quelle parole astiose rispose con una calma imprevista manifestandosi quasi ieraticamente morigerata. Tornando all’istante in sé, prese a conversare lentamente e concisa, senza alcuna acrimonia – quando un secondo prima era stata completamente immersa in una discussione immaginaria piena di azzimo e attriti – e replicò all’anziana mostrando che non le metteva paura.

La vecchia di lì a poco se ne andò, dato che quel protestare non serviva a niente e non avrebbe ottenuto quindi alcun risultato. Dovette andarsene perché ormai le rimaneva solo di aggredirla, e non voleva certo finire in galera lei per colpa di quella ragazza deviata. Così la sbandata riprese a dialogare da sola continuando grossomodo da dove si era interrotta.

Dopo essersi accertato che in fondo quell’alterco non avesse prodotto nulla di irreparabile, infine anche Nemesis se ne andò dispiaciuto.

Di lì a breve cercò di non passare più per quella che nella sua percezione divenne la “via della sbandata”. Per quella via che gli regalava sempre troppa melancolia.

Fine

Altman: Gang

Ennesimo film altmaniano dedicato al mondo dei gangster.

È la storia di alcuni ergastolani che evadono da un carcere. I tre, due uomini maturi e un ragazzo ventenne, sono molto affiatati e decidono così di mettersi insieme in società per compiere rapine, le quali gli verranno molto bene. Col tempo, dopo ulteriori rapine, la loro “fama” cresce…

I tre non sembrano molto male, come persone, in fondo, a parte il fatto che sono ignoranti, come invero appaiono tutti i personaggi nel film. Il regista sembra gettare uno sguardo benevolo su di loro, come a comunicare che non siano persone davvero cattive, nonostante essi non esitino a uccidere poliziotti o altri per i loro scopi.

Il ragazzo più giovane si legherà con una ragazza conosciuta in latitanza, che in seguito vorrà sposare. Mentre gli altri due se la passeranno peggio…

Il finale cruento esprime probabilmente quel che pensa il regista della società americana, implicitamente violenta, opprimente del popolo; il quale finisce per ritrovarsi sempre in ingranaggi più grandi di sé senza nemmeno rendersene conto.

Blacksad: E poi non resta niente – Prima parte

Premessa: questa avventura è molto più recente delle altre, è stata realizzata da poco. Esiste anche, come si intuisce dal titolo, una seconda parte, solo che qui in Italia non mi risulta sia stata ancora pubblicata. Quindi per ora le mie letture su questo personaggio termineranno qui.

In questa storia di Blacksad si sovrappongono diverse questioni. Appalti per una metropolitana, gestione dei lavoratori tramite un sindacato, sfere di influenza di potenti che ovviamente elargiscono a chi dicono loro del denaro. Il nostro investigatore si ritrova a fare da guardia del corpo a un tizio invischiato in una di queste faccende, che però finisce per morire lo stesso nonostante la sua protezione. Inoltre compare anche una compagnia teatrale, immischiata anch’essa in logiche di spartizioni di risorse. Proprio tramite questa compagnia, ricomparirà un personaggio femminile molto caro al nostro eroe…

Eh, sì, non ci possono lasciare a metà. Devono farci leggere la seconda parte!

Dalton Trumbo: E Johnny prese il fucile

La prima volta che mi imbattei in questa storia fu decenni fa, da ragazzo, attraverso un altro media. Si trattava si una canzone dei Metallica, che riprendeva un film in bianco e nero, il quale era tratto proprio da questo libro. Trovai la storia agghiacciante. Così, quando casualmente mi è capitato tra le mani questo libro (consigliatomi dalla mia compagna), me lo sono letto. Trovandolo alla stessa maniera agghiacciante – sì, perché riesco a immedesimarmi molto facilmente in quel che accade al protagonista poveraccio di turno e trovo che ciò sia una delle cose più spaventose e ingiuste che possano capitare a qualcuno.

È la storia di un ventenne che va in guerra con il coraggio e la spensieratezza dei giovani che credono alla stolida propaganda governativa. Un giorno però si risveglia in un letto di ospedale. Ci impiegherà parecchio a capire dov’è. E ancora di più a comprendere che non ha più gambe e braccia, e neppure gran parte della faccia: è diventato praticamente un tronco umano. Come fosse murato vivo in quel che resta del suo corpo.

Tra malattia, solitudine e delirio, incapacitato a comunicare col mondo esterno, rischierà più volte la follia. Finché a un certo punto comincerà a battere sul cuscino, tramite quel che resta della propria testa, in un disperato tentativo di comunicare: battere un accorato SOS in codice morse…

Il libro venne più volte censurato e fatto sparire, ma più volte riprese vita in concomitanza di guerre particolarmente cruente.

È un libro che fa male perché contiene al suo interno tante verità che in genere non si dicono o alle quali non si vuol pensare, verità indigeribili.

È un libro con un finale assai pacifista. E pure anarchico, perché da ultimo individua perfettamente i veri responsabili di simili tragedie: chi ci governa. Chi ci vorrebbe imporre di partire per difendere quelli che di solito non sono altro che biechi interessi economici – guardate per esempio la guerra russo-ucraina. Nessuno andrebbe in guerra se sapesse cosa potrebbe capitargli. Intendo, sapesse davvero.

È un libro che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita. In particolare i soldati.

È un capolavoro.

Da un punto stilistico, aggiungo solo una nota: lo scrittore, probabilmente per render più possente il continuo flusso di coscienza del protagonista, utilizza solo punti, rinunciando totalmente a ulteriori forme di punteggiatura. Dunque non troverete neppure una virgola, in questo romanzo.

Boris 2 – Il ritorno

Ho notato subito un paio di differenze in questa seconda stagione di Boris. I colori risultano più vivaci, come se le scene siano state girate sempre in esterno (cosa che comunque non è). Le inquadrature sembrano meno statiche (sbaglierò?). Ma sopratutto compaiono tre personaggi nuovi che si vanno a integrare perfettamente con i vecchi.

C’è una nuova star ne Gli occhi del cuore (la telenovela/fiction che la troupe è incaricata di girare), per certi versi più infantile della precedente, ma anche meno furbetta di quanto si possa pensare. Poi c’è il personaggio di un’attrice popolaresca che interpreta una commissaria di polizia, una tipa molto caliente e sensuale, probabilmente ninfomane… Ma sopratutto c’è un ruolo cucito su misura per Corrado Guzzanti, che interpreta un attore psicotico in crisi mistica con l’hobby della distruzione (assiduo utilizzatore seriale di una mazza da baseball 😀 ).

È impossibile non pensare come il buon Corrado non ci abbia messo molto del suo nel personaggio, indipendente dalle scelte degli autori per il ruolo. Sarei pronto a scommettere che vi siano state delle scene in cui ha improvvisato andando a braccio – la cosa, al solito, gli riesce molto bene…

Questo, per quanto riguarda il primo dvd della serie…

Mentre per il secondo ho notato che più trame vengono portate avanti e in qualche modo sono stati aggiunti elementi di maggior tensione potenzialmente drammatica, e anche elementi lievemente da soap. Quasi tutte le fila verranno tirate alla fine (mi è dispiaciuto solo che “l’ex schiavo”, inviso alla marmaglia di cui ha preso il comando, sia stato vessato e picchiato e non abbia avuto una giusta vendetta). Sopratutto arriverà a compimento la vicenda più importante, che riguarda il regista, il quale dovrà lottare per non essere cacciato via dalla produzione dopo che nuove elezioni reclameranno la sua testa…

Insomma, non ci si annoia neppure in questa seconda stagione… 😉

Gaglione Izzo: Uccidendo il secondo cane

Siamo in Polonia nel 1956. Una Polonia psicologicamente distrutta dalla guerra e da quello che ne è seguito, in cui gli uomini non fanno che stordirsi ubriacandosi fino allo sfinimento, tra violenze, soprusi e scarso adattamento al nuovo regime (sovietico) imperante. È la storia sopratutto di Marek Hlasko (e di altri artisti polacchi suoi amici), un giovane scrittore che non si vuol piegare a diventare un derelitto come tanti. E allora descrive nei suoi racconti l’autenticità che vede intorno a sé.

Il suo primo libro risulterà essere così innovativo da regalargli una fama insperata. Ma presto lo scrittore comprenderà come la sua opera lo abbia reso inviso al regime. Così si ritroverà a fingersi pazzo per poter mangiare tutti i giorni. Proprio allora avverrà la svolta della sua carriera: sarà invitato a stare in America da un famoso giovane regista polacco che già si è fatto un nome con le sue opere, conosciute in tutto il mondo… (capito chi è il regista?)

In ogni caso, lo scrittore maledetto, come costretto a recitare un copione, come fosse egli stesso un personaggio dei suoi racconti, prevedibilmente accuserà una fine prematura…

Complessivamente questo fumetto mi è piaciuto. E mi ha fatto venir voglia di cercare maggiori informazioni sugli artisti citati.

Tim Burton: Dumbo

Premessa. Non ricordo di aver mai visto per intero il Dumbo disneyano a cartoni. Quindi mi esimerò totalmente da raffronti. Posso solo dire che questo film nel complesso mi è piaciuto e, per certi versi, sembra quasi una (nostalgica) summa di tutta l’opera burtoniana, anche perché è pieno di attori che hanno lavorato a suoi film precedenti – in tal senso, un poco risalta la “mancanza” di Depp, qui “rimpiazzato” egregiamente da Colin Farrell.

È la storia di un circo, in cui un giorno nasce un elefantino con le orecchie talmente grosse da risultare, secondo alcuni, quasi snaturato. Paradossalmente i tipi del circo (nonostante si tratti di un circo, da sempre sede della diversità!) trovano che sia troppo mostruoso per loro. Insomma l’elefantino sarebbe già quasi un peso, seppur appena nato.

Viene ribattezzato Dumbo, stupido, in senso dispregiativo. Sennonché si scopre che ha una dote particolarissima e impensabile: può volare, sbattendo le orecchie. Ciò rappresenterà la sua fortuna e la sua sfortuna assieme…

Tenerissimo l’elefantino (frutto di computer grafica). Un film commuovente. Una favola (ammodernizzata).

Tre anni fa, dopo svariate prove, l’inizio del Nuovo Mondo Neofeudale — 2010: Fuga da Polis

Volevo semplicemente rispondere all’articolo di Albert1, ma mi sono dilungato, e allora ho deciso di pubblicare queste riflessioni in separata sede. Sono passati tre anni dall’inizio di tutta questa follia, e stento ancora a rendermene conto… o per meglio dire, non capisco come ancora ci sia chi non si sia reso conto di quanto assurdo […]

Tre anni fa, dopo svariate prove, l’inizio del Nuovo Mondo Neofeudale — 2010: Fuga da Polis

Gli Stati sono le mafie più forti. Perché decidono loro chi mandare in galera e chi no. Inoltre la Legge, per chi ancora non l’avesse capito, NO, non è uguale per tutti.

Dario Panzeri: Perso nel bosco

Mi è piaciuta molto questa storia minimale, intimista e tormentata, chiaro omaggio a un personaggio ormai, nel bene e nel male, entrato di prepotenza nel nostro immaginario collettivo, quasi come fosse una sorta di Uomo Nero.

Lascio a voi il piacere di scoprire di chi si tratti, non avrete difficoltà a scoprirlo. Dico solo che è il caso di un… supereroe (senza poteri speciali, però). E anche molto afflitto, che infatti in questa storia si interroga dal principio alla fine circa la propria condizione, il dolore, il proprio scopo, la propria essenza, come sarebbe potuto essere se non fosse rimasto traumatizzato da bambino, tra sensi di colpa e flashback a gogò.

Ottimo. Cercherò altri fumetti di questo autore perfettamente a suo agio tanto con tratti di pennino essenziali tanto con bianchi e neri cupissimi e intricati. 🙂

Brothers

Rifacimento americano migliore del film (danese, se non erro) da cui è ispirato, con tre attori di primissimo piano nei ruoli chiave.

Ci sono due fratelli agli antipodi. Uno, militare, passa per essere il bravo figliolo perfetto. Non ha sbagliato niente in vita sua e ha pure una bellissima famiglia annessa di moglie attraente e devota, e due bambine piccole meravigliose. L’altro è appena uscito di prigione, presumibilmente per via di una rapina a mano armata. Chiaramente è disoccupato, fuma, e passa per la pecora nera della famiglia. Cosa che il padre non manca di fargli notare.

A un certo punto il fratello militare deve partire per una missione. Dove però lo daranno per scomparso.

La notizia scioccante avvicina parecchio il fratello superstite e la moglie, che fino allora in realtà si erano anche antipatici… Li avvicina tanto che tra loro un giorno nasce un bacio. Ma il fratello militare in realtà non è morto. E dopo una serie di esperienze fortemente traumatizzanti che rischiano di farlo sia impazzire che morire, torna a casa con un segreto da nascondere. E non è più lui…