Il ritorno di Sarah

 


Un giorno mi cercano, mi fanno chiamare mentre sono impegnato a lavoro. È tornata Sarah, mi dicono. E non ricorda più niente. Quindi la si deve aiutare.

Preso in contropiede dalla notizia, mi faccio delle domande. Ma come è successo? Chi ha pensato a me? Perché io? E lei come sta?

Fernando risponde in parte alle mie interrogazioni. È lui che appena l’ha saputo l’ha portata da me (ma allora a lui chi l’ha detto?)… Dunque lui sapeva, anche se ha sempre fatto finta di niente. Sapeva della mia storia con lei seppure… Ma non c’è tempo per stare a cavillare. Me la ritrovo innanzi dopo anni di assenza. È praticamente uguale a come la ricordavo. Un po’ meno avvenente, ma è normale, gli anni passano per tutti. Meno truccata, veste abiti scadenti che non le esaltano più (come una volta) le forme. A dir la verità sembra una comune donna di quaranta anni. Non c’è più traccia della sua avvenenza laida… A dimostrazione che era lei e i suoi atteggiamenti e il suo modo di guardare che la provocavano, quell’avvenenza. Adesso Sarah mi osserva pacatamente con uno sguardo mondo in cui non vi è traccia alcuna di tutti quei conflitti che il pensare a me le provocava. Se penso che l’ultima volta che l’ho vista mi ha letteralmente ringhiato contro non essendo capace di trattenere la sua rabbia…

C’è qualcosa di nuovo, azzerato in lei: nessun rancore. Una serenità e una pacatezza che non le ho mai riconosciuto. Tuttavia, seppure è indiscutibile che ho di fronte un’altra persona, d’altro canto mi convinco che per lei non debbo essere quello sconosciuto totale che mi aspettavo. Cioè lei in qualche modo mi ha riconosciuto come persona (rilevante?) facente parte del suo passato. E ha un pregiudizio positivo verso di me. Forse ricorda solo le cose belle. Forse i suoi ricordi si fermano a prima che noi rompessimo (delle volte succede). Mi sembra quasi che sia riuscito a ottenere quella tanto ventilata possibilità di ricominciare da capo con lei, quella possibilità che un tempo avrei fatto carte false per avere, ma che non ottenni mai.

La osservo muoversi. Beh, sì. Le sue movenze non sono cambiate molto. Quelle non mutano, perché sono in gran parte involontarie. Il suo corpo fresco cammina come fosse su di una nuvola. Chissà cosa penserà la mia attuale compagnia del suo ritorno. Forse non lo sa ancora, forse posso sistemare la questione prima che questa voce giunga al suo orecchio… Ma poi mi dico, no, è impossibile che non lo sappia. Anzi, deve averlo saputo prima di me. Ed è lei che ha dato il via libera a Fernando affinché mi cercasse per questa campagna della rimembranza.

Che fare? A parte alcune frasi di rito, non so cosa dirle. E allora ho quasi paura di… che il suo nuovo candore cancelli tutto il male che c’è stato tra di noi in maniera che io… Per questo la porto velocemente presso quello che fu un suo ragazzo sul serio (non come me, che con lei non mi intrattenni mai davvero). Fu il suo ragazzo e per ben due volte almeno! O forse anche di più! A un certo punto smisi di tenere il conto non percependolo più come un nemico, dato che mi ci ero abituato. Inoltre sapevo quanto fosse un bravo ragazzo: dunque, se proprio Sarah doveva stare con qualcuno, meglio con lui che con uno sconosciuto (a questo punto ero arrivato!)…

Gliela reco su un piatto d’argento e lui l’accoglie con simpatia. La butta sullo scherzo (per proteggersi dall’assalto delle emozioni del passato) ma, adesso che ci penso, sono convinto che stia mascherando le vecchie pulsioni che lei ancora gli provoca. Inoltre, non ci avevo pensato ma… credo che non gli piaccia che gliela abbia portata proprio io, io che a sua detta fui il suo principale rivale. Ah!, ma troppi ce ne furono oltre me! E lui dovrebbe ricordarselo…

Ma la cosa che mi sorprende di più è la faccia che fa Sarah una volta terminate le (ri)presentazioni. Non è più limpida e lieta come quando guardava me. Sembra delusa, annoiata. Così capisco che lei, indipendentemente da quello che ricordi, voleva parlare con me, mi predilige a lui. Ma ciò potrebbe crearmi qualche grattacapo. Lo fiuto nitidamente…

Tra quattro anno niente più aborti in Italia (che già adesso è complicato farne uno)

 


Informazioni tratte da:

http://mujeres_libres.blog.tiscali.it/

e

http://casalingafelice.wordpress.com/2013/04/26/tra-quattro-anni-niente-aborti-in-italia/

«Nel Lazio per esempio siamo riusciti a ricostruire che l’obiezione dei ginecologi arriva al 91,3% e non è l’80,2% come indicato sulle carte ufficiali». Nella regione soltanto in dieci strutture su 31 è possibile interrompere la gravidanza, e il numero scende a quattro quando la richiesta è un aborto terapeutico. «Le università non formano nuovi ginecologi all’interruzione della gravidanza, noi stiamo andando in pensione. Credo che entro tre o quattro anni l’aborto, specialmente terapeutico, non sarà più possibile in Italia».

Costrette ad abortire tra gli obiettori, molte donne raccontano situazioni agghiaccianti. Come Cecilia, nome di fantasia, che ha abortito da sola, mentre la vicina di letto teneva la sua mano e si improvvisava ostetrica, poiché le infermiere di turno quella notte erano entrambe obiettrici di coscienza e si erano limitate a rimanere sulla soglia della stanza senza intervenire, così come era obiettore il ginecologo di guardia che, portandola in sala operatoria per un raschiamento, le disse con ironia: «I casi della vita portano a soffrire anche ricercatrici universitarie che si cacciano nei guai». Era l’estate del 2010 e Cecilia aveva 38 anni, sposata, e quella era la sua prima gravidanza. Alla ventunesima settimana aveva scoperto che portava in grembo un feto gravemente malformato, il ginecologo leggendo i risultati dell’amniocentesi l’aveva guardata: «Signora, è meglio abortire. Ma vada all’estero, vada a Londra, a Barcellona. Perché se dovesse abortire qui troverebbe una situazione incivile». Ma la donna aveva poco tempo a disposizione e finì in un ospedale romano. E siccome possono volerci molte ore prima che la paziente vada in travaglio, può capitare di essere ricoverate grazie ad un ginecologo non obiettore che però, finito il turno, passa le consegne a personale obiettore. Abbandonata per un’ora e senza assistenza, Cecilia, come come altre donne raccontano, ha sofferto una forte emorragia e strappi alla muscolatura dell’utero, senza nemmeno poter ottenere un antidolorifico così come prescrive l’Organizzazione mondiale della sanità.


La farsa della Bibbia


A proposito di Sodoma e Gomorra…

*

17Il Signore diceva: “Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, 18mentre Abramo dovrà

diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? 19Infatti io l’ho scelto,

perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e

diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso”. 20Disse allora il Signore: “Il grido contro

Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. 21Voglio scendere a vedere se proprio hanno

fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!”.

*

È buffo come, chi abbia realmente scritto la Bibbia, abbia umanizzato Dio rendendolo pacchiano. Dio sarebbe una specie di vecchio che parla in terza persona, si interroga ad alta voce circa quello che farà; uno che va in collera come un uomo comune e che, per accertarsi del reale stato delle cose, deve “andare giù a vedere”?! Non vi sembra ridicolo per uno che è in ogni luogo, tendenzialmente benevolo e onnisciente?!

😉

Attori e comparse nel mondo radiogeno dell’omicidio

 

Prima scena. Lei è una donna sexy. Trentacinque tenuti bene. Fisico da modella, sopratutto con un bel sedere (che deve apparire più volte dalle inquadrature). Ha i capelli acconciati con quel caschetto nero, come quel famoso personaggio dei fumetti di Crepax, quel caschetto che trasfigura le donne che lo portano rendendole un incrocio tra una creatura irresistibile e una bambola inconcepibile.

Ambiente: una piscina all’aperto in una grande villa. Ci sono alcuni invitati. Non molti. Più che altro si intuiscono. Poi a un certo punto rimangono solo lei e un altro. Silenzio tutto attorno. Si vedono di spalle l’uomo e la donna. Zoom su di lei che afferra un rasoio da un tavolinetto. Prende alle spalle l’uomo e gli taglia la gola. Lui spira senza accorgersene. Neppure compie una singola mossa per opporlesi, come fosse quello il suo ruolo subalterno. D’altronde quell’uomo non conta un cazzo ed essendo una comparsa sparirà per sempre dal film in men che non si dica. Ma la cosa strana è che anche lei sarebbe una comparsa. Dunque non potrebbe assurgere a quella funzione di prominenza che si è presa…

Inquadratura più ampia che diventa sempre più lontana su di lei che si libera rapidamente dell’abito lungo (sotto è nuda) rivelando quel sedere magnifico che si era già intuito e due seni perfetti, non enormi ma perfettamente formati (la tipa infatti era stata scritturata appositamente per il suo corpo). Attraversa la piscina la quale non la copre mai per intero, come fosse una di quelle poco profonde per bambini. Si dirige assorta e decisa verso una statua al bordo della piscina. Quando la raggiunge comincia a sfregarsi il sesso sulla statua in marmo (che rappresenta una qualche divinità femminile classica come Pallade Atena). A questo punto sembra un disco rotto che si è inceppato. Senza esprimere alcuna emozione continua a ripetere quell’azione erotica senza alcun coinvolgimento, come fosse un automa coartato (non può essere davvero una donna, o perlomeno non una donna normale e sana di mente).

Poi arrivano loro. Gli eroi. I protagonisti. Gli attori veri. In un attimo un elicottero si cala dall’alto. Li vedo: sono bellissimi, truccatissimi a seconda dell’emozione che devono suscitare: vengono inquadrati solo dal loro lato migliore… La donna con il caschetto non cambia di una virgola il suo atteggiamento, fa come se non ci fossero. A ogni modo quelle belve le sono sopra in un battibaleno. Il bello muscoloso che fa la parte da duro le taglia la gola così come lei aveva fatto all’altro (che neppure si sa più dove sia, il suo cadavere è scomparso). Si ergono anche gli altri: la fica mozzafiato con i capelli lunghi e la bocca larga, la donna slanciata con le gambe lunghissime (anche lei è rientrata nella produzione, non credevo. Nonostante abbia ormai sessanta anni si comporta come una ragazza di venticinque. Deve essersi portata a letto gran parte dei boss per riottenere un ruolo di questa portata), l’alter ego biondo e cattivo che dovrebbe fare da controparte al bello e muscoloso, la ragazza afro-latina che è lì solo per infondere un tocco di colore (così anche le minoranze avranno il loro contentino), un’altra strafica che ce la deve avere molto calda, abbronzatissima e ferina come una pantera. Poi rispunta il bello, tutto sudato, perché il suo ruolo impone che lo sia, il quale in realtà sarebbe molto basso (o almeno più largo che alto) ma tanto non si scoprirà mai perché si faranno delle riprese ad hoc, anche quando interagirerà con le strafiche… So che è già pronto per essere gettato sul mercato un nuovo videogame che ha in copertina un derivato fumettistico di questa scena in cui compaiono tutti i protagonisti, e sembrano tutti cool

Gli attori non possono permettere che le comparse impazziscano prendendo tali iniziative. Adesso che le comparse non servono più, gli attori ripuliranno il mondo da tutte queste comparse che li hanno interpretati nelle scene pericolose, o comunque in quelle scene in cui si doveva far finta che avessero un certo particolare anatomico in un certo modo piuttosto che come nell’originale (per questo il culo della moretta con il caschetto sarà sempre migliore di quello dell’attrice che essa interpretava, che in realtà ce l’ha piatto).

Adesso sembrano impazienti di annientare anche le altre comparse. Così si dividono per il mondo per la caccia. Ed è lì che anche io e la mia compagna scappiamo smettendo di fare gli spettatori, perché anche noi siamo le loro comparse…

Ma il mondo è già ridotto la peggiore merda che si possa immaginare. L’inverno nucleare ha spazzato dalla faccia della terra quasi tutti gli animali e gran parte della razza umana, ristretta a poche manciate di persone, divise in attori (e produttori, ecc.) e comparse, per l’appunto: tra chi conta e chi non conta. E ora vorrebbero eliminare anche noi comparse che rappresentiamo i reietti della società…

Io e la mia compagna (che adoro anche se non è bella come la donna che interpreta, tuttavia ha un bel corpo ed è molto intelligente e sensibile) camminiamo per ore su un nastro di gomma che ci permette di spostarci. Oggi come oggi non esistono più strade asfaltate come in passato, solo tapis roulant che girano, girano, girano, perennemente ricaricati dall’esigua energia solare. L’inverno nucleare ha prodotto che delle nubi nere oscurino il cielo quasi in toto. Così, anche di giorno, sembra di essere come si fosse all’alba o al tramonto. Questo buio è così lugubre che verrebbe voglia di suicidarsi. Lo farei se non vi fossi abituato e se non stessi scappando con la mia compagna…

Per ora gli attori non si vedono. Forse li abbiamo seminati, ma in ogni caso potremmo vederceli spuntare da un momento all’altro da ogni direzione, uno solo di loro o anche in branco. Così non riusciamo a rilassarci e siamo sempre sul chi vive. In quella semioscurità, attraversiamo boschi su boschi e non incontriamo neppure un solo essere vivente…

Ma poi qualcuno lo incontriamo. Sul tapis roulant c’è un incantevole cerbiatto che ricorda tanto Bamby. Avrei voglia di carezzarlo ma per fortuna la mia compagna mi ricorda di non farlo.

«È toccato dalla radioattività, non toccarlo!», mi sussurra con patema d’animo riuscendo nel suo intento di distogliermi. Difatti spesso gli animali superstiti o sono malati di loro o vengono creati appositamente così in laboratorio come vettori patogeni per coloro i quali inavvedutamente dovessero avvicinarli. Quando il cerbiatto ci supera non accorgendosi di noi (che ci siamo acquattati e non abbiamo emesso suono alcuno per attirarlo) lo posso scorgere per un attimo prima che ci superi. Ha un manto nero e gli occhi scuri scuri. Ha uno sguardo torbido e dissociato. Aveva ragione la mia compagna. È una bomba chimica ambulante. Non fosse stato per lei a quest’ora sarei morto, le devo la vita.

Continuiamo a spostarci sui nastri di gomma. All’orizzonte non c’è nessuno. Potremmo continuare a fuggire e nasconderci in questo modo fino alla fine dei nostri giorni…

Tre libri letti quest’estate…

 


Calvino: La memoria del mondo

*

Calvino affermò che il libro che voleva scrivere quando pubblicò Le Cosmicomiche era in realtà La memoria del mondo. Per questo motivo questo romanzo contiene racconti tratti sia da Le Cosmicomiche che da Ti con zero. E risulta meno umoristico de Le Cosmicomiche mentre appare accentuata la parte fantastica.

Personalmente ho trovato gli ultimi quattro racconti (quelli vertenti storie sul tempo e sullo spazio) eccezionali, cioè: La memoria del mondo (in cui, in un futuro lontano si modifica la realtà per farla tendere a come la si vorrebbe riportare ai posteri), L’inseguimento (in cui si fornisce un grandioso esempio di letteratura matematica e si esamina la teoria delle code), Il guidatore notturno (in cui si presuppone un ipotetico moto infinito di tre persone che contemporaneamente si muovono non incontrandosi così mai), Il conte di Montecristo (in cui Calvino fornisce un esempio di ipertesto sguinzagliando la fantasia e fondendo assieme le vicende del famoso conte con quelle di Napoleone, tanto per dirne una).

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Proust: Sodoma e Gomorra

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Sarà che non leggevo un libro della saga della ricerca del tempo perduto da tanto tempo, sarà che ultimamente ho letto cose molto, molto diverse, fattostà che avevo una gran voglia di leggere un (per me) nuovo libro di Proust. Sarà per questo che me lo sono gustato molto più a esempio del precedente, e non ho mandato sprecata nessuna riga, nonostante anche in questo tomo compaiano dosi massicce (le più capienti del libro!) delle famose divagazioni frivole di Proust concernenti i ricevimenti aristocratici.

Proust si conferma un maestro in quanto a virtuosismi narrativi, sottile approfondimento psicologico dei personaggi, sardonico umorismo realizzato per lo più per scoperchiare l’egocentrica e tracimante miserabilità umana.

In verità mi aspettavo un libro molto più scabroso, visto il titolo. In effetti si smaschera un mondo intero di celati rapporti e attrazioni omosessuali (sia maschili che femminili)… Però, si glissa sulle scene erotiche (ce ne sono di molto più esplicite, se la memoria non mi inganna, per esempio nel secondo atto della saga)…

Miglior battuta: «Morto? Suvvia, non esageriamo!».

😀

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Calvino: Palomar

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Palomar è una persona molto curiosa che si sofferma a fare considerazioni su tutto ciò che gli capita a tiro. Palomar è l’essenza stessa dell’osservazione. Palomar è Calvino.

Ma se la sorte della vita sulla terra fosse già segnata? Se la corsa verso la morte diventasse più forte d’ogni possibilità di recupero?”

Il colore della notte (film)

 


Film minore della pur cospicua ma poi non così riuscita carriera di Bruce Willis che si segnala per un paio di buone cose mentre per tutto il resto lascia abbastanza a desiderare…

Uno strizzacervelli in crisi d’identità perché una sua paziente gli si è appena suicidata davanti gli occhi, si trova invischiato nell’omicidio di un suo amico e collega di cui prenderà il posto nel gruppo di sostegno che questi teneva. L’assassino sicuramente si nasconde o ha a che fare con uno dei cinque eterogenei pazienti del gruppo. A Bruce il compito di scoprirlo prima di rimanere ucciso a sua volta…

Le cose belle del film a cui accennavo sono innanzitutto il canovaccio iniziale, con la graduale scoperta degli interessanti pazienti e delle rispettive nevrosi. Poi la brillante trovata di usare un’attrice davvero azzeccatissima per interpretare più ruoli risultando spesso realmente irriconoscibile (o scarsamente riconoscibile). Un plauso pure alla doppiatrice italiana capace anche lei di fornire una voce con toni in alcuni casi sensibilmente diversi.

Il film si rovina a partire da quando l’attrice di cui sopra, accessoriata di bellissimi capezzoli, comincia ad accoppiarsi selvaggiamente con il buon Bruce, il quale in una scena davvero molto hot lascia addirittura intravedere il suo pene (spuntato)… 😉 Da lì in poi, quando si comincia a fare davvero sul serio con la trama e si dovrebbe quagliare verso una conclusione che perlomeno abbia un senso, il film imbrocca una serie di controsensi o assurdità capaci di rovinare la buona atmosfera che pure per un bel pezzo era stato capace di tenere.

b deve andare in galera sennò finirà sotto terra (lo dico per lui, perché gli voglio tanto bene!)


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I rapporti di De Gregorio con Colangelo, l’uomo vicino al boss della ‘ndrangheta

dal blog di grillo:

I colpi di Stato, come scrisse Curzio Malaparte in Tecnica di colpo di Stato, quasi mai ricorrono alla violenza, di solito avvengono in modo apparentemente legale, nel silenzio ovattato delle cosiddette istituzioni. Il cambiamento della Costituzione discusso in Commissione Affari Costituzionali in soli 55 minuti per poter essere votato in aula, in tutta fretta, il primo di agosto, senza neppure la possibilità di emendarlo, con gli italiani in ferie e con la stampa e le televisioni di Stato asservite e mute, è un colpo di Stato annunciato. E i colpi di Stato vanno combattuti, in nome della democrazia.

Nothing compares 2U


Vecchio video che negli anni passati ebbe molto successo… E tutti a sbrodare circa quanto fosse brava e bella Sinead O’Connor…

In effetti devo sottolineare come il video sia fatto benissimo. Primo: lo si può guardare più volte senza stufarsene. Lo si potrebbe fare all’infinito, ogni volta fissandosi sul primo piano della cantante rasata ricercando nuovi particolari che prima non si erano notati.

Secondo: fa sembrare Sinead una ragazza incantevole, quando a mio parere non lo è affatto (per il solito discorso circa la differenza tra immagine percepita e reale bellezza)…

Ammetto poi che la canzone sia innegabilmente molto bella e l’interpretazione fornita perfetta.

In origine la canzone fu scritta da Prince. In seguito anche lui provò a cantarla ma francamente il risultato finale fu abbastanza insoddisfacente, in particolare se rapportato con quello ottenuto da Sinead. Difatti per questa canzone serve necessariamente un timbro di voce melodioso e femminile ed è impensabile che un uomo provi a cimentarsi in tale performance senza uscirne con le ossa rotte…

Tornando al video, secondo me, si possono desumere molte cose (per chi le sa vedere) su Sinead O’Connor, che è una donna per la quale non provo simpatia. Che poi è quella rimasta celebre perché un giorno strappò la foto del Papa, e successivamente chiese scusa…

Ecco qualche altra notizia su di lei tratta direttamente da Wikipedia…

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Nei tardi anni novanta la cantante è stata ordinata prete da un movimento cattolico indipendente, decidendo di farsi chiamare Madre Bernadette Mary, annunciando nel 2003 di avere intenzione di abbandonare l’industria discografica[4]. Pur continuando a esibirsi, nel 2005 dichiara in una intervista rilasciata a Interview che la sua missione è di “salvare Dio dalla religione.”[5]

Il 4 ottobre 2007 durante l’Oprah Winfrey Show, la O’Connor ha dichiarato di aver tentato il suicidio il giorno del suo trentatreesimo compleanno a causa dei disturbi dei quali soffrirebbe da circa 4 anni.[6]

Il 27 dicembre 2011, dopo soli 18 giorni di matrimonio, la cantante irlandese ha divorziato dal marito Barry Herridge, con il quale si era sposata a Las Vegas.

Il 5 marzo 2012 pubblica l’album How About I Be Me (And You Be You)?. Il successivo 23 aprile annuncia l’annullamento di tutte le date del suo tour, a causa di un disordine bipolare.

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