Postai già una sigla (finale) di Goldrake quando parlai di “robottoni”. Vista però la qualità della sigla iniziale e dell’altra sigla finale (Shooting Star), è il caso di porre l’accento anche su queste. Altre cose da dire sono superflue. Conosciamo tutti Goldrake. 😉
Mese: settembre 2022
Brevissime, o di scarsa importanza
Jack lo squartatore – Legami di sangue
Disegni e storia un po’ confusi. Una narrazione che corre molto avvalendosi senz’altro dell’impronta alanmooriana di From Hell, a cui si ispira evidentemente, fornendo però una soluzione molto più fantasiosa circa la vera identità di Jack lo Squartatore. Decisamente un passo indietro rispetto altre proposte di questa serie, Weird Tales.

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Osvaldo Cavandoli: La Linea superstar
Geniale fumetto creato da un uomo che lavorò molti anni nell’animazione. In questa incarnazione non è che renda molto però. Come cartone animato lo ricordavo molto più interessante. Il fumetto perde qualcosa nelle azioni, che diventano talvolta scarsamente chiare o addirittura oscure.

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Isabelle Arsenault: La mia amica Colette
Colette è una bambina che si è appena trasferita e che, per sentirsi al centro dell’attenzione, racconta a dei bambini del luogo la bugia che ha smarrito il suo pappagallino. Questi bambini, a cui sta subito molto simpatica, prendono assai sul serio la sua ricerca, così decidono di aiutarla, portandola a conoscere sempre più bambini nuovi che cammin facendo si aggiungono alla perlustrazione dei paraggi…
Favola carina, con disegni minimali, per bambini piccoli, realizzata da un’illustratrice abbastanza famosa nel suo campo. 🙂

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La Custodia (film animato)
Straordinario film animato italiano, ma solo per quanto riguarda la parte tecnica e le ambientazioni. Peccato davvero per la storia, così infantile e di scarso pregio. Spero che in futuro tutte queste ricche e variegate ambientazioni e tecniche di animazione possano servire per un cartone più serio che miri molto più in alto, cioè a piacere anche agli adulti.
In un luogo che sembra la Persia dell’anno 3000, della gente si trova a compiere un viaggio della speranza per fuggire da una guerra. Chiarissimo l’intento pedagogico di spiegare una tale iattura ai bambini. Il protagonista, un ragazzino, essendo un musicista, si porta dietro la custodia del suo bene più prezioso, cioè un violino, al quale non vuol proprio rinunciare…
https://www.raiplay.it/programmi/lacustodia

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Il gioco (cortometraggio di Alessandro Haber)
Pochi minuti per raccontare questa storia in cui un uomo balbuziente seduto a un tavolo interroga con insistenza una bambina con una bambola circa un gioco che la stessa ha compiuto con un uomo più grande…
L’argomento è drammatico.
https://www.raiplay.it/programmi/ilgioco

Il sadico
Solo oggi capisco. Solo oggi ricordo. Solo oggi sono in grado di attribuire la giusta importanza a quel fatto, poiché allora, troppo presa dai miei problemi personali, non mi ci soffermai neppure un momento. Non me ne accorsi proprio.
Io ero lì. Mi ero seduta cominciando a fare quella cosa che lui in quel momento aveva vietato. Non la stavo facendo per indisporlo, e neppure per un senso di accentuata contraddittorietà. La verità più prominente era semplicemente che mi annoiavo così tanto che volevo avere qualcosa da fare…
In quel momento, appena pochi secondi dopo aver cominciato, lui mi piombò addosso. Da dove proveniva? Non mi ero minimamente accorta di lui. Posso desumere che mi stesse spiando chissà da quanto, seminascosto dagli altri. Posso desumere che mi osservasse compulsivamente perché già da tempo aveva messo i suoi sporchi occhi su di me. Perché gli interessavo. Aveva dei piani su di me, che prima o poi, alla prima occasione, si sarebbe adoperato per realizzare. D’altronde non era la prima volta, quella, che si comportava con me in maniera dispotica e intrinsecamente violenta, tanto che io già da allora lo detestavo, nonostante i suoi sorrisi di facciata, la sua aria da prete e la sua voce carezzevole lo avessero reso un mezzo mito tra la compagnia che frequentavo. Ah, che stupida è la gente… Come si fa fregare facilmente dalle apparenze… Come vuol esser cieca perché tante volte è più conveniente e facile esserlo…
Insomma ero lì seduta quando a un tratto mi sentii prendere di peso. Mi sollevò dalla sedia e mi rimise in piedi. Poco mancò che mi sbattesse a terra. Ah, ma se non ci fossero stati testimoni presenti sono certa che lo avrebbe fatto; mentre invece in quel momento la sala era gremita di persone. Mi disse infuriato con la sua voce malevola che non potevo fare quella cosa. Era arrabbiato come un padre con una figlia discola. Come un istruttore con una delle sue giovani marmotte che lo ha deluso profondamente.
Sta di fatto che mi aveva toccata. Aveva messo le sue sudicie mani pelose sulle mie braccia rischiando di sfiorarmi il seno e mi aveva sollevato quando… penso oggi, non ve ne era il benché minimo motivo! Avrebbe potuto dirmelo a voce e avrebbe ottenuto il medesimo effetto. Ma lui no. Lui era stato preso da una sorta di rabbia intrattenibile (che diceva molto di lui) e aveva voluto mettermi le zampe addosso. Nessuno lì dentro lo avrebbe mai fatto, né per quella motivazione né per un’altra: ma lui si era sentito pienamente autorizzato a farlo, o comunque aveva perso il controllo rivelando chi fosse davvero.
Così oggi, quando ripenso al fatto che poco dopo quegli eventi venne allontanato, non credo più che il suo licenziamento sia stato casuale ed avvenne per mere questioni economiche societarie. No, oggi penso che un giorno qualcuno lo abbia beccato a fare qualcosa che non si poteva. E per evitare grane abbiano subito preferito disfarsi immediatamente di lui.
Chissà cosa aveva combinato… Messo le mani sotto la maglietta di una ragazzina? Oppure si era inculato un ragazzino – anche i ragazzini gli piacevano, almeno quanto le ragazze; con essi si comportava esattamente nella stessa maniera; l’unica differenza era che con le ragazzine di base partiva più cordiale, ma prima o poi, sempre, abbandonava la maschera – ?
Oggi penso che quel tipo fosse un sadico a cui piaceva approfittarsi della gente, sopratutto la più debole, giovane e sprovveduta. Uno che sfogasse nel sesso tutto il putridume che infestava il suo animo lercio. Spero che oggi sia morto. O in galera a scontare un ergastolo. Spero non sia più libero di girare indisturbato per le strade a incontrare gente.

Green book
Tratto da una storia vera, narra la vicenda di un ex buttafuori italoamericano che si presta a fare da autista a un famoso musicista nero che deve compiere una lunga tournée nell’ancora piuttosto razzista profondo sud. Entrambi impareranno molto lungo il percorso e infine, imprevedibilmente, visto i caratteri diametralmente opposti, diverranno grandi amici.
Un bel film di cui ho apprezzato molto anche le parti di alleggerimento facete, affidate quasi tutte al ruolo dell’italoamericano.
Il green book del titolo è un libro che girava a quei tempi in cui c’erano itinerari sicuri da percorrere per un nero senza finire ammazzato nelle maglie di qualche comunità pseudonazista.

Hollywood, Vermont
Commedia corale con un mucchio di attori americani bravi e famosi.
Una troupe cinematografica tenta di girare un film in un ridente e tranquillo paese, ma i guai da superare saranno parecchi, tra location non confacenti il copione, attori bizzosi, crisi creative dello sceneggiatore e amori improvvisi…
Se il film si fosse arrestato prima dello “scandalo sessuale”, nell’ultima mezz’ora, secondo me sarebbe stato meglio. Invece, come lo hanno confezionato, mi ha fornito una sensazione di minestra allungata oltremisura. La storia stava quasi per diventare una serie invece che un film! Peccato.

Bruno Martino: Estate
Magic in the moonlight
Colin Firth ed Emma Stone sono i protagonisti di questa gradevole pellicola di Woody Allen.
Un famoso mago, che per ragioni di marketing si nasconde sotto fattezze orientali, viene incaricato da un suo pari di svelare le bugie di una sedicente giovane e affascinante sensitiva. Nonostante l’impegno, il famoso mago (che tra l’altro è un gran misantropo) non riesce a svelarne i trucchi, tanto che alla fine si convince che essa abbia davvero poteri fuori dalla norma. Il che al dire il vero lo rende per una volta in vita sua felice, dato che sino allora aveva sempre vissuto schiacciato da un razionalismo pessimistico che ne aveva minato l’umore…
Tra i due, il mago e la sensitiva, si crea anche un legame affettivo ma poi succede che…

Sigle: GODSIGMA!
Ecco un’altra sigla accattivante su un robottone impegnato in una irrinunciabile lotta contro alieni invasori… 😉
Il robot in questione non mi piaceva. Appariva troppo squadrato. Non aveva alcuno charme, al contrario dei vari Goldrake, Daitarn III, ecc.
Café Society
Gli ultimi di Allen non sono più imperdibili, si diceva qualche tempo fa. Sì, ma noto con piacere come siano comunque di qualità, come in questo caso.
Un giovane sta cercando la sua strada e un impiego. Un lontano zio, che opera nel magico mondo del cinema, gli propone di aiutarlo lavorando per lui. Dato che è nuovo della città, lo affida alla giovane e valente segretaria. Con la quale il ragazzo finisce per legarsi molto, e innamorarsi. Tuttavia lei sta già con un tipo più grande di lei, che invero sarebbe pure sposato…
Ci saranno vari intrecci amorosi… 😉

Povero bambino
Povero bambino.
Piccolo.
Avrà cinque anni, forse quattro.
Forse sembra solo più piccolo.
Forse è ritardato.
Piange spesso.
Di giorno e di notte.
Povero bambino.
Non parla.
O meglio non sa parlare l’italiano.
Ma nemmeno la sua lingua d’origine.
Per questo non fa che articolare suoni che somigliano più che altro a vocalizzi.
Povero bambino che non può neppure spiegare il suo malessere.
Povero bambino, figlio di famiglia povera, di immigrati.
Povero bambino che si sveglia la notte piangendo perché qualche caprone drogato del suo nucleo familiare non ha proprio potuto rinunciare a farsi di qualcosa.
Povero bambino con la tosse ormai divenuta cronica.
Non dovrebbe viver lì.
Non dovrebbe stare in quell’ambiente così insalubre.
Attorniato da gente che non pensa minimamente alla sua salute psicofisica.
Povero bambino, che si deve inventare come giocare.
Come passerà tutto il tempo se non possiede giocattoli e spesso non vede neppure altri bambini piccoli immigrati e miserabili come lui?
Povero bambino che sta sempre con una madre frustrata a cui spesso girano le scatole.
Così, quando lui piange, lei gli urla contro per farlo smettere.
Delle volte si sente la testa del bambino che sbatte sul muro e poi subito lui che piange.
Non credo che sia così distratto e goffo da procurarsi da solo quegli infortuni continui.
Credo invece che sia la madre, sempre incazzata col mondo per la propria condizione di donna sottomessa e rassegnata, che sfoga il proprio odio su lui poiché è l’unico che le è sotto in gerarchia.
Certo, quando il bambino crescerà le cose cambieranno.
Ma nel frattempo lei esercita quel sordido potere violento esattamente come i maschi lo esercitano su lei, e come il bambino un giorno, crescendo, potrà esercitare su tutte le donne del suo clan.
Povero bambino, negretto.
Finché è piccolo verrà visto dalla gente con simpatia.
Da grande lo guarderanno storto poiché negro.
E anche lui, sempre se arriverà un giorno a diventare un uomo, pure lui comincerà a ragionare nell’ottica del “noi” e del “loro”.
Una mattina ho visto il padre che se lo portava via, letteralmente.
Era un uomo nero con gli occhiali, vestito all’occidentale, come un colletto bianco, con le scarpe da geometra e la cinta ai pantaloni, non come i suoi compatrioti.
Se l’è caricato su una spalla come se il piccoletto fosse un pacco.
Una volta ho visto un macellaio portare un maialino morto a quel modo.
Il bambino, che doveva essere abituato a quel trattamento, messo a pancia sotto, non fiatava.
Chissà dove se l’è portato.
Chissà se gli ha fatto qualcosa.
Potrebbe usargli violenze di ogni tipo, chi mai lo scoprirebbe?
Chi mai farebbe sentire la sua voce muta?
Povero bambino senza futuro.
Se non ce l’ho io, un futuro, figuriamoci lui.
Povero bambino, nero, che non sa parlare, infelice, che piange sempre, con la tosse cronica per le schifezze che gli fanno respirare, senza amici, a cui non è concesso neppure di piangere quando è infelice.
Povero bambino, non amato dalla madre, scarto della società. Ultima ruota del carro della sua comunità di trogloditi. Che subisce da tutti.
Non ha scampo. Può solo sperare in qualche modo di sopravvivere. E poi un giorno crescere e scappare in una realtà meno dura.
Ma ce la farà mai ad arrivarci? In questo momento il suo futuro appare immutabilmente già segnato.
