Geniale commedia, con ottimi attori, in salsa decisamente teatrale. Imperdibile per chi ama questo genere, cioè il teatro portato sul grande (e piccolo) schermo.
Un regista (Michael Caine) deve mettere in scena la sua ultima commedia. Solo che è ancora in alto mare con le prove, il tempo scarseggia e pure gli attori, per un motivo o per l’altro, lo intralciano…
Il film è praticamente suddiviso in tre parti di mezz’ora. In cui ognuna rappresenta una variazione sul tema della commedia. Nella prima parte bene o male assistiamo a come dovrebbe essere la commedia, nonostante i continui imprevisti e rallentamenti originati dagli attori. Nella seconda parte possiamo osservare il casino che avviene dietro le quinte mentre la commedia sta andando in scena e gli attori non fanno che litigare tra loro. La terza parte è la più caotica. Gli attori, sempre più litigiosi, vanno fuori sincrono distruggendo totalmente la trama e la sostanza della commedia. Una perla!
Il film è piano zeppo di gag. Qualcuna la si si perde per strada per forza di cose. Per cui il film si presta pure a essere rivisto innumerevoli volte, ovviamente con piacere.
Sicuramente un film molto elaborato che deve essere stato assai complicato da scrivere perché c’è tantissima azione.
Meraviglioso vecchio sceneggiato rai, in 3 puntate, in bianco e nero (quando ancora l’azienda produceva lavori di gran qualità) adattato dal celebre racconto dell’investigatore di Londra.
Il pregio primario di questa messa in onda, oltre l’attenta sceneggiatura e i grandi ed efficaci attori, è il tempo che si prende per narrare le vicende misteriose, lasciando che ogni elemento vada al suo posto e ogni più o meno celata psicologia venga alla luce.
Imperdibile per gli amanti del detective e per ogni amante del giallo.
Trama: S. H. si trova a indagare un curioso caso in cui sembra che una maledizione, sotto forma di cane demoniaco, sia in grado di uccidere tutti i successori di una data casata, evidentemente maledetta da qualcuno… Ma si tratterà davvero di un caso paranormale?
Libro che riporta forse uno dei primi e più grandi successi di questo artista.
Il tema centrale è, come si capisce, l’automobilista. La cosa che mi ha sorpreso è che Dix ha affrontato l’argomento praticamente a 360 gradi. Vi troverete celebri pezzi comici che hanno visto luce in tv, racconti più o meno umoristici, capitoli dedicati a temi specifici. Alla fine ci sarà perfino un quiz per capire che tipo di automobilista siete. Senza contare dei nuovi falsi quiz di scuola guida, da sbellicarsi.
[Vabbè, il mio malessere già so che durerà tutta l’estate… Tanto vale approfittare dei giorni buoni… non dico per far finta che vada tutto bene… ma per portare avanti questo vecchio e stanco blog…]
Da un’opera di Vitaliano Brancati, Giorgio Albertazzi porta in scena un dramma che si distingue per la profondità dei temi trattati, che sono l’ipocrisia della società, ma anche l’omosessualità, vista quasi come fosse una malattia. La cosa che fa riflettere è che non è che oggi siamo giunti molto più lontano da allora, ovvero, in quarantacinque anni trascorsi, in tanti ancora esprimono quei concetti. E questo vuol dire che siamo in fase di regressione. Culturale ed evolutiva. Sociale! L’essere umano si è decisamente sopravvalutato…
Una nuova governante francese comincia a lavorare presso una famiglia borghese di siciliani ormai impiantatisi a Roma. La donna è un esempio morale per tutti, dato che in quel nucleo familiare, per un verso o per l’altro, ogni membro manifesta una qualche carenza che lo rende un essere umano indegno o infelice. Poi viene fuori che una domestica avrebbe fatto delle proposte omoerotiche alla bella e brava governante. Il tal fatto sembra sia una gravissima sventura che non può esser perdonata, almeno così si pensa in quella famiglia di gente così rispettabile… Ma ci saranno rivelazioni. Non tutto è come sembra, tutt’altro.
Con, tra gli altri, Giorgio Albertazzi e la grandissima Anna Proclemer, nel ruolo della governante.
Anna Proclemer viene ricordata troppo poco ai tempi d’oggi. E ciò è molto ingiusto.
Quando questa canzone uscì pensai: che scemo Raf a interrogarsi così malinconicamente sugli anni ’80. Avrei capito se fossero stati i ’60 o i ’70, ma gli ’80, che per me erano gli anni caciaroni ed effimeri dei paninari e del Drive In (la trasmissione trash di Italia1, proprio non trovavo che necessitassero di tributi nostalgici… Si citava il confronto Reagan-Gorbaciov, che vabbè, per l’epoca fu importantissimo ma in definitiva… Reagan era una semplice merdina che infatti oggi nessuno più ricorda (né tanto meno si vuol celebrare) mentre Gorbaciov, beh, sì, lui la storia la fece, in una maniera o nell’altra. A ogni modo era come paragonare uno gnomo con un gigante… Venendo ai giorni d’oggi… devo dire che questa canzone ha lasciato il segno. Non tanto perché parla di quegli anni, ma perché si è imposta in generale come canzone che pensa al passato in maniera da rimpiangerlo. E allora avanti con la nostalgia, visto che stiamo andando sempre più verso tempi duri…
Di questa canzone mi piace molto la musica, che tende a prestarsi per evocazioni quasi epiche, mentre detesto proprio il testo. La ragione è molto semplice: trovo che in esso ci siano delle forzature insopportabili. Va bene le metafore ma qui accennano agli amori di una balena (concetto verso il quale tendo a esser molto poco empatico); si parla di vascelli fantasma; …e cavalieri del Santo Graal che la inseguono! Per queste ragioni questa canzone mi risulta indigeribile!
I famosi attori comici – probabilmente l’accoppiata più divertente della storia del cinema –, per rilanciare la loro carriera, decidono di intraprendere una tournée teatrale nel Regno Unito. Ciò dovrebbe esser loro d’ausilio anche per raccogliere dei fondi per un (ultimo?) film che vogliono fare, una parodia di Robin Hood.
Tuttavia tra loro c’è come un’ombra che li divide. Infatti, circa quindici anni prima, Ollio accettò di fare un film senza Stanlio, e quello rappresentò la fine del loro connubio. Durante la tournée il loro antico diverbio rinascerà più forte che mai, tanto da compromettere ogni loro progetto futuro. Sennonché poi subentrerà un altro fatto che invece li farà riavvicinare parecchio: la grave malattia di Ollio.
Su Stanlio e Ollio ci sarebbe potuto dire tutto un mondo. Gli autori invece hanno fatto un film quasi ridotto all’osso, che si concentra unicamente su quell’unico periodo del loro sodalizio artistico e sentimentale. Così il film avrebbe potuto esser fin troppo rarefatto se non avesse avuto quell’accelerazione coincidente con l’affezione di Ollio. A visione ultimata rimane la grande, commuovente amicizia instauratasi tra quei due.
:’)
PS: non so se poi nella realtà lo fecero per davvero quel film su Robin Hood. A me però sembra di ricordarmelo… 😉
Proviamo a spiegare il testo de “La musica che gira intorno” di Ivano Fossati. Dai, che forse, se la analizziamo scientificamente tutti assieme, ce la faremo a svelarlo…
Per niente facili
uomini così poco allineati
li puoi chiamare ai numeri di ieri
se nella notte non li avranno cambiati
Beh, fin qui si capisce, no? Evidentemente si parla di uomini particolari, gente un pochino asociale che solitamente non è facile contattare… O almeno questo si evince dalle prime battute…
Per niente facili
uomini sempre allineati
li puoi pensare nelle strade di ieri
se non saranno rientrati
Ah, ma aspetta… ‘Sti uomini sono allineati oppure no? Ma sta parlando di altri uomini, o sempre di quelli (citando la teoria che gli opposti coincidono)? Forse si tratta di uomini allineati per certe cose e disallineati per altre… Beh, sicuramente i versi seguenti chiariranno la questione…
Sarà possibile sì
incontrarli in aereo
avranno mani e avranno faccia di chi
non fa per niente sul serio
Okay, questi uomini prendono l’aereo e sembra abbiano una faccia di chi “non fa sul serio”, qualsiasi cosa voglia dire…
Perché l’America così come Roma
gli fa paura
e il Medio Oriente qui da noi
non riscuote nessuna fortuna
A questi uomini fanno paura… i grandi paesi, le cose grosse, le responsabilità?! La cosa sul Medio Oriente non l’ho capita. Cioè che c’entra?! Ma forse è detta per arricchire il discorso…
Sarà la musica che gira intorno
quella che non ha futuro
sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa
un maledetto muro
Dunque il nostro prova ad attribuire la colpa di tutto alla musica… Allora c’è della musica che gira, che non ha futuro, perché evidentemente si tratta di canzonette, musica usa e getta, usata esclusivamente per intrattenere?!… Poi fornisce un’altra possibile soluzione: è colpa nostra che abbiamo un muro nel cervello, che evidentemente ci impedisce di essere aperti circa certe questioni. Sì, okay, ma quale cazzo era il problema, non si capisce!?
Ma uno che tiene i suoi anni al guinzaglio
e che si ferma ancora ad ogni lampione
o fa una musica senza futuro
o non ha capito mai nessuna lezione
Ah, questo è tutto da decodificare, ma forse ci si può arrivare. Allora, vediamo, uno che tiene i suoi anni al guinzaglio… è uno che si sente ancora giovane (lasciam perdere che si ferma a ogni lampione, che forse vuol dire che cerca la verità nella luce, o forse che è ubriaco). Dunque quest’uomo che si mantiene giovane, dice, o fa una musica senza futuro (la musica di cui sopra) o non ha capito nessuna lezione… Ma perché?! Perché sarebbe obbligato a fare della musicaccia?! Perché?! Perché?!
Sarà che l’anima della gente
funziona dappertutto come qui
sarà che l’anima della gente
non ha imparato a dire ancora un solo sì
Ed ecco che riprova a fornire una spiegazione… Sì, ma quale cazzo è il problema, la questione, il dilemma di cui stiamo parlando?! Non si capisce! L’anima della gente funziona dappertutto nello stesso modo, okay… L’anima della gente non ha imparato ancora a dire un solo sì. Dunque si nota una certa chiusura mentale, e anche prima c’eravamo imbattuti in qualcosa di simile, me lo ricordo, sì… E dunque?!
Sarà la musica che gira intorno
quella che non ha futuro
sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa
un maledetto muro
Insomma c’è sta musicaccia senza futuro e noi che abbiamo un muro… Ah, ma aspetta! Forse la musica non ha futuro non perché è usa e getta, ma perché la gente non la capisce?! Era questo il senso?!
Per niente facili
uomini così poco allineati
li puoi cercare ai numeri di ieri
se nella notte non li avranno cambiati
Sì, ma ‘sti uomini chi sono, i musicisti che fanno musica, che poi hanno paura ad andare in America, oppure sono la gente comune, la quale, essendo mediocre, non è capace ad apprezzare la musica vera e per questo la fa morire poco dopo, alla musica?!
Per niente facili
uomini poco affezionati
li puoi tenere tra i pensieri di ieri
se non ci avranno scordati
Vabbè, vabbè, capita l’antifona… Ma aspetta!… Tu puoi tenere tra i pensieri questi uomini se loro non ci avranno scordati?! Ma questa frase non dovrebbe essere il contrario, per avere un senso?!
Sarà la musica che gira intorno
quella che non ha futuro
sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa
un maledetto muro
La canzone è finita… A Ivà… Nun se capisce ‘na mazza! Iscrivite a un corso de comunicazione!
PS: si narra che Ivano Fossati abbia scritto questa canzone dopo aver ascoltato “Life on Mars” di Bowie ed essersi calato un acido, dicendo: ah, sì, tu hai scritto questo, bowie?, e mo te faccio vedè io cosa pò scrive ‘n italiano! (SCHERZO) 😀
PPS: come forse saprete, Ivano Fossati mi è molto simpatico e apprezzo abbastanza la sua musica. Viene anche considerato una persona di una certa cultura e con bei testi… Però io non sono d’accordo sui testi, Ivano mi perdonerà… 😉
PPPS: Ah, ultima cosa: ho sentito dire che in realtà l’autore di questo testo neppure sarebbe Ivano, bensì Zucchero! 😀
Kevin Spacey è Buddy Ackerman, un tirannico dirigente cinematografico, tanto potente quanto collerico e mutevole nel proprio umore, mentre Guy è il suo nuovo giovane assistente tuttofare.
Guy è molto felice di aver trovato quell’impiego. Sa che quella strada lo porterà al successo – tra l’altro lui è anche uno scrittore che nutre ambizioni personali. Ma lavorare con quello stronzo di Buddy, che gli rende la vita un inferno e lo umilia in tutti i modo possibili, si rivela presto essere una maledizione per il ragazzo, il quale nel frattempo finisce pure nelle mire di una avvenente produttrice ex amante di Buddy. La quale decide di avere da quel momento in poi un canale preferenziale con Buddy servendosi per l’appunto del suo giovane assistente, il quale diventa di fatto il suo nuovo e unico amante, e un amante “per amore” e non (solo) per interesse, parrebbe…
Il film, molto teatrale, che si svolge sempre in luoghi chiusi – il posto di lavoro di Buddy e Guy, oppure una delle loro case –, si regge tutto su questi tre personaggi e sui rapporti ambigui che si creano fra essi. Finché alla fine Guy, arcistufo delle angherie del suo capo, ne ha colma la misura, quando capisce che la sua amante produttrice si concederà per l’ennesima volta a Buddy. Allora va da lui e lo lega a una sedia tenendolo in ostaggio e torturandolo finché non si presenta anche la donna…
Sicuramente un film (seppur minore) che è nella storia del cinema per la grande interpretazione di Spacey e la celebre scena delle torture.
Si narra che l’autore del copione si ispirò parecchio a caratteri di personaggi reali quando lo scrisse…