Sara Cassandra: Scrivere fa rima con vivere

Sara Cassandra è una giovane scrittrice che forse, anche per via di una pesante afflizione fisica, ha sviluppato la passione per la scrittura – questa è una mia supposizione.

Qui esordisce sorprendentemente con un libro di aforismi che colgono abbastanza nel segno.

Spero presto mi capiti di leggere qualche suo romanzo…

Nel frattempo vi consiglio di seguirla su Facebook, dove ultimamente, tra l’altro, essendo un’artista a tutto tondo, sta sperimentando nuove forme di comunicazione, realizzando dei video minimali che praticamente rappresentano deliziosi flussi di coscienza sotto forma di cortometraggi, nei quali anche le musiche vengono scelte con cura.

Direi che la ragazza è nata per comunicare, qualunque sia il modo. E sarebbe molto adatta al teatro.

Susan Sontag: Alice a letto

Alice è l’Alice di Alice nel paese delle meraviglie. Ma la ritroviamo anni dopo, adulta, messa piuttosto male. Passa molto tempo a letto, sempre stanca. È piena di paure. È malata. Sopratutto, è depressa, e pensa continuamente alla morte e al suicidio. Confortata dal fratello e in parte da un’infermiera, immagina di ricevere visite di altre donne che nel suo immaginario sono state molto importanti – una tra tutte Emily Dickinson.

Che cosa le è successo? L’autrice non ce lo rivela. Probabilmente Alice è stata usata come metafora dei tempi odierni – assai più complicati di come potevano essere un tempo. E anche della condizione femminile nel mondo, più facile a esser sfruttata e abusata dagli uomini.

Un testo teatrale molto intenso e suggestivo. A tratti drammatico, a tratti ironico.

Sei pezzi facili (spettacoli teatrali)

Tra le (apprezzate) opere che ci ha lasciato il compianto Mattia Torre ci sono questi atti teatrali unici, molto divertenti, interpretati da attori che solitamente hanno lavorato con lui (soprattutto per Boris). Mentre la regia televisiva è stata affidata a Sorrentino.

Ora, in questi sei pezzi stona solamente un fattore: le risate finte! Infatti, qualche “genio della comunicazione”, che non sa nulla di teatro, ha pensato bene di apporre la sua firma di ignoranza e incompetenza su quest’opera facendo aggiungere per l’appunto delle risate fasulle – una roba che non si è (quasi) mai vista, che non rammento quando mai sia avvenuta l’ultima volta per il teatro. Non so di chi è stata la dissennata decisione. So solo che denota un’ignoranza e una presunzione abissali. Roba da allontanamento perpetuo in attività similari e cose pubbliche – la mia, è una critica artistica del tutto legittima. Il tipo in questione, con la sua decisione, dice tutto di sé e della propria tracotante inconsistenza culturale. Neppure voglio sapere chi è, sennò diverrei il suo incubo! Meglio parlare di questi sei pezzi, facili…

Il primo pezzo dura appena 30 minuti, e rappresenta una specie di antipasto di quel che ci aspetta. Si intitola Gola e infatti è dedicato a una serie di osservazioni circa l’italiano e la sua mania del cibo. Interpretato benissimo da Valerio Aprea, che fornisce una prestazione comica per accumulo, come tante volte gli abbiamo visto fare.

Il secondo pezzo si intitola Migliore e qui troviamo Valerio Mastandrea. È la storia di un impiegato “zerbino” che alla fine troverà una qualche spinta per reagire alla vita grama che altri avrebbero pensato per lui…

Nel terzo c’è Geppi Cucciari che incarna una sfaccettata donna venditrice d’auto, con il ciclo. Il pezzo (che si intitola Perfetta) è un chiaro omaggio a tutte le donne e gli sforzi che esse compiono ogni giorno per sfangarla, in un mondo interamente maschilista. Purtroppo Geppi è bravissima, simpatica e tutto quel che volete… ma la sua dizione non è perfetta e per questo motivo talvolta perde qualche colpo.

Il quarto episodio si intitola Qui e ora e trovo che sia quello con forse maggiori potenzialità. Credo che potrebbe facilmente essere ampliato e diventare uno spettacolo ben più corposo, arrivare a due ore, se non proprio tre, perché ha dentro tanti concetti e tanti spunti che potrebbero portare a ciò – inoltre si potrebbero accrescere le pause tra una battuta e l’altra. I due interpreti, Aprea a Calabresi, hanno un incidente in motorino, in un luogo pressoché deserto. Si risvegliano che sono mezzi morti, uno dei due più dell’altro. Ora, a parte il drammatico colpo di scena finale, il bello scaturirà proprio dalla loro diversità. Infatti uno è un acculturato, tutto sommato eclettico, individualista che dispregia la volgarità del popolo, mentre l’altro è un modesto proletario senza prospettive di futuro che sdegna quelli che gli stanno sopra credendosi migliori di lui…

Il quinto si intitola 456 ed è la storia di una riottosa famiglia piena di tensioni, perennemente sull’orlo del disfacimento, che deve ricevere un paio di ospiti importanti capaci di “sistemarli” per tutta la vita, parrebbe. È in dialetto – non sono sicuro quale! –, per cui qualche battuta non la si capisce, se non si è di quelle parti. Tuttavia ciò non inficia il valore del pezzo, molto ben riuscito.

Il sesto e ultimo si intitola In mezzo al mare e il monologo è recitato ancora una volta da Aprea, il quale interpreta un dimesso uomo che “non capisce più niente”. Dovrebbe testimoniare per un incidente stradale ma non ricorda molto. La sua vita in realtà è monopolizzata da un incontro casuale con quella che forse è la donna della sua vita, una donna che però, dopo un fugace momento di estrema comunanza, si è lasciato sfuggire…

Vi consiglio di cercare questi sei atti su RAIPLAY, sono visibili gratis (vedi link sotto)!

https://www.raiplay.it/programmi/seipezzifacili

Rumori fuori scena

Geniale commedia, con ottimi attori, in salsa decisamente teatrale. Imperdibile per chi ama questo genere, cioè il teatro portato sul grande (e piccolo) schermo.

Un regista (Michael Caine) deve mettere in scena la sua ultima commedia. Solo che è ancora in alto mare con le prove, il tempo scarseggia e pure gli attori, per un motivo o per l’altro, lo intralciano…

Il film è praticamente suddiviso in tre parti di mezz’ora. In cui ognuna rappresenta una variazione sul tema della commedia. Nella prima parte bene o male assistiamo a come dovrebbe essere la commedia, nonostante i continui imprevisti e rallentamenti originati dagli attori. Nella seconda parte possiamo osservare il casino che avviene dietro le quinte mentre la commedia sta andando in scena e gli attori non fanno che litigare tra loro. La terza parte è la più caotica. Gli attori, sempre più litigiosi, vanno fuori sincrono distruggendo totalmente la trama e la sostanza della commedia. Una perla!

Il film è piano zeppo di gag. Qualcuna la si si perde per strada per forza di cose. Per cui il film si presta pure a essere rivisto innumerevoli volte, ovviamente con piacere.

Sicuramente un film molto elaborato che deve essere stato assai complicato da scrivere perché c’è tantissima azione.

Se avete dieci euro da spendere, spendeteli qui!

PS: Grazie a Raffa per la segnalazione! 😉