Alcuni hanno trovato questo film un “capolavoro”. Altri ne sono rimasti mortalmente delusi. Il mio giudizio è a metà tra questi due modi di vederla. Mi è piaciuto, nel complesso. Mi ha molto commosso il finale, ma trovo che si sarebbe potuto far meglio.
I dilemmi della storia – tutte questioni che gli autori si sono sicuramente posti – sono stati: quanto deve essere realistico, ovvero corrispondere al vero? Quanto spazio va dato alla musica? Ci si possono prendere, e se sì, in che misura, delle licenze poetiche?
Diciamo che sarebbe stato difficile non riuscire a commuovere lo spettatore – che sicuramente già conosceva e pure bene il front-man dei Queen – dopo avergli narrato che Freddy sarebbe morto di lì a poco e che doveva fare forse quello che sarebbe stato il suo ultimo concerto, mettendoci per di più dentro alcune delle canzoni più catartiche dei complesso rock, e proprio in quegli ultimi minuti finali della pellicola. Da questo punto di vista, la missione si può considerare compiuta.
Tuttavia rimane il dubbio che se si fosse scavato un po’ di più in alcuni momenti, e si fossero usate più canzoni – porcaputtana! Sembra siano andati al risparmio! – il film e il personaggio di Freddy sarebbero apparsi meno superficiali e macchiettistici.
Nanana-nnannna-nannannnnaaaa…