Palombella

Era una ragazza bassa e cicciottella. Mi metteva allegria poiché veniva continuamente ripresa dall’insegnante perché parlava con i vicini e non sapeva trattenere la chiacchiera (ma lei mi giurò che delle volte le accadde di essere accusata ingiustamente). Era soggetta a risa inconsulte, che la prendevano come fossero attacchi isterici… Presto però capii che non era per nulla felice e, anzi, che tra le sue risate inconsulte si nascondessero amarissime lacrime che sarebbero spuntate dal suo viso se solo per un attimo avesse lasciato intravedere la sua faccia più reale.
Vestiva spesso con una giacchetta consunta che avrebbe dovuto regalarle un tono di professionalità, ma che invece non aggiungeva nulla al suo aspetto irrimediabilmente dimesso e poco attraente. La cosa che forse la caratterizzava di più erano i suoi capelli, ricci, lasciati crescere senza un taglio ben definito, in maniera che anche quello la facesse apparire trasandata, trascurata e poco seducente…
Con lei mi fermai appena in tempo per non risultarle “troppo” simpatico; infatti, quando capii la sua natura di donna bestiale, soggetta a passioni intrattenibili, che anela un amore assoluto, oltre che un maschio che sia tutto il centro della sua vita, me ne tirai fuori e cercai di squagliarmela prima che fosse troppo tardi (ma non giudicatemi male, non era il mio tipo).
Così accadde (imprevedibilmente) che lei si innamorò alla follia del mio amico, il quale, al contrario di me, poveraccio, non sapeva trattenere la sua innata dose di simpatia… E dunque fu lui che divenne quel centro di gravità permanente che lei chiedeva che il cielo le mandasse.
Seppi che lo corteggiava come lei usava fare, cioè spietatamente, assestandogli dei pizzicotti che nella sua testa avrebbero dovuto farla risultare piacente e disponibile, ma che invece, dal punto di vista del mio amico, erano come una specie di chiodi che lei gli conficcava nelle costole, i quali gli lasciavano grossi lividi violacei.
Un giorno chiesi al mio amico se era contento di avere una donna così scodinzolante che gli sbavasse dietro e lui mi disse che non lo era affatto. Mi spiegò che, certo, se la sarebbe fatta (poiché la fica è sempre la fica, ed inoltre lui sosteneva una sua teoria che all’epoca non capivo, ma che oggi ho appreso meglio, e cioè che si sarebbe fatto almeno il 95% delle donne), ma che, in tal caso, sarebbe stata una cosa solo di sesso, perché anche lui aveva capito l’incommensurabile grado di depressione di quella femmina così al limite della disperazione e della follia, e non aveva alcuna voglia di impantanarsi in una tipa a tal punto asfissiante che, in una maniera o nell’altra, era indubbio avrebbe finito per rovinargli la vita con il suo amore assoluto.

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