ITDIDEU: Donne seviziate 7/8

Poi, in pochi secondi, la vicenda si concluse. Passò casualmente di lì un pullman che si recava fuori città. Qualcuno la vide o sentì le sue urla. Così l’autista decise di cambiare itinerario: che fosse più urgente salvare la vita a quella ragazza rispetto all’imminenza del proprio lavoro.

Venne fatta una corsa all’ospedale, dove fu sedata. Quando si risvegliò, tutta fasciata, si trovò intorno un pool di medici e psicologi che la misero al corrente della situazione. Da allora la seguono passo passo per ogni terapia e qualsiasi operazione fronteggi per tentare di migliorare i danni prodotti dall’acido caustico.

La storia è finita. Aisha pare ora respirare affannosamente. Mi permetto di porgerle quella che, mi rendo conto, sarebbe la prima domanda farebbe un qualsiasi altro ascoltatore estraneo alla vicenda: che cosa ne è stato di Yusef? Mi risponde sbrigativamente. Dichiara qualcosa che mi colpisce molto: Yusef è stato catturato quella sera stessa mentre cercava di fuggire all’estero. Attualmente sta scontando una condanna di qualche anno per lesioni gravissime. Ma ci tiene a specificarmi che la legge si è manifestata assai ingiusta nei suoi riguardi. Infatti, mentre lui dovrà espiare una pena irrisoria di pochi anni, lei porterà per sempre i segni, nel fisico e nell’anima, di quella dissennata, ottusa, violenza prevaricatrice, con la quale dovrà forzatamente convivere per il resto dei suoi giorni. E, in ultima analisi, questo è anche uno dei motivi che l’hanno spinta ad accettare l’intervista: per sollecitare l’opinione pubblica circa le tante, troppe storie simili alla sua che ogni anno avvengono nel mondo. E anche per far cambiare la vigente legge, per ottenere una pena molto più severa, che si avvicini il più possibile a un ergastolo. Ragionamento sul quale personalmente sarei pure d’accordo ma che credo, così come per tanti altri odiosi reati inerenti la violenza, non arriverà mai al suo equo compimento.

Lascia un commento