Un giorno cominciarono a promulgare leggi assurde e contraddittorie,
e io non feci niente perché ero solo un comune cittadino.
Un giorno decisero di chiudere i parchi pubblici, solo per evitare che la gente potesse riunirvisi,
e io non feci niente perché non volevo esser dalla parte dei fuorilegge.
Un giorno decisero di lasciar morire tanti anziani, che tanto erano i più deboli e non avrebbero avuto la forza di difendersi,
e io non feci niente perché non ero un anziano.
Un giorno decisero di lasciar aperti i supermercati e di chiudere invece i mercati rionali (anche all’aperto!),
e io non feci niente perché non lavoravo lì.
Un giorno decisero di favorire i colossi dell’economia a discapito dei piccoli lavoratori,
e io non feci niente perché la mia opposizione avrebbe apportato solo un infinitesimale contributo.
Un giorno cominciarono a puntare il dito su date categorie, perché gli serviva un colpevole su cui convogliare le frustrazioni e le paure della gente,
e io non feci niente credendo che tutto ciò presto sarebbe passato.
Un giorno alcuni facinorosi scesero in piazza per protestare, e io non mi unii a loro per paura di esservi accostato.
Un giorno decisero di impoverire in una botta sola quasi tutta la popolazione,
e io non feci niente perché vedevo che il mio destino toccava un po’ a tutti.
Un giorno caldeggiarono le vaccinazioni nonostante non fossero state rispettate le più elementari norme scientifiche,
e io non feci niente perché mica ero un medico.
Un giorno obbligarono alcune categorie di persone a vaccinarsi,
e io non feci niente perché non appartenevo a quelle categorie.
Un giorno dissero che non era vero che quei vaccini avevano forti controindicazioni,
e io non dissi nulla perché era più facile creder loro e stare dalla parte della maggioranza.
Un giorno decisero di aumentare le bollette del cinquanta per cento,
e io non feci niente perché ormai ero troppo occupato a sopravvivere.
Un giorno dissero che anche le categorie più giovani dovevano vaccinarsi, e questi cominciarono a morire,
e io non feci niente poiché convinto che si trattasse di pochi rarissimi casi.
Un giorno dissero di vaccinare anche i bambini,
e io non feci niente poiché convinto che chi ci governava sapesse perfettamente quel che decretava, sennò non lo avrebbe mai fatto.
Un giorno dissero che per lavorare dovevi avere un lasciapassare,
e io non feci niente perché ormai non lavoravo più.
Un giorno stabilirono che chi aveva un età uguale o superiore a cinquanta anni doveva vaccinarsi,
e io non feci niente perché ero più giovane.
Un giorno seppi che ai non vaccinati era impedito di vivere,
e io non feci niente perché alla fine mi ero vaccinato anche io.
Un giorno mi vennero a prendere,
e io non potei fare più niente non disponendo più di alcuna risorsa.
Non c’era più nessuno che poteva difendermi.

L’errore è credere che sia ancora la piazza a risolvere i problemi come un secolo fa.
Oggi l’unica strada percorribile è la disobbedienza civile.
Non fare più nulla di quello che dicono.
Nulla.
Se minacci un sordomuto probabilmente capisci cosa intendo.
Loro parlano, scrivono, impongono e tu te ne strafreghi, non li senti proprio.
Dieci, cento, mille, diecimila, centomila, milioni di illegittimi da controllare, verificare e punire.
Ci sarà comunque qualche martire ma alla fine cessa tutto.
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Interessante il tuo ragionamento. Questo comunque è un racconto. Non è detto che sia mia opinione che tutto possa cessare con le piazze, anche se ammetto che mi piacerebbe.
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Ci dovrebbe soltanto essere una data di inizio … per procedere, ognuno per proprio conto, ma tutti insieme, ad oltranza fino alla vittoria.
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Questa è un’ottima idea…
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Purtroppo la massa non è più in grado di vedere e percepire dove andrà a finire. A loro basta avere il lasciapassare.
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Pure quelli che da giovani sognavano la rivoluzione… Vorrei sapere oggi che cosa fanno e in quale modo hanno totalmente rinnegato i loro vecchi valori…
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Quelli sono i peggiori, ne conosco alcuni che sono arrivati a denunciare i commercianti del loro paese che non avevano ancora fatto il vaccino.
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Che schifo. E neppure se glielo spieghi vogliono capire…
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In pieno accordo con Baglio2013 da sempre sostengo (e mi comporto di conseguenza) che la soluzione sia nell’ azione (o non-azione) individuale. Se ci uniamo è facile strumentalizzarci, se agiamo razionalmente uno per uno (chi ancora ragiona) non sarà possibile individuarci. Ah, dimenticavo, se e quando “verranno a prenderti” non disperare ancora, non è vero che non è rimasto nessuno: fammi un fischio e arrivo. 😉
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