Una ragazzina di nome Beth rimane orfana. Nello scantinato dell’istituto in cui verrà cresciuta, impara a giocare a scacchi con l’aiuto dell’introverso custode, il quale è il primo a comprendere l’immenso potenziale della piccina. Beth nel frattempo diventa dipendente da alcune droghe, all’epoca usate indiscriminatamente per tenere più calmi i ragazzini.
Beth sa giocare a scacchi molto meglio della media delle persone, e ciò potrà essere forse l’unica strada percorribile in grado di spalancarle le porte dell’emancipazione e forse della felicità. Così, tra lutti e dipendenze varie, proseguirà il suo percorso, scalando le vette delle classifiche dei migliori scacchisti. Fino a scontrarsi con i migliori in assoluto: i russi!
Una bella serie, di buona qualità, che delle volte sembrava quasi un film. Ha due piccoli difetti. Non narra una storia vera, come potrebbe sembrare, anche se è tratta da un libro. Inoltre in fondo di scacchi se ne vedono pochi. Ovvero, vengono mostrate tantissime partite, questo è vero; ma i pezzi sulla scacchiera e l’evoluzione della contesa appaiono sempre di sguincio. Il che mi rendo conto può anche essere un pregio per chi non ha mai giocato a scacchi, che forse avrebbe visto eventuali approfondimenti in tal senso come eccessivamente noiosi.
