Ispirato a una storia vera, narra di tre ragazze finite in una setta nella quale viene fatto loro un lavaggio del cervello tale da farle arrivare a compiere perfino degli omicidi gratuiti.
Il Charlie a cui fa riferimento il titolo è il famoso, demoniaco Charles Manson, un carismatico santone autoproclamatosi araldo di Dio sulla terra che avrebbe portato l’Apocalisse, il quale tutto sommato era solo un gran stronzone enormemente egocentrico con il dono di sapersi approfittare della gente che percepiva debole e manipolabile.
Furono questi bastardi che uccisero (e il fatto ebbe enorme risalto in cronaca, all’epoca) la bellissima moglie incinta del regista Roman Polanski, Sharon Tate, che tra l’altro sembra fosse anche una ragazza straordinariamente limpida e anche benevola.
Il film è interessante perché entra nei meccanismi del plagio mentale e del fervente integralismo.
PS: che poi questo Charlie, così come Hitler in realtà non sognava altro che di diventare pittore, voleva a sua volta fare il cantante e la rockstar… Coglione.

Un film molto bello e tremendo per la storia che racconta. Mary Harron è una regista veramente brava e dovrei parlare delle sue opere.
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Ottimo film se uno vuole approfondire quella specifica tematica.
Che poi tra l’altro fa il paio con “C’era una volta a Hollywood”, molto più recente…
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