La commessa: Come sapesse

[Nota: avevo interrotto questa storia, che si svolge praticamente solo in un supermercato, poiché trovavo stonasse troppo con la realtà odierna. Ora che ci siamo tutti abituati alle novità però può riprendere… ;-)]

Oggi, dopo tanto tempo, ho rivisto la bella commessa bionda.

A dire il vero, sembrava, a giudicare da come tutti mi guardavano, che fossi atteso. Che per tutto quel tempo altro non avessero fatto che sparlare di me, aspettando con trepidazione il mio ritorno. Così mi guardava la responsabile magra e bionda. Mi ha adocchiato il Norcino. E mi ha osservato la gentile nuova panettiera. Per fortuna non c’era la Malfida Mora: oggi non l’avrei proprio sopportata.

Quando mi sono trovato nei pressi dell’uscita ma ancora dovevo finire il giro, la bella bionda cassiera mi ha attraversato la strada. E io ho pensato che lo avesse fatto apposta per farsi notare – anche perché al ritorno quasi mi ha sfiorato il sedere. La mia parte paranoica però ha pensato che fosse andata dalla magra responsabile per dirle qualcosa su di me, cioè contro – magari sospetta possa aver rubato qualcosa?!

Poi mi sono davvero messo in fila per pagare. L’ho vista bene. Era bellissima, come delle volte può render bellissima una donna avere accanto un uomo che la scopi con regolarità.

Quando mi sono trovato incastrato alla cassa, perché c’era molta gente da servire, a un certo punto lei ha mostrato un segno di debolezza: si è messa le mani ai capelli come stesse per scoppiare a piangere per lo stress. Allora, per farla sentire meno accerchiata, mi sono recato più avanti, presso il mio carrello, e lì ho atteso fermo che altri terminassero di mettere la loro roba nelle loro sporte.

Poi uno se n’è andato e lei ha cominciato a passare il codice a barre dei prodotti che avevo preso, ed è stata come sempre rapida ed efficiente. Sembrava molto accorta rispetto quel che avevo comperato, come se da ciò avesse voluto appurare il vero stato della mia vita e con chi vivessi. Deve essersi convinta che ho un bambino, visto la gran quantità di dolciumi che ho preso stavolta – ma io li ho comprati solo per cercare di tirarmi su dopo la delusione con Zora! 😀

A un tratto si è guardata attorno smarrita. Temeva me ne fossi andato. Ma poi mi ha rintracciato, poco davanti lei, con la mia aria confortante in volto, e ha come tirato un sospiro di sollievo.

Infine mi ha comunicato la cifra e io le ho porto una banconota grande chiedendole se voleva gli spicci. Lei ha accettato. Mi sono messo gli spicci in una mano e le ho detto di servirsi, ricordandole pure di prendere quell’euro che le dovevo dalla volta precedente – una cosa di cui non ho parlato. Lei ha preso le monete facendo attenzione a non toccarmi la mano.

La mia mano aperta risulta sempre molto bella quando la si osserva. Lo avrà pensato anche lei?

Poi mi ha dato il resto interamente in banconote.

Ho messo la roba nel carrello. Quando si è trattato di salutarla, come tante volte, stavolta non l’ho fatto. Ma stranamente, se l’udito non mi ha ingannato, deve averlo fatto lei. Perché mentre me ne andavo ho sentito un ciao, che solo da lei poteva provenire.

Vedi come va? Quando non sei gentile, sono loro a esserlo. Quando lo sei tu, loro non ti cagano. Mi chiedo: ma che cosa vuole da me, se ha già il suo amore?!

blonde

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