Premetto che ho conosciuto una brava psicologa che si chiama Stefania (non cito il cognome poiché non sono sicuro che essa voglia essere sponsorizzata da me in questo ambito) che ha tutta la mia stima e che giudico davvero una brava persona e una brava dottoressa…
Il mio legale mi ha suggerito, giusto per stare totalmente a posto con la coscienza ed eliminare alla radice possibili eventuali piccoli errori che forse potrei aver commesso, di rimuovere un certo post pubblicato qualche tempo fa in cui me la prendevo con quegli psicologi che si vendono per grandi luminari della mente mentre in realtà sono solo dei meri mercanti di farmaci che vendono fumo.
Però rimedio subito. E voglio qui pubblicare un altro articolo che verterà esattamente sugli stessi temi precedentemente affrontati.
Dunque… da dove cominciamo? Partiamo da lontano…
Ricordate il ruolo superstizioso che ricopriva la Chiesa fino anche al secolo scorso (e che in certe realtà ha incredibilmente tuttora)? I preti erano considerati dalla gente ignorante come una specie di tramiti con Dio e in quanto tali si doveva loro molto rispetto e considerazione. Dunque se un prete ti diceva di fare qualcosa o comportarsi in una certa maniera, presi dal timore di infrangere qualche legge divina, per non finire all’inferno, si faceva come dicevano loro!
Ecco, per fare un paragone, il ruolo che hanno oggi i medici, e più nello specifico e ancora di più gli psicologi, è molto simile a quello dei preti in passato…
Innanzitutto vediamo l’ambito in cui ci muoviamo. Diciamo che il sistema sanitario qualche tempo fa fu rivoluzionato in modo da (semplifico un po’) far guadagnare ai medici a seconda di quanto “lavorassero”, in cui per “lavorassero” si intende che vengono prese in considerazione la quantità (non la qualità!) delle prestazioni mediche fornite… Senza contare poi tutti quei medici che stringono accordi truffaldini con le industrie farmaceutiche, in modo da prescrivere dei farmaci di cui i pazienti non avrebbero bisogno; per non parlare poi di quelli che eseguono addirittura interventi che in realtà non servirebbero o impiantano valvole che già sanno essere difettose, ecc… E tutto sulla pelle, sulla salute psico-fisica, dei pazienti, che spesso si ritrovano completamente indifesi ad affrontare tali abusi.
Questo è l’aberrante e intollerabile mondo della medicina al giorno d’oggi in Italia, mondo che si dibatte tra il fraudolento e l’incuria. Se poi consideriamo pure “la crisi” e i tagli indiscriminati alle risorse, la chiusura delle eccellenze e coloro i quali, tra il personale medico, alcune volte lavorano con abnegazione pur non essendo pagati da mesi, il quadro che ne viene fuori è davvero quello di un sistema allo sbando, portato allo sbando dalla classe politica che, non sapendo più cosa rosicchiare allo Stato per il loro viscido tornaconto personale, sta smantellando sempre di più tutto…
Ma torniamo al punto. Tra i medici vi è una sottocategoria di persone che oltre a essere calata in questi fattori che ho elencato, può vantare anche un’altra aggravante. E la categoria è quella dei psicologi-psichiatrie l’aggravante e che… essi spacciano per scienza ciò che non potrà mai esserlo!
Così hanno creato una serie di test ridicoli che servirebbero a valutare il livello di malattia mentale dei pazienti… Test in cui se rispondi che ti piacciono i fiori ma non vorresti fare il fioraio ti segnano come “strano”! Poi vagli a spiegare che essere un fioraio vuol dire aprire un’attività con tutti i nessi e i connessi, e che se uno ama davvero i fiori forse non li taglierebbe, non li ucciderebbe i fiori, ma semmai li regalerebbe vivi… Ma questo gli scienziati della Psicologia non lo possono sapere… Loro hanno infatti una laurea in Psicologia, mica in Logica!
Nell’articolo che ho rimosso criticavo in particolare il test di Rorschach… Perché quello e non un altro? Semplice, perché in quello mi ero imbattuto e tra l’altro neppure è tra i peggiori test che la Psicologia odierna può annoverare…
Nel test di Rorschach (se vi interessa cercatelo su internet per farvi un’idea) in parole povere si tratta di esaminare una serie di macchie di inchiostro create ad arte per smascherare le nostre più segrete inclinazioni (almeno così sarebbe nei loro intenti)!
Dunque tramite le risposte che il paziente fornisce si dovrebbero interpretare queste sue inclinazioni, attitudini mentali… Un po’ come l’interpretazione dei sogni che forniva Freud, il quale certo fu un maestro nel suo campo e può essere chiaramente considerato un precursore, ma non per questo si può dire che non si imbatté in grandissimi abbagli e contraddizioni, come pure soprattutto che fece l’errore di formulare dei principi credendo che essi avrebbero potuto essere adottati in larga scala per tutti gli esseri umani, o comunque questa è la lezione che oggi i suoi pigri successori applicano ciecamente senza farsi troppe domande, come se i test della psicologia fossero annoverabili a dei meri quiz per la patente!
Insomma, credo che a chiunque sia dotato di un minimo di buonsenso e perspicacia non sfuggano i gravi pericoli che si celano nell’applicare pedissequamente alcuni precetti della Psicologia che tenderebbero a standardizzare le risposte e le reazioni dei rispondenti ai loro insulsi quiz.
Per valutare correttamente quei test si deve tener conto di alcuni fattori. Primo, il linguaggio (in senso lato) del test (o del medico) e del rispondente devono essere identici, altrimenti si va incontro a ovvi fraintendimenti. Poi si dovrebbero valutare le esperienze personali del paziente, esperienze di cui il medico non può mai essere pienamente edotto. Se uno da piccolo è stato caricato da una mucca potrebbe essere per esempio che abbia sviluppato a livello inconscio delle paure in merito a questo argomento, mentre magari lo psicologo che non lo sa potrebbe interpretare una sua affermazione come… una ribellione contro la madre!
Poi senz’altro conta lo stato contingenziale con cui il rispondente risponde allo psicologo. Se ho appena avuto una lite con qualcuno, per esempio, mi gireranno molto e sicuramente le mie risposte saranno influenzate da quel rodimento…
Insomma, per valutare correttamente quei test (come pure un qualsiasi colloquio tra psicologo e paziente), si dovrebbero prendere in considerazioni così tanti fattori che… sarebbe ridicolo continuare ad accanirsi servendosene!
Perché @azzo non vi fate semplicemente una bella chiacchierata con i vostri pazienti, psicologi dei miei stivali? Come potete pensare che uno stupido test vi possa rivelare di più di una bella chiacchierata? Tutto quello che potreste trarre (di pur vero) da un test lo potete capire da una chiacchierata, sempre se siete davvero in grado di fare il vostro mestiere!
Lo psicologo deve essere empatico con il suo paziente. Non può permettersi di considerare i suoi pazienti tutti allo stesso modo chiudendoli in delle categorie precostituite che non ammettono eccezioni e deviazioni. E soprattutto non gli deve prescrivere dei farmaci per far finta di aver capito quale sia il suo problema, per giustificare la lauta parcella (in genere assai immeritata) che andrà a intascare! Lo psicologo, con il suo intervento, non deve far danni, in primis! Non deve aggravare il problema del suo paziente con il suo comportamento dissennato o scorretto!
…E faccio notare che una bella fetta di psicologi stessi la pensa esattamente come me, riguardo all’immotivato proliferare dei test psicologi come pure su tutto il resto.
Infine riporto il mio piccolo caso personale. Un giorno vado al pronto soccorso perché mi sento in punto di morte. I medici si accorgono che presento alcuni valori anomali, mi fanno gli esami, tuttavia da quegli esami non si evince alcun male. E non sapendo che dirmi allora… che cosa fanno? Ignorano i segnali anomali che presento e preferiscono pensare che il tutto sia da ascriversi da uno stato emotivo. Allora mi propongono di andare dallo psicologo. E io, pur sapendo che non è certo quella la fonte del mio male, dato che ormai la giornata l’ho buttata, mi dico che quel tipo di colloquio non mi farà male. Ho fatto trenta, facciamo trentuno, penso. Poi però, una volta che sono dallo psicologo, quello mi tratta come un suo paziente e figuratevi se non mi prescrive come minimo un ansiolitico e mi consiglia di fare dei test presso uno psicologo suo amico… Ed ecco come un malato fisico, per via delle idiosincrasie del sistema sanitario, si trasforma in malato mentale!
Per chi fosse interessato a un racconto dettagliato di questa mia avventura farsesca legga:
http://keyofeye.blog.tiscali.it/2012/03/28/test-proiettivi/
Andare dallo psicologo e chiedergli se avete bisogno di lui è un po’ come andare dal dentista. Con la differenza che il dentista si accontenterà di farvi una pulizia dei denti, mentre lo psicologo tenderà a mantenervi tra i suoi pazienti per un tempo che sia il più lungo possibile! Alla facciaccia della deontologia medica!
Penso che ci sia stata un’evoluzione nei test usati dagli psicologi e il metodo freudiano è stato accantonato da tempo. Io penso solo una cosa: troppe persone, vittime di disagi che magari sono stati creati da terzi, si affidano allo psicologo diventandone poi dipendenti e quindi passano anni e anni in terapia senza concludere granché. La terapia (salvo casi estremamente gravi) dovrebbe durare non più di un anno. Chiaro che poi il brodo viene allungato: hai un problema contingente, fanno l’analisi del tuo passato che non finisce più (a che serve? ormai è passato) e poi ti invitano a fare una seduta a settimana e quei soldi che potevi utilizzare per divertirti invece li impegni per rimuginare i tuoi problemi. E poi è davvero divertente: prima ti incoraggiano con discorsi del tipo “Ce la puoi fare” poi quando ti senti forte e sai che ce la puoi fare, specie se vai in depressione per le spese sostenute a causa della terapia, e decidi di abbandonare il percorso ti rimproverano: “Eh ma da solo non ce la puoi fare!”. In Turchia l’istituzione è il mago, nel nostro paese è lo psicologo. Mi chiedo perché ci fidiamo più degli estranei che di noi stessi. Forse abbiamo paura di scavare dentro di noi per trovare quelle risposte che seppur desiderate ci fanno paura. Comunque massimo rispetto per la professione che è sicuramente molto interessante da svolgere e per casi specifici anche indispensabile.
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di questo argomento ho discusso così a lungo che non ne posso più! non ti offendere se sono molto rapido a riguardo… ecco, ho finito! 😉
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