La vera bellezza è la giovinezza. Per questo ogni donna da giovane può dirsi bella e come tale desiderata e riverita. Di questo ogni donna si nutre: della falsa sensazione che abbia un senso essere desiderata da un uomo; che quella sia la cosa più importante che ci sia.
Poi gli anni passano. I corpi si appesantiscono. La giovinezza sfiorisce più o meno rapida. E le donne si ritrovano a quarant’anni con un corpo adiposo che si sta deformando (e lo farà sempre più). Hanno sposato un uomo che, se è andata bene, è al massimo un bonaccione mediocre e insignificante (esattamente come alcune di loro). Se è andata male, è qualcuno nel quale non si riconoscono più; qualcuno che ha tradito la loro fiducia e che ora ha voltato loro le spalle. Così a un certo punto devono ricominciare da zero non avendo più dalla loro parte il fondamentale, incosciente entusiasmo della giovinezza.
Se hanno avuto bambini, adesso che i figli stanno diventando grandi e sempre più indipendenti, questi acuiscono il loro senso di inutilità. Perché per anni le donne si sono annullate in loro nome, in nome dei figli, e senza di loro non sanno e non ricordano più come si fa a vivere.
D’altro canto, se non hanno figli, è forse quello il loro rimpianto principale. E sentono che diventando vecchie perderanno per sempre quell’unico privilegio che la loro condizione di donna avrebbe potuto regalar loro. Ho visto donne brutte ricrearsi una vita totalmente nuova allorché hanno messo al mondo un figlio. La gente non le percepiva più come donne brutte, ma solo come madri.
Forse l’unico, vero, essenziale motivo di vita per le donne, in definitiva, è proprio quello di divenire madri, senza il quale tutta la loro esistenza perderebbe di significato.
Le donne di mezz’età si trovano in un corpo che non percepiscono più come loro. Quel corpo che ha sempre calamitato gli sguardi di uomini avidi. Quel corpo che fino a qualche tempo fa davano per scontato, ma che adesso non le supporta più, e si avverte la sua mancanza.
E le donne vanno allora in crisi e rimpiangono la gioventù. Qualcuna si rende conto che ha vissuto incessantemente immersa in un mondo adulterato che non corrispondeva a quello reale. E giungono panico, depressione, tristezza. Quel profondo senso d’inutilità.
Si sentono fregate, sì. Tuttavia se la prendono con loro stesse, che non sono state capaci a vivere. Molte, per prolungare fino all’inverosimile la bugia della loro bellezza, ricorreranno allora alla chirurgia estetica…
Non fa bene svegliarsi un giorno e assimilare che si è vissuti in una società molto più maschilista di quanto si credeva. Una società che loro stesse hanno involontariamente incoraggiato. Ma loro pensavano che fosse quello il giusto modo in cui una donna dovesse atteggiarsi, comportandosi come gli uomini volevano che facessero. Ed esse così hanno fatto, perché quei maschi bastardi hanno fatto creder loro che un po’ superficialotte e puttane si dovesse essere in fondo, se si è una donna.
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questo argomento mi tocca nel profondo… devo assolutamente trovare una possibilità di replica!
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